23 dicembre, quasi una ricorrenza per me e manu. Nonostante la lacustre sul lago apra ufficialmente il 20, dopo la gran cattura di due anni fa è diventato un giorno da festeggiare. A pesca ovviamente.
Fiume di messaggi su WA per organizzarci, sveglia già pronta ben prima dell’alba, facciamo il programma della giornata e siamo carichi a molla. Peccato che un’uscita imprevista e qualche piccola sfiga di troppo mi facciano tornare a casa a un orario improponibile, per cui quando manu passa a prendermi arrivo alla macchina con poca voglia di vivere e meno di due ore di sonno sulle spalle.
Ad attenderci la solita giornata non stop di lanci nel nulla, tra freddo e, magari, vento.
Poco male, l’abbiamo già fatto e lo rifaremo ancora.
Tra due chiacchiere e un paio di caffè in poco tempo siamo sullo spot, la temperatura è intorno a 0°C ma non fa così freddo come i giorni passati, il che ci risparmia un po’ di noie. L’alba ci offre lo spettacolo di un lago piatto in cui si riflette un cielo terso, con solo qualche nuvola qua e la a interrompere l’azzurro, non proprio il massimo per la pesca.
Ma... ci sono quelle giornate in cui c’è quella vocina che ti sussurra che è la volta buona.
E sarà l’astinenza da pesca, sarà che la mancanza di sonno mi provoca allucinazioni, ma oggi quella vocina la sento davvero
, tant’è che lo dico a manu, beccando di risposta uno sguardo dubbioso.
Però sulla superficie del lago qualche bollatina si vede (coregoni in frega?) il che ci mette di buon umore e nella condizione mentale giusta per affrontare la giornata. Ovviamente le prime ore passano a cappotto e decidiamo così di cambiare spot. Affrontiamo uno spot dove spesso si vedono passare trote dietro ai coregoni in frega, probabilmente “in pastura” sulle uova, ma oggi non si vede un segno di vita, se non le solite bollatine strane degli immancabili coregoni.
A un certo punto però sento uno splaf chiaro, non una bollata, una vera cacciata, a qualche centinaio di metri da me.
Continuo a lanciare sperando che il pesce in caccia passi anche davanti alle mia posizione, ma dopo una decina di minuti vedo un’altra cacciata, meno fragorosa, nella stessa zona.
Che ci sia del foraggio davanti? Ci spostiamo in zona cacciate, ma non si vede più una pinna. Manu dopo un po’ comincia a spostarsi lungo la sponda, io testardo insisto, se per sbaglio c’è qualcosa che gira alla prossima cacciata voglio essere pronto.
E infatti, dopo ben oltre mezz’ora fermo nello stesso punto, vedo un altro cerchio comparire a galla. Lancio lungo, arrivo 5-6m oltre il cerchio faccio per iniziare il recupero e....
il filo si incastra nel hook keeper (difetto di assemblaggio della canna, ogni tanto succede, facilmente risolvibile ma io sono pigro). ma porc……
Al volo sbroglio il tutto, metto in tensione il filo per cominciare il recupero e sento l’ondulante che si allontana per poi tornare “normale”. Ma porc…2 , ha mangiato in caduta, non ci posso credere.
Però in testa ho stampato che fare, mi è capitato di fare lacu “in due tempi” (e poi di perderle comunque ) quindi due jerkate, partenza razzo, poi stop e di nuovo due jerkate, a simulare un pesciolino ferito nell’attacco di prima.. e stranamente mi va di mulo
alla seconda ripartenza la legnata che aspettavo. La ferrata era già pronta e la canna non le lascia scampo.
Nonostante sia un bel paletto la vedo bella piegata. Chiamo manu che arriva di corsa, il peso in canna si sente ma tira strano, fughe laterali e testate verso il fondo. “fa che non sia un luccio” mi dico. Ma poi vedo l’argento a dissipare ogni dubbio. Lacu lacu! Manu salta in acqua per gradinarla ma sbaglia la prima (strano ), fortunatamente è allamata bene e al secondo tentativo è nel sacco.
steelhead!
Razzo che apertura! Un brevissimo servizio fotografico (in cui manu fa 543 foto in 30 secondi, la maggior parte mosse, sfocate o con ditate varie, l’adrenalina la sente anche lui ), un pensiero al bbq a casa, subito accantonato, e via di nuovo in acqua.
Manu emozionato quanto me, grazie socio!
Continuiamo a pescare e si fa ora di pranzo, ci fermiamo al bar per due panini, birre e qualche giro di amari a festeggiare la cattura.
Ma cibo e alcool (soprattutto l’alcool), uniti al freddo e alla mancanza di sonno si fanno sentire, passiamo un paio di ore a pascare in uno stato di semiincoscienza da abbiocchino post prandiale i lanci son meno convinti ma poco male, il cartellino per oggi l’abbiamo timbrato
Manu rischia il gomito (e un migliaio di euro di attrezzatura) per uno scivolone su un lastrone di ghiaccio, fortunatamente senza gravi conseguenze, ma nonostante il sacrificio le lacu non si fanno più vedere, se non una uscita a bollare (a bollare a dicembre, non c’è più religione) a pochi metri da noi, sulla foce di un fiumetto. Chiudiamo la giornata con un bel tramonto e nessun altro pesce, ma per oggi va bene così.
Ovviamente seguiranno tre cappottoni compensativi con le condizioni sulla carta migliori del mondo (pioggia, neve, pioggia e vento) ma ci sta.
Sta stagione è partita già meglio delle altre, ora vediamo se si riesce a fare ancora meglio
Al prossimo report (a breve speriamo )