Posto qui perchè non saprei dove postare altrimenti, eventualmente spostano i mod come molti di voi sapranno, negli ultimi anni si è assistito ad un impiego sempre crescente dei long jerk (tipica esca "marina" dalla forma affusolata con tre ancorette e paletta piccola) in acque interne, prima alla ricerca di lucci in laghi e stagni ed ultimamente per lo spinning alle trote di taglia in fiume. Queste esche (se ben manovrate) risultano infatti particolarmente adescanti, probabilmente per effetto del fatto che tendono a stimolare attacchi più per fastidio e territorialità che per vera e propria predazione. Posto che, in certe condizioni ed in certi ambienti, la resa in termini di pesci "mossi" se rapportata alle esche tradizionali è obiettiva ed evidente, si pongono alcune domande e riflessioni relative ad un loro impiego che possa sposare una pesca sostenibile, volta al contenimento dei danni al pesce ed a una corretta pratica del catch&release. Molte e differenti sono le considerazioni in merito tra gli spinners che conosco: alcuni li elevano ad "esca filosofale" constatandone solo pregi e vantaggi, altri li demonizzano vedendo nel loro utilizzo crescente (soprattutto da parte di giovani neofiti che tendono a "volere tutto e subito") una ennesima piaga per il fiume ed i suoi abitanti. Appurato che (imho si intende) le piaghe ed i problemi che attanagliano fiumi ed acque interne sono ben altre e sotto gli occhi di tutti, provo di seguito a formulare qualche domanda (dalle quali spero possano emergerne altre) utile a comprenderne la reale sostenibilità del loro impiego in fiume, alla ricerca di trote di taglia:
- cosa è definibile "long jerk" e cosa non lo è? Intendo, dove finisce il concetto di minnow e dove inizia quello di long jerk? (es: seaspin mommotti è jerk, daiwa d-minnow SW è jerk?)
- normalmente montano tre ancorette con ardiglione: questa configurazione è obiettivamente pericolosa per la trota di taglia, considerando che l'attacco avviene in modo tendenzialmente scomposto ed il rischio di allamare esternamente il pesce aumenta?
- gli eventuali danni derivanti da allamate esterne (che possono interessare zone sensibili come cranio, occhi o branchie) si possono contenere eliminando almeno una delle tre ancore (quella centrale) e piombando in corrispondenza, per non comprometterne nuoto e stabilità?
- potrebbe aver senso dotarli di due ami singoli senza ardiglione (eventualmente piombati) per gli stessi motivi di cui sopra?
- esiste un modo di gestirli il più "rispettoso" possibile per il pesce?
- quali sono gli altri aspetti etici legati al loro utilizzo per questa specifica tipologia di pesca?
Spero di originare una discussione proficua ed interessante. Personalmente ritengo che, come per tutte le cose, dipenda molto da "come" si usano Vediamo se ragionandoci un po' tutti assieme ne esce qualcosa di utile e costruttivo, soprattutto per i più giovani
Questo post è stato modificato da Ossolano: 06 June 2016 - 13:13 PM