SAVONA - Pesca vietata sul lago di Osiglia
01 novembre 2008| ALBERTO PARODI
Decisione a sorpresa della Provincia d’accordo con la Federazione: stop alla pesca sul lago di Osiglia. Una tegola per molti appassionati che aspettavano l’autunno per praticare lo sport preferito. Pesca vietata per favorire il ripopolamento del lago da domani fino a febbraio. Multe ai trasgressori
Divieto di pesca da domani al tramonto sino a febbraio nella riserva turistica della diga del lago di Osiglia per "ripopolamento" dei pesci e salvaguardia di quelli esistenti. Un drastico provvedimento adottato da associazioni sportive ed enti locali, per dare il tempo alla fauna lacustre di riprodursi. Soprattutto trote "fario", storioni, carpe, tinche e "salmerini" in generale. La decisione è stata presa ad inizio settimana dalla Provincia (assessore Carlo Scrivano) insieme al comitato di gestione della riserva, presieduto da Angelo Navoni, ex sindaco di Osiglia, e resa nota tramite volantini affissi nelle vie dei principali comuni confinanti oltre che lungo le rive del lago. Chiusura totale della pesca motivata con "il fine di consentire la salvaguardia delle specie ittiche presenti nel lago e attualmente in fase riproduttiva" si legge nel volantino. La decisione di chiudere è stata presa congiuntamente dagli enti che fanno parte del comitato di gestione, dalle associazioni sportive come Arci Pesca, Fips, federazione italiana pesca sportiva, e Enal- Pesca, all'amministrazione comunale, alla Comunità Montana "Alta Valbormida", alla Pro Loco, sino alla Tirreno Power che gestisce direttamente il bacino idroelettrico che ha un bacino di capienza complessiva di circa 11 milioni di metri cubi.
"Abbiamo ritardato la decisione di chiudere rispetto ad altre riserve che hanno già chiuso i battenti ad ottobre, per sfruttare la bassissima stagione agonistica dei pescatori sportivi in Valbormida- spiega l'assessore provinciale alla pesca Carlo Scrivano- per poter programmare con calma la stagione della semina dei pesci".
Ad aver fatto pressione, da settimane, per il drastico provvedimento sono stati soprattutto i responsabili provinciali della Fips che hanno segnalato alle autorità competenti il "problema delle trote della famiglia dei "salmerini" abituati per loro natura a risalire i corsi dei fiumi e ruscelli come i salmonidi. E così- spiega Paolo Ghiso presidente provinciale pro tempore della Fips, la federazione dei pesca sportivi- abbiamo chiesto agli enti locali di chiudere per proteggere le trote che ormai si erano raggruppate tutte all'altezza dell'imbarcadero per risalire il ruscello. Pescare adesso sarebbe stata una carneficina". E così la Fips ha chiesto agli enti locali di chiudere. Un provvedimento inusuale rispetto agli anni scorsi, visto che in passato nella stagione autunnale, nonostante la chiusura della stagione di pesca, venivano lasciate in attività le riserve turistiche come quella di Osiglia. "Adesso non è stato più possibile vista la risalita delle trote" spiega Ghiso che già da settimane aveva chiesto agli enti locali del comitato di gestione di chiudere la riserva di pesca.
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