Questa volta ipotizziamo di avere la voglia di “andare per artificiali” e di volerne fare scorta. Si entra, così, in un fornito negozio e poi ? Ci si perde !!
Artificiali per tutti gli usi Il mondo delle esche artificiali è un vero e infinito universo. Avvicinandosi ad esso, senza avere idee almeno un po’ precise, ci si perde realmente come bambini in un negozio di giocattoli. Tutti gli artificiali ci sembrano belli, ci stupiscono con le loro forme e i loro colori sgargianti e ci insinuano il desiderio di comperarli anche senza sapere a cosa servono. E’ proprio una malattia contagiosa !
In questo articolo, quindi, voglio aiutarvi un po’ a far chiarezza sull’argomento spiegandovi un po’ le varie destinazioni delle esche in modo tale che, poi, se voi già sapete a quali prede mirate, l’acquisto vi risulti più facile e finalizzato allo scopo.
Innanzi tutto è bene che sappiate che ogni artificiale,se ben usato, può riservare delle sorprese e può catturare anche pesci per i quali non era stato progettato e realizzato. Questa considerazione vi serve per capire che è sempre il pescatore e non la sola esca a essere l’artefice principale di ogni cattura. Ciò detto è chiaro che il semplice acquisto di un artificiale non può dare garanzie di successo sicuro se non si sa dove e come usarlo.
Cominciamo questo lungo discorso parlando un po’ di minnow, i pesci finti. Questa tipologia di artificiali è di uso corrente da molti decenni. I minnow a seconda dei modelli e delle misure, sono utilissimi per insidiare tutti i predatori di acqua dolce e di mare. Se voi voleste farvene una scorta che li rappresenti tutti, probabilmente vi servirebbe una monovolume per trasportarli.
In questa sede, pertanto, vi indicherò quali esche, secondo me, sono dei veri jolly da portare sempre appresso andando a spinning in Italia. Per capirsi meglio e prendendo ad esempio indicativo i rapala, forse i più noti, i primi da mettere in cassetta sono alcuni original galleggianti da 5-7-9-13 centimetri di lunghezza e con la tinta alborella (dorso scuro e ventre chiaro, magari con sfumature arancio).
Queste esche, infatti, navigano da pochi cm. sotto il pelo dell’acqua sino a 70-80 cm. di profondità. In acque ferme o poco mosse e non troppo profonde sono veramente efficaci per catturare qualsiasi predatore, dal cavedano alla trota e al luccio. Sono artificiali imitanti perfettamente la forma, il colore e il movimento della piccola mangianza e, se usati, con convinzione e ove sia già presente novellame in fuga, possono regalare tante soddisfazioni. Poi, al posto vostro, mi doterei di alcuni shad-rap, artificiali a corpo tozzo, galleggianti e con un vistoso palettone che, sotto recupero, li fa arrivare a 3-3,5 metri sotto la superficie dell’acqua. Usandoli per sondare sottoriva, anse fonde, buche e altre zone topiche, sia libere che in mezzo alla vegetazione, sono in grado di raggiungere e di stimolare predatori che siano in agguato più sotto, spesso in agguato celati sotto le alghe immerse.
Se voi siete abituati a pescare in fiumi larghi, fondi e con corrente medio-veloce, vi consiglio di dotarvi anche di alcuni minnow affondanti. Queste esche sono decisamente più pesanti degli orginal e tengono in fondo anche sotto l’azione di una certa corrente. Sono artificiali ottimi per catturare i salmonidi in genere sia nei fiumi maggiori che nei grandi laghi, come quelli padani.
Riassumendo : 4-5 original, 4-5 shad-rap e 4-5 affondanti, tutti di misure e colori diversi per iniziare penso possano bastare. Sinceramente basterebbero ma pensate che io me ne porto in pesca 40-50 e, poi, uso spesso solo i soliti 4-5 artificiali, quelli che mi danno più fiducia.
Proseguiamo, adesso, gli acquisti pensando di fornirci di un po’ di “ferri”. I cucchiaini e gli ondulanti, appunto, sono anch’essi esche antichissime. Fin dalla notte dei tempi sono stati usati e, anche se ora certi li pensano superati, la loro resa è sempre ottima e le possibilità di lancio che offrono sono spettacolari.
Un cucchiaino ed un ondulante, se ben lanciati, possono arrivare in acque lontanissime, ove i pinnuti nuotano tranquillamente senza sospettare nulla. In profondità, poi, lasciati affondare e, poi, recuperati bene, sono in grado di sondare fondali preclusi a tante altre esche.
In corrente veloce, inoltre, sono quasi insostituibili per la loro capacità di ruotare e ondulare in qualsiasi condizione ambientale.
Sia se cucchiaini che ondulanti, se ne possono trovare di misure, pesi e forme diversissime. Certi hanno l’asse piombato, come i martin, e altri no, come i vibrax. Alcuni hanno forme tozze, ovali e con bordi larghi e arrotondati e altri, invece, sono più allungati e aerodinamici.
E’ subito intuibile che il maggior o minor peso influenzano la gittata del lancio e la profondità raggiungibile. Anche le forme tozze o allungate, però, contano molto. In fase di lancio le differenze non sono molte ma, quando recuperati in acque mosse, i corpi larghi e ovali portano l’esca a fare una maggiore resistenza all’acqua e, quindi, a salire di livello mentre, del resto, tutti gli artificiali con forme allungate e aerodinamiche “tengono meglio il fondo”.
Volendo, anche in questo caso, riassumere cosa dovremmo avere sempre con noi, ecco quanto:
- 5 cucchiaini piombati a paletta ovale, del 3-4-5
- 5 cucchiaini più leggeri, sempre a paletta ovale, del 3-4-5
- 5 cucchiaini piombati a paletta allungata (stesse misure di prima)
- 5 – 6 ondulanti di forme e misure differenti.
Oltre a ciò, alcuni cavetti in acciaio e (quasi sempre bisogna farseli) alcuni pesi aggiuntivi da agganciare all’artificiale in uso quando vogliamo accentuarne di molto l’affondamento.
Non è poi troppo, non vi pare ? E, in fondo, ciò è più che sufficiente.
Un’altra tipologia di esche che è utile avere appresso sono gli artificiali di superficie. Bene, in questo in caso, anche se ho detto di non voler fare pubblicità, per me i migliori sono gli heddon americani (reperibili ovunque). Un crazy-crowler (il nuotatore pazzo), quindi, poi un chugger (il tappo) e un flutter.
Il crazy è una esca dal corpo tozzo e dotata di due alette metalliche. Nuota, nel vero senso della parola, oscillando da un lato e dall’altro, affondando ritmicamente le palette in acqua. E’ un artificiale che provoca vibrazioni tra le più avvertibili dai pesci ed è utilissima se recuperata presso e tra i canneti, specialmente al tramonto. E’ un inganno appetito sia dai bass che dai lucci e, nella misura piccola, anche dai cavedani. Ben recuperata, è in grado di passare anche sui banchi di alghe affioranti e, lanciandola a “pallonetto” e con il vento alle spalle, è in grado di “volare” lontanissimo.
Il chugger è, forse, l’artificiale più vecchio che ci sia. Ha il corpo allungato con una faccia concava. Sembra proprio (da qui il nome) un tappo. Vista la forma, arriva oltre l’orizzonte, in posti ove i bass non sono in allarme. Va recuperato a scatti, con colpi secchi di cimino, e provoca degli schiocchi sul pelo dell’acqua. Questi rumori vengono avvertiti dai pesci anche a metri di distanza e in profondità. E’ un’esca che richiede un uso corretto e paziente, a scatti e con molte pause anche lunghe (ad artificiale fermo a vibrare o, persino, del tutto immobile). Spesso l’attacco avviene ad esca ferma e, quindi, la ferrata deve essere pronta e veloce.
Con il chugger si arriva, come dicevo, lontano ma, anche, in zone dell’acqua tra le alghe, i canneti e i vari ostacoli ove ogni recupero tradizionale sarebbe inibito. Una volta centrato il bersaglio, quindi, se c’è il bass in agguato, ciò è più che sufficiente perché il “tappo” venga aggredito subito.
Per ultimo consideriamo il flutter. Questa esca ha il corpo allungato e fusiforme, con due elichette alle estremità.
Tra tutti e tra gli artificiali indicati è quella che va considerata davvero di superficie. Scivola proprio sull’acqua e, recuperata sia a scatti che in modo uniforme e a velocità medio-veloce, tramite la rotazione delle due elichette, provoca continui spruzzi e turbolenze in acqua. Anch’essa è un’esca antichissima, usata sin dai tempi lontani.
Ciò detto, cari amici, bisognerebbe parlare dei vermoni, tra le esche oggi più diffuse, ma lo faremo in seguito. Ora approvvigioniamoci, intanto, di artificiali rigidi.
Concludendo è bene fare il riassunto finale di quanto dovreste avere, come dotazione iniziale, per fare spinning un po’ in ogni luogo.
12 minnow, 15 cucchiaini, 5 ondulanti e 3 esche di superficie. Come vedete non è poi tanto. Con 100-120 Euro ci si può dotare di tutto, cassetta compresa. Poi, nel tempo, aumentando la passione e le possibilità economiche farete, forse, come me. Io possiedo centinaia di esche (è quasi una malattia!) ma, poi, pensandoci bene, uso sempre e solo quelle che vi ho consigliato di comperare.
Ciao a tutti! Francesco
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