Da anni ormai la stagione invernale per me equivale ad una cosa sola: lacustri!
Non appena cessano "le ostilità" con i draghi del lago (i miei amati lucci) volgo lo sguardo all'altra regina degli abissi, la trota lacustre. E' una pesca di sacrifici e avara di catture (ancora più di tante altre pesche) ma delle volte sa dare emozioni indescrivibili, ed eccomi qui a cercare di condividerne qualcuna con voi amici.
La prima parte di questo report la voglio dedicare ad una storia iniziata ad agosto dell'anno scorso quando un caro amico di pesca (che condivide con me la passione verso la regina del lago) mi chiese di costruirgli una molagna personalizzata e conoscendo la sua passione verso questa tecnica decisi di accontentarlo.
Non vi nascondo che il lavoro è stato lungo e non vi tedio con il racconto delle lunghe sere autunnali passate in laboratorio a produrre ma l'impegno era stato preso ed andava onorato.
Con l'inizio del nuovo anno il nuovo giocattolo era pronto ed "armato", andava però battezzato con una cattura.
Non potevo mancare quindi decisi di abbandonare per una volta il buon Teo e diedi appuntamento all'alba al Davide sul grande lago. Dopo alcuni piccoli problemi di alaggio (scivolato in acqua con una gamba mentre eravamo intenti ad alare la barca di prima mattina a gennaio ) siamo in pesca:
caliamo pochi artificiali per esser "agili" e costeggiare alcune zone che dan fiducia al Davide e non passa molto tempo dal sentire il primo canto della molagna! Ci allertiamo subito, sarà un pesce? sarà rimasto agganciato? Dopo le prime tirate decido di registrare un breve video, e poco dopo riesco ad immortalare un'altra sinfonia :
era la conferma che aspettavamo, decidiamo di iniziare il recupero e su una delle ultime lenze esce una sorpresa....
la pesca è proprio strana, passi ore e ore sul lago alla ricerca dei denti aguzzi e l'unica volta che ricerchi altro arriva lui ad azzannare il tuo ondulante
Abbiamo comunque raggiunto il nostro scopo e sverginato il nuovo attrezzo ed è la cosa che più mi ha fatto felice. Nelle settimane successive ci ha pensato il buon Davide col socio Vince a far lavorare l'attrezzo cavando fuori le vere regine
Questa uscita di gennaio, come facilmente immaginabile, non ha fatto altro che aumentare la scimmia lacustre e (moglie permettendo) ho cercato di placare questa fame ritornando sul lago col socio storico
Si torna dunque con Teo e come da prassi riprendiamo le nostre vecchie abitudini: cappotti cappotti cappotti
I pesci ci sono ma il lago è profondo e gli abissi ben li proteggono da noi pescatori, eccone un esempio:
comodamente agiati a 90 "soli" metri di profondità, mica scemi
Le uscite si ripetono ma il risultato è sempre quello.
Partiamo carichi la mattina qualsiasi sia la condizione del lago:
e rientriamo la sera un bel cappotto nuovo ogni volta
però che bello il lago in inverno!! Spesso e volentieri ne siamo i soli ospiti
Qualche volta invece arriva la solita botta di C ...ce ne stavamo in santa pace a cappottare "as usual" quando sentiamo una tirata decisa. Poi il nulla...si sarà slamata? A galla non si vede nulla e non ce ne curiamo più di tanto. Proseguiamo tranquillamente per la nostra rotta, finchè non decidiamo di tirare su le lenze. 1,2,3,4,5... tutte vuote come da copione. Arriva l'ultimo terminale e sento il Teo esclamare: "oh c'è, prepara il guadino" ci metto qualche secondo a realizzare (il Teo è solito giocare certi scherzi), ma appena vedo il filo in tensione capisco che non è una presa per mulo.
Il pesce non fa tante storie (ha abboccato sull'ultima lenza in profondità) e per un po ce la siamo portata a passeggio. Ma quando aggalla ancor prima di guadinarla capisco che si tratta di lei una bellissima regina
Ora alcuni loschi e carbonari individui di mia conoscenza posterebbero solo una foto del genere:
ma questo pesce è troppo bello per non esser ammirato!! Salita dagli abissi del lago si tratta indubbiamente della lacustre con la livrea più bella che abbiam mai catturato!
Nel guadino XXL della savage da lucci ci sta bella comoda, ma anche la taglia è ben sopra la media.
La slamiamo con cura e dopo averla riossigenata nel guadino scattiamo una foto come si deve a questa meraviglia :
Bellissima freccia d'argento e con geni da marmorata (queste son le trote che nel lago possono diventare dei veri monster! ) era un delitto trattenerla e per fortuna non era allamata in profondità percui abbiamo optato per un quanto mai doveroso rilascio.
Insomma tante fatiche, tanta ricerca, tanti cappotti...ma che bella questa pesca!
Beppe