La Valle Vigezzo, conosciuta anche come la valle dei Pittori, per aver ispirato con la sua bellezza numerosi artisti, è situata nell’Ossola ed è, tramite una comoda statale, il collegamento tra Domodossola e Locarno, in territorio svizzero. Anche una ferrovia a scartamento ridotto, lungo un percorso estremamente suggestivo di una quarantina di km, unisce le due cittadine.
A fianco della statale scorrono due torrenti con lo stesso nome: il Melezzo occidentale e il Melezzo orientale.
Il primo raccoglie le acque ad Ovest di Druogno, il comune più alto del fondovalle e le convoglia, dopo uno stretto ed impervio percorso di una quindicina di km, nel fiumeToce presso Domodossola.
L’altro nasce alla Pioda di Crana e dopo un primo tratto dove scorre incassato nella profonda valle di Arvogno, frazione del comune di Toceno, raggiunge il fondovalle nei pressi di Santa Maria Maggiore dove, piegando verso Est, attraversa tutto l'altopiano vigezzino, proseguendo la sua corsa in territorio svizzero.
Il Melezzo Orientale è gestito dalla Fipsas e richiede, oltre all'omonimo tesserino, la compilazione di un segnacatture che è possibile richiedere nei negozi di caccia e pesca di Domodossola, Villadossola e in Valle Vigezzo.
Il torrente è discretamente popolato di trote fario ed iridee ma a causa dei pochi torrenti immissari risente di una portata piuttosto scarsa. E’ adatto ad una pesca con esche naturali o ad uno spinning leggero. Consiglio la pesca all'inizio della primavera o con acque velate, dopo un temporale. In alcuni tratti la quantità di trotelle sottomisura (22 cm, la misura minima) rende la pesca quasi impraticabile.
Ben diverso è il Melezzo orientale che, pur richiedendo solo la licenza governativa, è un torrente dai molteplici aspetti ed adatto ad ogni tecnica di pesca.
La prima parte scorre, come detto, nella stretta ed impervia valle di Arvogno. E’ necessario conoscere i pochi e non facili sentieri che permettono di raggiungere la parte più a monte, dove nelle pozze d’acqua cristallina più profonde si celano fario con colori sgargianti e taglia interessante. La parte medio bassa, fino all’abitato di Santa Maria Maggiore, è raggiungibile solo con tecniche da alpinismo.
Il tratto tra Santa Maria e Malesco scorre in un letto piano e facilmente raggiungibile in uno scenario piuttosto “cittadino”. E’ discretamente popolato di trote fario ma con pochi capi interessanti.
E’ dopo aver ricevuto le acque del torrente Loana nei pressi di Malesco che il Melezzo cambia aspetto. Dopo aver saltato una zona di divieto permanente di pesca per ripopolamento, lunga circa 500 m, il torrente diventa, sino alla stazione di Villette, il paradiso della tecnica a mosca. Lunghi raschi, correntine, pozze non profonde e sponde piuttosto libere dalla vegetazione, permettono comodi lanci. Da qui sino al confine svizzero, una decina di km, è il regno della trota fario e della marmorata. Ogni anno diverse trote oltre il kg vengono catturate ma, anche a causa della notevole pressione pescatoria, la pesca in queste acque non è facile. Sono pesci smaliziati e per averne ragione è richiesta tecnica, conoscenza dell’acqua, un approccio alle sponde guardingo e una presentazione dell’esca molto naturale.
A Villette da pochi anni è stata costruita una diga che cattura la maggior parte dell’acqua e la restituisce circa 3 km più a valle in località Meis, dopo aver alimentato una centralina. Questo tratto era senz’altro il più bello e ricco di pesce, ora ne è rimasto solo il ricordo. E’ ancora popolato di trote, la maggior parte di piccola taglia, ma risente troppo della mancanza d’acqua nella stagione estiva.
Il proliferare di queste centraline sta distruggendo l’habitat di questi splendidi torrenti. Vedasi le due ultime costruite sul torrente Loana.
Dopo la centralina il torrente ritrova la sua bellezza e sino alla frazione Porte d’Italia è un susseguirsi di raschi, correntoni e pozze, anche notevoli. Qui ogni tecnica è valida; quale la più producente, dipende dalla stagione e dallo stato delle acque. I locali utilizzano soprattutto le esche naturali, dopo i temporali, e la moschera, nelle serate più calde, anche se le trote più belle di solito si fanno tentare da un cucchiaino ben manovrato. In questo tratto sono molto numerosi i vaironi ma resistono rari barbi canini, ghiozzi e rarissimi temoli.
In primavera, in alcuni tratti, il torrente è tappezzato dai portasassi, qui chiamati casarott. Dalle Porte d’Italia al confine svizzero, circa 3 km, il torrente scorre piuttosto in basso rispetto alla statale, in una stretta gola, dove pozze e correntoni la fanno da padroni. Chi conosce i sentieri per scendere e risalire, dopo aver percorso magari solo poche centinaia di metri e trova la giornata giusta, fa la conoscenza con trote da ricordo.
Tutti gli affluenti del Melezzo, anche i più piccoli, sono popolati da trote. Alcuni di questi ( Loana, Rio Vasca, Rio degli Orti, Rio dei Confini ) sono a loro volta un valido itinerario alternativo.
Nel video, da me ripreso nell’estate del 2013, si vedono alcuni tratti del Melezzo Orientale tra Re e le Porte d’Italia con alcune catture effettuate con la tecnica della moschera e della valsesiana.
