In fondo al circolo vizioso ci sarebbe anche da chiedersi perchè curiamo le malattie uccidendo dei batteri
Si diciamo che è un po' diverso perchè uccidendo i batteri o pescando a scopi alimentari (anche se per quest'ultimo caso ci sarebbe da aprire un discorso sul lucro e sul fatto che il consumismo porta ad uccidere più animali di quelli che servirebbero e magari anche in modi più crudeli di quelli che sarebbero disponibili) ci si garantisce la sopravvivenza, mentre praticando pesca sportiva no. Comunque sì insomma il nocciolo del discorso è che gli argomenti in gioco dovrebbero essere altri e non quello della sofferenza che è a ben vedere è una zappata sui piedi per tutti.Infatti, sarebbe come ipotizzare che anche la pesca di mestiere(per quanto essa vada regimata ed adeguata entro limiti ecocompatibili, se così si possono chiamare)sia attività in grado di cagionare dolore e sofferenze ai pesci (in realtà è così) e quindi vada abolita. Insomma, non ci sarebbe più pesce sui bancali delle pescherie. D'altra parte qualche cosa di analogo da parte dell'ENPA era già stato sollevato a proposito dei crostacei tenuti vivi sui bancali delle pescherie, per i quali vigono attualmente più severi limiti di mantenimento (dentro acquari e con le chele protette).