Ecco la versione definitiva da me inviata... :wink:
Signor Presidente,
Egregi Signori,
ho deciso di scrivere queste righe per porre alla Vostra attenzione alcune mie riflessioni che spero possano essere condivise da molti altri pescatori associati e non.
In riferimento alle nuove modifiche introdotte al regolamento (
http://www.appv.it/a...ea_dei_Soci.htm) dell’Associazione Pescatori della Provincia di Verona (in seguito denominata Appv) votate nell’assemblea dei soci del 7 Dicembre 2007, ed in particolare al punto 6) che cita testualmente:” Si propone l’obbligo dell’utilizzo dell’amo singolo senza ardiglione per tutti coloro che praticano il rilascio del pescato”.
Questa “proposta” è stata votata ed approvata così come è scritta, lasciando in me dubbi, perplessità e preoccupazioni.
Premesso che:
1. L’obiettivo principale del sottoscritto (e spero anche dall’Appv) è la tutela e la salvaguardia dell’Adige.
2. Una gestione attenta delle nostre acque anche tramite associazioni di pescatori (come l’Appv) è necessaria ed ormai indispensabile per la salute dei nostri fiumi.
3. L’Appv deve curare ( punto a) dell’art. 2, Titolo 1 dello Statuto) la razionale coltivazione delle acque in concessione al fine di ottenere incrementi della loro produttività naturale, salvaguardia dell'equilibrio biologico e mantenimento delle linee genetiche originarie delle specie ittiche presenti, secondo le modalità prescritte dalla "Carta ittica" e nel rispetto delle disposizioni indicate dall'Ente concedente.
4. Rilasciare con le dovute cautele un pesce catturato con un’esca artificiale non significa assolutamente condannarlo a morte sicura come erroneamente credono ancora molti pescatori.
5. Il sottoscritto ha la sola consapevolezza di conoscere abbastanza i problemi del nostro Adige e l’unica pretesa di informare le persone ragionando e discutendo di soluzioni.
Sono giunto alle seguenti conclusioni:
1. La “proposta” in oggetto è arrivata da una piccola rappresentanza di pescatori associati contrari all’utilizzo di ami senza ardiglione e soprattutto contrari al rilascio del pescato.
2. La “proposta” avrebbe un senso se fosse una regola per tutti i pescatori associati e non fosse mirata a danneggiare solo una parte di questi, quelli che decidono, volta per volta se trattenere o rilasciare un pesce rispettando lo stesso, le regole e soprattutto la propria coscienza.
3. Penalizzare e sanzionare un pescatore che, catturata una mormorata da 45 o 50 cm decide di rilasciarla, è un’azione intollerabile che una associazione come l’Appv non può commettere.
4. E’ ingiusto far pagare la stessa quota associativa a chi decide di rilasciare il pescato, visto che tale quota ormai serve per appagare le continue e pressanti richieste di immissione di pesce pronta pesca da parte dei pescatori di cui al punto 1.
5. Non è con la quantità di tessere ma con la qualità di tesserati che si raggiungono gli obiettivi imprescindibili scritti nello Statuto dell’Associazione.
Per tutti questi motivi sono seriamente tentato di rinunciare al tesseramento 2008. Sono fermamente convinto però che questa mia scelta non servirebbe, anzi contribuirebbe a dare più forza e soddisfazione a quella minoranza di pescatori che ha proposto questa nuova ed inefficace regola. Sarà mio impegno quindi far parte ancor più attivamente dell’associazione per informare,discutere e proporre, per cercare di modificare e migliorare la regola sopraccitata, con l’unico obiettivo di tutelate SOLO gli interessi del nostro grande Fiume Adige.
Firmato
Nicola Poiega tessera 2007 n°0512
Per i non residenti/associati potrebbe andar bene questa... :wink:
OGGETTO: Nuovo regolamento Appv
Signor Presidente,
Egregi Signori,
ho deciso di scrivere queste righe per condividere la preoccupazione di alcuni amici pescatori veronesi.
In riferimento alle nuove modifiche introdotte al regolamento (
http://www.appv.it/a...ea_dei_Soci.htm) dell’Associazione Pescatori della Provincia di Verona (in seguito denominata Appv) votate nell’assemblea dei soci del 7 Dicembre 2007, ed in particolare al punto 6) che cita testualmente:” Si propone l’obbligo dell’utilizzo dell’amo singolo senza ardiglione per tutti coloro che praticano il rilascio del pescato”.
Questa “proposta” è stata votata ed approvata così come è scritta, lasciando in me dubbi, perplessità e preoccupazioni.
Premesso che:
1. L’obiettivo principale del sottoscritto è la tutela e la salvaguardia delle acque in generale ed, in questa occasione, dell’Adige.
2. Una gestione attenta delle nostre acque anche tramite associazioni di pescatori (come l’Appv) è necessaria ed ormai indispensabile per la salute dei nostri fiumi.
3. L’Appv deve curare ( punto a) dell’art. 2, Titolo 1 dello Statuto) la razionale coltivazione delle acque in concessione al fine di ottenere incrementi della loro produttività naturale, salvaguardia dell'equilibrio biologico e mantenimento delle linee genetiche originarie delle specie ittiche presenti, secondo le modalità prescritte dalla "Carta ittica" e nel rispetto delle disposizioni indicate dall'Ente concedente.
4. Rilasciare con le dovute cautele un pesce catturato con un’esca artificiale non significa assolutamente condannarlo a morte sicura come erroneamente credono ancora molti pescatori.
Sono giunto alle seguenti conclusioni:
1. La “proposta” in oggetto è arrivata da una piccola rappresentanza di pescatori associati contrari all’utilizzo di ami senza ardiglione e soprattutto contrari al rilascio del pescato.
2. La “proposta” avrebbe un senso se fosse una regola per tutti i pescatori associati e non fosse mirata a danneggiare solo una parte di questi, quelli che decidono, volta per volta se trattenere o rilasciare un pesce rispettando lo stesso, le regole e soprattutto la propria coscienza.
3. Penalizzare e sanzionare un pescatore che, catturata una mormorata da 45 o 50 cm decide di rilasciarla, è un’azione intollerabile che una associazione come l’Appv non può commettere.
4. E’ ingiusto far pagare la stessa quota associativa a chi decide di rilasciare il pescato, visto che tale quota ormai serve per appagare le continue e pressanti richieste di immissione di pesce pronta pesca da parte dei pescatori di cui al punto 1.
5. Far decidere al pescatore che “filosofia” di pesca adottare prima di iniziare a pescare, significa privarlo di alcune emozioni tipiche ed irrinunciabili della nostra passione come la sorpresa e l’imprevedibilità.
6. Non è con la quantità di tessere ma con la qualità di tesserati che si raggiungono gli obiettivi imprescindibili scritti nello Statuto dell’Associazione.
Per questi motivi sono convinto che sia necessaria una riflessione su come cercare di modificare e migliorare la regola sopraccitata, ponendo sempre come unico obiettivo la tutela e la salvaguardia delle specie ittiche delle nostre acque.
Firmato
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