L’attività della pesca è molto diffusa tra tanti ma non quanto potrebbe effettivamente essere.
Ho potuto personalmente verificare che molte persone, pur avendo considerato il nostro mondo in un certo momento della loro vita, hanno poi rinunciato ad entrarvi. Altri, invece, si sono avvicinati alla pesca nel modo sbagliato, senza metterne realmente a fuoco gli aspetti positivi e, pertanto, subito l’hanno abbandonata.
Sono convinto che anche per la pesca, come per altre diverse attività umane, sia necessario un idoneo modo di avvicinarvisi basato tanto su preesistenti motivazioni psicologiche quanto su opportune strategie comportamentali.
Bisogna, insomma, averne una latente necessità, esserne incuriositi e, poi, iniziare a praticarla nel modo giusto.
Bisogna sempre “partire dall’inizio” e mai “dalla fine”, cercando di percorrere le varie tappe di apprendimento ricavando contemporaneamente, fin da subito, delle stimolanti gratificazioni.
Coloro che non sono mai andati a pescare, quando si decidono, se nelle prime uscite non catturano nulla, spesso si disamorano e mollano tutto!
La nostra attività preferita, quindi, va affrontata in modo che il divertimento sia assicurato sin dall’inizio, un modo dolce e graduale che non ponga eccessivi problemi economici e tecnici al neofita.
Con questo non voglio dire che chi comincia debba necessariamente dotarsi di attrezzi supereconomici ed andare a pescare in un laghetto di “trote clonate” ma solo che non deve, non avendone le basi, “fare il passo più lungo della gamba”.
Iniziando a sciare, per esempio, non ci si butta subito giù da una pista nera fidando solo sul fatto che siamo attrezzati come fossimo campioni. Le prime volte ci si diverte su dolci discese, magari a “spazzaneve”, e si usano dotazioni che, pur necessariamente affidabili, non creano eccessivi problemi di portafoglio.
Se si facesse in modo diverso, se la fatica fosse più del divertimento, se la spesa fosse sproporzionata e preoccupante, prima o poi verrebbe fuori il classico “ma chi me lo ha fatto fare ?!”.
Quando ho deciso di scrivere questo servizio, quindi, mi sono immaginato di “prendere per mano” un’ipotetica persona che, pur incuriosita e attratta, mai aveva pescato prima.
Volendo, quindi, con ordine parlare di cosa dovrebbe fare chi inizia dal nulla, vi elenco di seguito una serie di comportamenti.
1) Per pescare, prima di tutto, bisogna avere un minimo di dotazione. Io direi a chi inizia e non ha ancora le idee chiare, di comperare una attrezzatura non eccessivamente specifica.
Una buona canna telescopica lunga quattro metri, un discreto (non scadente) mulinello medio, un buon guadino, una razionale valigetta porta tutto e un minimo di finali, piombi, galleggianti e altro. Nella valigetta metterei anche tre o quattro artificiali di diverso tipo.
Come vestiario consiglierei cose funzionali, di buona fattura e realmente utili: stivali, panciotto porta tutto, cappello e occhiali polarizzati.
Con 150-200 Euro di spesa, quindi, si può iniziare a pescare in modo dignitoso, efficiente ed equilibrato.
2) Bene, ci siamo, si va a pesca!
Dove andare, però, e dove ci si può divertire?
Se un principiante fa la prima uscita in compagnia di un pescatore provetto, ci sono reali possibilità di catturare qualche pesce e il divertimento, probabilmente, è garantito.
Ma se, come spesso accade, la prima volta è solitaria, è bene fare come vi dico.
Io vi sconsiglierei di andare subito a laghetti. In questi posti sembrerebbe che le catture siano facili e scontate ma, spesso, così non è. Anche le trote di allevamento sono pesci estrosi e mangiano a momenti.
Una prima uscita in laghetto può risultare priva di catture e, poi, l’essere gli unici a non prendere nulla magari fra tanti abituali frequentatori che tirano su trote a raffica, può innervosire e demotivare.
C’è il rischio di non divertirsi e di farsi prendere dalla frenesia e dalla sfiducia, tutte cose negative alla voglia di ripetere l’esperienza.
Io, la prima volta, andrei a scardole usando i bigatini innescati su un amo del 18, lenza madre dello 0,20, quindi, finale dello 0,16 e sughero a penna da due grammi.
Una montatura semplice e immediata in grado di affrontare, se la fortuna ci assiste, anche un pesce relativamente grosso.
Il posto migliore è il solito canale con lenta corrente, come ce ne soni tanti. In questi posti, vicino alle rive, i branchi di scardole sono sempre abbondanti. C’è anche la possibilità di agganciare una carpetta o un cavedano.
Per chi non ha mai pescato anche catturare una scardola regala divertimento, molto più che non pescare nulla. Si vede il sughero che affonda, si spera sempre che il pesce sia grosso e, visti i rari momenti di pausa, non ci si annoia.
A scardole, inoltre, è frequente il catturarne anche da 100-200 o più grammi di peso. Per quelli che non hanno mai sentito altro, il tiro di una scardola da due o tre etti è già notevole e gratificante. Se poi è una carpetta da uno-due kg. di peso ad attaccare i bigattini è una cosa che verrà sempre ricordata nel tempo.
Anche negli anni seguenti, pur avendone catturate tante da 5-6-8 kg., non verrà dimenticata la prima “enorme” carpetta da 1 kg. di peso, una carpa che “tirava” come “un treno”!
Fate un po’ di queste uscite facili, vi verrà la voglia di pescare anche pesci diversi.
3) Il mio consiglio è di documentarvi un po’ sui tanti giornali che si trovano in edicola. Non sempre e non tutto, ma spesso, quanto si legge può essere utile o, perlomeno, indicativo di come bisognerebbe fare. Poi, quando avete deciso quale pesce vi attira di più, cercate tra i vostri amici o tra i frequentatori del vostro negozio di pesca che lo catturi abitualmente. Se ci riuscite fate in modo di andare a pesca insieme o, perlomeno, di farvi dire dove andare. In questo caso, non fidatevi troppo, però! Non tutti sono sinceri!
Se siete riusciti a farvi accompagnare e quando il vostro amico cattura, osservate tutto per bene e fate come lui.
All’inizio,infatti, quando ancora non si sanno tante cose e quando non si ha esperienza, è bene imitare quello che fanno gli altri. Poi con il tempo, imparerete a ragionare con la vostra testa e a fare “a modo vostro”.
4) La mancanza di catture in un certo giorno non vuol dire nulla! Succede anche ai pescatori più esperti.
Non vuol dire che in quel posto non ci sono pesci, non significa che le esche sono sbagliate e che voi non sapete pescare. A volte succede e basta! Non perdete fiducia in voi stessi, pertanto, e pensate che la pesca è anche questo.
Se non mangiano, guardatevi intorno, assaporate la natura e la pace del posto dove siete. La pesca non è solo catturare pesci ma anche vivere in luoghi belli, tranquilli e incontaminati.
5) Bene, sono passati dei mesi ed è giunto il momento di decidere come si vuole essere e cosa ci piace di più.
Ormai la pesca vi è entrata nel sangue e siete tentati dal desiderio di specializzarvi o a spinning o a carpe, sia a trote che alla pesca in mare.
A questo punto tanti rivolgono le loro attenzioni a un solo tipo di pesce, si dotano di attrezzi specifici e non pensano ad altro. Io, se posso, vi consiglierei di non fare così.
Per me ogni diverso modo di pescare è divertente e gratificante. Limitarsi volutamente e seguire una sola specialità ci fa perdere tante occasioni di divertimento. Il pescare è bello, per me, nel suo insieme, è bello l’andare a pesca. Poi c’è anche un motivo logico in quanto dico.
Un vero pescatore vorrebbe andare sempre a caccia, in ogni periodo e in ogni stagione. Se si presta attenzione ad un solo tipo di pesci, però, questo non è possibile mai.
Ci sono i periodi di frega e i mesi durante i quali o i pesci restano inattivi o si allontanano dalle zone per noi accessibili (vedi le migrazioni in mare) e, così, in questi casi, si sta senza andare a pescare.
Se, invece, farete come faccio io che provo soddisfazione a ricercare qualsiasi pesce (basta che sia grosso e che abbia le pinne!), non ci saranno mai momenti di pausa. In ogni stagione, infatti, c’è una specie che è attiva e pescabile, c’è un luogo ove andare a divertirsi.
In inverno, per esempio, ci si può divertire a passata a cavedani, si possono tentare i grossi cefali stanziali nei porti, ecc. E questo anche quando non si può andare a spinning al luccio.
In estate, altro esempio, quando piove molto e il nostro fiume si trasforma in un violento torrente fangoso, quando sembra impossibile andare a pesca, è invece, anche in pieno giorno, uno dei momenti migliori per andare a fondo ad anguille.
A saperlo, c’è sempre il mese, il momento e il posto buono per pescare.
La pesca è pesca ….. e basta!
:wink:
