Sto aspettando i risultati di alcune ricerche in corso ; sembra che si stiano incrociando far di loro ; ma purtroppo non hanno i mezzi e non possono contare sui pescatori che non fotografano quasi mai il pesce nei particolari; ma prima o poi qualcosa trovo :wink:
A me invece è stato detto che il barbo europeo tende a soppiantare il nostrano, più o meno come ha fatto l'aspio con il cavedano. Sta succedendo soprattutto in Toscana, mentre nel bacino del Po è più difficile stabilirlo in quanto i barbi nostrani, almeno da Pavia in giù, erano già quasi scomparsi quando l'europeo ha iniziato a diffondersi. Per quanto mi riguarda, posso dire che nell'alto Mincio e nell'Adige veronese i barbi sono nostrani (almeno per ora), anche se risultano catture di europei nell'Adige polesano (e anche di aspi), quindi, tra qualche tempo, sapremo come vanno effettivamente le cose. Mi è stato anche detto che le due specie hanno il periodo di frega (si parla sempre della Toscana) leggermente diverso: quello dell'europeo inizia un po' prima e quindi non è così semplice l'ibridazione. Ci sono anche riscontri in merito alle preferenze di habitat: l'europeo sembra gradire i grandi fiumi, anche con corrente non particolarmente sostenuta, ma nei canali, nelle rogge e nei fiumi di portata modesta (come certi torrenti di mezza montagna) non sembra starci a proprio agio a differenza del nostrano che in tali ambienti prospera ancora.
Visto che si parla di barbi, aggiungo anche una curiosità: nell'Italia del boom economico (anni '50 e primi '60), il barbo era il pesce preferito dal ceto medio emergente che non voleva rinunciare al pesce fresco il venerdì. I barbi venivano pescati in grandi quantità con i tramagli, nel Po, nel Ticino e nell'Adda e finivano sui mercati di Torino e Milano dove, ad un costo di circa 1/5 rispetto a trote, persici e pesci di mare, avevano un grosso mercato. Una sorte simile toccava ai cavedani ma il barbo veniva considerato decisamente migliore. Un'anziana signora che abita tuttora vicino a mia nonna, in quell'epoca faceva la donna di servizio a Torino, in casa di un geometra: il venerdì mattina acquistava i barbi al mercato dove arrivavano ancora vivi (il Po era a 2 passi). Lei li lessava e poi con molta cura li spolpava, aggiungeva sale, pepe, olio e l'immancabile prezzemolo. Mi ha raccontato più volte che, in varie occasioni, venivano spacciati per trote con gli ospiti.