Ho deciso di scrivere questo articolo poiché reputo l’argomento interessante e, in particolar modo, utile a tutti coloro che vogliono comperare un natante usato. L’acquisto di un usato, infatti, non è solo una questione di risparmio ma, cosa importantissima, riguarda il problema della sicurezza fisica.
E’ vero, le barche e i motori nuovi costano molto e non tutti possono permettersi la spesa.
Non resta, allora, che rivolgersi all’usato, ma come fare? Come stabilire se ciò che viene offerto è un affare? Come verificare se il natante in esame è sicuro? E poi come orientarsi in un mare di offerte? Come stabilire l’effettivo rapporto prezzo-qualità?
Tante domande, tante variabili che non tutti sanno valutare con attenzione e competenza rischiando, così, di buttar via denaro oltre a mettersi in condizioni di rischio.
Vi voglio dare, pertanto, alcuni consigli dettati da anni di esperienze e, talvolta, di errori commessi.
Prima di tutto bisogna tener presente alcune considerazioni tanto logiche quanto fondamentali, relative la sicurezza. Una barca, o un gommone, non sono come una automobile. Se qualcosa non dovesse funzionare, non ci troveremmo su di una strada ma in acqua! Se un’auto si guasta, basta accostare e andare a piedi. Ma se è una imbarcazione a tradirci, magari in mare aperto, l’unica alternativa è attendere o nuotare!
Quanto ho detto sembrerebbe scontato ma sapeste quante volte ho visto dei vecchi “gusci di noce” sovraccarichi navigare in condizioni pericolose.
Quando si naviga non è l’uomo che decide le regole ma l’ambiente naturale, mare, lago o fiume che sia. A noi non resta che predisporre tutto nel modo migliore e, poi, assecondare gli eventi naturali a nostro vantaggio.
Un esempio fra tanti: E’ l’alba, il mare è piatto, non c’è vento e noi, magari in tanti e pieni di materiale da pesca, sul nostro gommone di quattro metri o sulla nostra barchetta a sfrecciare verso il largo in cerca di prede. Tutto è perfetto, il sole è tiepido, la barca vola verso l’orizzonte e, in poche decine di minuti, siamo a 4-5 miglia dalla costa con le canne in acqua.
Le ore passano, le catture si susseguono e, poi, nel primo pomeriggio, verso le 16, notiamo una nuvoletta all’orizzonte, una piccola e graziosa nuvola e contemporaneamente l’aria non è più limpida come prima. Non c’è foschia, l’aria è solo meno tersa di prima, i colori sono solo un po’ più lividi e notiamo una impercettibile brezza che provoca piccolissime onde sul pelo dell’acqua, cose da nulla! Ondine da 5-10 cm.! Cosa vuoi che sia?!.Dai peschiamo, adesso si sta da xxx, anche meglio di prima! poi, in dieci minuti, tutto cambia. La brezza diviene vento, le ondine si trasformano in ondone, l’aria non è più fresca ma fredda.
Il vento ci soffia in faccia provenendo da terra e, così, anche le onde si formano dalla stessa direzione riempiendoci di spruzzi freddi. E’ la bora!
Non c’è da preoccuparci, diciamo. All’andata ci abbiamo messo una mezz’ora per arrivare e, pensiamo, in poco tempo saremo a riva, al sicuro. Che illusione!
In queste condizioni non si può planare, ogni onda va letteralmente “scalata”, il tempo rallenta e ci accorgiamo che la riva non si avvicina. Alla fine, tutti bagnati e infreddoliti, arriviamo a terra. La mezz’ora di navigazione dell’andata si è allungata in modo impensabile. Per tornare abbiamo impiegato tre ore e, per fortuna, è andato tutto bene!
Il motore ha sempre funzionato e la barca, anche se piena d’acqua, ha galleggiato sino a terra.
Attenti ragazzi, questo non è un racconto di fantasia!
Partendo dalle coste dalmate in Jugoslavia, una cosa del genere è quasi all’ordine del giorno.
Che insegnamenti trarne?
1) La barca deve essere sempre proporzionata al carico di persone e cose che vogliamo imbarcare.
2) Il motore deve essere della potenza idonea e dico mai, propri o mai, ci deve tradire! Senza motore una situazione critica di pericolo può divenire un dramma e, badate, non esagero!
Cercando l’usato, quindi, il risparmio va bene ma la sicurezza è sempre condizione leader. Approfondiamo ora, con ordine, l’argomento.
1) Una piccola barca o un piccolo gommone, dotato di piccolo motore, non planante è idoneo ad un uso in fiume e, se in lago grande o in mare, ad una distanza mai superiore ai 50-100 metri dalla riva.
2) Una barca o un gommone da 4-5 metri di lunghezza, planante, deve essere dotato di un motore idoneo ad una gestione a pieno carico e, meglio, se sovradimensionato, se cioè ci sono cavalli in più di quelli che servono in condizioni ambientali normali.
Consideriamo, innanzi tutto, il motore. Che sia piccolo che sia grande deve funzionare perfettamente. L’unico sistema sicuro per avere una relativa certezza del buono stato del motore in esame è quello di provarlo in acqua, con barca a pieno carico, per un periodo consecutivo di almeno 30-40 minuti. Se è freddo, il motore deve partire subito, al massimo dopo 3-4 strattoni della cordicella. Se caldo, deve mettersi in moto al primo strattone della corda d’avvio.
Aperta la calandra, il motore deve apparire pulito, ben tenuto, privo di ruggine e di incrostazioni. Le guarnizioni delle varie componenti devono essere in buono stato, di un colore chiaro e di giusto spessore. La vaschetta del carburatore deve essere pulita e priva di sedimenti.
Tutti gli snodi devono essere lubrificati con un bel grasso fresco e pulito.
Il gambo e il piede devono risultare integri e in perfette condizioni.
Ricordatevi che tutti i particolari devono dare una visione equilibrata. Se tutto il motore denota un certo stato d’uso e solo il gambo pare nuovo, dubitate subito! Può accadere che sia effettivamente stato sostituito da poco ma, succede spesso, può essere stato verniciato di fresco perché, per una cattiva gestione dell’anodo di zinco a perdere, si era forato. E, così, via con stucco e spray a nascondere la magagna!
Due controlli ulteriori (si fanno in dieci minuti) sono, per me, d’obbligo:
a) la prova di compressione dei cilindri;

Per fare la prima basta smontare le candele e, poi, applicato l’apposito attrezzo, tirare 2-3 volte la corda e leggere i valori.
Per vedere il girante basta svitare 3-4 bulloni e il piede del motore ti cade in mano.
Se chi vende non vuole fare le due prove, dubitate!
Pensiamo ora a come valutare il giusto prezzo d’acquisto. Di regola conta sempre l’anno di immatricolazione. State attenti, però, che l’età di un motore non è spesso giustamente indicativa dello stato d’uso.
In commercio ci sono motori recenti, anche recentissimi, tenuti e usati male e, quindi, poco affidabili. Ci sono, peraltro, motori più vecchi ma tenuti e usati benissimo.
Alcuni dei miei motori, per esempio, hanno 10 anni di vita ma sfido chiunque a trovare un qualsiasi difetto!
E’ chiaro, se dovessi venderli, vorrei di più di quello che dicono le quotazioni ufficiali, ma chi dovesse acquistarli avrebbe motori perfetti e più che affidabili.
Comperando un motore usato, quindi, non considerate tanto il prezzo ma lo stato d’uso. Non pensate che un motore di un anno di vita sia certamente buono ne tantomeno che uno di 10 anni sia necessariamente da buttare via.
Prima di dotarsi di un motore, inoltre, è importante stabilire quale uso ne faremo e su quale imbarcazione andrà installato.
Se si è certi di non voler mai percorrere distanze notevoli e di non aver bisogno di “correre veloci”, è bene dotarsi di un buon motore di piccola potenza ma che, nella sua categoria, abbia una cilindrata superore ad altri.
La cilindrata maggiore, a parità di cavalli erogati, è sinonimo di maggiore robustezza complessiva e di superiore resistenza a sforzi prolungati.
Un motore, poi, “non tirato per il collo” consuma meno ed è più economico da gestire.
Quando, invece, vogliamo poter andare veloci e percorrere lunghe distanze, spesso a pieno carico, è opportuno possedere un motore con una potenza maggiore a quella richiesta in condizioni d’uso normali.
Per stabilire l’effettivo bilanciamento barca-motore bisogna conoscere insieme sia il tipo di motore che il natante ove sarà sistemato.
A parità di lunghezza, esiste, infatti, una proporzione vincolate. Le barche con carene semipiatta richiedono meno potenza di spinta. Quelle con carena accentuata, tengono meglio le onde ma “mangiano più cavalli”.
Riassunto, quindi, prima dell’acquisto:
a) stabilire cosa vogliamo fare

c) quali carichi dovrà trainare
d) quale è il suo consumo a piena velocità e a pieno carico
e) la facilità o meno di reperire i pezzi di ricambio
f) la distribuzione sul territorio dei punti di assistenza.
Caramente Francesco Venier
www.francescovenier.it