CANALBIANCO
Pesci morti a Baricetta
Allarme inquinamento
Ignoti avrebbero versato sostanze tossiche nell'acqua, provocando un grave danno ambientale e la morte di tutti i pesci nell'emissario Boniolo, a Baricetta. I campioni analizzati dai tecnici Arpav
Moria pesci Rovigo, 28 maggio 2008 - Allarme per la moria di centinaia di pesci di ogni dimensione, fra i quali anche alcuni grandi siluri, rilevata nello scolo ‘Emissario Boniolo’ nei pressi dell’idrovora Canton Basso di Baricetta.
L’ipotesi più accreditata, confermata anche dall’assessore comunale all’Ambiente che ha relazionato in consiglio comunale, è che la moria di una quantità così ingente di pesce sia dovuta allo sversamento da parte di ignoti, difficilmente rintracciabili, di materiale tossico derivante magari dal lavaggio di qualche cisterna. Forse qualcuno nei giorni scorsi, approfittando delle piogge abbondanti, ha versato nel corso d’acqua sostanze tossico nocive o fertilizzanti usati in agricoltura che sono stati letali per i pesci.
Non appena ricevuta notizia, l’assessore Ferro ha messo in atto le necessarie procedure previste in questi casi e ieri mattina si è svolto in Comune un incontro. Si è appreso che la bonifica dell’area interessata sarà svolta da Polaris, mentre con apposita ordinanza sindacale verranno vietate la pesca e l’irrigazione con l’acqua del Boniolo, in attesa dell’esito delle analisi. Ci sono volute circa tre ore lunedì sera prima che i tecnici del consorzio di bonifica Polesine Adige Canalbianco, dopo essere stati avvisati della presenza dei pesci morti, disattivassero verso mezzanotte le apparecchiature di sollevamento dell’idrovora, per cui molte carcasse erano state nel frattempo tritate.
Sul posto di questo disastro ambientale si sono radunati molti cittadini, lo stesso assessore Ferro ed il consigliere comunale del gruppo civico ’15 Aprile 2005’ Lanfranco Milani. Del fenomeno sono già stati avvertiti l’Arpav e l’Azienda Ulss 19. Ieri intanto sono stati eseguiti i primi prelievi di campioni di acqua e di pesci, per accertare le cause della loro morte. Nei dintorni dello specchio d’acqua interessato, anche per il notevole aumento della temperatura che accelera il processo di decomposizione dei pesci morti, si avvertiva una puzza insopportabile per cui sono iniziate anche le proteste dei residenti.
Il servizio veterinario dell’Azienda Ulss 19 è intervenuto sul luogo assieme all’Istituto zooprofilattico di Adria. L’esame degli esperti sul pesce, in prevalenza siluri, carpe e luccioperca, esclude come causa di morte la presenza di malattie infettive e parassitarie, dando come possibile causa l’avvelenamento da idrocarburi o sostanze analoghe. Campioni di acqua e di materiale in sospensione sono stati prelevati dall’Arpav di Rovigo per accertare la presenza di sostanze inquinanti.
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