Partenza con il camper del Mauri, un bel motorome stile “Stranamore” venerdì 30 maggio alle ore 14.00 circa.
Arrivo a Tione sotto la pioggia alle 17.00 e ritiro del “tesserino rosa” (gratuito) indispensabile nell’Alto Sarca affinché ti rilascino il permesso giornaliero.
La “signorotta” ci informa che il Sarca è in piena causa le piogge della settimana e che era stata sospesa pure una gara per questo problema.
Un po’ sconsolati ma speranzosi del detto “domani è un altro giorno” ci avviamo verso Carisolo e lungo il tragitto costeggiamo tratti di Sarca appurando di persona che è terribilmente “grosso” e che ha esondato addirittura in certi punti.
Prima di recarci al campeggio di Carisolo per la sera andiamo a vedere la situazione del Sarca in Val di Genova nella zona dell cascate del Nardis per capirci.
Anche li la situazione del Sarca è identica e continua a piovere.
Entriamo al ristorante delle omonime cascate e qui le parole del gestore ci rinfrancano un po’…”se stanotte non piove il torrente per domani o domenica scenderà un pochino di livello”.
Rinfrancati andiamo a dormire.
Il mattino seguente appena svegli alle 07.00 ci rechiamo vicino al Sarca che passa praticamente al confine campeggio ma la situazione non è migliorata.
Destinazione cambiata ci dice il Mauri saliamo in uno spot in Val Nambrone che lui conosce bene, direzione Madonna di Campiglio.
Il tempo nel frattempo è splendido, sole e aria frizzante ma piacevole.
Arriviamo in loco e subito non si fa attendere la vista di due trentini sbucare dalla vegetazione armati di canna e stivaloni.
Il Sarca qui è splendido, da togliere il fiato, mai visto acqua così cristallina…finalmente gli archetti dei nostri mulinelli si alzano tra sole e qualche pioggerellina di alcuni minuti.




In questa zona il Sarca scorre per un tratto in una radura per poi inoltrarsi tra i boschi sempre però facilmente raggiungibile e pescabile.
Peschiamo tutti e tre al tocco con filo del 18-20 in bobina e terminali del 16, forse anche troppo per le acque “maldiviane” di questo spot, amo rigorosamente senza ardiglione, e per i nostri scopi sacrifichiamo camole del miele e lombrichi.


Alla fine quasi tre cappotti, nel senso nessuna trattenuta poiché le 9 prese in tre erano tutte sotto misura, fario ma con una colorazione molto chiara, non vivace come nelle solite. (abbiamo poi saputo da pescatori del luogo che in quello spot non seminavano ormai da tempo perciò quelle rimaste erano in un certo senso autoctone).
Morale della favola nulla nella saccoccia ma tantissimo nel cuore e negli occhi…luoghi da cartolina, da carta patinata, da tenere ben custoditi tra i ricordi più belli.
Da sx il Mauri, il Besu e io.

