Ho aperto questo 3D per una serie di motivi che reputo d’interesse generale. Da un lato c’è questo periodaccio, gennaio, mese di solito sfavorevole alla pesca. Segue che in questo periodo, visto che il luccio è protetto e la trota deve ancora aprire, molti utenti si dedicano al cavedano, con alterne fortune. Ma compaiono sul Forum anche belle catture, quasi mai numerose, ma veramente importanti, come le ultime di Boxeur e di AITO, ma anche tante altre. Tuttavia, il denominatore comune è che non si prendono mai tanti pesci, belli si, ma pochi. Come mai?, Che il nostro chub sia davvero in contrazione lo si evince dal fatto che anche sui grandi laghi non è più così numeroso come un tempo. Nei fiumi poi, salve alcune eccezioni, ha risentito moltissimo la predazione del cormorano e le patologie successive alle ferite riportate. Insomma, anche in ambienti ecologicamente decenti il cavedano sta calando a vista d’occhio: non ultimo anche la catena alimentare risulta depressa dalla rete di depurazione che, in qualche misura, ha inciso sulla base e sui primi gradini della stessa, come l’alborella, preda ambita dal nostro. Vi sono certi corsi d’acqua, tipo l’Adige, dove sino a meno di una decina di anni fa il cavedano era la preda più frequente a spinning. Ora, qualcuno (di solito di taglia) si prende ancora, ma qualcuno, ben altra cosa rispetto alle decine in giornata. Tra l’altro, spesso i più belli sono prede casuali, che restano vittime degli artifizi devoluti ai più nobili salmonidi o, addirittura, esocidi. Ecco qualche esempio
La foto sotto (riprodotta da un originale, quindi di qualità pessima, come anche il soggetto…) raffigura una cattura di un chub effettuata nel Magra tirando a spigole con un ondulante……..
Ma questo è ancora più eclatante. A parte la taglia, decisamente over, il chub è rimasto vittima di un rotante Martin 20 g mentre insidiavo pike: che botta sulla canna
Infine questo, recente e non immenso, ma dalla bella livrea, catturato con un Real Winner di 10 cm…….cattivone
Insomma, siamo lontani anni luce dalle “cavedanate” fatte in Po negli anni settanta e ottanta, ma anche dalle catture ripetitive sui grandi laghi del Nord. E stiamo parlando di una specie ittica resistente e tollerante, il che è molto indicativo. Le porte sono aperte alle esperienze personali