Che non sono il limite autostradale di quando piove, bensì………..ma andiamo con ordine. Che novembre, insieme ad ottobre, siano i due mesi più proficui per insidiare i lucci a spinning (ma quest’anno si potrebbe aggiungere anche agosto), ormai lo sanno anche i bambini. Così, anche per testare la pescosità di un noto bacino emiliano in proiezione del nostro Pesca Pranzo di Natale, ho effettuato in questi giorni alcune “pike session”, anche sotto la pioggia battente e con poca concorrenza , con risultati più che lusinghieri. Ma veniamo subito al sodo. L’ultima sessione, quella da ricordare, pomeridiana di venerdì scorso. Sono in compagnia di un amico, Steve, ottimo PAM riconvertito allo spinning per il pike, verso il quale sta coltivando una notevole passione……
Ci sono anche altri lanciatori sul lago, ma sul momento non pare succeda nulla. Ma non è così, perché in breve io e Steve abbiamo alcuni attacchi furibondi sulle esche di reazione e un paio di “settantacinquelli”, arrabbiati e belli, finiscono a riva. Poi si chiacchiera un po, si fanno commenti tecnici
, piacevole. Ma il pomeriggio è corto e fa presto a calare la luce. L’ennesimo lancio dello spinner su un erbaio si produce in un arresto, subito libero, poi di nuovo è arresto, elastico. Ma pesante. Il pike si fa tirare, ma tiene il fondo: capisco subito che è grosso, molto grosso, ma non lo vedo. Lo tiro a cane, sin sotto i piedi, ma non si stacca: è pesante, molto pesante. Poi il fattaccio, la slamata, quasi indolore per lui, dato che intuisco che il pesce si è fatto praticamente tirare e basta. Molto di più per me, che conosco le potenzialità del lago :nixweiss: . Nel frattempo arrivano due amici lanciatori, un po’ novizi, che mi chiedono lumi. Racconto loro l’accaduto, con la scimmia a terra
. Poi, parlando, mi viene di cambiare esca, inserendo una soft swim per gli ultimi lanci, prima che venga buio; bisogna aver fiducia ed è ciò che sostengo con loro. Un lancio parallelo alla sponda, forse l’ultimo, o il penultimo, proprio nella direzione dove si era slamato il big. E’ arresto, ma questa volta ferro violentemente. C’è
: l’acqua questa volta esplode e inizia una lotta epica, di quelle che non ricordavo da tempo. E’ immane il cocco luccio, ma fin che non aggalla non ne capisco le reali dimensioni. Poi lo vediamo, mi guarda dritto negli occhi, con una cattiveria inusitata, spalanca l’enorme bocca e riparte, aprendo l’acqua come un motoscafo e piegandomi la punta della canna sin dentro l’acqua
. Mi prende di volata almeno 10 m, così per due/tre volte, poi si fa tirare, ma l’ultimo impeto mi coglie quasi impreparato, aggalla in un gorgo gigantesco e quasi esce tutto dall’acqua sulla mia forzatura. Ma ormai è fatta. Mentre lo opercolizzo, non mi sono quasi accorto che Michele (uno dei due) mi ha tolto la fotocamera dalla tasca del giubbino e sta immortalando tutto.
E’ fatta, tremolante esco dall’acqua con il “bestio”, che è davvero grande.
La misura darà 110 cm, ma il peso è tanto, da farlo sembrare ben di più.
Paura………L’allamatura è poco impattante: non l’ancoretta, ma l’amo singolo ha fatto presa sul mascellare, perforandolo, in una zona che difficilmente ci molla. Anche la fortuna ha un suo peso, ma alle volte bisogna aiutarla e crederci sino in fondo, sino all’ultimo lancio. Veleggio: grazie ragazzi per il supporto e grazie maestoso pike, che mi hai fatto passare
una decina di minuti adrenalici. Lo seguo per un po’ prima che se ne vada….e solo allora mi accorgo che ho una mano sanguinante ….