Jump to content

RADUNO 2021! Finalmente! Oasi Olimpia - Cassano d'Adda!

PescaNetwork.it il sito di riferimento sulla Pesca Sportiva. Tutte le informazioni su: Tecniche, Itinerari, Attrezzature, Documenti e News sulla Pesca. - - -

Foto

dal flipping al jigging


  • Please log in to reply
3 risposte a questo topic

#1 smumo

smumo

    Utente registrato

  • Utenti registrati
  • PipPipPipPipPip
  • 53 Post:
  • LocalitàROMA
  • Tecnica: spinning
  • Provenienza: Roma

Postato 22 February 2008 - 23:40 PM

TECNICHE BASS


“Preso niente?” ….. e l’altro “Robetta, ma adesso vado a flippare” oppure “No, ma ora skippo sotto quella vegetazione lì in fondo” ….. “ Si, ma il bello deve ancora venire ora che sto andando a picciare tra quei canneti!”….. “Ancora non ho montato il jig”.

Mai sentito frasi del genere? “Skippare”, “picciare”, “flippare” sono tutti termini italianizzati di tecniche di pesca specifiche per il black bass “made in U.S.A.” Ma queste locuzioni ci fanno capire una cosa importante, cioè la fiducia che ripone il pescatore in tali tecniche, come se pensasse “ancora non ho preso nulla, ma adesso sfodero l’asso nella manica” appunto il piching, il flipping, lo skipping, il jigging per insidiare i bass più belli e furbi, quelli rintanati tra gli anfratti più nascosti e reconditi. Queste frasi, in definitiva, suggellano la riconosciuta efficacia di queste tecniche, tanto da essere tra le più usate anche nei campi di gara dei turnaments americani.

Quelle appena citate non sono certamente le uniche tecniche o tattiche di pesca al bass. Ne esisto numerose, ma, dopo aver esaminato gli inneschi nello scorso numero, cominceremo da queste per poi riprendere il discorso a marzo appena prima dell’apertura della stagione (pre-spown), così che potremo testarle direttamente sul campo.

PICHING – FLIPPING –SKIPPING – JIGGING

In questo articolo i quattro metodi di pesca non verranno trattati separatamente, ma assieme, poiché ritengo che essi si completino ed integrino a vicenda. In poche parole e sulle rive di uno specchio d’acqua ci troveremo a skippare e picciare e di nuovo a picciare da media distanza e flippare dopo esserci avvicinati all’hot spot, a skippare un jig ecc….

Cominciamo dall’attrezzatura da impiegare.
Partendo dal presupposto che tali strategie di pesca sono state concepite per insidiare black bass in ambienti intricati, difficili, dove il pericolo d’incaglio o di attorcigliamento del filo attorno ad un tronco sommerso mentre abbiamo la preda in canna è all’ordine del giorno, ci servirà un’attrezzatura robusta. Tutte queste tecniche infatti sono da considerarsi “medio-pesanti”. Le canne ideali sono perciò quelle da casting dai 6’6” ai 7’6” inch. dai 3/8 oz. (10,5 gr.) fino alle 2 -2,5 oz. (70 gr.) veri e propri paletti, che ci permetteranno quando necessario di sradicare la preda dalla sua apparente inviolabile casa. Sul mulinello caricheremo un nylon/fluorocarbon 35-40 mm. o per chi lo preferisce un tracciato (cfr. nr. 4 Hot Spot Magazine mese di ……) che ci garantirà resistenza e assenza di elasticità per ferrate immediate. Il reel dovrà essere ovviamente un rotante “massiccio”, ancor meglio se accessoriato con il tasto “FLIPN” per contare su una reattività estremamente veloce al minimo segno di abboccata. Per chi non ne ha mai sentito parlare il tasto FLIPN non è altro che un bottone situato sul carter del mulinello, agendo sul quale si libera o blocca la bobina (e pertanto si concede o frena il filo) senza agire sulla manovella. Ne potete pertanto intuire l’estrema utilità nella pesca a flipping o jigging: massimo controllo dell’esca, velocità di reazione al minimo accenno di abbocco, possibilità di utilizzare una sola mano e pochissimi movimenti nell’azione di pesca.

Cosa hanno in comune tutte queste tecniche di pesca/lancio? Certamente la finalità: una presentazione dell’esca delicata ed il più possibile naturale. L’hot spot in cui le impieghiamo, caratterizzati da spazi stretti ed intricati. Il tipo di preda a cui ci rivolgiamo: centrarchidi smaliziati e di grosse dimensioni, rifugiati o in agguato sotto la fitta vegetazione.

Dunque la scelta di utilizzare l’una o l’atra dipenderà dal tipo di acqua in cui stiamo pescando (limpida o torbida), dalla distanza che corre tra noi ed il potenziale punto in cui crediamo si trovi il predatore, dalla profondità in cui andiamo ad insidiare un black.
Per schematizzare un po’ il tutto, anche se nel bassfishing è meglio spaziare con la fantasia ed adattarsi rapidamente ad ogni situazione, possiamo dire che utilizzeremo il flipping in bassi fondali (da pochi centimetri a 3 mt circa) quando sarà possibile avvicinarci a circa 3/6 mt. dall’hot spot quindi in presenza di acque torbide, il piching in bassi fondali quando la trasparenza delle acque ci costringe a pescare a oltre 6 mt di distanza, il jigging per insidiare bass tra gli ostacoli sommersi a buone profondità, lo skipping per lanciare l’esca tra la vegetazione quando non sarà possibile o sarà meno opportuno il lancio a piching o flipping.

Partiamo proprio dallo skipping
Lo skipping è una particolare tecnica di lancio che consiste nel far saltellare l’esca più volte sulla superficie dell’acqua al fine di farla atterrare con l’ultimo saltello proprio dove crediamo si trovi il bass in agguato, proprio sotto la vegetazione bassa e radente lo specchio d’acqua. Sul web troverete pagine e pagine che descrivono lo skipping e tutti per rendere l’idea del tipo di lancio ci riportano indietro nel tempo rievocando nella nostra mente un bambino che lancia un sasso piatto ed arrotondato nel lago con l’intento di farlo saltellare il più possibile. Questo paragone è divenuto quasi “scolastico” per quanto bene rende l’idea dello skipping. Forse qualcuno di voi (io si) lo avrà visto praticare in un cartone animato cult per noi pescatori, un must, SAMPEI. Notato mai con quanta facilità il prodigioso giovane giapponese lancia un ondulante sotto un tronco facendolo morbidamente saltellare tre o quattro volte?
Nella realtà è tutt’altro che semplice, ma la descrizione del lancio è proprio quella.
Scopo dello skipping è far raggiungere alla nostra imitazione posti apparentemente inarrivabili adottando le consuete tecniche di lancio. Mi vengono in mente quei stretti corridoi tra le ninfee, erbai o canneti, l’acqua in ombra di un pontile sul lago oppure di un albero che si protende basso sulla superficie.
Come per il sasso anche per l’esca da skippare dovremo avere un certo criterio di scelta. Generalmente più essa è compatta meglio confezioneremo il lancio. E’ possibile skippare un po’ di tutto, dallo spinnerbait alla gomma, ma per chi è alle prime armi è preferibile restringere la propria scelta in esche siliconiche 4” – 4 ½” , compatte e con un certo peso specifico al fine di limitare al minimo il piombo. Il lancio laterale a skipping viene infatti impiegato solitamente in bassi fondali (non è una verità assoluta) in prossimità della sponda infrascata. Minor piombo (meglio se assente) si tradurrà in una presentazione molto naturale e un affondamento lento. Le fasi per il lancio sono intuitive. Oscillazione dell’esca go up/go down a circa 40/50 cm dal cimino, una volta che la stessa ha raggiunto la massima distanza dietro di noi compiremo un movimento veloce in avanti facendo partire l’esca il più rasente possibile allo specchio d’acqua. L’esca compirà i sui saltelli o pattinamenti sull’acqua e se il lancio è stato ben calibrato si fermerà dentro la struttura prefissata come obiettivo. Se avremo impresso troppa forza dovremo frenare l’esca agendo con il pollice sulla bobina. L’abboccata potrà avvenire in superficie con una fragorosa bollata, oppure in caduta. Se in nessuno di questi momenti avvertiremo un attacco sarà opportuno far saltellare l’esca sul fondo e recuperare a saliscendi.
Ricordiamo che lo skipping è solitamente impiegato per un tipo di pesca veloce: tanti lanci per coprire molta acqua e sondare molti spot. La padronanza della tecnica diventa perciò fondamentale e ci vorrà molta pratica per coordinare i movimenti del braccio e delle dita quasi a farli diventare un automatismo.
Abbiamo capito cos’è lo skipping. Passiamo al pitching e flipping. Come accennato sopra queste due tecniche si compensano a vicenda, saperne applicare una vuol dire aver appreso anche l’altra. La possibilità di impiegare l’una o l’altra dipende essenzialmente dalla distanza tra noi e l’hot spot. Se questa è breve utilizzeremo il flipping. Vediamo come: come al solito la finalità di questa tecnica è quella di una presentazione delicata dell’esca, cosa che ci verrà molto semplice poiché l’esca verrà praticamente poggiata nel cuore dell’ostacolo. L’azione del mulinello infatti è quasi nulla, a parte l’impiego del tasto FLIPN (se in dotazione) o la regolazione con il pollice dell’uscita del filo dalla bobina. Il lancio. Abbiamo già detto che tra noi e lo spot ci saranno al massimo 6 mt. Dunque sfileremo dal mulinello lenza sufficiente per raggiungere l’heavy cover. Se la vicinanza e molto prossima terremo l’esca direttamente nella mano sinistra portandola dietro di noi all’altezza del bacino oppure, se essa è superiore e il movimento sopra descritto non ci permette di sfilare abbastanza filo, lo recupereremo tirandolo con le dita nella parte tra il mulinello ed il primo anello della canna. Nel primo caso l’esca partirà direttamente dalla nostra mano, nel secondo la faremo oscillare avanti ed indietro tra noi e lo spot e la proietteremo comunque rasente alla superficie dell’acqua verso l’obiettivo concedendo filo (tenuto con la mano sinistra) ed accorciando la distanza tra esso e la canna. Il braccio e la mano che tiene la canna si proiettano in avanti e contemporaneamente torciamo il polso in senso antiorario in modo che il filo fuori dalla bobina tenuto con la mano sinistra non vada ad ingarbugliarsi con la manovella del mulinello. Freneremo l’esca agendo direttamente sul filo che teniamo tra le dita della mano sinistra, man mano che la distanza tra la nostra mano e la canna si accorcia, oppure agendo con il pollice sulla bobina in caso di brevissima distanza. In situazione estreme a volte può capitare addirittura di far cadere l’esca verticalmente nell’hot spot . Vi rendere ben conto che l’uso del mulinello almeno nella fase di lancio è quasi nulla.
L’attacco potrà avvenire in superficie (ATTACCO DI REAZIONE) appena l’imitazione tocca l’acqua, in calata oppure dopo aver raggiunto il fondo. Ricordiamoci che stiamo pescando in bassi fondali, perciò tali fasi sono molto ravvicinate tra loro. I primi due casi sono statisticamente i più frequenti ed è quindi fondamentale mantenere sempre il contatto ed il controllo dell’esca per una ferrata pronta e decisa. Regola prima: mai lasciare che l’imitazione guadagni il fondo in caduta libera. A tal proposito molti anglers usano mantenere tale contatto trattenendo il filo tra indice e pollice della mano sinistra (destra per i mancini) per una maggiore sensibilità e reazione di ogni minimo accenno di resistenza al recupero o pulsazione. Se il bass non dovesse ghermire immediatamente l’esca allora cominceremo a flippare, cioè animeremo l’esca con un saliscendi all’interno dell’ostacolo, facendola “pulsare” e rendendola attraente per il predatore a mezz’acqua o sul fondo ove il movimento “su-giù” provocherà il sollevamento di piccole nuvolette di deposito del letto del lago/fiume. Se l’attacco non sopraggiunge, recuperiamo l’esca e tentiamo altrove. Un avvertimento: può capitare che il bass si decida ad attaccare l’esca proprio mentre la stiamo estraendo dall’ostacolo. Bene! In tali casi dobbiamo mantenere il sangue freddo consci che è più produttivo dare un colpo di polso laterale accelerando il movimento obliquo dell’imitazione o arrestare il recupero facendola affondare (se piombata) rapidamente, piuttosto che rallentare l’azione di recupero stessa. Così facendo, agli occhi del black l’esca apparirà ancor più reale quasi fosse una piccola creatura che tenta di sfuggirgli con un movimento inconsulto.
Il flipping, come il piching, si adatta benissimo alla pesca a vista, ma quante volte ci siamo visti rifiutare l’esca da un grosso bass in agguato? Le cause di tale rifiuto sono da ricercarsi soprattutto in un recupero errato dell’esca o peggio ancora in una presentazione sbagliata. In questo secondo caso o quando il bass ci ha scorti, esso fuggirà e si inabisserà. Nel caso di un recupero sbagliato assisteremo ad un dietro-frunt che ci lascerà l’amaro in bocca. L’esperienza ci insegnerà ad adottare alcuni piccoli accorgimenti e furbizie soprattutto in questa fase. Se stiamo pescando in luoghi con una forte pressione piscatoria sarà vantaggioso “pensare come un bass”. Voi la mangereste una mela di plastica? Certamente no, ma se la fattura di questo frutto fosse tale da indurci a pensare che sia vera, la rifiuteremo solo dopo aver tentato di morderla. Per il bass è la stessa cosa. L’esca va animata e recuperata come se fosse viva. Se ci accorgiamo che un bass la segue dovremo cercare di fargli credere che stiamo fuggendo per non farci sopraffare dalla legge della natura. Se ci accorgiamo di un bass in agguanto sotto una pianta dovremo fargli credere che non è stato scorto e fargli passare l’esca nel suo raggio d’azione non troppo lontano, ma nemmeno troppo vicino. Garantisco che la reazione a tali movimenti è quasi garantita e fulminea.
Il Piching, come abbiamo già detto, è molto simile al flipping ma aumenta la distanza tra noi e l’obiettivonell’ordine di 8/15 mt. Per colmare distanze superiori è opportuno ricorrere ai classici lanci laterali. Se nel flipping l’uso del mulinello è abbastanza limitato (a parte il tasto FLIPN) nel piching al contrario è fondamentale. Le fasi di lancio sono più o meno le stesse, ma stavolta l’esca partirà dalla nostra mano sinistra in una sorta di lancio a pendolo. Dunque: esca mano sinistra altezza bacino, canna mano destra altezza busto. Freno meccanico e magnetico aperti per garantire la massima facilità di fuoriuscita della lenza. Leva di blocco della bobina abbassata (bobina libera). Tendiamo il filo tra cimino ed esca trattenendo quest’ultima e bloccando con il pollice la bobina. Proiettiamo la canna in avanti ed a filo teso lasciamo che l’esca corra in avanti sfiorando la superficie dell’acqua e tirando via filo dalla bobina grazie al solo suo peso e spinta. Per evitare parrucche bisognerà regolare i giri della bobina con il pollice. Se il lancio è stato ben calibrato l’imitazione si poserà delicatamente nel punto prefissato, altrimenti forzeremo l’arresto della bobina agendo su di essa con il pollice.
L’entrata in acqua nel modo più silenzioso possibile ci garantirà un buon 50% di successo. Stiamo pescando pesci relativamente vicini a noi e per giunta dentro casa loro, esemplari solitamente di grossa taglia e particolarmente sospettosi e restii ad attaccare qualcosa che gli cade fuori dal loro raggio d’azione. Precisione e delicatezza saranno le nostre armi vincenti.

Abbiamo affrontato i casi in cui andiamo ad insidiare un black in acque basse e ricche o mediamente ricche di ostacoli.
Può capitare però di ricercarli in acque profonde tra ostacoli sul fondo. Immaginate una pianta in acqua sommersa per una decina di metri. Il black potrà trovarsi in superficie, ma potrebbe acnhe essere sospeso a 5 mt o addirittura sul fondo. In questi casi il flipping ed il piching non sono sufficienti e ricorreremo al jigging. Il jigging è una presentazione dell’esca verticale a notevoli profondità. L’esca principe è appunto il jig (vi rimando a tal proposito all’articolo “Jig che passione” pubblicato sul nr….. Hot Spot Magazine), ma nulla vieta di utilizzare esche viniliche generosamente piombare.
Va da se che decifrare un’abboccata a buone profondità risulterà più difficile. Perciò ancor più per il piching ed il flipping, il contatto dell’esca deve essere costate, riducendo al minimo la discesa senza controllo.
L’esca dunque va seguita durante la sua discesa con gli occhi e con le dita. Con gli occhi osservando il filo che di inabissa facendo caso a sospetti arresti prima del dovuto o a spostamenti laterali. Con le dita accompagnando la discesa dell’esca facendo scorrere il filo tra le dita per avvertire ogni minima vibrazione. L’abboccata avviene solitamente in fase di discesa e può essere violenta, ma anche subdola. Nel primo caso non avremo dubbi e stoccheremo una ferrata, nel secondo concederemo un paio di secondi, abbasseremo il cimino della canna verso l’acqua e daremo un colpo secco verso l’alto. Il recupero, ancor più che per il flipping ed il piching, deve essere veloce. Il bass potrebbe aver abboccato ad oltre 10 mt di profondità e lo spazio che divide lui da noi deve essere colmato nel più breve tempo possibile per non dare lui tempo di rifugiarsi tra i tronchi sommersi. Pena il possibile attorcigliamento della lenza su un ramo e la perdita del pesce.
In tutti i casi fin qui descritti staimo svolgendo la nostra azione di pesca in ambienti estremamente a rischio di incaglio, tra vegetazione a volte anche molto robusta e concedere filo significa matematicamente perdere la preda.
Il jigging è un tipo di pesca lento. Scordiamoci un recupero veloce. La cover si trova a buone o alte profondità ed è invisibile ai nostri occhi. Va dunque immaginata decifrando gli urti dell’esca sul tronco, sul ramo o roccia. L’ostacolo va capito, scavalcandolo e sfregandolo, poiché solitamente l’attacco avviene subito dopo che l’imitazione ha fragorosamente battuto su di esso. Può sembrare noioso e per chi è abituato ad una pesca di reazione certamente lo è. Posso dire con certezza però che se praticato costantemente e con convinzione il jigging può regalare prede da trofeo e con una certa costanza, rivelandosi catturante anche nei periodi invernali.

Tutte queste tecniche trovano la loro applicazione ideale e senza limitazione dalla barca, ma sono praticabili a piede asciutto e da belly boat con alcuni contenimenti dovuti alla posizione dell’angler. Lanciare a skipping dal belly è certamente facilitato vista la posizione del tuber di per se bassa e prossima alla superficie dell’acqua, ma è ceratemnte difficoltoso un lancio a piching. Così come pescare a jigging da riva (salvo casi eccezionali) non è certamente facile.

L’importante è pescare e soprattutto rilasciare il pescato!!

#2 Crive

Crive

    Utente registrato

  • Utenti registrati
  • PipPipPipPipPip
  • 1365 Post:
  • LocalitàVenezia
  • Tecnica: Carpfishing
  • Provenienza: Ve

Postato 23 February 2008 - 00:09 AM

interessante...anche se devo ancora finire di leggerlo perchè non ho più occhi, vista l'ora...
Finirò domani...comunque per ora lo skipping è chiaro!!! :wink:
Non so con quali armi verrà combattuta la Terza guerra mondiale ma la Quarta verrà combattuta con clave e pietre. Albert Einstein
20 anni...
http://carp4ever.for...o.com/index.htm

#3 smumo

smumo

    Utente registrato

  • Utenti registrati
  • PipPipPipPipPip
  • 53 Post:
  • LocalitàROMA
  • Tecnica: spinning
  • Provenienza: Roma

Postato 25 February 2008 - 15:47 PM

in effetti è un pò lunghino, ma forse a qualcuno interessa.
ciao
Ale

#4 Crive

Crive

    Utente registrato

  • Utenti registrati
  • PipPipPipPipPip
  • 1365 Post:
  • LocalitàVenezia
  • Tecnica: Carpfishing
  • Provenienza: Ve

Postato 25 February 2008 - 17:50 PM

A me moltissimo!!!!! :D :D :D :wink:
Non so con quali armi verrà combattuta la Terza guerra mondiale ma la Quarta verrà combattuta con clave e pietre. Albert Einstein
20 anni...
http://carp4ever.for...o.com/index.htm


1 utenti stanno leggendo questo topic

0 utenti, 1 ospiti, 0 utenti anonimi