Al rientro in porto il dolce e l'amaro si mescolano con forza, mentre la lenza ormai stanca
scivola dietro la scia di spuma e mare. Seduto a poppa, mi sento un po' più
bravo e un po' più stupido. Si impara sempre.
La due giorni nel golfo spezino parte in realtà venerdì sera con una
cena a base pesce davvero coi fiocchi in un ristorante del porticciolo. Il
morale è alto, l'equipaggio - nessun pescatore tranne me - è gasato e il clima
sul moletto è mite. Io intanto sogno ad occhi aperti a quale velocità di
traina saremo l'indomani.
La barca a vela è così, comanda il capitano e se c'è tanto vento si va,
anzi si fila di brutto e oltre i 6 nodi non ha senso trainare. Vedremo.
Io ho con me solo una ridicola esperienza marina, due tirlindane nate
quasi per scherzo e una manciata di artificiali di cui non so la resa in mare,
dato che non sono i miei spot di spinnofilo.
Insomma il menù perfetto di un cappotto all'interno di splendide veleggiate sottocosta.
Sabato mattina usciamo e il vento si sostiene, ma senza esagerare e
appena siamo in assetto tranquillo sfodero le due amiche di legno ed alluminio,
già usate in estate all'Elba. Una è stata rifatta con girelle migliori e filo
nuovo. Innesco in una un raglou rosa e nell'altra un minnow 7 cm semiaffondante
buono per cavedani (giallo-argento e nero). Trainiamo tra i 4 e i 5 nodi.
Beh, com'è... come non è... abbastanza vicino alla costa, mia moglie e
mio cognato che reggevano le due lenze sentono che c'è un po' di peso
inatteso... controllo ed effettivamente sembra che possa esserci qualcosa
attaccato. Recupero e a 10 metri si intuisce con sicurezza che le prede ci
sono... cosa saranno? Fino all'ultimo che sorpresa e tensione. Finche la sagoma
argento e azzurra dello sgombro si svela. E' doppietta. Incredibile. Due bei
pesci davvero. Ma non ho tempo per troppe valutazioni. Bisogna ributtare le
esche in acqua e trainare. E così si va avanti.
Tra lasco e bolina qualche nube ci saluta, l'onda resta bassa e la
barca va. Fila davvero.
Lenza in mano e... sento pesante... ma ma... forse c'è... recupero, sì
c'è sento le virate del pesce che cerca di slamarsi. Arriva arriva, eccolo
sottobarca.... è uno... è più grosso, non è sgombro... no, è un tonnetto...
accidenti che bello. Sì, una forza della natura, che grosso... è la mia prima
preda intorno al kilo in mare. Colori stupendi e tanti muscoli. Ancora il
minnow micidiale. Euforia a livelli folli. Equipaggio entusiasta. La tirlindana
sta vincendo la sfida.
Ma trainiamo ancora.
A metà pomeriggio ancora la lenza pesante dopo un controllo. Mmmh,
sembra un pesce, controlliamo. Recupero. Sì, sembra pesante. Sì, sì è un pesce
sento tirare in direzione laterale. Sì, sembra grosso, punta in basso
decisamente. Non è sgombro. Rallento, adrenalina a mille. Si avvicina docile,
sagoma poderosa, argento e blu tra la spuma della barca... urla di gioia...
piano che magari scappa... guadino ragazzi, su datemi una mano... sono attimi
solo attimi e ti giochi tutto... un gesto sbagliato e via... è un tonnetto
bello grosso... sale in superficie lo vediamo, guadino in acqua, ma mio cognato
non sa che fare, sbaglia, un colpo di coda e ciao... slamato proprio lì...
davanti a noi... urla disperate... andato...
Il mare ha dato, il mare ha tolto. Prenderemo ancora una sgombro e la
cena sarà comunque super, ma il nostro big fish se n'è andato. Esperienza messa
in saccoccia. Colpa mia che non ho spiegato bene che fare, che mi sono agitato
e ho avuto fretta. Esperienza amara. Ma che bel pesce accidenti. Insomma sapete
cosa vuol dire perdere così.
Cara tirlindana, grazie per questa emozioni in mare. Tra le onde
tenerti tesa a cacciare predatori sotto il pelo d'acqua è bellissimo.
Alla prossima
(le foto presto)