Non si tratta solo di complicare le cose, è anche una questione di principio: se uno paga una quota annua non è giusto che il prezzo rimanga tale anche se la tessera viene fatta nel corso dell'anno.
Purtroppo sono costretto a pagare la FIPSAS perchè nella mia zona hanno un sacco di acque in gestione (che poi in realtà nel 99% dei casi non gestiscono realmente) ma è un'ente che davvero non sopporto e di cui onestamente non vedo l'utilità per i pescatori che non fanno gare (cioè la stragrande maggioranza).
consentimi di dissentire quando parli di inutilità della fipsas: riconosco che
è stata e viene data molta rilevanza al mondo agonistico, tuttavia conoscendo l'ambiente federale, anche a livello nazionale, si scopre un mondo seminascosto di cui nessuno parla. Attualmente si sta facendo molto per l'ambiente anche se non mancano le difficoltà e comunque la FIPSAS è stata riconosciuta a livello nazionale come Associazione di Protezione Ambientale.
Non discuto le intenzioni, l'impegno di qualcuno e anche, se vogliamo, alcuni risultati positivi, comunque molto circoscritti (vedi Peschiera ad esempio), ma non sono assolutamente d'accordo sul dover pagare una tessera per pescare in ambienti che non hanno nulla di diverso dalla cosiddette acque libere, per sovvenzionare il mondo agonistico anche a suon di semine con breme, carassi, gardon & compagnia cantante.
Ti posso fare decine di esempi di canali tabellati fipsas dove non viene fatta alcuna semina mirata di materiale autoctono, non viene svolta nessuna vigilanza specifica sui pescatori ne tantomeno sulla qualità dell'acqua e dell'ambiente: per cosa pago?
In altri fiumi e canali, dove ogni tanto svolgono gare di pesca, soprattutto quelli gestiti da piccole società locali, non si riesce più a pescare pesce decente (che prima c'era) per la quantità di pesci da gara, in primis breme, seminati anche con i miei soldi, in barba ai regolamenti sugli alloctoni e in barba, a mio avviso, anche al più elementare buonsenso.
Preso atto che l'agonismo è una realtà del mondo della pesca, è giusto che vengono trovati dei campi gara idonei e che questi vengano gestiti da una federazione ad hoc. Gestiti veramente però, con tanto di statuto e calendario delle semine, con la possibilità di controllare cosa viene immesso in queste acque e seguendo regole da "carta ittica", vale a dire escludendo gli alloctoni e puntando sui pesci di casa nostra. Allora, chi vuole pescare in queste acque, agonista o meno, è giusto che paghi.
La realtà invece è ben diversa, la stragrande maggioranza della acque FIPSAS (ti parlo in particolare di province che conosco bene, come Verona e Mantova) sono lasciate a se stesse, non hanno nulla di diverso dalle acque libere se non che devi farti una tessera per pescarci. In questo caso dove vanno a finire i nostri soldi? Che ritorno abbiamo in termini di ambiente e catture?
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