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Intervista all' ittiologo


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#1 CAVEDANONE

CAVEDANONE

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Postato 08 January 2008 - 14:33 PM

Intervista al'ittiologo (Walter Scandaluzzi - Pietro Ceccuzzi)

Durante parecchi recuperi nei canali in gestione al CAGeP ho avuto modo di conoscere un giovane ittiologo di Varese, il Dott. Pietro Ceccuzzi che collabora con �noi� ed allo stesso tempo ne trae giovamento per il futuro della sua carriera. Mi sono chiesto pi� volte �Ma come si diventa ittiologo, cosa fa, quanto guadagna?� e cosi ho pensato di fargli una intervista. Le immagini sono state fatte durante un recupero nel Canale Cavour presso Biandrate in gestione al CAGeP

Pietro quale � l�iter scolastico per diventare ittiologo? E quale l�iter di �apprendistato�

Il mio iter scolastico � stato un po�anomalo, infatti ho iniziato con il Liceo Artistico per poi iscrivermi alla Facolt� di Scienze dell�Universit� degli Studi dell�Insubria. Dopo aver conseguito la Laurea in Biologia a pieni voti all�inizio del 2004, con una tesi sulla biologia e l�ecologia del pesce gatto (I.melas)nel lago di Varese ho cercato di spingere sempre pi� in la le mie conoscenze sia sul campo che sui libri. Ora sono uno dei responsabili tecnici di un piccolo incubatoio di trote dell�Associazione di Pescatori �Tinella �72� alle foci del Torrente omonimo sulle rive del Lago di Varese e collaboro con altri incubatoi sparsi un per la Provincia ed in Piemonte. Grazie alla mia passione e spero anche per le mie competenze ,il Presidente dell�APD Novara e del CAGeP nonch� vicepresidente della consulta regionale piemontese di pesca Renato Pell�, mi ha contattato come �consulente� ed ora sto collaborando, a titolo gratuito, alla stesura della Carta Ittica della Provincia di Novara. La mia principale attivit� comunque resta quella della ricerca in Universit� dove sto portando a termine il Dottorato e lavorando nell�impianto sperimentale di allevamento della spigola (D.labrax) del Dipartimento di Biotecnologie. Molti mi chiedono che senso abbia allevare il branzino a Varese, io credo che sia una bella sfida, in pi� a livello scientifico ci permette di avere a disposizione uno stock di pesci per la sperimentazione e per la raccolta dei dati. Il mio sogno pi� grande resta quello di poter lavorare sulle popolazioni di pesci autoctoni del �mio lago� quello di Varese che purtroppo hanno subito un forte decremento negli ultimi anni e che hanno bisogno di una gestione pi� oculata.

Una volta laureato quali sono le prospettive di lavoro e di guadagno?



Poco molto poco; attualmente ricevo solo qualche centinaio di euro dall� universit�. Se si riesce ad affermarsi poi si pu� anche guadagnare scrivendo testi o con collaborazioni varie con gestori di acque di varia natura; privati, consorzi, amministrazioni pubbliche. Si pu� diventare dipendenti di qualche amministrazione ma � dura. Credo che l�unico mezzo per potersi affermare nel mondo dell�ittiologia sia la coltivazione della propria passione. Poi intervengono fattori di fortuna, professionalit� e disponibilit� ad imparare sempre restando sempre umili, mantenendo sempre i contatti sia con le persone che gestiscono gli allevamenti o la pesca sul campo (i volontari) e nello stesso tempo le Amministrazioni Locali. Penso che questo sia il punto cardine della faccenda. Prospettive future..?? Non so spero solo di poter continuare a lavorare con i pesci.



Cosa fa praticamente un giovane ittiologo? E un vecchio ittiologo? Ti ho visto nell� ultimo recupero portarti dietro un piccolo acquario, mettervi i pesci e fotografarli�.vi � anche una sezione per la fotografia negli studi ?

Ma quello che hai visto tu l�altro giorno era sicuramente uno dei momenti importanti e pi� belli della professione, il contatto con la fauna ittica, l�osservazione del pesce, il recupero dei dati che poi serviranno per poter tirare delle conclusioni sullo stato della popolazione di pesci che si sta studiando. Una delle cose pi� belle di quando si fanno recuperi di pesci per scopi scientifici sono le sorprese nel ritrovare magari esemplari rari, o viceversa alloctoni che li non dovrebbero starci. Li quindi scatta l�importanza della documentazione fotografica di quello che si trova sul campo, credo che ogni buon ittiologo debba avere un proprio e ben fornito archivio fotografico.

A tua conoscenza gli ittiologi sono anche pescatori?

Io lo sono, anche se negli ultimi due anni ho pescato proprio poco, sia a livello di quantit� che a livello di numero di volte.

Quali sono le situazioni ittiche che ti preoccupano di pi� per la zona che conosci? Io sono molto allarmato dalla quasi scomparsa dei piccoli ciprinidi nostrani come triotto, alborella, gobione e anche del vairone da qualche parte oltre che situazione del cavedano che definirei drammatica in Piemonte e nei grandi laghi in generale.

Per quanto riguarda il lago di Varese e zone limitrofe le problematiche sono veramente tante e molto difficili da risolvere. Innanzi tutto credo che la mancanza dell�alborella (A. alburnus alborella), ormai da pi� di 10 anni, nel lago sia uno dei problemi pi� grandi. Noi come Associazione in collaborazione con la Provincia e GRAIA abbiamo avviato un progetto di reimmissione di questa specie nel lago e sembra che si inizino a vedere i primi risultati; solo nel 2005 abbiamo prodotto circa 800.000 uova di alborella, poi liberate nel lago dopo la schiusa. Un'altra specie secondo me in pericolo � il pesce persico (P.fluviatilis), che negli ultimi anni ha subito un declino vertiginoso, dovuto a molti fattori come la pesca eccessiva, da parte di dilettanti e professionisti, la competizione con specie alloctone (siluro, pece gatto, gardon) e la mancanza di pesce foraggio. Il persico era una specie che fino agli anni �70-80 ha mantenuto viva l�economia rivierasca pensa che negli anno �60 rappresentava circa il 35% del pescato totale, e si parla di tonnellate ora si parla solo di alcuni quintali. L�anno scorso abbiamo iniziato a riprodurre anche questa specie immettendo in lago quasi 1 milione di avannotti. Anche la scardola (S. erythrophthalmus), che di solito � un pesce molto resistente a condizioni ambientali sfavorevoli ha subito nell�ultimo decennio una forte flessione, forse a causa del cambiamento delle condizioni trofiche del lago in continuo miglioramento. In pi� la popolazione non risulta ben strutturata nelle varie classi di et�, in alcune annate infatti la riproduzione non � andata a buon fine. Pensa che nel lago anche il luccio (E.lucius) ed il lucioperca (S.lucioperca) ormai sono difficili da reperire.



Il problema di fondo a mio avviso sta nel fatto che gli sforzi economici della Comunit� Europea e delle Amministrazioni Regionali si concentrano sulle specie pi� �famose� ed importanti per la conservazione della biodiversit� come la mormorata o il pigo. Di conseguenza molte delle specie meno �famose� che magari subiscono anche forti riduzioni a livello locale, vengono poco considerate. Tuttavia la Provincia di Varese risulta un�isola felice; infatti l�Amministrazione Provinciale ha sempre contribuito con fondi a piccoli e grandi progetti rivolti alla conservazione delle specie ittiche. Per quanto riguarda le popolazioni di cavedano (L.cephalus)del lago Maggiore, come ti dicevo in priv�, stanno passando una situazione normale a mio avviso; infatti molti degli scarichi fognari sulle quali questa specie opportunista viveva sono stati collettati, quindi � logico che se ne vedano meno girare sulle rive del lago, devono cercarsi altre fonti di cibo in pi� saranno anche calati meno cibo meno pesce.

Pietro ti ringrazio anche a nome dei lettori. Se qualcuno ha bisogno di te come pu� contattarti?

Grazie a te, se qualcuno avesse bisogno di contattarmi lascio la mia mail pietro.ceccuzzi@uninsubria.it
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