..."tiemp' belli e na' vota"...mi approprio in maniera poco degna del titolo di questa bellissima canzone napoletana per introdurre un argomento che potrebbe sembrare più un amarcord che la descrizione di una tecnica di pesca.
Nel pomeriggio parlando con un cliente appassionato di pesca come me abbiamo tirato fuori dai ns. rispettivi ricordi una tecnica ormai poco praticata che invece era in voga molto tempo fa nei... "tempi belli di una volta". Chi ha più o meno la mia età (...anta) ricorderà sicuramente i vecchietti con quei cannoni pesantissimi sui cui cimini c'erano dei fili doppi di nylon (tipo quello delle veneziane) che qui da noi si chiamavano frustini, la tecnica era semplicissima, bastava legare la lenza al frustino sotto ci si metteva un piombo intorno ai 10 grammi poi ancora una quindicina di cm. di lenza e per finire l'amo, bastava poggiare il piombo sul fondo e tirare su la canna per pochi cm in modo da sondare il fondo direttamente in pesca, il frustino segnalava ogni minimo movimento e il pescatore era sempre pronto a ferrare dei bestioni che onestamente da un pò di tempo latitano almeno dalle mie parti. La trasposizione moderna di questa tecnica è a dir poco accattivante, chi ha la possibilità di pescare su scogliere con fondali alti sui 6-7 metri può provare la tecnica della ricerca in tana. Basta munirsi di una bolognese dai 6 mt in su, filo in bobina dello 0,12 max 0,14, torpille sui 5/6 grammi e qualche pallino in caso di corrente, amo del 14 0 16 e si procede in questo modo, in pratica si cercano le tane tra gli scogli, il sistema è semplice basta poggiare delicatamente il piombino sul fondo e alzanzo e abbassando la canna si cerca il passaggio se la lenza scende per più di un metro allora siamo nella tana si tocca il fondo della stessa e poi si tira su per qualche cm, poi con piccoli ma continui movimenti verticali si imprime un movimento continuo all'esca, con questa tecnica si insidiano varie specie ittiche classiche della scogliera e in particolare saraghi, occhiate, orate e anche pesci che vivono in tana come le corvine.
Per ciò che concerne l'esca anche qui bisogna rifarsi al passato ed utilizzare una delle esche più in voga nei "tempi belli di una volta" ovvero il gambero. Questi appetitosissimi crostacei vanno preventivamente preparati, bisogna comprare circa 300 grammi di gamberi freschi, togliere le teste e le zampette, sgusciarli e immergerli a marinare in un recipiente con acqua (circa 300 ml) e sale doppio (circa 500 grammi) lasciateli in "infusione" per circa 24 ore.
Questa operazione ha la caratteristica di rendere la carne più compatta indurendola al punto giusto affinchè regga bene all'amo e si possa tagliare a pezzetti nella grandezza desiderata, cosa altrimenti impossibile col gambero fresco che come sapete si sfilaccia.
Questa è senza dubbio una tecnica "povera" confronto alle sempre più sofisticate del momento ma vi assicuro che è molto avvincente proprio per il rapporto diretto che c'è con la preda sentirete anche la minima toccata e godrete fin dal primo attimo la sensazione del pesce in canna...
....e poi si dice sempre che i rimedi della nonna sono sempre i più efficaci e allora perchè non dovrebbero esserlo quelli del ....nonno??? :wink:
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