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32 risposte a questo topic

#21 davidex

davidex

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Postato 09 February 2015 - 11:47 AM

A me non è stata riferita, ci sono arrivato da solo dopo aver sentito le lamentele di qualche garista per la difficoltà a fare peso con i cavedani troppo furbi e la mancanza di minutaglia. So come vanno a finire queste cose, purtroppo. L'approccio al problema di tali individui non è quello di capire il motivo per cui scardole, triotti e alborelle fanno fatica a riprodursi e non sono più presenti come un tempo (peraltro gli sforzi per la salvaguardia dell'alborella sul Garda qualche timido risultato lo stanno dando e l'introduzione del gardon darebbe il colpo finale), l'approccio è quello di sostituirli con pesci pronta pesca, possibilmente non troppo intelligenti e adatti all'attrezzatura in voga al momento. Non so voi, ma io di questi pescatori ne conosco parecchi e non c'è verso di ragionare in termini diversi. Alcuni ti rispondono semplicemente: "ma tu quando vai a pescare qualche pesce lo vuoi prendere o no?" Cioè, "qualche pesce", vi rendete conto? Come se non ci fosse differenza tra una scardola e una breme, tra autoctono e alloctono, tra quello che la natura ha disposto e quello che fa comodo ad alcuni... sono da tempo rassegnato.

Bravi i francesi che fermano i camion alla frontiera, da noi quelli che arrivano da est con il "fritto misto" (ciprinidi e non solo pescati con i bilancioni nel delta del Danubio piuttosto che sul Balaton o su altri corsi d'acqua romeni o ungheresi) non li ferma nessuno.


Questo post è stato modificato da davidex: 09 February 2015 - 11:48 AM


#22 malauros®

malauros®

    Massimo

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Postato 09 February 2015 - 12:00 PM

Bravi i francesi che fermano i camion alla frontiera, da noi quelli che arrivano da est con il "fritto misto" (ciprinidi e non solo pescati con i bilancioni nel delta del Danubio piuttosto che sul Balaton o su altri corsi d'acqua romeni o ungheresi) non li ferma nessuno.

 

guarda Davide che non sono stati i francesi a fermare il camion :unsure: sembra invece che siano stati proprio i doganieri italiani o svizzeri :?:


Questo post è stato modificato da malauros®: 09 February 2015 - 12:01 PM

Malauros® - 15/10/1947 
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#23 davidex

davidex

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Postato 09 February 2015 - 12:31 PM

Da come era scritto non era chiaro chi li avesse fermati. Ad ogni modo non è che cambi la sostanza.

Per quanto invece riguarda i lucciari che rilasciano il vivo dopo la pescata e quindi possono essere responsabili della "fioritura" di colonie cospicue di alloctoni, cosa peraltro possibile ma a mio avviso improbabile in un bacino come il Mincio (che non è un laghetto di montagna o una pesca sportiva), vi racconto una storia: a metà degli anni '70, tre signori della bassa veronese, tutti garisti (uno dei quali anche con altri interessi, economici, nel mondo della pesca) vanno a farsi un week-end in Svizzera, ospiti di un cugino che ha aperto un ristorante in loco, a pescare in un lago non ben definito. Pescano con lunghe fisse e con le bolognesi da riva catturando molti pesci strani che rispondono con frenesia alla pastura da fondo riempita di bigattini (per i quali in zona c'era il divieto o un limite massimo di utilizzo molto basso, ma sono italiani e quindi non se ne curano più di tanto). I pesci strani, di taglia medio-piccola, qualche etto, sono abramidi e blicche. Si divertono e decidono di organizzarsi per portarne un po' in Italia, in un tratto di fiume della bassa veronese stretto tra una cascata e un mulino, tratto di fiume utilizzato per fare gare alla trota (iridee di allevamento "lanciate" ad hoc e pescate quasi tutte in occasione della gara), per farci garette sociali e quella annuale dei "pierini pescatori" in occasione della fiera di luglio, un tratto di fiume zeppo di minutaglia (scardole, triotti, alborelle) ma anche di tinche e carpe, insomma, un corso d'acqua che non ha bisogno di nulla. Ma il fascino dell'esotico, il trovarsi a pescare pesci "nuovi", ha il sopravvento. Così si organizzano. Prendono in prestito un camioncino con due vasche ossigenate da un noto pescicultore della zona. Si fanno mettere dentro un po' di trote e si recano in Svizzera con una bolla di accompagnamento ad hoc e un contratto di acquisto del pesce da parte del ristorante del cugino. Passano la frontiera il venerdì sera senza problemi. Il giorno dopo, sabato, scaricano le trote al ristorante, e riempiono le vasche di breme. A fine giornata saranno circa 120-130 pesci, quasi tutti in buona salute, nell'occasione pescano altri ciprinidi che ributtano nel lago. Dopo cena il ristoratore compila una nota nella quale scrive che rifiuta il pesce in quanto non conforme al contratto e lo rispedisce al mittente. Quindi i tre ripartono per l'Italia belli pieni di breme e, in caso di sopralluogo da parte dei doganieri, sempre che qualcuno di questi sappia riconoscere una trota da una breme, sono comunque tranquilli perché è evidente che non essendo trote non corrispondono all'acquisto e quindi il reso è d'obbligo. Ri-passano la frontiera senza problemi e a notte fonda svuotano il carico nel fiume. Il mattino seguente qualche pesce strano galleggia morto impigliato nelle paratie del mulino. La maggior parte delle breme, però, nuota tranquilla nella sua nuova casa. Siamo a fine maggio, l'anno è il 1974 o 1975. Bene, nessuna breme verrà mai pescata nei giorni successivi, nei mesi successivi e negli anni successivi in quel tratto di fiume (tuttora salvo, visto che per fortuna si pescano ancora triotti & c.) almeno dai tre amici che, increduli, non riuscivano a capacitarsi della cosa. Forse qualche altro pescatore aveva catturato qualcuno degli strani pesci, ma dati certi non ce ne furono e, sicuramente, nonostante si trattasse di diverse decine di pesci, questi non riuscirono a riprodursi o comunque a radicarsi nel corso d'acqua.

La morale, probabilmente non scientifica, della questione è che per far radicare una specie, bisogna buttarne giù tanti e tanti esemplari, a più riprese, non basta una coppia checché ne possa dire Noè.



#24 Lerio

Lerio

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Postato 09 February 2015 - 12:56 PM

Faccio solo una precisazione per Massimo: vero che succede che a fine giornata rilasci i pesci usati per il vivo, ma è altrettanto vero che chi cerca i lucci in Garda sa mooolto bene che, se non si usano pesci che i lucci predano abitualmente, te ne torni a casa a mani vuote. E chi cerca i lucci col vivo non va di certo per il cappotto o per farsi solo una divertita in compagnia. Poi di triotti in lago ne trovi senza grossi problemi...
Se (e senz'altro come dice davidex è solo questione di tempo) arriveranno in Mincio, io guarderei ad altri responsabili. E per restare in tema, 1+1........
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#25 davidex

davidex

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Postato 09 February 2015 - 16:56 PM

Ma, che di triotti nel lago se ne prendano senza grossi problemi spero sia vero, a me giungono voci molto diverse, sembra che triotti e scardole (a parte qualche esemplare enorme di queste ultime) siano scomparsi dal Garda, quantomeno sponda veneta, e purtroppo anche nell'alto Mincio. Le alborelle, ad un passo dall'estinzione qualche anno fa, dopo la chiusura totale degli ultimi tempi, stanno invece tornando, ho visto personalmente qualche nutrito branco nei pressi di Torri del Benaco e altri amici mi dicono lo stesso di alcuni sottoriva nel basso lago.


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#26 Lerio

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Postato 09 February 2015 - 17:26 PM

Di alborelle posso dire la stessa cosa per la sponda BS. Sembra (ma diciamolo a bassa voce) che stiano riprendendosi.

Per i triotti non so, nelle zone che frequento io (sempre sponde BS) non sono spariti. Certo non più come una volta, ma tutto sommato in giro un po' se ne vedono. Sono in calo...quello si
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#27 FabioBS

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Postato 09 February 2015 - 17:58 PM

Da come era scritto non era chiaro chi li avesse fermati. Ad ogni modo non è che cambi la sostanza.

Per quanto invece riguarda i lucciari che rilasciano il vivo dopo la pescata e quindi possono essere responsabili della "fioritura" di colonie cospicue di alloctoni, cosa peraltro possibile ma a mio avviso improbabile in un bacino come il Mincio (che non è un laghetto di montagna o una pesca sportiva), vi racconto una storia: a metà degli anni '70, tre signori della bassa veronese, tutti garisti (uno dei quali anche con altri interessi, economici, nel mondo della pesca) vanno a farsi un week-end in Svizzera, ospiti di un cugino che ha aperto un ristorante in loco, a pescare in un lago non ben definito. Pescano con lunghe fisse e con le bolognesi da riva catturando molti pesci strani che rispondono con frenesia alla pastura da fondo riempita di bigattini (per i quali in zona c'era il divieto o un limite massimo di utilizzo molto basso, ma sono italiani e quindi non se ne curano più di tanto). I pesci strani, di taglia medio-piccola, qualche etto, sono abramidi e blicche. Si divertono e decidono di organizzarsi per portarne un po' in Italia, in un tratto di fiume della bassa veronese stretto tra una cascata e un mulino, tratto di fiume utilizzato per fare gare alla trota (iridee di allevamento "lanciate" ad hoc e pescate quasi tutte in occasione della gara), per farci garette sociali e quella annuale dei "pierini pescatori" in occasione della fiera di luglio, un tratto di fiume zeppo di minutaglia (scardole, triotti, alborelle) ma anche di tinche e carpe, insomma, un corso d'acqua che non ha bisogno di nulla. Ma il fascino dell'esotico, il trovarsi a pescare pesci "nuovi", ha il sopravvento. Così si organizzano. Prendono in prestito un camioncino con due vasche ossigenate da un noto pescicultore della zona. Si fanno mettere dentro un po' di trote e si recano in Svizzera con una bolla di accompagnamento ad hoc e un contratto di acquisto del pesce da parte del ristorante del cugino. Passano la frontiera il venerdì sera senza problemi. Il giorno dopo, sabato, scaricano le trote al ristorante, e riempiono le vasche di breme. A fine giornata saranno circa 120-130 pesci, quasi tutti in buona salute, nell'occasione pescano altri ciprinidi che ributtano nel lago. Dopo cena il ristoratore compila una nota nella quale scrive che rifiuta il pesce in quanto non conforme al contratto e lo rispedisce al mittente. Quindi i tre ripartono per l'Italia belli pieni di breme e, in caso di sopralluogo da parte dei doganieri, sempre che qualcuno di questi sappia riconoscere una trota da una breme, sono comunque tranquilli perché è evidente che non essendo trote non corrispondono all'acquisto e quindi il reso è d'obbligo. Ri-passano la frontiera senza problemi e a notte fonda svuotano il carico nel fiume. Il mattino seguente qualche pesce strano galleggia morto impigliato nelle paratie del mulino. La maggior parte delle breme, però, nuota tranquilla nella sua nuova casa. Siamo a fine maggio, l'anno è il 1974 o 1975. Bene, nessuna breme verrà mai pescata nei giorni successivi, nei mesi successivi e negli anni successivi in quel tratto di fiume (tuttora salvo, visto che per fortuna si pescano ancora triotti & c.) almeno dai tre amici che, increduli, non riuscivano a capacitarsi della cosa. Forse qualche altro pescatore aveva catturato qualcuno degli strani pesci, ma dati certi non ce ne furono e, sicuramente, nonostante si trattasse di diverse decine di pesci, questi non riuscirono a riprodursi o comunque a radicarsi nel corso d'acqua.

La morale, probabilmente non scientifica, della questione è che per far radicare una specie, bisogna buttarne giù tanti e tanti esemplari, a più riprese, non basta una coppia checché ne possa dire Noè.

 

Io spero sempre che tu un giorno te ne esca dicendo "ahahah sorpresa! mi sono inventato tutto!"



#28 davidex

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Postato 09 February 2015 - 18:20 PM

Purtroppo non mi sono inventato nulla, la storia così come l'ho scritta mi è stata raccontata qualche anno fa da uno dei tre eroi, l'ultimo a passare a miglior vita e quello con cui, paradossalmente, avevo meno confidenza, diciamo pure che la discussione era nata per puro caso e, alla fine, ha concordato sul fatto che erano xxxxate che si facevano senza rendersi conto delle conseguenze, in uno stato di completa ignoranza. La stessa persona mi ha raccontato di come poi nel decennio successivo compravano carassi nel bolognese per fare le gare etc. Sono convinto che, a parte qualche dettaglio non chiaro (ma sono passati decenni e la persona in questione era quasi ottantenne al momento del racconto) il succo della storia sia vero ed ho avuto altri riscontri in merito al fatto che all'epoca fosse piuttosto normale trasportare pesce da un posto all'altro. Ad esempio, in parecchi mi hanno detto che era prassi comune riempire il bagagliaio di carpe dei laghi di Mantova, all'epoca super-inquinati, per portarle, tenute vive e vegete in una mastella, in certi canali dove potevano "purgarsi" e "ripulirsi", oltre che diventare ottime prede per gare sociali o anche solo per divertirsi il sabato pomeriggio.



#29 FabioBS

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Postato 09 February 2015 - 18:31 PM

Purtroppo non mi sono inventato nulla, la storia così come l'ho scritta mi è stata raccontata qualche anno fa da uno dei tre eroi, l'ultimo a passare a miglior vita e quello con cui, paradossalmente, avevo meno confidenza, diciamo pure che la discussione era nata per puro caso e, alla fine, ha concordato sul fatto che erano xxxxate che si facevano senza rendersi conto delle conseguenze, in uno stato di completa ignoranza. La stessa persona mi ha raccontato di come poi nel decennio successivo compravano carassi nel bolognese per fare le gare etc. Sono convinto che, a parte qualche dettaglio non chiaro (ma sono passati decenni e la persona in questione era quasi ottantenne al momento del racconto) il succo della storia sia vero ed ho avuto altri riscontri in merito al fatto che all'epoca fosse piuttosto normale trasportare pesce da un posto all'altro. Ad esempio, in parecchi mi hanno detto che era prassi comune riempire il bagagliaio di carpe dei laghi di Mantova, all'epoca super-inquinati, per portarle, tenute vive e vegete in una mastella, in certi canali dove potevano "purgarsi" e "ripulirsi", oltre che diventare ottime prede per gare sociali o anche solo per divertirsi il sabato pomeriggio.

 

Robe da matti!

davide già che ci sono, e che posso "sfruttare" la tua conoscenza, volevo porti una domanda: più di una volta affermi che, secondo te, presto o tardi nelle nostre acque ri-avremo un boom dei nostri autoctoni invertendo la situazione attuale..ebbene..da dove arrivano? Piccole popolazioni sopravvissute che riescono a riprendere il controllo?

 

Comunque grazie..per chi come me che ha meno di 25 anni e che non pesca da tanto leggere 'ste cose..si insomma, è storia!



#30 davidex

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Postato 09 February 2015 - 18:41 PM

Ti ringrazio della considerazione Fabio, ma io non sono un ittiologo e, quando sostengo che in futuro la parte degli alloctoni la potrebbero fare gli autoctoni, non mi baso su nessun dato scientifico: è in parte una speranza, in parte una previsione fondata su alcuni aspetti che ho avuto modo di rilevare nel "piccolo" di certi corsi d'acqua che, dopo essere stati invasi da gardon, breme e siluri, pian piano hanno visto il ritorno dei pesci nostrani (anche se il siluro è rimasto, quindi la cosa per ora vale per i ciprinidi). Può anche essere che si arrivi invece ad un punto in cui autoctoni e alloctoni si equilibrino e vivano insieme, chissà.


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#31 FabioBS

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Postato 09 February 2015 - 18:45 PM

Ti ringrazio della considerazione Fabio, ma io non sono un ittiologo e, quando sostengo che in futuro la parte degli alloctoni la potrebbero fare gli autoctoni, non mi baso su nessun dato scientifico: è in parte una speranza, in parte una previsione fondata su alcuni aspetti che ho avuto modo di rilevare nel "piccolo" di certi corsi d'acqua che, dopo essere stati invasi da gardon, breme e siluri, pian piano hanno visto il ritorno dei pesci nostrani (anche se il siluro è rimasto, quindi la cosa per ora vale per i ciprinidi). Può anche essere che si arrivi invece ad un punto in cui autoctoni e alloctoni si equilibrino e vivano insieme, chissà.

 

Insomma..stiamo a vedere :)



#32 gio.pike

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Postato 12 February 2015 - 00:02 AM

Come, penso, alcuni di voi, ho assistito agli ultimi 40anni di gestione (anzi, meglio dire non gestione) delle acque e del ns patrimonio ittico e faccio alcune considerazioni; nel boom della fine anni sessanta e poi nei 70 i più giovani di voi non immaginano quanti pescatori si trovavano nei fine settimana sulle sponde di laghi e fiumi, le gare venivano organizzate ovunque, il controllo del pescato, ieri come oggi, inesistente.Immaginate Ticino o Sesia, per chi li conosce, con centinaia di garisti e pescatori dilettanti che facevano bottini di 3/4/5 kg di pesce bianco, tutti i fine settimana, più la pesca col vivo ai lucci, quando sul finire degli anni 80 ci si e accorti che stranamente le catture calavano in modo drastico (un esempio classico ostellato) le associazioni sportive, indubbiamente supportate dalle aziende e dagli stessi pescatori, hanno praticato la via più semplice, immettere speci facilmente reperibili e che davano garanzie di prolificità ed adatte alla cosiddetta "pesca sportiva". d'altro canto, chi poteva dargli torto? specie come le carpe e i bass erano già insediate e (tuttora) tra le più gettonate, eppure sono alloctone, immagino che con la faciloneria che contraddistingue spesso le scelte in ambito pubblico si pensasse che la natura avrebbe fatto da se e ci sarebbe stato spazio in po per tutti. Un ultima considerazione: anche noi abbiamo la ns parte di responsabilità, perché spesso guardiamo il ns orticello e quindi i carpistivanno per la loro strada, chi va a siluri di certo non si preoccupa di chi li ha immessi, il garista e' soddisfatto de c'e pesce (qualunque esso sia) basta che risponda alla pastura, poi ci sono gli aspi a spinning, i poveri storioni da laghetto, i vari pesci gatti, le iridee a spinning,al tocco,a mosca, in acque libere o gestite e dovete darmi atto che spesso si è gli uni contro gli altri quando si tratta invece di far valere la ns forza di tesserati.


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#33 Jfish

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Postato 12 February 2015 - 06:59 AM

- e dovete darmi atto che spesso si è gli uni contro gli altri quando si tratta invece di far valere la ns forza di tesserati.

 

eh si... hai centrato il punto.. è proprio così: purtroppo!


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