@Federico Ielli
Non vedo alcuna vena polemica nel tuo discorso e mi sembra onesto, chiaro e produttivo
La linea scientifica della gestione dell'impianto si deve attenere alla normativa esistente, quindi servono le certificazioni e le autorizzazioni del caso ed è un discorso da biologi più che da pescatori (difatti noialtri siamo bieca e volenterosa manovalanza nelle mani di chi sa quel che s'ha da fare
)
Dalla documentazione che mi sto studiano emerge che non c'è più, in realtà, una popolazione di marmorata frammentata in micro-bacini idrografici, come suggerisci tu "del Chiese" piuttosto che "dell'Adige" o dell'Isonzo piuttosto che dell'Idrija, ma dei fenotipi apparentemente puri, con profonde ibridazioni dietro.
Esistono micro-popolazioni definibili "pure", ma sono ridotte numericamente al punto da far crescere il rischio dell'insorgenza di tare genetiche o comunque di ridurre le possibilità d'adattamento evolutivo all'ambiente.
C'è un ottimo paper di Luca Fumagalli a riguardo
comodamente reperibile qui in pdf che illustra bene lo stato attuale delle cose.
Se hai della pubblicistica in italiano me la potresti passare? Vorrei poterne trarre del materiale didattico per le future scolaresche, ma trovo solo paper di biologi buffi
Sulla questione del Trentino, ho sentito che il fornitore degli impianti è lo stesso e ne ho dedotto, effettivamente con una certa stupidità, che fornisse anche le trote, ma anche su questo un po' di documentazione in più non può far che bene.