Volendovi pubblicare una chicca mi sono riletto anch'io dopo tempo gli atti dell'accademia Agiati che fanno forse un pò di luce su alcuni aspetti...o forse fanno ancora più confusione

Mi è quindi venuto in mente che alcune delle foto storiche potrebbero essere proprio della pescicoltura di Torbole di fine '800.
Ecco gli atti:
ROVERETO MCMXIV
Lo Stabilimento di Pescicoltura
di TORBOLE
I primi tentativi, fatti nel Trentino, allo scopo di ripopolare le sue acque di pesci risalgono intorno all'anno 1860 e sono dovuti all'opera intelligente e illuminata di Asostino Zecchini di Pieve di Ledro.
Questi già da 20 anni.. scriveva un anonimo sul Giornale agrario di Rovereto del 1879, ,,si dedicò con non piccoli sacrifizi
e dispendi alla pescicoltura artificiale delle trote. Egli ne feconda le uova nel suo stabilimento e quando le trote sono sufficientemente sviluppate, le getta nel piccolo lago di Ledro, dal quale poi, per mezzo del torrente Ponale passano in quello di Garda. E si può ritenere che quasi tutte le trote che guizzano adesso in queste acque abbiano avuto i loro natali in casa Zecchini, il quale nel corso di questi quattro ultimi lustri ne allevò dei milioni......
Io sono altamente maravigliato come un uomo tanto benemerito dellà società non abbia avuto fin qui la più piccola ricompensa... È merito anche dello Zecchini di aver introdotto nelle acque trentine il pesce persico e la bottatrice. Entrambi causa i metodi sfrenati di pesca in uso da noi e che ebbi campo di illustrare in
un precedente lavoro sono ora ridotti ai minimi termini.
L'idea di poter estendere l’azione benefica dello Zecchini, con uno stabilimento di maggiori proporzioni, il quale dovesse sorgere a Torbole, è dovuta a Don Francesco Canevari di Torbole; già nel 1873 egli incomincia un carteggio col Conte Filippo Bossi Fedrigotti della Società agraria Roveretana il quale mostra già da bel principio entusiasta di questa iniziativa. La prima idea di Don Canevari era di non sostituire l’opera dello Zecchini, ma di estenderla con delle vasche per I'allevamento delle anguille, in seguito invece si capì I'importanza maggiore e iI beneficio più corrispondente
che sarebbe derivato da un allevamento di trote.
Per poter meglio riuscire nell'impresa e vincere difficoltà sia burocratiche sia di diffidenza solite in tali occasioni, la società Agraria Roveretana, con alla Presidenza il conte Bossi-Fedrigotti, ne assumeva I'iniziativa, così che quando nel 1880 furono approvati gli statuti della società neocostituita iI Presidente della società agraria scriveva alla nuova consorella:
,,Coll'approvazione superiore dello Statuto, la Sociètà di Pescicoltura artificiale di Trorbole, viene riconosciuta come società indipendente, cessando in pari tempo ogni ingerenza da parte di questa i. r. Società Agraria, che ben felice d’aver potuto dar vita ad un'istituzione tanto vantaggiosa per al Paese, fa voti sinceri, onde la società di Pescicoltura artificiale di Torbole, prosperi, si fortifichi e corrisponda allo scopo pel quale venne fondata...
Nel frattempo un apposito comitato istituitovi a questo uopo diramava la seguente circolare:
Con l'intendimento e la moltiplicazione e di promuovere ed attuare l’allevamento e la moltiplicazione artificiale delle più pregiare qualità di pesci nostrani ed introdurre nuove varietà, collo scopo di ripopolare anche i nostri laghi ed i nostri corsi d'acqua, oggigiorno cotanto poveri di pesci; infine con mira di tutelare infine il tempo degli amori le qualità di pesci più ricercati che in quell’epoca vengono barbaramente manomessi, I'i. r. società Agrarià Rovèretana assecondata dal proprio comizio filiale Nago-Torbòle e da pratici pescicoltori diede opera onde venisse quanto prima costituita una società di pescicoltura artificiale collo stabilimento in Torboleto be continued