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Postato 04 January 2010 - 15:10 PM
Postato 15 January 2010 - 00:05 AM
Postato 15 January 2010 - 11:47 AM
Postato 15 January 2010 - 12:49 PM
Postato 15 January 2010 - 14:23 PM
Postato 15 January 2010 - 15:54 PM
Postato 15 January 2010 - 16:22 PM
Postato 15 January 2010 - 17:49 PM
la Formula di Von Betalanffy è una formula matematica affinata per ricavare l'accrescimento lineare teorico di una determinata popolazione ittica strutturata, quando non sia possibile ricavarne gli accrescimenti reali per vari motivi (ad esempio sacrificio-danno degli esemplari). Proprio perchè di modello teorico si tratta, alle volte, soprattutto nei confronti della classi d'età superiori, c'è discordanza tra i valori reali (ricavati ad esempio mediante metodo scalimetrico) e quelli teorici della formula.
In origine il modello classico di Von Bertalanffy (1957) nella sua forma differenziale lega la lunghezza corporea L all’età x, attraverso l’equazione: dl/dx = k?(L? ? L)
dove L? rappresenta la lunghezza media asintotica e
k è il cosiddetto coefficiente di Brody.
Senz'altro limiti del sistema sono anche possibili quando sulla popolazione gravitano forti pressioni, tipo quella della pesca professionale. Ci stiamo però addentrando verso argomentazioni complesse, forse non pertinenti a questo Forum.
Riporto comunque per intero un esempio di applicazione, tratto dal "Portale del delta del Po". In tal caso viene presa come riferimento LF= Lunghezza alla furca (è il punto di unione dei due lobi caudali e non LT (Lunghezza totale):
In questo paragrafo verranno trattati gli aspetti legati alla dinamica ed alla struttura delle specie ittiche di maggiore interesse aliuetico presenti nelle acque privinciali ed in particolare cavedano, la tinca, la carpa, il luccio, il persico reale, il persico trota ed il pesce gatto. I dati emersi da questa parte della ricerca sono stati di fondamentale importanza per le stesure dei piani di gestione ittica esposti nel capitolo terminale di questo lavoro.
Cavedano (Leuciscus cephaius)
La distribuzione di questa specie appare limita ai canali con acque relativamente più fresche. Si osserva una diffusione maggiore durante il periodo estivo (periodo di carico delle acque per scopi irrigui) ed un ridimensionamento notevole del numero di individui presenti durante l'inverno. Dove è presente in maniera stabile (Naviglio Adigetto e alcuni tributari) subisce contrazioni numeriche molto elevate nel periodo invernale.Per questa specie il Naviglio Adigetto resta il canale d'elezione, soprattutto nella parte iniziale grazie appunto alle caratteristiche fisiche che questo canale assume (acque fresche provenienti dall'Adige, velocità di corrente abbastanza elevate) dove localmente può presentare popolazioni abbondanti sia in termini di densità che di biomassa. In questo canale, come nello Scortico (che funge da connessione tra Adigetto e Canalbianco sono presenti popolamenti discretamente strutturati e con 5-6 classi di età. Negli altri corsi d'acqua le classi di età rinvenute in numero minore e quasi mai appartenenti alle fasi giovanili; questo è dovuto alla presenza di una forte capacità di dispersione di questa specie che cerca di colonizzare nuove disponibili durante il periodo estivo.Gli accrescimenti sono discreti e vengono raggiunti i 20-21 cm di lunghezza alla forca in 4 anni di vita. L' accrescimento ponderale viene descritto dai modelli di regressione lineare riportati figure seguenti e non presenta sostanziali differenze tra le stagioni osservate. Grazie all'elevato numero di classi di età rinvenute è stato possibile costruire un modello teorico di accrescimento in TABELLA lunghezza che ben si adatta agli animali fino a 6 anni di età. Per gli individui più anziani tale curva non sembra idonea e si verificano accrescimenti maggiori e non in linea con il modello stesso. Questo può essere spiegato con un possibile cambio di alimentazione di questi animali quando raggiungono lunghezze sufficientemente elevate; questa specie è infatti onnivora, ma con tendenze spinte alla ittiofagia. Una volta raggiunte taglie sufficienti, l'attenzione di questa specie si sposta decisamente sugli altri pesci come potenziali prede, portando a tassi di crescita maggiori. I dati caratteristici dell'equazione di von Bertalanffy sono i seguenti:
LF- = 450 mm k= 0.165 t0= 0,053
Tinca(Tinca tinca)
Questa specie è distribuito in molti dei corsi d'acqua provinciali, ma la sua abbondanza è decisamente contenuta. I campionamenti degli anni 1997-98 hanno evidenziato una decisa contrazione della sua abbondanza. E'stata catturata in 23 delle 55 località visitate con abbondanze sempre molto basse, tranne che in alcuni casi (Canale Malopera, Canale Ceresolo, Scolo Fossetta, Scolo Campagna Vecchia e Scolo Tron). E' mediamente bassa e sia l'abbondanza che la densità media delle stazioni in cui è stata ritrovata (valori medi di circa 0,01 ind/m e 2,3g/m2). Le classi di età più giovani, segno evidente di una produzione naturale, si riscontrano solo in alcuni casi (Ceresolo, Fossetta e Tron) e le popolazioni sono scarsamente strutturate in varie classi di età; solo nel Ceresolo, nel Malopera e nel Campagna Vecchia sono i più di tre classi di età, mentre nelle altre località sono state rinvenute una o due classi di età con evidente destrutturazione complessiva delle popolazioni. Complessivamente sono state rinvenute le classi di età comprese tra la 0+ e la 7+, con una netta dominanza delle, classi 2+ e 3+. La stima dell'accrescimento teorico illustrata nella figura successiva. I parametri della curva di accrescimento di Von Bertalanffy sono i seguenti:
LF~ = 859 mm k = 0,090 t0 = -0,244
con una buona concordanza tra valori attesi ed osservati (R = 0,988).
Vedi Tabella
La lunghezza alla forca raggiunta alla prima riproduzione (terzo-quarto anno di età per le femmine = 36-48 mesi) è di circa 25-30 cm, mentre quella della seconda annata riproduttiva non è inferiore a circa 32-34 cm. Gli accrescimenti sono comunque nella media europea, anche se la stima della lunghezza massima raggiungibile ottenuta con la modellizzazione sopra illustrata appare esagerata. Questa specie sembrerebbe avere intensi problemi di capacità riproduttiva, altresì testimoniata anche in altre zone italiane (Emilia-Romagna; osservazioni personali); probabilmente questo è causato sia dalla gestione idraulica dei corsi d'acqua che dalla loro manutenzione morfologica.
E' verosimile, infatti che al momento della riproduzione (tra maggio e luglio) le acque vengono caricate nei canali irrigui dai fiumi principali e viene effettuato lo sfalcio delle macrofite acquatiche, poco o per nulla disponibili per effettuare la deposizione di questa specie. A questo va aggiunto l'aumentato numero di predatori (GRAFICI) per le uova che si riscontrano nelle acque rodigine (Pseudorasbora, Rodeo e Carassio) che tendono quindi a ridurre fortemente la sopravvivenza di questa specie. Si ritiene quindi indispensabile intervenire sia con immissioni mirate in alcune zone definite, sia proteggendo alcune aree dove già è presente la riproduzione naturale; come, ad esempio alcuni tratti degli scoli Campagna Vecchia , Tron , Ceresolo Fossetta. I tratti da destinare a bandita di pesca non dovrebbero essere inferiori a 1.000-1 500 metri e durare per un periodo di almeno tre anni. La riuscita dell' operazione non potrà prescindere da un accordo con i gestori delle bonifiche tendente ad evitare lo sfascio delle macrofite acquatiche nel periodo marzo-giugno o almeno ad conservare intatti alcuni tratti (o una sponda) di queste aree. Inoltre dovrebbero essere effettuate pescate selettive periodi che tendenti a contenere le specie alloctone per tutto il periodo dell'istituzione della zona di divieto.
Carpa (Cyprinus carpio)
Diffusa su gran parte della provincia, questa specie è stata rinvenuta con abbondanza contenuta in quasi tutte le località visitate (48 stazioni su 55). Mediamente la sua abbondanza è limitata (tra 1=raro e 2=scarso), anche se localmente sono state riscontrate biomasse notevoli (Scolo Bagnacavallo, Scolo Fossetta, Scolo Manin, Scolo Crespino). Questa situazione evidenzia una complessiva stabilità delle popolazioni delle popolazioni (Vedi Tabella). Densità e biomassa sono sostanzialmente stabili nelle stagioni; la biomassa contribuisce ad una fetta consistente della comunità ittica provinciale, seconda solamente a carassio (27,248 gm/m2 in estate e 7,953 g/m2 in inverno) e a siluro (14,550 g/m2 in estate e 8,917 g/m2in inverno).
Le relazioni tra lunghezza e peso caratteristiche della specie sono rappresentate nelle figure seguenti e non differiscono tra inverno ed estate in maniera significativa.
Per quanto riguarda la struttura delle popolazioni rinvenute, essa è piuttosto frammentaria nella maggior parte delle stazioni esaminate. Le classi di età presenti variano tra la classe 0+ in inverno e la classe 9 in estate, presentando tutte le classi intermedie. Resta comunque evidente una preponderanza delle classi dalla 2 alla 4+ e una carenza consistente della classe 0+. Quest'ultima è stata riscontrata solo in quattro occasioni durante il periodo invernale (nello Scolo Barolo, nello Scolo Ponzilovo, nello scolo Busazza e nel Collettore Padano) e dovrebbero corrispondere a situazioni di riproduzione naturale che quindi appare scarsa complessivamente per le stesse considerazioni esposte per la tinca. Le varie popolazioni sono comunque presenti soprattutto grazie agli sforzi di immissione effettuati negli anni precedenti dall'Amministrazione Provinciale. Sarebbe importante ripristinare almeno alcune aree di riproduzione di questa specie per poter consentire l'instaurarsi di popolazioni selvatiche. Le zone che comunque presentano le popolazioni meglio strutturate sono gli scoli Crespino, Fossetta, Gozzi e Brenta che potrebbero essere tutelati con l'istituzione di bandite di pesca in atti diversi da alternare a rotazione. La stima dei l'accrescimento teorico è illustrata nella figura seguente e i parametri della curva i accrescimento di Von Bertalanffy sono i seguenti:
LF-= 95Omm k=0,103 t0 = 0,123
con un'ottima concordanza tra valori attesi ed osservati (R = 0,993). La lunghezza alla forca raggiunta alla prima riproduzione (terzo-quarto anno di età per le femmine = 36-48 mesi) è di circa 25-35 cm mentre a cinque anni di età raggiungono mediamente i 40 cm circa. L'accrescimento non è veloce, ma abbastanza costante: a 9 anni raggiunge i 55-60 cm di lunghezza per un peso di 3,5-4,5 kg. Gli interventi gestionali per questa specie dovranno soprattutto tendere a ripristinare le condizioni ambientali per la riproduzione con l'istituzione di alcune aree di frega e bandita ( pesca e l'immissione di materiale selezionato. E' indispensabile, comunque, intervenire sia con ripristini ambientali, ove possibile, sia con il mantenimento di condizioni idrauliche idonee (mantenimento di idonei livelli d'acqua anche nel periodo invernale e taglio programmato e controllato delle macrofite), sia con controllo dei predatori delle uova e delle fasi larvali.
Luccio(Esox lucius)
Questo predatore era originariamente presente in gran parte dei corsi d'acqua provinciali. I campionamenti condotti nel 1997-98 hanno evidenziato una sostanziale contrazione N presenza e abbondanza di questo esoci nonostante gli sforzi di ripopolamento effettuati in passato. Rilevato direttamente su 15 delle 55 località controllate e segnalato in altre 4, si presenta con una abbondanza media abbastanza scrsa tra 1 (raro) e 2 (scarso). Di conseguenza anche la densità e la biomassa sono sempre molto contenute e non superano rispettivamente i 0,031 ind/m2 e i 6,671 g/m2.
La relazione tra lunghezza alla forca e peso nei due periodi sono illustrate nelle figure seguenti e non differiscono sostanzialmente tra estate ed inverno. Per quanto,riguarda le classi di età rinvenute variano tra la 0+ e la 8+, presentando complessivamente tutte le classi di età, medie, tranne la 7+. Le stazioni che presentano popolazioni organizzate in un numero elevato di classi di età sono la 32 (Scolo Canda a Tre Ponti)Tabelle la 85 (Scolo Fossetta a Villadose) e la 117 (Scolo Tron presso il Ponte dei Ladri). Vedi Tabella. In queste tre aree il numero di individui appare sempre e comunque contenuto, anche se la densità è tra le più alte della provincia. La presenza delle classi di età giovanili (0+ e 1) sta ad indicare l'avvenuta riproduzione naturale e queste zone andrebbero salvaguardate con misure idonee per incentivare la riproduzione di animali selvatici. La stima dell'accrescimento teorico è stato possibile solo dopo aver escluso alcune classi di età illustrate in figura con un pallino vuoto. I parametri della curva di accrescimento di Von Bertalanffy sono i seguenti:
LF- = 879mm k = 0,127 t0 = -0,737
con una buona concordanza tra valori attesi ed ossservati (R = 0,986).
La lunghezza alla forca raggiunta alla prima riproduzione (terzo anno di età per le femmine =36 mesi) è di circa 33-34 cm, mentre quella della seconda annata riproduttiva non è inferiore a circa 43-45 cm.
Per questa specie, quindi, si propone di intervenire con più strumenti gestionali al fin di tentare di ripristinare le sue popolazioni:
a) aumentare la misura minima di cattura portandola ad almeno 45 cm di lunghezza totale
ampliare il periodo di divieto pesca per riproduttivi prevedendo un divieto esteso dal 1 gennaio al 15 aprile;
c) istituire delle zone di ripopolamento e frega nelle zone dove già si riproduce o, in alternativa, adottare un regime di pesca no-kill o catch-and-release;
d) procedere ad immissioni di materiale di elevata qualità in modo controllato per ricostruire localmente popolazioni scomparse quest'ultimo intervento darebbe risultati migliori se il materiale provenisse dalle se zone di immissione. In altre parole potrebbe essere realizzato un piccolo incubatoio per la schiusa delle uova o un impianto in estensivo per la riproduzione di individui catturati in provincia da immettere in zone controllate.
Persico reale (Perca fluviatifis)
Ritrovato in sole cinque stazioni di campionamento, questa specie è decisamente rara nella, provincia di Rovigo. Non sono state possibili elaborazioni demografiche a causa dell'esiguità degli individui catturati. Gli individui rinvenuti appartengono tutti, ad eccezione di uno, alle classi di età giovanili, provengono da riproduzioni avvenute in zone limitrofe. E' quindi probabile la presenza, di poche popolazioni contenute numericamente e localizzate in aree ristrette, in grado effettuare una riproduzione limitata. Gli accrescimenti, comunque, appaiono buoni e raggiungono al primo anno di vita approsimativamente i 10 centimetri di lunghezza alla forca caudale. L'unico adulto è stato catturato nel Naviglio Adigetto, probabilmente in ingresso dalle acque dell'Adige. Per l'incremento e la diffusione di questa specie, sarebbe opportuno procedere ad immissioni di giovani o di nastri di uova fecondati in zone ristrette e controllate, operando contemporaneamente una limitazione delle specie infestanti. La possibilità di una più capillare ed abbondante presenza di questa specie nelle acque rodigine viene limitata dalla temperatura media delle acque che risulta piuttosto elevata.Questa specie predilige infatti acque più fredde e comunque abbastanza ossigenate, anche se localmente è possibile instaurare popolazioni ben strutturate, in grado di competere con altri predatori quali il persico trota o il lucioperca. Vedi Tabella 1
Vedi Tabella 2
Persico trota (Mícropterus salmoides)
Il persico trota è stato rinvenuto in 32 delle 55 località visitate, a testimonianza di un'ampia distribuzione nel reticolo idrografico provinciale ormai presente da diversi anni nelle acque -provinciali, questo alloctono ha una densità media contenuta come tutti i predatori (non supera gli 0,1 ind/m2) Vedi Tabella. Tranne alcuni casi limitati, anche la biomassa si attesta su valori contenuti. Mediamente è presente con popolazioni scarse, solo localmente consistenti. Le relazioni tra lunghezza e peso, illustrate nelle figure seguenti, risultano pressoché costanti nelle due stagioni di campionamento. Poiché non vengono effettuate immissioni di questa specie, si può considerare la presenza di giovani dell'anno come l'effetto di una riproduzione naturale. Sembrano essere molte le aree interessate a questo fenomeno, anch' durante il periodo invernale non sono stati trovati individui di questa classe di età. Una possibile causa di questo fenomeno potrebbe essere la predazione interspecifica nei confronti degli stadi giovanili (non delle uova in quanto il maschio custodisce il nido con la deposizione fino alla schiusa) e nelle ridotte capacità di spostamento dei piccoli al momento della riduzione dei livelli delle acque. Le classi di età presenti arrivano alla 5+ con una dominanza delle classi 1+, 2+ e 3+. Popolazioni ben organizzate si ritrovano nel Collettore Padano, negli scoli Fossetta, Borsea, Ceresolo e Zucca. Nelle altre stazioni le popolazioni sono meno strutturate in classi di età e si nota una contrazione complessiva dell'abbondanza nel periodo invernale. La curva di accrescimento teorico ottenuta di senza i valori delle classi di età 0+ e 2+ ed utilizzando solo i dati del periodo estivo, è riportata nella figura e i suoi parametri caratteristici sono i seguenti:
LF- = 657 mm K= 0,185 t0= 0,190
con una elevata concordanza tra valori attesi ed osservati (R = 0,991).La lunghezza alla forca raggiunta alla prima riproduzione (terzo anno di età per le femmine =36 mesi) è di circa 28-30 cm, mentre quella della seconda annata riproduttiva non è inferiore a circa 34 cm. Gli accrescimenti sono analoghi a quelli di aree limitrofe, ma nettamente inferiori a quelli della Lomellina (Alessio, 1983) dove vengono riportati accrescimenti di circa 17 cm al primo anno di vita.Questa specie sembra stabile sia come distribuzione che come consistenza dei popolamenti, di conseguenza non si ritiene opportuno intervenire per la sua conservazione; oltre a ciò si tratta di una specie alloctona che compete con gli altri predatori indigeni (luccio, persico reale).
Pesce gatto (Ictalurus melas)
Il pesce gatto è una specie diffusa in quasi tutte le acque della provincia, anche se è stato sempre rinvenuto a densità piuttosto ridotta (tra 0,001 e 0,034 ind/m2). La consistenza delle sue popolazioni appare decisamente in regresso nonostante le continue e cospicue operazioni di immissione effettuate dalla Provincia. E' una specie resistente alle avverse condizioni ambientali, ma ha subito nel recente passato gravi morie determinate da virosi massicce negli allevamenti del nord Italia. Tale situazione può aver avuto ripercussioni anche in ambiente naturale, dove lo si ritrova attualmente con una frequenza ridotta. Tra le cause della sua diminuzione vi sono sicuramente da aggiungere l'intensa pressione di pesca (è una delle specie più ambite dai pescatori) e (a gestione idraulica dei corsi d'acqua, penalizzante come lo è per molte altre specie). Va comunque tenuto presente che il pescegatto, inserendosi in nicchie ecologiche vuote poco sfruttate, è soggetto a cicli demografici caratteristici che prevedono una presenza iniziale massiccia (con soggetti di dimensioni contenute), seguite,da morie localmente intense (come controllo dell'eccessiva abbondanza) presenza di pochi individui di dimensioni maggiori. La relazione tra lunghezza e peso viene descritta nelle figure seguenti e mostrano una leggera differenza nei due periodi, probabilmente a causa dello scarso numero di individui disponibili (GRAFICI) per la rielaborazione dei dati estivi. Le classi di età rinvenute sono comprese tra la 0+ e la 6+ con una preponderanza dei 2+ e 3+. Dall'esame delle presenze delle classi di età nelle varie aree si può affermare che la riproduzione naturale è abbastanza contenuta e che le popolazioni sono sostenute soprattutto dalle immissioni periodiche. Non è stato possibile ricostruire una accrescimento teorico per questa specie vista l'eseguità del numero di individui catturati e dell'ampia variabilità dell'accrescimento. Dall'analisi delle lunghezze medie se di età (8-10 cm il l'anno di vita, 13-15 il 2° per arrivare a 20 cm circa e il 4°anno) si nota che gli accrescimenti sono contenuti ed inferiori alla media americana (18-25 cm in tre anni), ma abbastanza ben aderenti a realtà territoriali adiacenti (Padova, Vicenza). Per questa specie di origine alloctona, non si ritiene utile fornire indicazioni relative alla sua conservazione. A parere degli autori, è opportuna l'ammissione di questa specie solo per motivi sociali e in zone confinate. La limitazione degli animali introdotti è necessaria per prevenire una eccessiva predazione nei confronti delle forme giovanili di altre specie pregiate (carpa, tinca, luccio, ecc.).
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Postato 16 January 2010 - 09:43 AM
Postato 16 January 2010 - 10:19 AM
Postato 16 January 2010 - 10:34 AM
Postato 26 April 2010 - 15:35 PM
Postato 16 October 2010 - 17:50 PM
Postato 16 October 2010 - 18:25 PM
Postato 17 October 2010 - 19:14 PM
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Postato 17 October 2010 - 21:54 PM
Postato 17 October 2010 - 22:46 PM
Per Walter:non ho ben afferato il discorso, oppure volevi esprimerti su qualche cosa di precedente? :wink:
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Postato 18 October 2010 - 11:35 AM
Postato 19 October 2010 - 18:02 PM
Ma vedi Walter, non è per nulla semplice dare una motivazione oggettiva e scientificamente attendibile a quanto asserisci. In altre parole, semplificando ad un caso. Per il luccio non sempre è vero che esemplari piccoli siano presenti in piccoli ecosistemi e pesci grandi in grandi ambienti. Il luccio, anche quello di taglia, per riprodursi sfrutta a volte piccoli ambienti di risorgiva, che risale periodicamente e dove non si penserebbe mai che sia possibile la presenza di esemplari di diversi chilogrammi di peso. Questo avviene di solito temporaneamente. In altri casi, vi sono situazioni sovradensitarie di piccoli esemplari anche in ecosistemi vasti, tipo laghi ecc. Poi accade anche che alcuni canali, fiumetti di pianura siano più ricchi di altri in pabulum, oppure che le condizioni ecologiche siano più favorevoli per sviluppo di vegetazione, rifugi, ecc, per cui vengono maggiormente frequentati a dscapito di altri, simili, ma che in realtà offrono minori spazi vitali. Insomma, ogni situazione ambientale è un po' a se stante. :wink:
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Postato 12 November 2011 - 13:03 PM
Carissimo Federico che mi dici posso farlo rientrare nella categoria BIG ??????????????????????
Pensiero Personale:::::::::::::::::::::::::::::::
La pesca la vivo a 360 gradi, è la mia passione da sempre l'ho vissuta da garista da dilettante e semiprofessionista.
Ora pratico quasi ed esclusivamente la pesca a mosca e la considero più che una passione una vera filosofia.
Per me non esiste il "BIG" in nessuna categoria, io il big lo intendo tipo: il lucciotto pescato ieri in risorgiva in acqua trasparente e con attrezzatura leggera,questo per me è un big,oppure un Cavedano da 2 chilogrammi pescato sempre a mosca con una canna da torrente ed un finale dello 0,11 questo è big.
Non tutti i pescatori avranno questo pensiero ma io la pesca la vedo così.............
Saluti e complimenti come sempre::::::::::::::::::::::::::::::::::::::![]()
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