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Misura minima e MASSIMA...


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36 risposte a questo topic

#1 Terrile

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Postato 21 February 2011 - 22:15 PM

Vorrei proporvi questa mia (ma non solo) considerazione sulla questione misure delle varie specie ittiche:
secondo me, oltre al divieto di trattenere un pesce sotto una data misura minima, suggerirei anche di determinare anche una misura massima, perchè un pesce, ad esempio una trota, che raggiunge una misura oltre i 45 cm, secondo me va tutalata, perchè ha dimostrato di essere un pesce tenace, "furbo", capace di adattarsi alle varie condizioni del fiume ecc, quindi a mio avviso, da esso si presuppone possa scaturire un ceppo con uguali caratteristiche, con un conseguente migliramento della qualità della popolazione.
Voi che ne direste?

#2 GiuseppeCaiola89

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Postato 21 February 2011 - 22:33 PM

Se ne è parlato molto negli ultimi tempi...


Il tuo è un pensiero condiviso.. Dalla maggio parte di quelli che praticano il Catch And Release

#3 Federico Ielli

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Postato 21 February 2011 - 22:39 PM

E' cosa arcinota. Negli States la applicano da diverso tempo e variabilmente da specie a specie. addirittura, in alcuni casi, da corso d'acqua a corso d'acqua. E' una forma di tutela che potrebbe avere un senso logico anche da noi per specie come il luccio e la trota marmorata.
Federico Ielli

#4 maggio77

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Postato 22 February 2011 - 08:55 AM

Io spesso ho sentito dire, magari a torto, che dipende anche dal periodo di fertilità di una trota, ad esempio se un vecchio e grosso esemplare ha terminato il suo ciclo non si riproduce più e non lascia crescere altri individui nella sua pozza. Ripeto sono dicerie ...
... alla fine tutte le cose si fondono in una sola, e il fiume la attraversa ...

#5 Federico Ielli

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Postato 22 February 2011 - 09:32 AM

In realtà il significato scientifico della misura minima e massima è quello di dare agli individui della specie in oggetto la possibilità di riprodursi almeno una/due volte (misura minima) da un lato e, dall'altro, di salvaguardare i riproduttori di una certa taglia (misura massima), che sono in grado di produrre un elevato quantitativo di uova.
Federico Ielli

#6 luciano85

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Postato 22 February 2011 - 10:28 AM

Domanda curiosa... forse qualcuno saprà rispondere... Ma anche i pesci vanno in andro/menopausa? e quindi smettono di riprodursi ad un certo punto?

Comunque a mio avviso, visto il tempo che una carpa, un luccio o altri pesci impiegano a raggiungere certe taglie credo sia veramente un peccato non rilasciarli!

Per quel che riguarda la misura minima, se l'obiettivo è quello di fare in modo che il pesce si riproduca almeno un paio di volte non sarebbe il caso di alzarle un pochino?

La misura minima del luccio a verona è di 40cm, ma ho letto che iniziano a riprodursi quando arrivano circa a quella misura... quindi se uno lo trattiene prima di gennaio quel luccio non avrà mai deposto-fecondato uova, correggetemi se sbaglio...
Io parlo del luccio perché è quello che conosco meglio ma sicuramente è così anche per altri pesci...

#7 ghito

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Postato 22 February 2011 - 10:29 AM

Buongiorno Dott. Jelli, leggo con interesse i suoi scritti dai tempi di Pesca In, quanti anni sono passati !! Da tempo eseguo per conto della provincia di Torino i prelievi autunnali nei torrenti per la ricerca di esemplari da spremitura di trote fario autoctone e marmorate. Ho notato in diversi anni di esperienza che soprattutto per queste ultime, la gran parte delle femmine al di sopra di una certa taglia diciamo in media dai 4 kg.in su che non sono così rari come si pensa, sono senza uova presumendo ormai la loro sterilità. Trovo invece che gli esemplari con il maggiore numero di uova siano quelli compresi tra il chilo ed i tre chili. A questo punto pur rispettando tali esemplari, non sarebbe meglio prelevarli? Un pò come si fa nella gestione della fauna selvatica con la caccia di selezione. A prescindere dal discorso etico secondo lei potrebbe essere utile o no? Saluti

#8 Federico Ielli

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Postato 22 February 2011 - 17:48 PM

Rispondo sia a Ghito che a Luciano 85. A proposito, un appello agli Admin. Visto che questo è diventato un secondo lavoro per me, quando pensate di scucire un po' di sghei? :mrgreen:
Allora, no. Nei pesci non esiste andro e menopausa, ricordando comunque che questi sono termini applicabili solo alla specie umana. Comunque la sterilità nei pesci è più un fenomeno fisiologico o patologico che collegato alla vecchiaia, almeno in termini assoluti. Faccio un esempio pratico così si capisce meglio. Riferendomi alla trota marmorata, la sua fecondità relativa (n.uova/Kg di peso corporeo) è di circa 1.500/2.000 uova /Kg. Un esemplare di 2 Kg ne produce quindi 3/4.000. A queto punto una femmina di 10 Kg (la specie ci arriva) dovrebbe produrre 15/20.000 uova totali (= fecondità assoluta= n.totale di uova prodotte). In realtà non è così. Il valore, pur ipotetico, è di circa 10.000 uova, forse meno. Questo sta a significare che la sua fecondità relativa (n.uova/Kg di peso corporeo) è inferiore a quella di un esemplare di 2 Kg. Ma non è finita. Anche la qualità delle uova è peggiore e molte di queste non saranno fecondabili, oltre a produrre una certa discendenza con tare genetiche. Spero di essermi spiegato. Nella fattispecie, nel caso della trota marmorata (mi riferisco a soggetti puri catturati nel fondovalle), i migliori riproduttori sono quelli di taglia compresa tra 1,5 Kg e 4 Kg ca. Da cui la possibile coesistenza di una misura minima e massima. La prima tutela la prima riproduzione, la seconda i migliori riproduttori, in grado di dare il maggior quantitativo di uova di migliore qualità. E dopo? Beh, non è detto che un animale di 10 Kg sia sterile. Anzi, ci sono casi comprovati di femmmine di questa taglia che sono state "spremute" in impianto. Ma è meglio evitare, proprio per le possibili tare genetiche nella discendenza.
Per quanto riguarda il luccio il parere espresso da luciano 85 è quanto mai condivisibile. Infatti si sta operando su vari fronti (studi di settore, convegni, forum, riviste ecc) al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica e gli amministratori verso una corretta gestione di questa specie ittica.
Federico Ielli

#9 Jfish

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Postato 22 February 2011 - 17:55 PM

A proposito, un appello agli Admin. Visto che questo è diventato un secondo lavoro per me, quando pensate di scucire un po' di sghei? :mrgreen:


Dai Federico di cosa ti "lamenti" - ti ho bonificato 10 €uro anche per Gennaio :löl.:

Fine O.T. Sorry :smile:
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#10 Federico Ielli

Federico Ielli

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Postato 22 February 2011 - 19:30 PM

Hai ragione Fabio, il fatto che altrove mi devo pure difendere dalle frecciatine........ :lachtot: E questo avrà pure un prezzo, o no? Anche per me fine OT
Federico Ielli

#11 Parcolaghi

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Postato 23 February 2011 - 01:20 AM

la questione della misura minima e massima, parliamo di salmonidi soprattutto, è stata oggetto di un ampio dibattito, come ben detto da Federico.
in sostanza, la tutela delle misure inferiori, è stata collegata soprattutto a ragioni etiche e di presunta produttività ( se tolgo i pesci piccoli, per di piu senza limite di catture, non troverò i grossi),quella delle superiori è stata connessa alla salvaguardia della efficacia riproduttiva di certe taglie.
A questo si deve aggiungere , oggi, una valutazione di tipo genetico forse più pregnante.
I grossi riproduttori, i più efficienti, quindi i pesci migliori, sono sempre in numero relativamente limitato.
Quindi, se regolarmente tolgo anche se inparte i pesci piu adattati, piu cresciuti, piu riproduttivi, e magari tutelo magri, storpi, nani ,debilitati, geneticamente peggiori, solo perchè non crescono, finisco per fare una selezione genetica alla rovescia.
Inoltre, se prelevo parte dei riproduttori migliori, produco una casuale deriva genetica, limito la biodiversità, creo un effetto collo di bottiglia che favorisce la scomparsa di una popolazione.
Per cui , pescare solo pesci medio piccoli, è sicuramente positivo ai fini della permanenza di una popolazione.
Fa riflettere il fatto che quando le misure erano molto inferiori.....................le trote erano molte di più.
Tutto questo in linea teorica.
In pratica, le cose funzionano molto diversamente.
Molto piu incide, infatti, la tecnica di pesca.
la misura minima, massima, media, è irrilevante se si pesca con esche naturali.
questo è il primo, grande equivoco.
se, secondo la letteratura più diffusa, perdo in questo modo il 40% dei pesci per mortalità connessa alle lesioni interne dovute all'esca inghiottita in profondità, e non vi è neppure un limite al numero degli accessi dei pescatori, in realtà con le misura non si tutela quasi nulla, i pesci, anche se non prelevati dal pescatore, finiranno per morire quasi tutti, la maggior parte per nulla.
l'esempio, soprattutto per certe specie più delicate, come i salmonidi, è ben chiaro.
Ma in fondo, lo è per quasi tutte le specie.
anche un persico reale di piccola taglia, preso con esche naturali, e rilasciato, è quasi sempre morto, o presto morirà.
Senza limitare la pesca con esche naturali a certe specie, la questione delle misure minime è pressochè irrilevante.
Anzi, secondo me, è meglio togliere del tutto la misura, ovviamente limitando il numero delle catture, con trattenimento obbligatorio del pesce allamato.
I pescatori cercheranno di trovare il modo di evitare la cattura dei piccoli pesci, in tal modo neanche ferendoli.
Se li cattureranno lo stesso, il danno è minore, perchè i piccoli pesci sono molti di più, sono più ingenui, è meglio raggiungere la quota con questi che con i pochi esemplari interessanti dal punto di vista riproduttivo e aggiungo, genetico.
Ma, ugualmente, in ogni caso i danni saranno molti, certo molto meno se si pesca con esche artificiali ( il problema degli ami singoli o meno, con ardiglione o meno, è un sottoproblema, incide di meno)
In verità, una gestione realmente razionale non si puo fare senza prevedere il numero massimo dei pesci prelevabili per zona di pesca, e il numero massimo di accessi per zona, perchè anche la pesca con rilascio, se praticata in modo intensivo, danneggia gravemente la fauna ittica.
Non essendo questo in pratica possibile nella maggior parte dei casi, ancor più con i regolamenti e la cultura primordiale e dilettantistica della pesca tuttora in essere, e la mancanza di controlli e gestioni qualificate, si dovrebbe ragionare sempre in modo pratico.
Dove ci sono popolazioni realmente equilibrate e autosufficenti,immettere nulla o qausi, pescare poco ( accessi o permessi limitati), e solo con rilascio e con esche artificiali.
Meglio sarebbe, non pescare per lunghi tratti per nulla.
Nel resto delle acque, e meglio in quelle piu scadenti, immettere senza problemi, limitare solo il numero dei pesci catturabili, smettere di illudersi e capire che in un contenitore di pesci si prenderanno ( in parte) i pesci immessi nel contenitore, piccoli se messi piccoli ( che ben difficilmente cresceranno) grossi se immessi di buona dimensione, ed in proporzione , ovviamente, alla immissione.
Salvo il fatto che la natura dà sempre qualche piacevole sorpresa, per quanti danni si facciano, ha risorse incredibili, ed allora, qualche bel pesce vero, per caso, si può prendere sempre.
Ma stare a discutere di un centimetro in piu o meno, senza valutare l'impatto complessivo della attività di pesca in tutte le sue variabili, è solo tempo perso.
ex utente Lacustre

#12 GioSarca

GioSarca

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Postato 23 February 2011 - 09:18 AM

Sono anch'io favorevole alla tutela dei riproduttori più grossi di alcune specie. Parlo per la trota perche è la specie di cui ho una certa esperienza.

Sono pienamente in accordo con Federico J. quando dice che la sterilità è legata a fattori fisiologici/patologici e non all'età del pesce, almeno per la marmorata. Questa in foto è la più grossa che abbiamo mai preso durante una campagna ittica, è del 2003 ed era 86 cm, direi la taglia massima per la Sarca, è evidente che era feconda e che le uova erano di ottima qualità e dimensione.

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Non ho mai collegato la mancanza di uova alla taglia del pesce. E'invece corretto dire che la fecondità media, relativamente al peso, diminuisce con l'aumentare della taglia. Arriva un certo momento, variabile da soggetto a soggetto (3,4,5 kg o più) in cui la trota comincia a mettere su "carne" a scapito del numero di uova prodotto, che resta in assoluto comunque molto elevato. Peraltro, la predisposizione genetica a mettere su carne al posto di produrre uova in modo anticipato, prima che il pesce abbia raggiunto una taglia davvero elevata, ritengo sia un carattere legato all'introgressione di soggetti di pescicoltura dove non viene selezionato il pesce per produrre tante uova ma per mettere su tanta carne, cosa contraria a quanto avviene in natura.
Spesso inoltre la sterilità non è permanente ma temporanea. Faccio un altro esempio, due anni fa abbiamo preso delle fario di torrente per riprodurle ed erano tutte feconde, erano fario dai 20 ai 35 cm, ne abbiamo tenute circa 30 in allevamento, con acqua di sorgente, nell'intento di spremerle nuovamente quest'autunno ed alimentate anche con pesce foraggio. Quando le abbiamo riprese dalla vasca di allevamento per "fare" le uova, con amara sorpresa, abbiamo visto che la forma fisica era buona ma le condizioni d'allevamento hanno portato a sterilità (temporanea) le trote e solo 3 esemplari, su 15 femmine circa, hanno prodotto uova, peraltro di pessima qualità, sono sicuro che reimmettendole nel loro ambiente riprenderanno la naturale produzione di uova. Se un pesce, per qualsiasi motivo, ha "problemi" può anche saltare una stagione riproduttiva per poi portare normalmente a maturazione le uova la stagione successiva se cessa la causa di stress.

Per lacustre avrei da fare due osservazioni, pur eseenso d'accordo su molte cose:
La prima che la mortalità del 40% delle trote liberate da chi pesca con esca naturale non è un dato a mio parere vero, un buon tocchista non fa molti più danni di un pescatore a spinning, potrà morire il 2-5% del pesce rilasciato se opera correttamente, solo un esordiente non istruito causa il 40% delle morti tra il pesce rilasciato, ma un esordiente di pesci ne cattura ben pochi. L'amo anche con esca naturale pescando al tocco in fiume, se la ferrata è pronta, resta sul labbro. La mangiata delle piccole gli esperti la riconoscono subito e tolgono prima che ingoi.
Non sono inoltre d'accordo sul fatto che la taglia minima bassa con trattenimento obbligatorio favorisce una popolazione più numerosa, subentrano fattori anche di carattere sociale e comportamentale dei pescatori stessi che impediscono di fatto la regola: prendi il numero legale di pesci, che tu li vglia tenere o no non importa, te ne devi andare a casa. I pesci in passato erano di più perchè l'habitat era più integro.

Questo post è stato modificato da GioSarca: 23 February 2011 - 17:14 PM


#13 lcipo76

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Postato 23 February 2011 - 12:00 PM

per la pesca con esche naturali e' fatto d' obbligo
tagliare l' amo in prossimita' del labbro
e non provare a toglierlo rischiando di danneggiare il pesce
e' dimostrato che il pesce sopravvive e con il tempo l' amo viene espulso

le misure minime servono e quello che dice lacustre a mio avviso e' un po folle , togliere le misure, obbligare a trattenere
tutto fino al limite :-?
se cosi' fosse si rischia di iniziare a pescare
alle 5.30 e alle 6.30 gia' aver concluso e magari aver catturato
la quota stabilita' formata da esemplari magari di 12 - 15 cm
non avrebbe piu' senso la pesca
a sto punto meglio proibire la pesca con esche naturali

Questo post è stato modificato da lcipo76: 23 February 2011 - 12:00 PM


#14 maggio77

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Postato 23 February 2011 - 14:57 PM

Vi faccio una domanda, l'anno scorso ho catturato una fario (sicuramente seminata da avannotto) di 34 cm (qundi di almeno 4/5 anni) ... in un riale appenninico in mezzo alla boscaglia ... dove la media è 16/20 cm ... è stata la cattura record del 2010 (in acque libere e di quella portata).

Il rio è formato da pozze con numerose trote dentro ognuna ... l'ho liberata ma il mio socio mi ha detto di aver fatto male, che dove ne porti via una grande permetti ad altre di crescere ..., che la grande mangia le piccole ... chi ha ragione ?
... alla fine tutte le cose si fondono in una sola, e il fiume la attraversa ...

#15 GioSarca

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Postato 23 February 2011 - 17:11 PM

Si è vero la grande mangia le piccole ma, una popolazione selvatica, per essere sana deve avere tutte le taglie non solo le piccole.
Se ci sono tutte le taglie, oltre ad essere favorita la riproduzione naturale, è più efficace l'utilizzo della risorsa trofica (ogni taglia mangia "cose" un pò diverse in momenti diversi) e la biomassa totale(quantità di pesce) risulta essere più alta.

Ho notato che nella buca dove c'è una grossa di solito scarseggia la taglia di cui si ciba quella grossa ma le altre taglie di pesce sono favorite perchè a loro volta meno predate.

Se ritenevi che valesse la pena liberare quel pesce sicuramente ai fini della popolazione di trota nel torrente non hai fatto danno.
ciao

#16 Terrile

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Postato 23 February 2011 - 18:58 PM

Le considerazioni e proposte di Lacustre non mi sembrano così dissennate, effettivamente un limite di catture farebbe propendere per la ricerca di trote di taglie maggiori (come già lui sottolinea), lanciando artificiali di dimensioni difficilmente attaccabili da trotelle di 12/18 cm, è anche vero che, chi come me rilascia tutto il pescato sempre e comunque, vedersi obbligare a trattenere solo che 5 esemplari di trota, di cui uno magari di rara bellezza, probabilmente smetterebbe di andare a pesca, mentre chi non si cura già oggi delle regole, non penso lo farà domani se la forza controlli rimane questa.
Mi rendo conto che la questione è molto più intricata di quello che può sembrare...

#17 maggio77

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Postato 23 February 2011 - 20:37 PM

Se ritenevi che valesse la pena liberare quel pesce sicuramente ai fini della popolazione di trota nel torrente non hai fatto danno.
ciao


A dire il vero l'ho rilasciata perchè quel giorno mi andava così ... :rolleyes:

Nei miei rianetti ci sono varie taglie di trote, spesso vado e rilascio tutto ... a volte ne porto a casa 1-2 per cibarmente, ma solo oltre i 25 cm ... non faccio uscite consecutive nello stesso tratto ... questo sono le regole che mi sono "imposto", anche perchè è dura trovare la perfezione !!! ...
... alla fine tutte le cose si fondono in una sola, e il fiume la attraversa ...

#18 Parcolaghi

Parcolaghi

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Postato 24 February 2011 - 04:08 AM

un po in tutte le osservazioni di quanti sono intervenuti, vi è qualcosa di vero, rispetto alla mia proposta un po provocatoria di togliere le misure minime, esperienza che pure è stata già proposta ed in qualche caso pure adottata.
Il senso della mia proposta era ed è quello di evidenziare in termini problematici come lo strumento della misura minima, e quello ancora più sofisticato della misura minima e massima, di per se non sono idonei a ottenere l'obiettivo di protezione che ci si pone da soli, se non congiunti ad altri limiti.
Il primo è sicuramente quello dell'uso delle sole esche artificiali.
e' vero che il taglio della lenza diminuisce di non poco la percentuale più condivisa negli studi fatti su questo tema, soprattutto in varie riserve nord americane, del 40%.
si parla, in tale caso, di percentuali significativamente inferiori, circa il 10 per cento, ma comunque rilevanti.
e' altrettanto vero che l' abilità del pescatore incide in misura rilevantissima, io stesso ho visto notissimi garisti pescare con una prontezza di ferrata ed attenzione per i pesci da far invidia al più attento moschista.
Sono tutte considerazioni non giuste, ma giustissime, e ringrazio chi le ha formulate contribuendo ad approfondire il tema.
in ogni modo, con le esche naturali, la possibilità di limitare i danni, nel caso del pescatore medio, pur con il taglio della lenza, è inferiore a quella che si ha con l'uso di esche artificiali, senza stare a fare quantificazioni percentuali che troppe variabili rendono sempre abbastanza relative.
Pertanto, ove le possibilità di riproduzione sono reali, il mio pensiero è che ad un meccanismo raffinato quale quello della misura massima, oltre alla minima, al quale aggiungerei pure quello dell'amo singolo senza ardiglione, altro tema su cui ben sappiamo tutti che si potrebbe discutere a lungo.
per cui, se si pesca ad esche artificiali, anche la sola misura minima certo ha più senso.
Se si pesca con esche naturali, io limiterei tale forma di pesca in zone dove si va da incidere su pesci di immissione, il rischio di aumentare il danno su riproduttori sempre più rari per me è da non correre.
E, dove si pesca su pesci immessi, ed i pesci vanno immessi preferibilmente ove non vanno a danneggiare popolazioni selvatiche e riproduttive, allora, tanto vale in tali zone prelevare quello che si cattura, entro il limite numerico, senza dare troppa importanza alla misura minima, perché eventuali pesci rilasciati, su un verme, se non è oggi, sarà domani, ma alla lunga finiscono in alta percentuale per lasciarci comunque le penne, pardon le pinne, per cui è inutile fare ipocrisie con regolamenti che giudico, appunto, solo....ipocriti.
e questo, anche, al fine di dettare regole semplici, più sono semplici, meglio è, dove si vuol fare della vera tutela meglio non pescare, dove si vuol fare una decente tutela si pesca con le esche artificiali, e dove è poco da tutelare, dal punto di vista biologico, ma si vuol immettere per prelevare, tanto vale prelevare, e se un pesce arriva dalla vasca con qualche centimetro in meno, prelevarlo lo stesso non cambia le cose di molto.
Anzi, meglio prelevare quello, che rilasciarlo forse ferito e destinato alla morte lo stesso, e ucciderne poi uno in più con il pretesto del rilascio del precedente perché sottomisero.
Osservazione: io rilascio tutto comunque, come faccio? o peschi con esche artificiali, oppure, se peschi con il naturale, se rilasciando tutto invece peschi decine di pesci, con le esche naturali, li rilasci, e poi ne muoiono dal 10 al 40 per cento, era meglio fare la quota e finire prima, per i pesci, ovviamente.
Lo stesso vale per chi dice ma così pesco solo una ora.
Pesca con le esche artificiali.
Oppure sta alla tua abilità fare in modo di non catturare con il naturale i pesci piccoli, in fondo tutti noi abbiamo codici etici individuali che valgono molto di più di ogni regola, e di questo ne sono convintissimo.
nessuna regola vale come il buon senso del pescatore, questo è sicuro.
Quando pescavo trote con il naturale, usavo solo grossi pesci morti.
E una esca micidiale ovunque, e le trote piccole sono quasi sempre riuscito a non prenderle, proprio per il tipo di esca usata.
ma se uno va a trote con una camola ed un amo del 20, secondo me se va a casa dopo una ora, è meglio per tutti, pesci e pescatori.
ma mi vorrete perdonare, perché queste comunque sono e rimangono personalissime e discutibilissime idee, proprio perché le variabili oggettive e soggettive sono moltissime.
Peraltro, devo dire, dopo dieci anni di gestione di acque con regolamento ad esche artificiali e rilascio, con notevole pressione di pesca, i miei dati rilevati sul campo relativi alla mortalità sono entusiasmanti, veramente la mortalità è minima,, quasi inesistente, e spesso legata a fattori contingenti quali impropria manipolazione del pesce, lancio sulle rive dopo la cattura, e, soprattutto, maldestri tentativi fotografici con pesci di vari chili bagnati e guizzanti, issati ad altezza del petto per le foto, ed almeno la metà delle volte destinati a cadere da un metro e mezzo di altezza, in modo che non solo un pesce, ma anche una tartaruga, si farebbe male.
ex utente Lacustre

#19 Federico Ielli

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Postato 24 February 2011 - 11:16 AM

In effetti si sono dette tante verità. I dubbi e le divergenze che scaturiscono da questo interessante Post derivano dal fatto che tutti, più o meno, riportando l'esperienza personale, tendiamo a difendere la nostra tecnica di pesca. Nulla di più sbagliato. Occorre ricordare, una volta di più (ma lacustre lo ha già inserito varie volte tra le righe), che la pesca, comunque la si eserciti, costituisce sempre una forma d'impatto sull'ambiente acquatico e le comunità ittiche residenti. Il pescatore, ricordiamolo, si diverte, il pesce per niente. L'uomo è il super-predatore, che regola alla fine gli equilibri, con potere di lasciar vivere o uccidere il pesce, liberandolo (come e con quali risultati?) o portandoselo a casa. Tralasciando per ora l'aspetto etico-comportamentale, per il quale ci sarebbe molto da dire, sono pienamente d'accordo su quanto sostiene Stefano Tinarelli, almeno per quello che riguarda il discorso mortalità da rilascio (in senso lato) e misure di tutela. In pratica, la misura minima ha poco o nullo significato in un ambiente "pronta pesca", dove la riproduzione naturale è assente (o quasi) e la comunità ittica (salmonicola) vive in funzione dei ripopolamenti con trote adulte. In tal caso, non solo è lecito ciò che sostiene "Lacustre", cioè una eventuale "quota" indipendente dalla taglia, ma ha senso anche un differente approccio gestionale temporale di pesca: quindi date di apertura e chiusura diversificate rispetto alle zone di pregio. Diverso è il discorso relativo alle zone di tutela, dove esistono popolazioni naturali autoctone o rinselvatichite di salmonidi. In tal caso avrebbe un senso logico la coesistenza di una misura minima e massima, ma solo con l'impiego delle esche artificiali. Questo perchè, pur essendo vero, come sostiene GiòSarca, che molto dipende dall'esperienza personale e che ci sono "tocchisti" che ben sanno quando ferrare per evitare fenomeni di mortalità da "ingoio", tuttavia ci si riferisce a percentuali medie di mortalità differita da rilascio che, per l'esca naturale sono statisticamente superiori a quelle dovute alle esche artificiali. Anche per quello che concerne ami singoli o ancorette ci sarebbe molto da dire (non c'è effettivamente grande differenza, a parte per i piccoli esemplari), ma non è questa la sede opportuna di trattare l'argomento. In ambienti particolari, la tutela potrebbe essere sinanco totale, quindi con divieto assoluto di pesca, magari a rotazione di alcuni anni. Per certe specie a rischio (come nel caso della trota marmorata) si potrebbe operare nell'ottica di un "No Kill" totale (sempre solo con esche artificiali), ma a questo punto subentrerebbe il problema degli ibridi, che dovrebbero essere trattenuti per non vanificare la tutela genetica della specie.......Insomma, c'è da lavorarci parecchio su.
PS: perfettamente logica l'osservazione di Giò Sarca sull'infertilità momentanea. Esistono studi di settore che sottolineano la possibilità che alcuni esemplari, sottoposti a stress (cattura mediante elettropesca in prossimità del periodo riproduttivo, stress da trasporto, maneggiamento incauto ecc.,), saltino uno o più cicli riproduttivi pur essendo in età feconda. Ecco perchè, è bene sottolinearlo, è da evitare nel modo più assoluto la pesca e la cattura di riproduttori di luccio e di trota marmorata in periodo di chiusura. Tale prassi, che pare purtroppo di moda osservando le foto che compaiono su vari Forum, non solo è perseguibile per legge, ma va ad inficiare le potenzialità riproduttive soprattutto dei grossi esemplari, sia per lo stress da cattura, che per gli eventuali successivi maneggiamenti e foto di rito.....Purtroppo, e questa è l'altra faccia del "catch & release, abbiamo creato dei mostri :???:
Federico Ielli

#20 Parcolaghi

Parcolaghi

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Postato 24 February 2011 - 14:23 PM

caro Federico,
aspettavo con interesse il tuo intervento , e sono contento di leggere che su tante cose la pensiamo in modo molti simile.
Hai perfettamente ragione anche sul punto, che non avevo toccato, dei periodi di chiusura, altra ipocrisia in aree dove la riproduzione non esiste o non è significativa.
Bisognerebbe essere meno ipocriti, anche con pescatori, per di più allungare i periodi di pesca e concentrare la immissione con i pesci adulti nelle zone di minor pregio ( che però a volte sono più interessanti per la pesca per la maggiore portata dei corsi di acqua ed accessibilità) vorrebbe dire scaricare la pressione sulle zone più pregiate, in termini sia di presenze che di catture.
Sarebbe bello ed interessante che le associazioni dei pescatori si facessero promotrici di iniziative in questo senso, e forse oggi potrebbero essere largamente accolte.
Io la vedo così.
almeno per un certo periodo, nelle zone a vocazione salmonicola ottimale, non pescare e non immettere, vedere che succede, e valutare quali aree magari degradare e ripopolare.
in quelle intermedie, pescare solo no kilt e con esche artificiale, e ripopolare in modo limitato e molto qualitativo e meditato, solo se indispensabile.
In quelle meno qualitative sotto il profilo della presenza di popolazioni selvatiche e riproduttive, dilatare il periodo di pesca, concentrare l'immissione di pesci adulti, consentire l'uso anche di esche naturali, mantenere il solo limite del numero di catture, ed eliminare o ridurre moltissimo la misura minima.
dico ridurre moltissimo e non eliminare come logico solo perché, forse, bisogna sempre prevedere che il buon senso non è universalmente diffuso, e che un avannotto non va pescato mai, e che bisogna anche con le esche naturali usare ami ed esche che non consentano per definizione la pesca di pesciolini piccolissimi.
Per ben due volte, facendo parte della commissione che ha redatto le due leggi regionali dell'Emilia Romagna, ho dato vita alla più fiera opposizione alla eliminazione della misura minima dell'amo nelle zone da salmonidi.
Non ci sono riuscito, ha prevalso l'esigenza di tutelare il sacro "diritto" a prelevare anche i vaironi, e di non privarsi, di conseguenza, del piacere di sentire la vibrazione di un avannotto di trota appeso all'amo ( tanto poi si rilascia, e quello che succede non si vede)ed allora, a chi difende tali "diritti", tanto vale lasciar prelevare di tutto , lasciar pescare giorno e notte e con pasture, bigattini e quant'altro, con ami di ogni tipo, ripopolare con ciccia in abbondanza, l'importante è circoscrivere in zone scelte razionalmente l'attività di prelievo (saccheggio) a tutti i costi , e soprattutto limitare a quelle la presenza dei pescatori (!?) che di questo hanno bisogno.
ciao, grazie.
ex utente Lacustre


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