Su richiesta di Marco 1956 cerco di dare un minimo di approfondimento al concetto di Biocenosi, con particolare riferimento a quelle d'acqua dolce che più ci interessano. Parto da un po' più in là, allargando il discorso all'Ecologia, quella branca della Biologia che studia le relazioni tra un individuo (inteso come specie) e l'ambiente, sia fisico che biologico, in cui lo stesso vive e si riproduce. Si tratta di relazioni complesse, cha hanno carattere di continuità, reciprocità e indissolubilità.
Va bene dai, facciamo un riferimento anche all'origine del nome: Ecologia è una parola che fu coniata da Haekel e deriva da Oikos, temine greco che significa casa. L'Ecologia può sostanzialmente essere ripartita in tre: autoecologia, studio delle popolazioni e sinecologia. L'autoecologia si riferisce sostanzialmente ai rapporti tra una specie e l'ambiente in cui essa vive, studiandone anche il comportamento. Lo studio delle popolazioni verifica nel tempo le fluttuazioni e la dinamica delle stesse nell'ambiente. Infine la sinecologia si occupa, semplificando, dei rapporti tra le varie specie nell'ambiente in cui vivono.
Veniamo a noi. In un ambiente fisico e biologico, animali, vegetali e batteri vivono in stretto rapporto di dipendenza reciproca, per cui nel loro insieme costituiscono una Comunità Biologica, appunto la Biocenosi. Andiamo oltre: l'area fisica occupata da una Biocenosi (Comunità Biologica), costituisce il Biotopo. Biocenosi e Biotopo a loro volta nel loro insieme costituiscono l'Ecosistema (Comunità Biologica + Area Fisica). Sono i concetti di base dell'Ecologia, vero Walter? esempi tipici di Ecosistemi che ci possono interessare sono ad esempio lo stagno, la la lanca, il bugno. Al loro interno vi sono continui scambi di di materia e trasferimenti di energia, per cui si dice che l'ambiente, o habitat, è in equilibrio. L'Habitat è quindi l'ambiente in cui un organismo (animale o vegetale, inteso come specie) può vivere e riprodursi ed esercitare il proprio ruolo naturale (concetto di Nicchia Ecologica). Ho volutamente sottolineato "può", perchè purtroppo non sempre è così. Infatti gli equilibri che stanno alla base del funzionamento di una Biocenosi sono assai labili e facilmente modificabili da numerosi fattori, sia di natura fisica che biologica. Facciamo un esempio pratico, ritornando per un attimo all'ambiente stagno di pianura. In origine, se ci riferiamo alla comunità ittica, questa era probabilmente costituita da una serie di specie native, tra le quali (ne cito alcune): cobite, alborella, triotto, scardola, tinca, luccio, ecc. Poi, con il divenire, lo stagno è cambiato, la sua componente fisica (fascia a canneto, vegetazione acquatica) è stata in parte falciata per fare posto alla monocoltura o per favorire lo smaltimento delle acque di irrigazione. Anche la componente biologica è cambiata, sia come conseguenza delle modificazioni fisiche di origine antropica, sia perchè sono state introdotte nuove specie aliene, spesso più competitive e tolleranti, tra le quali il rutilo, la pseudorasbora, il persico sole, il persico trota, la carpa e, alle volte, anche il siluro. Le specie native si sono trovate in difficoltà per carenza di habitat da un lato e per competizione/predazione dei nuovi ospiti dall'altro, col risultato che gli equilibri sono cambiati, si sono modificati e la biocenosi acquatica di un tempo non è più la stessa. Questo un po' in sintesi il succo, per cercare di far capire quanto labili siano gli equilibri naturali creatisi nei secoli e quanto invece sia facile sconvolgerli in breve tempo, con effetti disastrosi sulle comunità native.