Postato 28 February 2012 - 17:35 PM
La carpa all'inglese la pratico nei mesi invernali, quando i pes sono, almeno nella mia zona, lontani dal sottoriva e sul fondo; in queste condizioni, a meno di non pescare a ledgering, l'unica tecnica efficace è all'inglese, peraltro col freddo le carpe cercano cibo proteico e grasso, quindi il bigattino, e allora tutto torna perchè lo puoi incollare e pasturare a fionda a distanza, inoltre è un esca che opportunamente innescata tiene al lancio, al contrario del mais. Questa pesca si fa appoggiando l'esca sul fondo e le mangiate sono spesso apatiche e sporadiche perchè in queste condizioni la carpa è svogliata, direi letargica.
In estate quando le carpe sono spesso nel sottoriva va bene una canna fissa modificata con elastico, basta un attrezzo da pochi euro, io uso una cannaccia in fiberglass, che originariamente era 5m ma svettandola per montarvi l'elastico è diventata circa 4,60m; in tal caso pasturo con ceci e/o mais ed innesco il chicco di mais.
Per fare una pesca più di precisione, sempre nello stesso periodo si usa la rubasienne, che permette di pescare fino ad oltre 10m da riva (le più lunghe sono più di 15m)e nel caso di pesca in acqua corrente ti permette di tenere la montatura, in trattenuta, sempre nello stesso punto in pochi dm2 di area, consentendo di pasturare e pescare con grande precisione. In tal caso si usa fare un fondo con palle di sfarinati vari e poi pasturare comunque con cereali (ceci, mais ecc) ed innescare gli stessi.
La pesca all'inglese va bene anche in estate quando le carpe sono a galla lontano da riva, in tal caso puoi sempre pasturare con bigattino incollato, mettendo poca colla e facendo palle piccole che si sfaldino per l'impatto con l'acqua creando una nuvola a galla che poi lentamente affonda; inneschi o bigattino o mais (ma in tal caso non puoi forzare il lancio), e peschi a lenza morta, ossia con pochissimo o niente piombo, in modo che l'esca resti a galla o comunque nei primi strati d'acqua, è una pesca molto divertente in cui si vedono le mangiate in calata, ossia dopo poco che l'esca ha toccato l'acqua.