1. Turbospin
2. Salvage
3. Artificiali da seppie e calamari a piombo variabile
4. Cucchiaini “fai da te”
5. Artificiali misti
Sono cinque delle tante mie pensate destinate a scopi diversi tra di loro, ma cominciamo dalla prima.

1) TURBOSPIN
In commercio si trovano una moltitudine di cucchiaini diversi per movimento, forma, colore e tipo di piombatura.
Io ho voluto crearmene uno su misura e, così, è nato il mio turbospin.
Il nome che ho coniato, del quale la Mitchell francese era stata da me informata, è nato anni prima dell’uscita del noto mulinello. Il mio cucchiaino è composto da un asse, da una paletta ed una ancoretta.
Come piombatura o, meglio, al posto di questa ho ideato una campana in bronzo. A, differenza dei noti vibrax, la mia campana è proporzionalmente molto più grande e capiente. Il fondo del cono è chiuso da un coperchio forato. Un foro centrale serve a far uscire l’asse passante e i molti fori perimetrali assolvono un altro scopo.
In trazione l’acqua entra nella campana dal foro anteriore della stessa, la riempie e, fuoriuscendo dai forellini posteriori, provoca una moltitudine di bollicine attiranti (una turbolenza, appunto!). Nella campana, inoltre, si può mettere della pastura che, fuoriuscendo dai forellini posteriori, lascia una scia odorosa di notevole fascino per i pesci.
Sull’asse, poi, all’interno della campana ho sistemato una pallina in bronzo che battendo sulle pareti (come avviene sui vibrax) provoca vibrazioni. Queste però nel mio turbospin, visto il volume maggiore, sono molto più forti e evidenti all’udito dei pesci.
La struttura conica, da me ideata, può essere applicata in due modi distinti :
a) come parte integrante di un determinato cucchiaino, direttamente infilata sull’asse dello stesso;



2) SALVAGE
Il nome dice tutto: salvataggio. Ma di che cosa ? Di artificiali, naturalmente !
Come tutti sanno gli artificiali da spinning costano molto. Quando, poi, ci affezioniamo ai nostri preferiti, la paura di perderli in acqua è forte.
Questi due fattori concorrono, in certe circostanze, a farci pescare male e in modo improduttivo. Cheppie a parte, quasi tutti i predatori amano sostare e cacciare nei pressi, se non nel mezzo, di ostacoli sommersi da vario genere: alberi, alghe, ninfee, canne, detriti naturali o artificiali ed altro ancora.
Anche al sottoscritto è capitato di perdere tante esche costose o, per evitare di farlo, di pescare in posti meno produttivi, distanti da possibili incagli. Alla fine, stufo di ciò, ho studiato il modo di evitare le perdite o di limitare al massimo il costo delle stesse.
Bisogna prima di tutto considerare che una ancoretta costa al più 500 lire, se di ottima marca. Su un cucchiaino del valor di 5000 lire è un decimo del prezzo totale.
Su un minnow, poi, del valore di 20.000, due ancorette (1000 lire) corrispondono ad un ventesimo dell’importo. Potendo, quindi, in caso di incaglio, lasciare le ancorette sul fondo e recuperare l’artificiale, il risparmio è tanto notevole quanto evidente.
Dopo aver a lungo analizzato i miei artificiali, ho constatato che l’unico punto ove focalizzare la mia attenzione era la girella alla quale si applica l’ancoretta. L’ancoretta, infatti, se ben incastrata su di un ostacolo è, a mio avviso, quasi sempre irrecuperabile se non a mano o con l’ausilio di un raffio. Ma, da terra, ciò non è quasi mai possibile!
La girella quindi ! Ma come ?! dopo aver provato e riprovato ho trovato la soluzione: una girella cedevole. Era proprio “l’uovo di Colombo” il metodo più semplice per limitare le perdite.
Ma come doveva essere fatta questa girella, e quando si doveva aprire, sotto quale sforzo ?!!
Per la realizzazione ho utilizzato sia del filo inox dolce che del filo di rame di diametro sottile.
Mi sono costruito poi un attrezzo utile a creare delle spirali le quali, tagliate, danno origine alle singole girelle.
Verificando di persona, usando come supporto trainante una buona bilancia a mano da pesce (di quelle a molla) ho constatato che c’era un preciso rapporto tra il numero delle spire, il tipo del materiale, il diametro dello stesso e lo sforzo necessario ad aprire la girella.
Così ho potuto realizzare anelli che, prima di aprirsi, sopportavano trazioni di 1-2-3-4-5-6 Kg e così via.
Bisogna quindi, considerare il carico di rottura della lenza impiegata. Le lenze hanno, a seconda del diametro, una moltitudine di carichi di rottura diversi. Così, ad esempio, abbinando una lenza con carico di rottura sui 4kg. a una girella tarata per cedere e aprirsi sotto una trazione di 3 kg., è facile intuire come, nel caso di incaglio, l’artificiale sia recuperabile.
Quando si recupera una preda, poi, bisogna ricordarsi che si ha a disposizione una forza minore di quella dichiarata dalla lenza e, pertanto, bisogna tarare la frizione del mulinello non sulla lenza ma sulla girella impiegata.


3) ARTIFICIALE DA SEPPIE A PIOMBO INTERCAMBIABILE
Anche questa è una mia idea nata da particolari esigenze operative.
Tutti gli artificiali da seppie e calamari in commercio sono dotati di un piombo sottostante. E’ un piombo a forma quadrata fissato alla pancia del finto gambero, di un peso determinato e non sostituibile.
Questa caratteristica costringe il pescatore, quando necessita, a zavorrare la lenza madre con piombature aggiuntive. In mare, infatti, ci sono quasi sempre correnti sommerse dovute alle maree e a altri fenomeni naturali. Correnti più o meno forti che, volendo pescare sul fondo,costringono noi pescatori a variare i piombi a seconda del posto e del momento.
Pescando quando la marea è in pausa, può bastare anche un piombo aggiuntivo da 20 grm ma, con marea crescente o calante, magari costretta nelle bocche di porto, può necessitare anche un piombo da 100 gr. o più.
Questi piombi, applicati sulla lenza, quando recuperiamo l’artificiale, provocano un angolo sulla stessa. Fanno sì che questa si strofini sulle asperità del fondale logorandosi presto e costituiscono un elemento aggiuntivo di incaglio sulle rocce e sulle formazioni di conchiglie del fondo.
Non considerando la lenza, invece, e facendo in modo che il piombo dell’artificiale sia intercambiabile, si ottengono molti benefici:
a) in fase di lancio, il peso raggruppato a fondo lenza rende l’azione semplice e potente, aumentando di molto la gittata.

c) E’ semplicissimo aumentare il peso del nostro finto gambero per vincere le correnti più forti.
d) Il sistema di ancoraggio del piombo, da me ideato, rende quasi impossibile al cestello posteriore di toccare le asperità del fondo limitando la possibilità di incaglio.


4) Tutti noi abbiamo molti vecchi cucchiaini. Ricavando da questi le varie componenti, dando libero sfogo alla nostra fantasia, è possibile creare ex novo degli artificiali diversi per pesi e movimenti in acqua, oggetti da utilizzare per risolvere particolari situazioni operative. Tutto può servire allo scopo, perline varie, tubetti di ogni tipo, piombi di forme e pesi diversi, vecchie palette, ecc.





5) La fantasia è, inoltre, utile per realizzare degli “artificiali misti”, corpo “solido più gomma”. Queste esche hanno dei movimenti del tutto particolari e molto adescanti.
Selezionando i corpi e le gomme è possibile variare la velocità di affondamento e stabilire l’angolo di inclinazione dello stesso.



Concludendo, cari amici, vi suggerisco di fare come me!
Non c’è nulla di più divertente del prepararsi personalmente le esche e di dar libero sfogo alla nostra creatività.
Ciao a tutti! Francesco