Ma, tra il dire e il fare, appunto, “c’è di mezzo il mare”. Sovente le barche costano molto sia per l’acquisto che per il mantenimento e la gestione. Tante barche pesano, sono ingombranti e richiedono più persone per il varo e per l’alaggio. Così avviene spesso che quel senso di libertà che tutti i natanti ci infondono rimanga solo una sensazione e che, al momento di concretizzare i nostri sogni, ci si scontri con la “dura” realtà. Di soldi per l’acquisto, prima di tutto, per certe barche (anche se di medie dimensioni) ne servono molti e già questo è un vero problema per tante “tasche”. Non tutti i pescatori, infatti, possono spendere, senza problemi, quanto serve. La pesca, l’attività all’aria aperta probabilmente più diffusa, è uno sport prettamente “popolare” a parte qualche nicchia elitaria (traina d’altura, viaggi esotici, ecc.) e tutti, almeno una volta, hanno pescato, persone di ogni ceto sociale e di ogni età.

Nella stragrande maggioranza dei casi persone comuni, monoreddito, operai, pensionati, ragazzi, ecc. , tutti individui che devono obbligatoriamente pianificare ogni acquisto in relazione alle personali limitate possibilità economiche. Ciò nonostante, anche con pochi soldi a disposizione, tutti sognano egualmente di avere una barca! Ma come fare, allora?
Bene, con tanti sacrifici vi siete “fatti la barca”! E, adesso, dove la mettiamo questa “benedetta” barca? E, poi, volendo andare in acqua, come possiamo fare?
Naturalmente si potrebbe lasciarla sempre ormeggiata “a mollo”, il metodo più comodo, ma dove? Legata ad un palo presso la sponda di un canale o di un lago, naturalmente! Bravi, e i permessi per poterlo fare senza incorrere in multe e, oltre a ciò, se la rubano o quantomeno (succede sempre) la svuotano di ogni accessorio asportabile, il motore in primis?! Ci sono le darsene e i cantieri, è logico! Li la nostra barca è sicura e custodita ma, cosa dolente, avendo un natante economico, ogni anno la retta del cantiere ammonta quasi ad un terzo del valore totale del nostro mezzo! Ma siamo matti?! Finisce che, se me la rubano, quasi quasi mi fanno un favore! Allora tanti optano per l’acquisto di un carrello da traino con la relativa applicazione del gancio sull’auto.

Bravi! Avete pensato a quanto costano i rimorchi, i ganci per l’auto, l’assicurazione per il carrello e la maggiorazione di quella dell’auto? Soldi, molti soldi, spese continue anche se la barca se ne sta ferma per molto tempo, senza contare che gli scivoli per calare l’imbarcazione in acqua sono pochissimi se non del tutto assenti. Poi, dove mettere il tutto se non si ha a disposizione un ampio giardino privato o un grande garage dotato di un comodo accesso?! Sono problemi, ragazzi, sono “rogne”, e noi che volevamo solo divertirci e sentirci liberi e felici! Così avviene che, per colpa di tutti questi inconvenienti, si preferisca dotarsi di una canoa, di una “Mariposa” o, magari, di una corta Canadian. Facendolo si pensa di ridurre al massimo ogni questione di costi e d’uso. E’ vero, questi natanti si possono trasportare sul tetto dell’auto e mettere in acqua anche da soli. Ma, ahimé, la “sicurezza” dove la mettiamo?! Una volta a bordo e in pesca, ci si accorge subito che sono mezzi “ballerini” e poco stabili, estremamente sensibili agli spostamenti laterali dei pesi, a perenne rischio di “scodellamento” in acqua delle persone e delle attrezzature.

Ora, se e quando ciò avviene d’estate, in acque basse e vicino a riva, tutto si risolve con una risata ma se siamo in inverno, magari navigando su di un fiume profondo e con correnti, ogni incidente può avere dei gravi risvolti!
Sperando di non avervi annoiato troppo con questa lunga prefazione, vi voglio, ora, parlare delle mie convinzioni basate su decenni di esperienze vissute. A mio avviso, esiste una imbarcazione “ideale” che può essere alla portata di quasi tutte le tasche, che minimizza ogni problema logistico e operativo e, oltre a ciò, probabilmente il natante più sicuro che esista specialmente paragonandolo ad imbarcazioni “rigide” di pari misure: è il “gommone”, il battello pneumatico.


Non voglio, in questa sede, parlarvi dei “gommoni semirigidi”, quelli con carena in vetroresina e tubolari pneumatici. In effetti, questi natanti, mezzi barca rigida e mezzi battelli pneumatici hanno molti “pro”. Sono molto sicuri e veloci e “tengono” bene le acque, anche in presenza di vento laterale e di moto ondoso ma, peraltro, vista la carena rigida in vetroresina, pesano molto e occupano tanto spazio quando sgonfi e a riposo. Vi voglio, ora, parlare dei gommoni totalmente smontabili e ripiegabili, in particolare di quelli che io considero “puri”, con il paramezzale (elemento longitudinale centrale atto a dar forma alla carena e a mettere in tensione il telo del fondo) non in legno ma pneumatico.


Anche optando per questi battelli è chiaro e logico che, più il mezzo è grande, più pesa e maggiori dimensioni hanno le sacche di trasporto. Con ciò voglio dire che se abbiamo un’auto con determinate misure di carico utile interne e se intendiamo trasportarvi il gommone, saranno appunto queste misure a vincolare la nostra scelta. Prima di tutto, infatti, le sacche debbono entrare nell’auto, tenendo anche conto del fuoribordo, del serbatoio e dei bagagli aggiuntivi oltre che delle persone. Quando, inoltre, un gommone supera certe misure (quattro metri) non è più agibile da una persona sola e, al posto vostro, non farei troppo affidamento sull’aiuto di mogli o fidanzate varie che, credetemi, si stufano subito!! Ma concretizziamo il discorso e pensiamo ad una persona che voglia un gommone pur non potendo spendere molto, avendo una utilitaria e non essendo forte come “Ercole”, tutto ciò all’insegna della sicurezza attiva e passiva, della economicità e della facilità d’uso.


Bene, io opterei, senza dubbio, per un battello pneumatico di marca lungo sui tre metri, simile a quello nelle foto che illustrano questo articolo, il mio “amato” Eurovinil giallo, mio “compagno” di pesca da trenta anni!
Solitamente i battelli di queste dimensioni (con paramezzale pneumatico), da sgonfi, stanno in una sola sacca di trasporto con misure medie di cm.100 x 50 x 40, un “valigione” vero e proprio.
Utilizzando la pompa a pedale si gonfiano, a corretta pressione, in dieci minuti (con i gonfiatori elettrici a 12 v. in 3-4 minuti più qualche pompata a mano per portarli alla giusta pressione). Pesano sui 35 kg e, quindi, sono perfettamente agibili anche da una persona sola mentre, in due, è uno scherzo. Sono natanti che possono montare fuoribordo sino a sei cv di potenza (da soli si plana), con i tubolari perimetrali suddivisi in tre camere stagne alle quali aggiungere il paramezzale pneumatico e l’onnipresente sedile gonfiabile, in due camere, per la nostra donna. In totale gli elementi gonfi d’aria sono sei, più sicuri di così non si può!


I tubolari sono fatti con tessuti telati, composti da uno strato interno di trevira “a maglia stretta” spalmato sui due lati da gomme impermeabilizzanti, tessuti estremamente resistenti alle forature, ai graffi e agli urti. Non è un caso, quindi, se i marines d’assalto e gli addetti delle piattaforme petrolifere oceaniche li usano sempre. Anche in caso di una indesiderata foratura non succede nulla, il battello può garantire egualmente il galleggiamento e la lenta navigazione ed è, sapendo come fare, facilmente riparabile in tempi brevi. Normalmente un gommone sui tre metri di lunghezza fuori tutto ha tubolari con un diametro di 40-44 cm ed è omologato per il trasporta di quattro persone. Ciò vuol dire che, essendo in due, si sta comodi e si può pescare benissimo. In tutti i battelli pneumatici, inoltre, la portanza (il galleggiamento) è garantita dai tubolari pneumatici perimetrali, caratteristica costruttiva che rende i gommoni insensibili agli spostamenti (anche scomposti) laterali dei pesi.


. In questi natanti, quindi, anche in quelli relativamente piccoli, due occupanti possono stare seduti sullo stesso lato senza provocare il ribaltamento del natante, cosa impensabile se si utilizza imbarcazioni rigide di pari misura. L’unico difetto (peccato veniale) dei piccoli gommoni, visto il limitatissimo pescaggio, è la sensibilità al forte vento laterale e la tendenza a “battere” sull’onda. Sono cose da poco, però. In queste condizioni bisogna unicamente prestare maggiore attenzione per mantenere la corretta rotta e limitare la velocità per “battere” di meno.
Se dovessi consigliarvi delle marche, vi direi di orientarvi sui modelli della Zodiac e della Bombard (sottogruppo Zodiac) francesi del costo, da nuovi, sui 1200-1400 euro. L’Eurovinil, infatti, ha cessato la produzione dei battelli pneumatici anni fa. Poi ci sono tanti marchi che fanno gommoni di questo tipo (tutti con paramezzale in legno) utilizzando tessuti convenzionali in neoprene. Sono ottimi prodotti che però, in genere, a parità di lunghezza, pesano e costano di più.


Infine, cari amici, c’è il mercato dell’usato che, sapendo ben valutare lo stato d’uso e rivolgendosi esclusivamente ai privati, può essere molto conveniente.
Con 400-500 euro, infatti, si può trovare un ottimo gommoncino ben tenuto.
In questi casi i rischi di “vizi occulti” sono veramente pochi. Basterà, pertanto, prima dell’acquisto, verificare, per 24-36 ore la tenuta dell’aria e della corretta pressione dei tubolari e controllare a vista lo stato di conservazione delle parti in legno.


Avete visto, cosa vi dicevo? Volendolo veramente e con un po’ di economie, tutti possono avere una barca per pescare…….pensateci un po’!!
Caramente Francesco Venier

