A inizio ottobre avevo preso un gran bel 95 cm (che ho fatto l'errore di definire "non un mostro", guadagnandomi - giustamente - gli insulti di Grezzo).
Quella cattura sembrava preludio ad un autunno di fuochi d'artificio, e per certi versi lo è stato, dato che da lì in avanti non ho (quasi) più cappottato, e ho tenuto una media catture ben al di sopra dei miei standard.
È mancata, invece, la taglia. Dopo quel pesce non sono più riuscito a vedere pesci over 80. Il tutto mentre sentivo di over 110 presi qua e là, e mentre il mio socio mi spiattellava in faccia un bel 100ne grasso e in forma.
Finalmente però, questo weekend, è arrivata la svolta.
Siamo io e il socio Ricky Cunningham. Gli devo "rendere" lo scherzo di due settimane prima, e della metrata che mi ha sbattuto sotto il naso (scherzo ovviamente, anzi complimenti a lui per il gran pescione!)
Partiamo carichi, fin da subito decisi (e concordi) sullo spot da cui iniziare. E già questo è un segnale non da poco, visto che di solito i primi 5 minuti vanno via a fare ragionamenti su dove andare...
L'entusiasmo si smorza in fretta, perchè lo spot che abbiamo scelto, e nel quale nutrivamo enormi convinzioni, non ci regala un bel tubo di niente. Trainiamo, lanciamo, lanciamo, trainiamo... senza alcun riscontro.
C'è un bel sole autunnale caldo, niente vento... giornata strepitosa per una grigliata, o per una bella passeggiata... non proprio il clima ideale per la pesca al luccio.
Abbiamo però imparato a non darci per vinti. Abbiamo capito, sulla nostra pelle, che l'ultimo lancio può essere quello che ti svolta la giornata.
Non ci perdiamo d'animo, e ripartiamo.
Un cambio di luce ci dà fiducia.
Inizio a calare l'artificiale.
Faccio uscire la quantità di treccia desiderata.
Giro la manovella del mulinello per fermare la fuoriuscita della lenza.
Controllo che la frizione non sia troppo serrata.
Faccio appena in tempo ad attivare il cicalino, e sento la prima testata.
Ho ancora la canna in mano, e la sento chiaramente (figata spaziale, ndr).
Seconda testata. Terza. Recupero un giro di manovella e pianto una ferrata di sicurezza.
La sensazione è quella di aver preso il fondo: non si muove di un millimetro.
Dopo un paio di secondi, che sembrano minuti, ripartono le testate.
C'è, e non è piccolo.
Ho fuori 40 metri di lenza... ci sarà da divertirsi.
Il socio con un balzo felino inizia a recuperare l'altra canna.
"Sono arrivato al divergente, che faccio, lo stacco e continuo a recuperare, o serve il guadino?"
Il pesce è ancora lontano, ma ormai è chiaro che è grosso. La resistenza del pesce è notevole.
Non voglio rischiare di perderlo.
"Metti la canna sul portacanne e apri il guadino!"
Intanto con una mano cerco di tenere la rotta. Abbiamo altre due canne in acqua e non posso fermare il motore.
Gira un po' per non finire in acqua bassa... controsterza per evitare che la lenza finisca sull'elica... rallenta un po'... servirebbero 5 mani... ma alla fine riusciamo a gestire tutto... e intanto il pesce si avvicina.
Quando lo vedo mi tremano le gambe.
Era da tanto tempo che non mi capitava.
Appena sotto la barca fa una ripartenza con una forza che raramente mi è capitato di trovare in un luccio.
Riesco a riportarlo a tiro di guadino, ma riparte ancora una volta.
Ormai so che è questione di secondi... e potrei avere un gran pesce nel guadino, o potrei disperarmi per un pescione perso.
Alla fine, un po' di fortuna, un po' bravo io a gestirlo, e molto bravo Ricky nella guadinata... il pesce è nostro.
Grosso da fare spavento, lunghezza a parte mi ha davvero impressionato la mole, la circonferenza di questo animale.
Non l'abbiamo pesato... non volevamo trastullare un pesce del genere più del necessario. Ci siamo limitati a misurarlo... per appena mezzo centimetro non raggiungeva i 110 cm. Credo superasse i 10kg, di quanto non so... ma è importante?
Ciò che rimarrà, al di là di numeri e unità di misura, è l'emozione di avere tenuto tra le mani un esemplare del genere... non certo roba da tutti i giorni.
E stavolta, caro Grezzo, anche se qualche giorno fa è uscito un 118, e qualche giorno prima un 132 (non sto scherzando)... stavolta non dirò che "non è un mostro".
Perchè questo lo è... è un vero mostro, un coccodrillo che è sopravvissuto a chissà quali e quante battaglie, e ne porta ancora le cicatrici. È sfuggito a chissà quanti predatori... e a quanti pescatori... e ciò nonostante io sono riuscito a prenderlo in braccio. Una soddisfazione enorme.
Mentre scrivo, e ci ripenso, sento il tremore alle gambe...esattamente come quando l'ho visto salire a galla.
E ridendo e scherzando in questo 2022 ho già incannato un 107, un 109 e un 115... oltre a diversi over 90...senza ombra di dubbio la mia miglior stagione pikeofila (Joe Neologismo) di sempre.
Ma adesso bando alle ciance, che ho già scritto più parole del necessario, ed ecco qualche foto del mostro (non io, ma il pesce)
il meritato rilascio... doveroso, per un pesce del genere