Per dovere di cronaca e per fare ulteriore chiarezza sull'argomento, pubblico volentieri le osservazioni che mi sono oggi giunte dal collega Massimo Pascale, in merito al problema siluro nel Po torinese. Di seguito, il suo commento.
Ciao Federico, ti scrivo in merito al post "Il siluro è già a
Torino", a tua firma, pubblicato su Pesca Network.it, e ti pregherei di farti
portavoce di questa mia e mail.
Il post ha sollevato una serie di osservazioni, alcune utili, alcune
francamente no. Glisso sul solito "refrain" degli studiosi ittiologi che con i
denari dei pescatori svolgono ricerche inutili: il punto, purtroppo è che alcuni
di noi pescatori sono diventati ittiologi per cercare di risolvere molti dei
problemi che alcuni di quelli che condividono la nostra passione hanno
creato.
Il lavoro scientifico cui tu hai fatto riferimento, nel post, NON era un
lavoro sui siluri, bensì uno studio mediante radio tracking degli spostamenti
della trota marmorata nel sistema Po-Dora. Chi frequenta il tratto di
confluenza, a monte ed valle , sa bene (o dovrebbe sapere), che ci sono almeno
due "popolazioni" salmonicole nella Dora Baltea. Una stanziale della Dora, in
gran parte di trote marmorate pure, l'altra con fluttuazioni stagionali, che
risale dal Po, in prevalenza di ibridi (o meglio incroci). Ora lo studio voleva
fare chiarezza su questi spostamenti e sull'entità degli spostamenti dei
salmonidi verso monte, con particolare riferimento alla valutazione della
possibilità di risalita presso l'imbocco dello "Scaricatore Farini'.
In corso d'opera si è poi deciso di marcare alcuni siluri per valutarne gli
spostamenti in quest'ambito e per capire se ci fosse una loro migrazione a
seguito degli spostamenti dei salmonidi e, soprattutto, capire se la Dora Baltea
fosse interessata dalla loro presenza, essendone state segnalate catture
nell'ultima prismata prima della confluenza con il Po. Questo è quanto.
Lo studio non voleva, ne' doveva scoprire, l'acqua calda, la cui scoperta è
molto anteriore all'ultimo Convegno A.I.I.A.D. ed allo studio cui hai fatto
riferimento.
Ora, tutti quelli che frequentano il Po torinese con la canna da spinning
(me compreso) sanno benissimo che i siluri si pescano costantemente fino alla
presa del canale Cavour e, saltuariamente, anche oltre. A monte di Torino,
invece, le segnalazioni sono per lo più dovute a "fuoriuscite" dai laghi di Cava
della zona perifluviale tra Casalgrasso e Moncalieri.
Nel convegno, dopo la relazione del nostro collega (Michele Spairani) ho
fatto chiaramente riferimento alla "situazione siluri" presso Chivasso, dove le
densità riscontrate, in prismata, sono prossime al metro lineare di
sponda..
Per inciso chi scrive è l'artefice del "Progetto siluro" della Provincia di
Alessandria, che ha permesso di prelevare dalle acque provinciali, a partire dal
2007, alcune tonnellate di pesci siluro (3700 kg nel solo triennio 2009-2011),
destinati al mercato alimentare, ottenendo in cambio importanti specie da
ripopolamento (anguille, lucci) immesse nelle acque provinciali.
Nel 2007, quando iniziammo il progetto, inviai una lettera alla Provincia
di Torino, pregandoli caldamente di intervenire TEMPESTIVAMENTE nel tratto di Po
compreso tra Chivasso e la confluenza Dora, dove già si cominciavano a catturare
(con la canna da pesca e con l'elettrostorditore) pesci di taglia media 4-5 kg,
a densità GESTIBILI in un ambiente GESTIBILE, d'estate, con elettropesca. Un
ambiente un tempo popolato da ciprinidi reofili, trote marmorate, lucci. La
risposta fu molto politica: "la frangia animalista della Giunta non accetterà
mai". Così non se ne fece nulla, e i risultati, oggi, sono sotto gli occhi
tutti: marmorate quasi finite, così come i cavedani, i barbi e le lasche; siluri
a mille. Per "par condicio" non addosserò la responsabilità della scomparsa
delle altre specie al solo siluro, perchè la predazione da avifauna ittiofaga è
l'ALTRO grossissimo problema rispetto al quale si fanno orecchie da mercante, ma
certamente il siluride ha dato una grossa mano.
Ritorno sugli studi ittiologici: se qualcuno dei frequentatori del blog
avesse dimestichezza con gli enti pubblici saprebbe (ma questo qualcuno l'ha
scritto) che prima che il ferraginoso meccanismo pubblico si avvii passano anni
e, volenti o nolenti, SENZA STUDI SPECIFICI nulla si muove (cormorano docet,
I.S.P.R.A. pure).
Concludo con un'osservazione circa il meccanismo con cui il siluro si
diffonde sempre più a monte nelle aste fluviali dove viene introdotto: siete
mai stati a pescare siluri durante una piena (non dico una pienotta, bensi' una
PIENA con la P maiuscola)? Io sono andato sul Tanaro ad Alessandria (posto ormai
classico, io ci andavo dieci anni fa a spinning) in un momento in cui il Tanaro
portava trochi enormi e passava SOPRA lo sbarramento della Cittadella. Avete
un'idea dell'attività dei siluri in quei momenti? Io no, finchè non ci ho
pescato. Ergo: attenzione perchè, scale o non scale di risalita, quel pesce un
modo per passare lo trova, con mezzi suoi ed anche non.
Un saluto a tutti
Massimo Pascale