ahahah su questo forum ne ho lette di tutti i colori ma questa e' proprio grossa, Paolone il saggio ahahah
in effetti è proprio grossa
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Postato 11 December 2013 - 12:10 PM
ahahah su questo forum ne ho lette di tutti i colori ma questa e' proprio grossa, Paolone il saggio ahahah
in effetti è proprio grossa
Postato 15 December 2013 - 18:27 PM
Esperienza fresca con il PowerPro : lo 0.19 in realtà è uno 0.23
Mi illumini per cortesia Walter ? Mi si sta aprendo un mondo, prima ero molto più pragmatico (solo nylon, diametro in base alla mia personale esperienza)
Lorenzo
in breve:
- carico "classico": il valore a cui il filo dovrebbe rompersi. da noi, dove non ha valore legale, le ditte lo sparano spesso altissimo per marketing, e sparano basso il diametro. se usato onestamente (es non di parte: zebco topic, dam damyl), e' il metodo piu' facile da capire e usare purtroppo, spesso non lo e'. e ti trovi quindi fili da 0.20 scrausissimi che dichiarano 5 kg.
- fish test: come il precedente, ma piu' edulcorato. un carico utopistico, che si riferisce alla possibilita' di catturare un pesce del peso indicato. peccato che nessuno spieghi ne' le condizioni (corrente? ostacoli? riva? barca? che pesce?) ne' cosa intendono per catturare (non esplode in ferrata? oppure tirato su di peso? o solo portato sottoriva? tirando di forza o con quanta calma? e in quanto tempo?)
- iso 2062: la piu' affidabile e chiara per noi europei. riporta il carico di rottura reale, a filo secco (da bagnato le cose possono cambiare, per vari motivi), da comunque una indicazione concreta con parametri unificati, valida, chiara e ripetibile. l'eftta sta cercando di imporre questa classificazione, assieme a misurazioni sul diametro fino alla quinta decimale (gia' 3 decimali sono troppe, salvo finali ultrasottili, ma buona lo stesso).
- line test "all'americana", o libraggio dei fili (da non confondere con il libraggio dei grezzi delle canne): indica la classe di resistenza. il filo e' uno spezzone piu' corto rispetto alla prova iso, su di esso viene fatto a volte un nodo piano, e deve resistere al carico applicato senza rompersi (poco importa se poi con un etto in piu' salta, deve resistere al carico dichiarato). il carico viene applicato piu' rapidamente rispetto alla prova iso, quindi tra questo e il nodo e' abbastanza traumatica. tradizionalmente, quando i nylon erano molto simili tra loro, si sono formate delle "classi" per cui indicativamente ad un diametro di filo si poteva associare una classe di line test. ad es l'8 lbs e' circa 0.25, e il 12 circa 0.35. con i fili attuali, non solo i trecciati, spesso si vedono 2 valori, ad es 8 lbs diam - 12 lbs test, che indica che quel filo ha un diametro di 8 lbs, ma resiste al carico della test class da 12 lbs. c'e' da dire che le aziende usa, siccome le class action sono ferocissime, non gonfiano i carichi dichiarati, e se un filo dichiara quella test class, resiste a quel carico. in compenso spesso, se non sono indicati, gonfiano i diametri. siccome da loro e' obbligatoria solo la classe di libraggio, e spesso siti e riviste fanno test comparativi sulla reale tenuta, cercano di dichiarare che il loro filo ad es e' il piu' resistente in una classe, semplicemente aumentandone il diametro. cosi' magari, in mezzo agli altri 8 lbs di diametro circa 0.25mm, te ne trovi uno da 0.30. il che a volte fa porconare, e non poco.
questa prova e' cervellotica, pero' ha una sua logica, va molto bene se non usi fili molto diversi tra loro, es spinning o fondo pesante (non la userei mai per un finale da passata da cavedani!!!). con un po' di calma comunque se ne esce bene.
- igfa. e qua iniziano le bestemmie. secondo le norme in vigore, per certificare un record con un filo marchiato igfa, quel filo non deve superare il carico indicato. avete letto bene. una libbra viene arrotondata a 500 gr. qual e' il punto? come per la prova usa, il diametro non e' obbligatorio. i fili certificati igfa costano parecchio perche' 1)la certificazione ovviamente costa e 2)devono essere di alta qualita', estremamente uniformi nelle caratteristiche, e cercano di avere il carico di rottura piu' vicino possibile alla classe igfa indicata. se ho un filo IGFA da 12 lbs dichiarate, il suo carico di rottura deve essere al massimo 6 kg. inutile dire che le aziende fanno il possibile per cercare di fermarsi a 5,995 kg invece che a 5,8, e non devono assolutamente passare 6 kg esatti (i controlli igfa sono ferocissimi).
ora, in quanto al discorso di scelta dei fili, qua si apre l'inferno. in breve: quasi sempre la dote piu' importante in un filo non e' il carico di rottura. a meno che non facciate fondo pesante, oppure, come dalle mie parti, andiate a spinning con lo 0.50, sono IMHO piu' importanti morbidezza, affidabilita' e uniformita' delle prestazioni, tenuta al nodo e all'abrasione, facilita' di gestione e utilizzo, e non ultimo il prezzo.
scusate il papiro
keep fightin' | if you can't follow me maybe you're not crazy enough... | devastazione, delirio, inutilita' e allegro sbarellamento
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Postato 23 December 2013 - 22:14 PM
concordo con chi dice che scegliere il trecciato sulla carta, basandosi solo sul carico di rottura, non è cosa buona... meglio andare in negozio e se possibile toccare con mano il prodotto.
detto ciò, ho recuperato tra i preferiti un link con una serie di test di laboratorio fatti su quasi tutti i trecciati (sicuramente i più commerciali). Sembra un lavoro ben fatto, forse non sarà oro colato, ma è certamente qualcosa in più di quello che scrivono sull'etichetta!
http://www.paulusjus...linetesting.htm
Postato 27 December 2013 - 18:26 PM
in breve:
- carico "classico": il valore a cui il filo dovrebbe rompersi. da noi, dove non ha valore legale, le ditte lo sparano spesso altissimo per marketing, e sparano basso il diametro. se usato onestamente (es non di parte: zebco topic, dam damyl), e' il metodo piu' facile da capire e usare purtroppo, spesso non lo e'. e ti trovi quindi fili da 0.20 scrausissimi che dichiarano 5 kg.
- fish test: come il precedente, ma piu' edulcorato. un carico utopistico, che si riferisce alla possibilita' di catturare un pesce del peso indicato. peccato che nessuno spieghi ne' le condizioni (corrente? ostacoli? riva? barca? che pesce?) ne' cosa intendono per catturare (non esplode in ferrata? oppure tirato su di peso? o solo portato sottoriva? tirando di forza o con quanta calma? e in quanto tempo?)
- iso 2062: la piu' affidabile e chiara per noi europei. riporta il carico di rottura reale, a filo secco (da bagnato le cose possono cambiare, per vari motivi), da comunque una indicazione concreta con parametri unificati, valida, chiara e ripetibile. l'eftta sta cercando di imporre questa classificazione, assieme a misurazioni sul diametro fino alla quinta decimale (gia' 3 decimali sono troppe, salvo finali ultrasottili, ma buona lo stesso).
- line test "all'americana", o libraggio dei fili (da non confondere con il libraggio dei grezzi delle canne): indica la classe di resistenza. il filo e' uno spezzone piu' corto rispetto alla prova iso, su di esso viene fatto a volte un nodo piano, e deve resistere al carico applicato senza rompersi (poco importa se poi con un etto in piu' salta, deve resistere al carico dichiarato). il carico viene applicato piu' rapidamente rispetto alla prova iso, quindi tra questo e il nodo e' abbastanza traumatica. tradizionalmente, quando i nylon erano molto simili tra loro, si sono formate delle "classi" per cui indicativamente ad un diametro di filo si poteva associare una classe di line test. ad es l'8 lbs e' circa 0.25, e il 12 circa 0.35. con i fili attuali, non solo i trecciati, spesso si vedono 2 valori, ad es 8 lbs diam - 12 lbs test, che indica che quel filo ha un diametro di 8 lbs, ma resiste al carico della test class da 12 lbs. c'e' da dire che le aziende usa, siccome le class action sono ferocissime, non gonfiano i carichi dichiarati, e se un filo dichiara quella test class, resiste a quel carico. in compenso spesso, se non sono indicati, gonfiano i diametri. siccome da loro e' obbligatoria solo la classe di libraggio, e spesso siti e riviste fanno test comparativi sulla reale tenuta, cercano di dichiarare che il loro filo ad es e' il piu' resistente in una classe, semplicemente aumentandone il diametro. cosi' magari, in mezzo agli altri 8 lbs di diametro circa 0.25mm, te ne trovi uno da 0.30. il che a volte fa porconare, e non poco.
questa prova e' cervellotica, pero' ha una sua logica, va molto bene se non usi fili molto diversi tra loro, es spinning o fondo pesante (non la userei mai per un finale da passata da cavedani!!!). con un po' di calma comunque se ne esce bene.
- igfa. e qua iniziano le bestemmie. secondo le norme in vigore, per certificare un record con un filo marchiato igfa, quel filo non deve superare il carico indicato. avete letto bene. una libbra viene arrotondata a 500 gr. qual e' il punto? come per la prova usa, il diametro non e' obbligatorio. i fili certificati igfa costano parecchio perche' 1)la certificazione ovviamente costa e 2)devono essere di alta qualita', estremamente uniformi nelle caratteristiche, e cercano di avere il carico di rottura piu' vicino possibile alla classe igfa indicata. se ho un filo IGFA da 12 lbs dichiarate, il suo carico di rottura deve essere al massimo 6 kg. inutile dire che le aziende fanno il possibile per cercare di fermarsi a 5,995 kg invece che a 5,8, e non devono assolutamente passare 6 kg esatti (i controlli igfa sono ferocissimi).
ora, in quanto al discorso di scelta dei fili, qua si apre l'inferno. in breve: quasi sempre la dote piu' importante in un filo non e' il carico di rottura. a meno che non facciate fondo pesante, oppure, come dalle mie parti, andiate a spinning con lo 0.50, sono IMHO piu' importanti morbidezza, affidabilita' e uniformita' delle prestazioni, tenuta al nodo e all'abrasione, facilita' di gestione e utilizzo, e non ultimo il prezzo.
scusate il papiro
Immenso Walter, mi ero perso questo e il link di Barcellini : mi sa che era meglio che era meglio finire ingegneria
Comunque d'ora in poi tengo buona la regola empirica di Lerio e per acquisti più importanti o dubbi più seri proverò ad annusare quanto riportato sopra
Grazie come sempre a tutti
Lorenzo
Postato 30 December 2013 - 18:39 PM
oltre a tutto quello che ha detto il magnifico rettore (walter)
dobbiamo tenere conto anche della temperatura più caldo più carico( il filo si allunga) più freddo il filo rompe prima....
gabri
Postato 31 December 2013 - 01:49 AM
oltre a tutto quello che ha detto il magnifico rettore (walter)
dobbiamo tenere conto anche della temperatura più caldo più carico( il filo si allunga) più freddo il filo rompe prima....
gabri
edit: me n'ero dimenticato, grazie finche' si va con filacci di grossa taglia a fondo o a spinning non si nota, ma pescando al colpo con finali micro...
Questo post è stato modificato da walter: 31 December 2013 - 01:50 AM
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Rapporto fra lenza madre e terminalePostato da Salvo , 17 Apr 2018 ![]() |
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