Quando la letteratura ti porta a pesca!
Conosco uno scrittore affermato, facciamo due chiacchiere per conoscerci prima della presentazione del suo libro.
Butto lì con curiosità la mia esca: parlo del lago e dei pesci che sono dall'infanzia la mia passione.
Lui abbocca - in senso buono - e racconta dei famosi "missoltini", tipici pesci essiccati che la cucina lacustre poi serve in svariati modi sulle tavole dei ristoranti (e delle case di chi li ama).
Insisto sulla mia strada e gli chiedo se conosce qualche pescatore del lago disposto a portarmi a scoprire nuovi itinerari. Lui accetta e il giorno dopo mi fornisce il numero di un amico.
In un paio di settimane siamo d'accordo.
La giornata non è calda. Ha fatto burrasca e il sole batte senza eccessi.
Mi avvio sullo spot in largo anticipo per fare due lanci a spinning e testare una zona che non conosco. Nulla. Faccio girare tutto l'armamentario metallico e non. Solo bei sorrisini sotto il becco da parte dei germani reali.
Arriva il mio anfitrione che senza indugio mi fa mollare la roba di spinning e mi carica in auto, Ci aspetta una sessione di agone-fishing.
Ci portiamo lungo una spiaggia. Nei giorni precedenti - come da decenni -. i locali hanno approntato delle passerelle ancorate con tubi metallici al fondo. Un piccola pedana con seduta sarà la nostra postazione per le prossime due ore. Mi dà una canna di 6 metri, la arma con galleggiantino segnaletico, amettiera e piombo finale. Secchio per le catture e via.
Il sole si sta nascondendo dietro le montagne, le nubi giocano coi riflessi e paiono sospendere per attimi lunghissimi i minuti che passano. Il vento spira forte con una certa onda audace. Reggeranno queste pedane? Siamo 4 metri fuori da riva e con un piccolo movimento sbagliato si finisce in acqua con tutto. Mi fido. Il trampolino verso una nuova sfida è lì. Bisogna starci.
La pesca è semplice. Si appoggia il piombo sul fondo sotto il cimino della canna e si tira su - come per ferrare - e poi subito giù di colpo. E avanti così. Gli agoni gradiscono questa presentazione. Vicino a riva per la frega, sul lago si fanno fregare dalle imitazioni di larve su ami dorati.
I miei primi passaggi non sono stilisticamente perfetti ma un micro persico che abbocca mentre sono girato ad ascoltare i consigli del mio mentore mi fa ben sperare.
Infatti nei primi 10 su e giù imbrocco 2 begli agoni sui 20 cm. Mi urla da dietro le raccomandazioni sulla tecnica da usare, su come si solleva e su come si lascia il filo. Il sogno si concretizza. Raggi bianchi bucano le nubi sui boschi dei pendii. L'argento degli agoni taglia il lago come un pugnale. Sto prendendo la mano. Su e giù. Tac, allamato! Breve dibattersi, salpaggio, slamatura e secchio. Sono tornato indietro nel tempo a 50 anni fa - o forse prima - quando la gente di lago faceva questo per vivere e non per passatempo. Otto vecchietti - sono il più giovane, chissà cosa penseranno - si sfidano di fianco a me a distanza di 6 metri, Siamo tutti sospesi sopra il pelo d'acqua a caccia di un sogno. Una scheggia luminescente che passa e rimane attaccata al nostro amo. Su e giù. Su e giù. Un mantra antico e faticoso, che racconta la memoria di una vita non facile, che aspetta la natura, che sta ai suoi tempi. "Quando si avvicinano gli agoni, noi montiamo le passerelle", dice il mio amico.
Per due ore tutti martellano - questo sembra facciamo a chi guarda da lontano - con le canne e ogni tanto salpiamo un pesce.
"Ti stai divertendo?", mi chiede.
"E' uno spettacolo, grazie di avermi portato su questa passerella!", rispondo.
"Se tu lo sei, io sono a posto!". conclude.
Un nibbio passa controvento. Il buio si fa strada piano piano.
Ho preso il ritmo e non conto più le catture. La natura dona generosa. Sono entrato nella partita anche io stasera.
Forse ho anche battuto il mio amico in termini di pesci. Ma lui sorride gentile. E' felice per me.
Quando smontiamo, il braccio duole un pochino. Mi lascia tutti gli agoni catturati, e non riesco a convincerlo a tenersi qualcosa. Forse ne vedrà centinaia di quei secchi e per una volta passa la mano. Mi aspetta una notte di pulizia.
Ci salutiamo con la promessa di nuove avventure, altri pesci e altre tecniche. Sempre lì, sempre celebrando la bellezza di un lago che stupisce misterioso. Senza che tutto sia svelato.
Torno a casa con un bagaglio più ricco e con un amico sincero e generoso.
I bagliori delle scaglie degli agoni invadono le mie stanze.
20190710_lago agoni by Giacomo Nucci, su Flickr
Questo post è stato modificato da Piscis piscis: 11 July 2019 - 08:15 AM