E' una terra a cui sono ancora enormemente legato, in cui ho trascorso tutte le estati della mia infanzia ed adolescenza, e nella quale ancora oggi torno sempre con grande piacere, provando un profondo senso di distensione e serenità non appena sceso dall'auto.
Purtroppo mancavo da molti anni, per via dei mille impegni che mi tenevano lontano, salvo qualche sporadica toccata e fuga di un giorno o due. Quest'anno, invece, con mia moglie abbiamo deciso di trascorrere là il periodo di ferragosto, per rilassarci con la piccolina tra i piccoli piaceri di una terra semplice e genuina.
E così è stato: dieci giorni di relax assoluto, che per me sono stati anche un occasione per conoscere i piccoli corsi d'acqua che mio padre (e mio nonno prima di lui) frequentava da ragazzo, ed i pesci di cui mi ha raccontato tante volte, cavedani, rovelle, barbi, compagni delle sue giornate di pesca con la cannetta fissa in fibra di vetro e le esche più improvvisate.
Sono riuscito a ritagliarmi 5-6 piccoli spazi da dedicare alla pesca, quasi sempre nel torrido pomeriggio o la mattina presto, quando mia figlia dormiva e ci concedeva un po' di tregua, e pertanto non mi sono potuto allontanare molto verso i più blasonati spot di pesca del viterbese (lago di Bolsena in primis), ma tutto sommato è stato meglio così.
Ho iniziato da uno spot molto vicino al mio paesello, Farnese, che tutti i locali conoscono molto bene, un piccolo invaso (o "pelico", come dicono loro) sotto una cascatella del fiume Olpeta.

Scelgo di pescare a spinning, sia per questioni di praticità che per il poco tempo a disposizione, e due cavedanelli in poco tempo vengono a presentarsi, oltre ad altri due o tre (uno sembrava un bel pesce) slamati quasi subito: sembra che abbocchino più per curiosità e territorialità che per fame, non credo nessuno abbia mai pescato lì con esche artificiali...guardate il secondo che abbocca ad un minnow grande quanto lui (perdonate la qualità pessima delle foto...maledetto autofocus del cellulare)!


Sullo stesso spot sono tornato poi alla vigilia di ferragosto, in un pomeriggio afoso e reso molto complicato dalla presenza di altri pescatori in giro, in cui ho salvato il cappotto solo grazie ad un altro piccolino incuriosito da un Mepps Aglia n. 0 dorato lanciato in un palmo d'acqua:

Ho provato anche il fiume Fiora, all'alba del giorno precedente la nostra partenza, stavolta col galleggiante ed i caster, senza troppa fortuna a dire il vero: solo pesciolini, rovelle ed alborelle, ed un piccolo barbo, l'unico che si è meritato la foto essendo la mia prima cattura in assoluto di questa specie:


Visti gli scarsi risultati, prima di andarmene decido di provare qualche lancio a spinning con l'inseparabile Martin vespa, che non mi delude quasi mai: sotto la sponda opposta alla mia, tra l'ombra della vegetazione che si sporge sull'acqua, tiro fuori questo bel cavedano, che dev'essere stato colto completamente alla sprovvista e non si è difeso quasi per niente...salvo poi dimenarsi come una furia appena fuori dall'acqua, tanto che scattargli una foto è stata una vera impresa!

Ed infine, un altro bellissimo pomeriggio sul fiume l'ho trascorso con tutta la mia famiglia: avevo adocchiato un cartello turistico che segnalava un breve sentiero CAI che conduceva ad un'altra cascata del fiume Olpeta, che sembrava davvero un bel posto. Presi con me moglie e prole, ci incamminiamo per questa piccola avventura, ed il breve cammino ci ha effettivamente condotti in un posto stupendo, quasi magico: due cascate a poca distanza una dall'altra, di cui la superiore anche piuttosto maestosa, con altrettanti invasi ai loro piedi, nel pieno della selva. Mia moglie ha fatto delle foto molto belle con la reflex, appena scaricate le aggiungo...per ora vi faccio vedere solo questa, scattata col cellulare:

Per la cronaca, pescando con la bimba nel marsupio sono riuscito anche a catturare due bei cavedani, tra gli urletti di entusiasmo della mia piccolina: credo non ci siano molte soddisfazioni più grandi che la pesca possa offrire...