Molto molto bello questo "carteggio", direi che, indipendentemente dalle posizioni, sia comunque un regalo che state facendo a chi passasse di qua a dare una sfogliata
.
In tutto ciò, torno un po' sul "pratico", dato che comunque non ho nessuna competenza specifica e quindi, qualora anche mi fossi fatto delle idee un po' più elaborate, sarebbe quanto meno irriverente interferire su quel livello (ubi maior minor cessat).
Voglio però tornare un attimo alle varie ipotesi gestionali, cercando di utilizzare il candore del semplice appassionato un po' come un "rasoio di Occam" (o di Ochkam che dir si voglia), dato che, molto spesso a sviscerare troppo le questioni si perde un po' di vista il succo (almeno a me, laddove ho qualche conoscenza in più, succede spesso...).
Si parla di misura minima e massima, cosa che a me piace molto, e di cui non vedo conxxxndicazioni in termini assoluti (nel senso che secondo me male non fa). Sbaglio?
Si parla di 5 o 10 cm di differenza, della mancanza dei controlli, delle guardie che (comprensibilmente) per 2 cm chiudono un occhio, e di pesci col coppino strizzato o la coda tagliata. Tutte cose che succedono.
Conseguentemente, una simile applicazione, per quanto interessantissima, rischierebbe di non essere efficace.
Ricordiamo che stiamo parlando di tutela "non ordinaria", quindi parliamo di una specie poco rappresentata, vuol dire quindi che anche chi vuole trattenere non ha così tante occasioni per fare stragi (se così non fosse, vuol dire che forse la situazione è meno peggio di quello che paventiamo).
Se, a questo punto, ce ne sbattiamo di misura minima e massima e proibiamo il prelievo (no kill totale), cosa succederebbe?
Faccio un esempio di quello che secondo me succederebbe:
i cultori del Luccio in salsa si inkazzano, ma del resto, gli stiamo togliendo pochi pesci in freezer, non sono le trotepollo dei torrenti con cui fanno la quota in due ore, o i Persici che, per quanto in diminuzione, garantiscono ancora risotti con una certa regolarità. I controlli sono più semplici, perché non ci sono i "2 cm di tolleranza", né il rischio dei coppini strizzati. A quanto ho avuto modo di vedere in diverse acque, mettere il no-kill, almeno per le prime due stagioni, ha un discreto impatto psicologico, e anche i potenziali bracchi, all'inizio cercano di cambiare aria, salvo tornare quando è appurato che non ci sono i controlli (ma un paio di stagioni d'aria è meglio di niente, e poi nel caso basterebbe una "retata" ogni tanto e la voce si sparge...). Teniamo anche presente che anche la sanzione cambierebbe tra prendere un pesce di poco fuori misura e uno che invece è vietato trattenere.
In tutto ciò, nel modo più semplice del mondo, io ho tolto pochi pesci dal piatto di poche persone, ma di contro sto realmente intervenendo in modo sensibile (mi si farà l'elenco di fior di nokill strabracconati, risponderò con l'elenco dei pochi posti rimasti in libera con una buona popolazione, si noterà che molti sono nokill).
Cosa sbaglio?
In tutto ciò, continuo a ritenere impensabile che la discriminazione autoctono/alloctono, anche qualora la specie fosse riconosciuta, possa essere a carico dei pescatori.
La domanda da farci dev'essere: è peggio lasciare dentro qualche Verdone di troppo, o rischiare di prelevare qualche Nostrano di troppo? Non ditemi che la gravità sarebbe la stessa perché se no siam mica d'accordo... 