Vorrei chiarire alcuni punti che
credevo di avere già espresso ma che possono essere sfuggiti, sul fatto
che la natura trovi sempre il proprio equilibrio non ho dubbi, ho la
consapevolezza che questo punto non sarà identico a quello precedente ma
un equilibrio ci sarà, sversamenti cementificazione o altre cose non
sono ininfluenti per questo io parlavo di "tutela" dell'alveo ma sono
contrario alla "gestione" che è una bella parola ma che tradotta in
italiano significa privatizzazione (a scopo di lucro ? ) e immissioni,
la mia proposta è semplicissima tuteliamo i fiumi da inquinamento ecc e
per quello che riguarda i pesci blocchiamo qualsiasi immissione e
cominciamo a prelevare tutto quello che in quel fiume non ci deve stare e
mi riferisco in particolare a ibridi e alloctoni, renderei facoltativo
il no kill solo per poche specie che siano realmente in pericolo, a mio
parere fa più danno chi rilascia indiscriminatamente di chi trattiene
pesci pregiati in numero misura e periodo consentiti
Caro omonimo, gestione non vuol dire immissioni o almeno non dovrebbe.
Tutelare un fiume da inquinamento e' gestione, cosi' come lo e' prelevare ibridi o alloctoni.
Ed avere un equilibrio dove non ci sono piu' pesci e' pur sempre un
equilibrio ma non lo possiamo definire certamente ne' ideale ne'
naturale.
Io sono il primo a dire che la gestione cosi' com'e' fatta oggi non va bene, nella maggior parte dei casi. Ma non mi posso nascondere dietro un discorso teorico.
Non
gestire (cioe' limitarsi a proteggere anche integralmente quello che
c'e') va bene per sistemi integri dove la presenza dell'uomo e' minima.
Purtroppo quando
la presenza dell'uomo c'e' tocca mediare tra molti interessi, tra i
quali la conservazione spesso scompare o non viene sicuramente al primo
posto.
Il
"ritorno del Marcopensiero". In effetti la "non gestione" potrebbe
essere la soluzione ai tanti problemi ambientali e ittiologici, ma
dubito che il "bussines" possa essere fermato, almeno in buona parte.
Poi, al solito, le argomentazioni sono molteplici. Non te ne voglio Milo
quando sostieni che è inutile dibattere dei problemi ma bisogna
risolverli. Per questo ti chiedo: illuminaci, anche politicamente, del
come farlo, visto che purtroppo, pur con tutte le eccezioni (lodevoli)
del caso, spesso anche i tecnici si scornano contro il muro delle scelte
politiche di parte, di quelle che tutelano, più che l'ambiente e la fauna ittica, certe categorie d'utenza (non mi dilungo a ripeterle).
Mi hai scambiato per qualcun'altro. Non sono il messia venuto per salvarvi dai problemi ed iluminarvi la via 
Non
penso che in questa sede abbiate dibattuto dei problemi (che comunque
e' un passo necessario se si vuole risolverli) ma piuttosto che abbiate
elencato una serie di casi in cui la gestione non funziona. E infatti la
discussione si e' arenata la', con pacche sulle spalle e sorrisi
tristi.
Per dibattere dei problemi occorre farlo in una sede dove
ci siano anche gli altri portatori di interessi e chi le scelte
gestionali le fa.
Anche questo e' solo un passo. Occorre comunque
vedere dove si inceppa il meccanismo della gestione e dove (o se) e'
possibile ripararlo.
Anche qua non posso aiutarvi
nello specifico. Non mi occupo della gestione delle acque della
provincia XY o della concessione Z. Non so quali siano i meccanismi di
gestione nelle varie zone Italiane, ho solo l'impressione che siano
complicati e diversificati.
Come ho detto prima non ho la
soluzione pronta ai problemi del genere umano. Con il mio intervento ho
solo voluto sottolineare come sarebbe piu' costruttivo:
1 - Discutere e dibattere i problemi della gestione in altre sedi, piu' appropriate
2 - Discutere se non altro di come fare a correggere le storture della gestione, con cognizione di causa e di area geografica in questione