Ma spesso e volentieri, per quello che riguarda strettamente l'aspetto alieutico, è una delusione: posti super affollati, sonori cappotti oppure (forse peggio) mattanze di trote pollo pronto pesca buttate lì poche ore prima per fare felici pescatori pigri e boriosi.
Ecco quindi che difficilmente si parte con grandi aspettative l'ultima domenica di febbraio.
Quest'anno, visti i nefasti eventi atmosferici della prima metà di febbraio, si poneva il quesito: dove andiamo per l'apertura? Si, perchè la meta prescelta sarebbe stata l'alto Aniene a Trevi, ma la prospettiva era trovare un posto ancora assolutamente impraticabile per la neve.
Pensa che ti ripensa, mi viene in mente di provare un itinerario che conoscevo solo di vista, essendoci stato più volte per lavoro: il tratto urbano del fiume Melfa ad Atina Inferiore. Su internet se ne legge un gran bene...perchè no?
Andrea (AKA zap) accoglie con entusiasmo l'idea, e quindi si decide di partire alla volta di questo spot "misterioso".
La sveglia è puntata alle 05:15, ma la mia frugoletta, sapendo quanto ci tengo, alle 04:00 decide di svegliarmi, della serie "papà, non vorrai mica rischiare di far tardi!". L'appuntamento con Andrea è alle 06:00, lasciamo una macchina e proseguiamo insieme verso Atina.
Il viaggio dura circa un'ora, e verso le 07:00 siamo già sul posto.
Le prime impressioni sono subito positive: il Melfa si presenta con un aspetto tipicamente torrentizio, anche se l'ampiezza del letto del fiume lascia immaginare che un tempo l'aspetto e la portata di questo corso d'acqua dovesse essere nettamente maggiore. L'acqua però è limpidissima, ed è tutto un susseguirsi di raschi, piccole buche, spianate e cascatelle. Se ci aggiungiamo una temperatura frizzante ma non fredda ed un cielo coperto ma che non minaccia assolutamente pioggia, le condizioni sembrano davvero perfette.

Lasciata la macchina a non più di 10m dall'acqua, con una sferzata di ottimismo prepariamo le nostre cannette. Viste le condizioni, si pesca davvero light, con canne corte e piccoli artificiali: io ho la mia fedele Shimano Alivio 165cm, e Andrea la sua compagna Shakespeare 1,80m. Entrambi partiamo con rotanti Martin n. 3/4, che si riveleranno le esche più produttive. Ecco Andrea alle prese con la sua montatura!

Sul fiume contiamo forse una decina di colleghi, per lo più tocchisti: l'atmosfera è calma e cordiale, ci salutiamo e scambiamo qualche battuta con più di uno di loro.
Partiamo con l'azione di pesca. Beh, non è facile trovare i punti giusti in cui lanciare, nè far lavorare bene i rotanti: la profondità media è inferiore a 30cm, e ci sono ovviamente alghe e sassi a tiro di ancoretta. Cominciamo a spostarci, rimanendo all'interno dell'alveo del fiume...non ci vuole molto a realizzare che sarebbe stato meglio portare i cosciali!!!

Vedo la prima cattura del giorno, da parte di un esperto tocchista, che frega una fariotta in una piccola buca dopo una cascatella. I pesci ci sono quindi! Poco dopo, Andrea fa il suo primo e memorabile strike: l'istinto guida il suo lancio in un braccio laterale del fiume, dove la profondità è leggermente maggiore e la corrente più calma, ed ecco che arriva la prima fario della giornata (ed anche la prima fario in assoluto della carriera alieutica del socio!).
Davvero un inizio promettente: sarà forse neanche mezz'ora che siamo arrivati!
Continuiamo a risalire lentamente il corso del fiume verso il ponte. Andrea mi precede di qualche decina di metri, ed in una spianata subito prima del ponte fa il suo secondo strike! Della prima riesco a vedere solo la foto, ma alla seconda cattura mi chiama e lo vedo, raggiante, con una bella trota in misura in mano! Grande Andrea!!!
Beh, la "sfida" tra noi si fa tutta in salita per me, ma importa davvero poco: stiamo pescando in assoluta tranquillità in un posto stupendo, e, anche se non per me, stanno uscendo fuori dei bellissimi pesci!
Io comincio a sperimentare un po' di esche: provo un grubbettino bianco su testina piombata, per sondare i punti più ristretti del fiume. Poi torno ai rotanti, e nella spianata che ha visto la seconda cattura di Andrea perdo un Martin 3 nero a pallini rossi a cui ero molto affezionato, rimasto su un ramo per un lancio leggermente troppo forzato...peccato! La fortuna però a volte toglie e a volte dà: mentre sto legando la girella col moschettone e sostituendo il Martin perso con un Martin 4 argentato a strisce rosse (lo stesso con cui ero partito), mi capita sotto gli occhi ed i piedi un Martin vespa argentato con amo singolo. Ci vuole poco a capire che era stato perso da Andrea, e fortunosamente ritrovato!

Mentre il socio continua imperterrito a mietere vittime (mi sa che è già a quota 4...!), raggiungo anch'io il ponte, proprio mentre Andrea torna verso di me, dopo una piccola disavventura che ha visto la sua canna cadere in acqua ed il mulinello perdere parecchia fluidità. Lui ne approfitta per una pausa, e forse il suo "fluido" mi porta un po' di fortuna: lanciando a pendolo sotto il ponte ho il mio primo strike! La trotella si difende bene, e sbaglio nel lasciarle per un istante il filo in bando, cosicchè a metà recupero si slama. Beh, poco male, si è risparmiata un po' di stress!
Galvanizzato, continuo a fare qualche lancio nello stesso punto: uno di questi, ben piazzato, raggiunge una delle due correntine dal lato opposto del manufatto, due giri di manovella e nuovamente strike! Stavolta recupero senza indecisioni e riesco a salpare una bella fariotta. Livrea stupenda, mi bagno la mano e con l'aiuto di Andrea la slamiamo velocemente. Mentre ci prepariamo per la foto di rito, la furbetta approfitta della mia paura di stringerla troppo, e con un guizzo torna in acqua. Poco male anche stavolta: ho sbloccato il risultato, anche se sono pesantemente in svantaggio!
Nel giro di pochi minuti arrivano altre due catture, una a testa: in questo caso riesco anch'io a scattare un paio di foto della cattura.
Guardate che spettacolo!

Davvero troppo bella...eccola tornare velocemente in acqua:

Andrea mi racconta il suo momento più emozionante: lanciando proprio sotto una cascatella, una trota salta fuori dall'acqua e ghermisce al volo il Martin...dev'essere stata una scena degna di NatGeo Wild!!!

Sono circa le 10:00, in due abbiamo catturato 7 trote oltre a due slamate, la giornata è stata memorabile!
Restiamo in pesca ancora per circa due ore, ma ormai il sole è uscito allo scoperto e le trote si guardano bene dal cacciare in queste condizioni. I colleghi ormai sono quasi tutti rincasati, ed è tempo anche per noi di andare.
Un'apertura bellissima ed emozionante. Io avrei firmato col sangue per uno scappottino, impensabile arrivare ad un risultato del genere. E la soddisfazione è moltiplicata dal piacere di aver scoperto un posto molto bello, con acque limpide e pure, dove le trote sono perfettamente ambientate, tanto che Andrea nel suo peregrinare ha visto anche un bel branco di avannotti. Senza contare che si tratta di pesci che sono lì da oltre un anno o più, visto che quest'anno in provincia non c'è stata neanche un'immissione, quindi niente trote pollo.
Che dire...una bellissima ed emozionante avventura, da bissare (si spera) quanto prima!!!
@Andrea: aggiungi anche le tue foto!!!
