Postato 25 May 2010 - 17:00 PM
Marco 1956 ha già in parte risposto: le Leggi di Mendel sono la base della moderna genetica, tuttavia le leggi della dominanza/recessività dei caratteri non sono di così facile attribuzione alla comparsa del fenotipo marmorata/ibrido/fario. Ne abbiamo già parlato, molto dipende dal sesso e dal grado di purezza dei genitori selvatici che hanno dato origine al processo di ibridazione. Ne consegue che, se non si opera su uno stock di riproduttori geneticamente puri, si correrà sempre il rischio di generare degli ibridi. La storiella che la selezione naturale, dopo un tot di generazioni, favorirà il ceppo puro, lasciamola ai pescicolori, che spesso hanno molti interessi a commercializzare materiale di dubbia origine. Quindi, allo stato attuale, la scelta più logica sarebe quella di operare come hanno fatto in Slovenia e in Friuli (scrematura fenotipica e successive analisi genetiche combinate sul parco riproduttori da avviare alla fecondazione artificiale). Anche la genetica, comunque, ha i suoi limiti (e costi) e alcune popolazioni, appaiono ormai talmente ben adattatte che pare inutile sostituirle, anche se non pure o non pure al 100%. Tuttavia altro discorso è insistere con la politica degli ibridi. Lo ribadisco, la tutela dell'ibrido è del tutto controproducente se si vuole salvaguardare il ceppo puro, altrimenti finiremo per istituire zone di protezione della marmorata e "dell'ibrido". E' vero che ci sono (e ci saranno) difficoltà da parte dell'utenza (e della sorveglianza) per discriminare se trattasi di marmorata o di ibrido, tuttavia è questa la strada da seguire, già perfezionata da numerose concessioni, sia in Trentino che in Friuli, dove la marmorata è protetta con una misura minima abbastanza elevata e con la possibilità di trattenimento di un unico esemplare al giorno, mentre per l'ibrido vengono adottati provvedimenti molto meno restrittivi, con la possibilità di trattenere due o più esemplari/gg di misura minima inferiore. E' chiaro, a questo punto, che il pescatore vada istruito (ma ormai deve esserlo, sono anni che si dibatte sul problema e mi sa tanto di leggenda metropolitana che la maggior parte non sappia ancora distinguere una marmorata pura da un ibrido), ma concedendogli comunque la possibilità di trattenere quei soggetti, classificabili come ibridi marmorata x fario che, almeno al fenotipo, manifestino caratteristiche evidenti di ibridazione. Quali? beh, in particolare, disegno interrotto della marmorizzatura sui fianchi e sull'opercolo, con presenza di macchie isolate rosse e nere (o solo rosse e solo nere) sui fianchi. Passando al problema iridea, tengo a sottolineare che eventuali ripopolamenti andrebbero effetuati con ratio scientifica e, possibilmente, non in area riproduttiva della trota marmorata. Faccio un esempio: se in Adige si sostituissero le attuali semine di fario con iridea, limitando il discorso ad aree circoscritte (le attuali di semina ad adulto), anche con novellame selezionato e non solo con trotacce pollo, si otterrebbe il duplice risultato di ridurre l'attuale situazione di introgressione genetica da un lato e di favorire la pescabilità del corso d'acqua dall'altro. Ripeto, le semine di iridea dovrebbero comunque essere effettuate in zone ben circoscritte, dando la preferenza alla tutela/rinserimento della trota marmorata dove l'ambiente lo consente.
Federico Ielli