questo probabilmente sara' il mio ultimo racconto. da qui in poi mi limitero' solo agli articoli e report.
WARNING: e' molto duro e contiene frasi poco politically correct e condivisibili. se non ve la sentite di leggere, siete in tempo per premere il tasto "indietro" del browser.
tutte le cose belle prima o poi finiscono, e anche questa era nella lista. ormai era la fine estate, gli ultimi caldi. i soliti 3, la solita casa di campagna, ed erano venuti a trovarci un paio dei 5 famosi. cosi' eravamo andati a fare un giro nei campi, lungo le strade sterrate, tanto per fare casino. un vecchio motorino, un pallone, le solite cose che si usano per divertirsi e stare un po' insieme a quell'eta' e in quelle situazioni. dopo il giretto nei campi e la partitella improvvisata, stavamo tornando indietro lungo il solito fossato. i 2 ospiti erano in fondo. l'acqua era limpida e bassa, ormai le irrigazioni erano finite e avevano ridotto il livello, si vedeva il fondo. branchi di ciprinidi scorrazzavano qua e la, qua e la qualche cavedano inseguiva le alborelle, si vedeva anche qualche pescegatto entrare e uscire dalle buchette. e da una di queste buchette, arrivo' la sorpresa. ci girammo di colpo quando l'ultimo della fila urlo' "MIO!!!!" cosa era successo??? un bel luccio era uscito proprio una di da quelle buchette e aveva saltato. il nostro amico ne resto' colpito, e al ritorno ci chiese quando poteva ripassare. l'aveva visto e voleva pescarselo, nei prossimi giorni era intenzionato a passare e a provare a prenderselo. per noi andava benissimo, sarebbe stato un altro lavoretto di squadra. ottimo. 5 minuti per mettersi d'accordo e darsi appuntamento alla prossima settimana, e ognuno torno' a casa sua.
come si sa, il destino pero' ha un triste senso dell'ironia. la sera dopo quel ragazzo, tornando in moto, fu investito da una macchina e fini' per direttissima in terapia intensiva in un paese vicino. non solo: l'investitore era il figlio di uno dei "signoracci" del paese, e suo padre era uno di quelli che avrebbe fatto l'impossibile per metterci i bastoni tra le ruote. il figlio non arrivava a tanto, ma era uno di quelli che credono che se possiedi un'auto di grossa cilindrata hai il diritto divino di tenere sempre il motore fuori giri, indipendentemente dalle condizioni. non era la prima volta che metteva sotto qualcuno, aveva gia' ferito un paio di ciclisti, ma dato chi era il padre ogni volta se la cavava con poche parole. e lui ovviamente se ne approfittava.
il pomeriggio dopo mi arrivo' una telefonata. convocazione urgente, non mi anticiparono nulla.il pomeriggio passo' quello con la tipo a prendermi in macchina. sembrava dannatamente nervoso e di fretta, non disse una parola durante il tragitto e guidava piuttosto veloce, mentre di solito non era uno che correva. arrivai li in un clima surreale, in casa sembrava non ci fosse nessuno. in sala c'erano attorno al tavolo 7 sedie (mi aspettavo le solite 8). dentro erano in 2, il padrone di casa stava ascoltando "hollywood" dei cranberries al pc e l'altro del mio trio era li vicino. tutti erano nervosissimo. poco dopo arrivarono altri 2. mancava solo il ragazzo col cane. dopo qualche secondo di silenzio intervallato da qualche bestemmia e imprecazione, ci spiegarono la situazione, il nostro amico era messo veramente male. il ragazzo col cane non era venuto perche' non se la sentiva; dopo tutto c'era da aspettarselo, erano amici molto stretti, quando uno litigava con qualche amico/a o riceveva un 2 di picche da una ragazza sapeva che poteva contare sull'appoggio dell'altro. ovvio che appena aveva saputo dell'incidente aveva tentato in tutti i modi di entrare nel reparto di terapia intensiva. avevamo parlato anche delle varie cose, e parlammo anche del luccio. cosa fare? aspettare col rischio che se ne andasse o prenderlo al posto suo e portargli una foto? restammo in sospeso.
il giorno dopo, ancora in 6 alla casa di campagna. arrivo' la telefonata del ragazzo col cane, non lo volevano fare entrare. avevano solo dato il bollettino, si era aggravato. decisione immediata: il luccio dovevamo prenderlo noi. ci mettemmo d'accordo, avremmo agito qualche giorno dopo.
arriva la sera, e' sabato sera. eravamo in un paese vicino, appostati vicino al bar piu' in per vedere se c'era l'investitore. speravamo ci aiutasse a capire la dinamica, nel progetto c'era di non apparire o al massimo fargli 2 domande. a seguito di una frase poco simpatica del tipo, decidemmo di apparire e di spiegarci. e non ne fu proprio contento. avrei voluto avere una macchina fotografica solo per immortalare la sua espressione sconvolta...
2 giorni dopo, tardo pomeriggio. eravamo in 5 lungo il fosso a controllare... ci accorgiamo di 2 sagome... 2 tizi... stanno bracconando con una negossa!!! immediatamente siamo corsi li, legnate che volano e i 2 tipi in fuga. un salto alcuni m piu' in la... altri 5 minuti e avrebbero preso il nostro luccio. la negossa viene svuotata, tornano in acqua un po' di carassi e cavedani e qualche bass. piu' in la troviamo 2 secchi di pesce. li rilasciamo, alcuni sono ormai morti e decidiamo di buttarli proprio in zona luccio. ora, quei tipi probabilmente sarebbero tornati. il padrone di casa e il ragazzo col cane (stavolta c'era anche lui) si misero d'accordo: avrebbero portato tutti i cani li in zona e avrebbero messo le ciotole del cibo a 25-30 m dalla tana del pesce. nessuno sconosciuto sarebbe passato illeso, e i cani erano abbastanza distanti da non disturbare il pinnuto. ma dovevamo agire subito.
la sera dopo mi vennero di nuovo a prendere. dovevo risistemare l'attrezzatura. era la stessa della carpa, ma il mulinello aveva dei problemi. iniziai a smontarlo verso le 8 di sera, non so come ma c'erano delle incrostazioni negli ingranaggi. 1 ora e mezza per smontarlo e ripulirlo mentre gli altri presenti pensavano a come organizzarsi. alla fine funzionava. il filo era andato anche quello, ma era l'unica cosa che i ragazzi avevano preso. sostituzione immediata del vecchio maxima con un'altra linea, credo 0.35. problema: non avevamo un cavetto d'acciaio e ormai era tardi. volevamo andare la mattina dopo, per cui dovevamo fare senza. e tra l'altro non ci fidavamo molto (non era passato molto dalla famosa storia del cavetto tagliato). totale, altra ora di prove per inventarci un nodo abbastanza affidabile. alla fine salto' fuori qualcosa di molto simile a quello che uso ora.
la mattina non andammo. era tutto pronto, ma rinviammo, in attesa di sentire novita' dall'ospedale. la situazione pareva migliorare, ma lentamente. portammo via i cani e decidemmo di andare il pomeriggio.
qualche ora dopo, come esca un vecchio ondulante. pescava il ragazzo col cane, eravamo in 3 attorno a lui pronti a intervenire. un po' di lanci, e un bass con le idee poco chiare su cosa doveva attaccarsi decise che gli piaceva la nostra esca. slamatura e torno' a farsi il bagnetto. un quarto d'ora dopo, poco prima della buca famosa... strike!!! e stavolta e' lui! qualche salto nell'acqua bassa e qualche partenza improvvisa, e dopo qualche minuto di battaglia il pess a riva... riparte!!! momento di panico, aveva l'ultimo tratto del filo in bocca e non potevamo permetterci di perderlo. al guadino c'era il ragazzo della tipo, sarebbe stato disposto a saltare in acqua per prenderselo. pochi minuti dopo ecco che finalmente il pess e' a riva. guadinato, slamato e fotografato a raffica, credo sia stato sui 4 kg buoni. qualche lancio dopo salto' fuori dallo stesso posto uno piu' piccolo, sui 9 etti. a lui niente foto. e tutti e 2 rispediti a casa.
portammo subito la macchinetta dal fotografo per far sviluppare il rullino, anche se era ancora incompleto. era troppo importante. la mattina dopo andammo all'ospedale, dato che era migliorato lievemente e si parlava di un cambio di reparto speravamo si potesse finalmente entrare... non se ne parla, un'infermiera str***a decise che non dovevamo rompere le OO mentre lei si metteva lo smalto sulle unghie (e questo gia' dice quanto questa lavorasse). scoprimmo dopo che era una parente dell'investitore, era li per raccomandazione.
se non potevamo con le buone, passavamo alle cattive. aspettammo la sera, eravamo in 4. io e un altro a fare da esca davanti all'entrata, e 2 che entrarono in reparto. l'infermiere di turno vide degli strani movimenti, ma venne da noi verso l'uscita come ci aspettavamo... bene, mentre gli altri 2 entravano in camera e lasciavano giu' la foto. gli altri tardavano, ci mettemmo a parlare con l'infermiere, gli altri stavano uscendo... suona un campanello in una stanza vicina, panico!! i 2 infiltrati si nascondono un attimo. passa l'infermiere, ce la fanno ad uscire senza farsi notare, via! fugone, tutto bene.
praticamente si erano fermati a leggere le cartelle, lui si era svegliato un attimo (qualche attimo nel resto dei momenti di incoscienza), aveva visto la foto, aveva sorriso e aveva detto "adesso e' mio". poi si era rimesso a dormire. pero' dalle cartelle risultava dell'altro: avevano sbagliato qualcosa i dottori, e lui era di nuovo messo veramente male. considerato quanto stavamo simpatici ai capoccioni del paese e ai carabinieri (l'unico che sopportavamo era il comandante, c'era profondo rispetto reciproco nonostante le parti opposte della barricata. era uno dei pochi onesti in un regime di corruzione e raccomandazioni), nessuno avrebbe saputo nulla comunque. nessun processo. comunque dal grafico l'ultimo giorno si era iniziato a riprendere e speravamo bene.
purtroppo nulla va come vorremmo. l'infermiera str***a trovo' la foto, la strappo' e la butto' via. e dopo un altro giorno, il nostro amico non ce l'aveva fatta. non sarebbe tornato.
ora, iniziarono i casini col funerale. noi non ci saremmo andati (era la nostra promessa, nessuno sarebbe mai entrato in chiesa al funerale di un altro del gruppo. lui voleva che il funerale lo facesse un frate nostro conoscente (uno dei pochi religiosi con cui andavamo d'accordo), o al massimo il prete piu' giovane dei 2 del paese in cui abitava. l'altro era uno con cui invece eravamo ai ferri corti, faceva parte di quel gruppo di ladroni corrotti e delinquenti contro cui lottavamo. e voleva a tutti i costi celebrare la sua vittoria su uno dei "giovinastri criminali e vandali" la cui colpa era di non voler tacere il fatto che lui spacciava e riciclava il denaro degli altri.
inutile dire che nonostante le insistenze del frate e dell'altro prete e della famiglia, fu lui a ottenere il permesso di celebrare per ordini superiori. noi non eravamo molto popolari, anzi avevamo una fama poco simpatica, ma persino gli altri ragazzi del posto protestarono alla notizia.
giorno del funerale. noi eravamo tutti e 7 schierati 200 m poco piu' in la dalla chiesa, un po' nascosti. avevamo parcheggiato a 400 m dalla chiesa, in quei paesetti sperduti vuol dire "in mezzo ai campi dove non possono vedere". il ragazzo col cane pero' voleva sentire cosa succedeva. sarebbe stato fuori dalla chiesa. torno' sconvolto. chiese le chiavi della macchina, pensavamo volesse sedersi... ci passo' davanti di corsa col cricco della macchina! voleva legnare il prete. lo bloccammo, da quanto era infuriato in 6 facevamo fatica a tenerlo. bestemmiava e urlava... lo riportammo alla macchina. per un attimo pensai che avremmo fatto bene a lasciarlo andare, l'avrebbero fermato ma intanto avrebbe dato al prete quel che si meritava. e stavolta non ci sarebbe stato l'emissario del vaticano con la valigetta in pelle nera per la tangentina a salvarlo come succedeva di solito.
in tanti avevano "boicottato" il funerale per protesta contro il prete ed erano fuori dalla chiesa. dentro in prima fila c'erano i politicanti e i ricconi cui noi rompevamo le scatole, tutti con un sorriso a 32 denti che sarebbe stato da spaccargli la faccia a calci. poco piu' in la c'era il comandante dei carabinieri, e per tenerlo a bada gli avevano messo alle costole uno dei carabinieri che piu' ce l'aveva con noi. il prete ovviamente per fare felici i suoi amici aveva fatto una predica in cui prendeva per il c**o al massimo il nostro amico, tanto che i ragazzi presenti lo avevano fischiato, era volato qualche insulto dai banchi e dall'esterno chiesa e in molti erano usciti per protesta. per somma ipocrisia chiamo' sull'altare il frate e l'altro prete che erano presente e gli chiese di dire 2 parole "per il perdono di questo figliol prodigo" (che in altre parti della sua maledetta predica aveva chiamato delinquente). rispose il frate "siete contenti adesso? e tu?" e se ne uscirono dalla chiesa pure lui. quel frate era stato l'unico che aveva avuto il coraggio della verita' anche in quell'occasione.
all'uscita dal funerale, il comandante riusci' a trovarci. il ragazzo del cane gli salto' addosso, lo bloccammo al volo di nuovo. lui non c'entrava. pure a lui non era piaciuta la predica, avrebbe preferito vedere il nostro amico vivo e nella cassa qualcuno di quelli che erano nei primi banchi che non riusciva a incastrare anche a causa del collega corrotto e di ordini superiori. il nostro chiese scusa, l'altro aveva capito come stava e torno' in caserma. iniziammo a girare senza meta lungo le viette e poi tornammo alle macchine. il nostro amico infuriato si sedette dentro. l'atmosfera che si respirava era tutto tranne che piacevole, ma nell'ora successiva riusci' a sfogarsi e a rilassarsi un attimo.
a questo punto c'era ancora qualcosa da fare. qualche giorno dopo, in 4, 7.40 di sera (il cimitero chiudeva alle 8, ma non c'era nessuno). avevamo fatto fare un ingrandimento della foto e altre 2 copie di misura normale. avevamo aspettato che mettessero la lapide. irruzione, mettemmo una delle copie della foto incastrata dietro la targhetta col nome. sembrava tutto sistemato... la gente vide la foto e capi'. poco dopo pero' i soliti str... iniziarono a fare storie anche per questo (come continuazione della loro opera di diffamazione della memoria), e continuarono a rompere nonostante il resto del paese non fosse d'accordo con loro. qualcuna disse che il sabato mattino successivo sarebbe andata lei a buttarla via... ancora quell'infermiera. unico problema, quando ci ando' fece appena in tempo a prenderla in mano, ma prima che riuscisse a strapparla si trovo' davanti 2 di noi. le chiarirono che non avrebbero tollerato nessuna ingerenza esterna. lei inizio' a dire che non sapevano chi era, che lei era una delle "classi alte" del paese e che avrebbe senza dubbio fatto tutto il possibile per renderci la vita difficile (come se non lo facessero gia'). come risposta i 2 nostri si misero a ridere e alcuni presenti che avevano assistito alla scena le dissero di tacere e vergognarsi. si giro' con lo sguardo offeso, si diresse verso l'uscita, taglio' la corda alle svelte e non disse piu' nulla, la foto torno' al suo posto, e nessuno la tocco' piu'.
la foto resto' ancora qualche tempo. sbiadita dal sole e dalle prime piogge, sembrava voler resistere comunque, come se volesse ricordare a chi spettava la cattura. poi, dopo alcune piogge si stacco'. qualcuno pietosamente la rimise a posto, ma ormai era troppo danneggiata e non resistette a lungo. ma ormai non importava. aveva svolto il suo compito. quel luccio era SUO, non importa chi l'avesse preso, chi avesse preparato l'attrezzatura ecc... era non un successo di squadra, ma un successo suo. a lui spettava e a lui doveva restare.
uno in meno nel gruppo... si sentiva il buco. era rimasto un vuoto. questa tragedia aveva mostrato la nostra forza, ma soprattutto le nostre debolezze. un gruppo (anzi, 2 gruppetti uniti) affiatato e pronto a lottare. ma nel singolo eravamo molto vulnerabili. cosa eravamo? come aveva detto qualcuno, "schegge impazzite di un'epoca assurda"? o una nostra amica, "angeli solitari dell'era lisergica"? o, come ci definiva qualcuno non nella lista degli amici, solo un branco di str***i che stava lottando per la propria sopravvivenza? o solo dei ragazzi che cercavano rifugio nella sicurezza del gruppo e speravano in un mondo migliore? e soprattutto, cosa e come eravamo a livello di singolo individuo? domande senza risposta. parole al vento. come le promesse fatte anche se sapevamo che non avremmo potuto mantenerle con certezza. o solo speranze bruciate, tra una latta di birra e una stradina di campagna, o un sentierino in mezzo ai colli. cosi' i nostri dubbi e le nostre domande restavano senza risposta. finale della storia, ci stavamo allontanando. non litigavamo, ma non eravamo piu' affiatati e uniti come prima. pian piano ci vedevamo sempre meno. stavamo tagliando i ponti. e quando gia' ormai eravamo piuttosto frammentati, arrivo' il resto. colmo della sf**a o altro, non saprei spiegare, ma in poco tempo altri 3 ragazzi fecero una brutta fine. i restanti? perdemmo i contatti. ormai eravamo soli e dovevamo arrangiarci. in qualche modo ce l'avremmo fatta comunque. forse.
per qualcuno eravamo eroi, per altri feccia, per qualcuno amici, per altri un fastidio da eliminare. ma onestamente mi sento fortunato per aver potuto fare parte di quel gruppo di ragazzi, cosi' leali e cosi' bast**di, duri ma comprensivi, sempre pronti a dare una mano ma anche pronti a colpire se necessario. e sono fiero di aver fatto parte di quel gruppo, cosi' "maledetto", cosi' difficile, ma capace di guardare oltre le apparenze e di essere davvero unito.
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