Qualche mese fa mi sono accorto che nelle mie scatole di artificiali non
avevo nessun jerk, anche se qualcosa di simile in realtà l’ho già fatto
con lo "Spillo"
pure devo dire che si tratta di un “ibrido”, diciamo, che va comunque fatto
lavorare molto col recupero perchè solo jerkandolo non dà il massimo,
non spancia come un esibizionista come avrei voluto a causa sia della
grande paletta, sia della pancia un po’ troppo quadrata, sia
dell’assetto pesante (stabile) che gli ho volutamente dato.
Così mi ero appuntato di riguardare i “Grufoli” di Emanuele Paolucci /Cepi2 e a partire da quelli ho cercato di farne una mia versione.
Pensando ai cavedani, mi interessava che spanciasse e sbandasse alla grande,
come un esibizionista suicida insomma, e poi che avesse un buon nuoto
con tanto rollio in recupero.
Come al solito ho lavorato per un po’ di tempo sul master in balsa sino a ottenere un jerk che facesse quello che volevo.
Il peso è distribuito in due metà subito davanti e subito dietro l’anello
ventrale, quindi non proprio nella parte più alta dell’arco disegnato
dal corpo.
Pensando che poi l’avrei colato in resina con la pala in elastomero poliuretanico come sto facendo da diversi mesi, per la paletta ho usato il minimo, cioè lexan da 0.75 mm.
In questo modo poi, preparando il master per la realizzazione dello
stampo, è facile dare un po’ più di spessore alla pala usando lo stucco
per vetrai e aiutandosi con l’olio di vaselina, in modo che alla fine la
paletta risulti di un millimitero e mezzo circa di spessore e
soprattutto con una forma rotondeggiante e “intelligente”.
Come si vede è sufficiente poi usare come scheletro nello stampo una
lastrina di lexan da 0.75 mm (appunto) per ottenere una pala in
elastomero efficiente e infrangibile agli urti.
Per inciso, penso che questo sia il limite inferiore, cioè che sia
difficile scendere ulteriormente come spessore della pala avendo
comunque le qualità dell’elastomero intatte (resistenza all’urto).
Il corpo, come si vede, l’ho realizzato tutto in resina addizionata, sia
la parte inferiore che quella superiore, in modo che l’assetto finale e
il nuoto, siano più simili possibile al master di balsa che praticamente
aveva un assetto perfettamente suspending.
Il risultato finale è stato un artificiale quasi suspending che affonda
molto molto molto lentamente e che - cosa per me importante - reagisce
alle jerkate subito spanciando e sbandando alla grande, tipo
esibizionista suicida, pur mantenendo un buon nuoto sul recupero.
Nell’uso poi, pur pesando poco, mantiene una buona lanciabilità avendo questa
palettina microscopica e uno spessore esiguo, sicchè per adesso lo sto
sperimentando un po’ ovunque visto che par di capire che la primavera sia la sua stagione
Questo post è stato modificato da babbogabri: 10 April 2014 - 15:07 PM