Postato 29 July 2011 - 12:33 PM
Premessa: quando si decide di pasturare uno spot bisogna avere ben chiaro che la cosa implicherà un grosso dispendio di forze, tempo ma soprattutto soldi! Ecco perché è fondamentale unire risorse fisiche e monetarie così da lavorare in team.
Lo scopo della pasturazione preventiva è quello di condizionare le carpe con le nostre esche, mentre quello della pasturazione immediata è quello di attrarre i pesci per mantenerli sul settore di pesca il più a lungo possibile, senza sfamarli. Il condizionamento consiste nell’avvicinare le carpe alle nostre esche, in modo che queste ultime le riconoscano come una fonte di cibo. Naturalmente non possiamo pensare che ciò che offriamo loro possa competere con tutte le prelibatezze che offre loro la natura: chioccioline, gamberi, cozze, ecc. Tuttavia se forniamo alle carpe delle esche di qualità, capaci di soddisfarle da un punto di vista gustativo ed energetico, ecco che allora riusciamo ad abituare le carpe a mangiare queste nostre esche integrando la loro dieta “naturale” (in inglese “prebaiting”). Questo ci permette di creare il cosiddetto “stato di confidenza”, che nel lungo periodo porta al condizionamento (la carpa è un pesce opportunista, vuole riempirsi la pancia senza faticare troppo).
La pasturazione preventiva prevede due approcci, uno di lungo e uno di breve periodo, che andrò ad analizzare in seguito. I luoghi dove effettuarla sono quelli tipici del CF: il lago, il fiume, e il canale. Quanto pasturare? Quando si decide di dare vita a una pasturazione di questo genere, bisogna analizzare diversi aspetti, quali la configurazione dello spot (le carpe non conoscono le boiles, le carpe le conoscono ma vogliamo pescare con esche alternative, ecc.), la stagione e la quantità di pesci presenti (suddivisi tra pesci obiettivo, le carpe, e pesci di disturbo, quali le breme, i cavedani, i carassi, le scardole, i pesci gatto, ecc.). Dove pasturare? Un'ottima cosa da fare è quella di recarsi allo spot per osservare e misurare. Vanno individuati gli hot spot tipici: ostacoli quali alberi sommersi, legnaie e grossi sassi, difformità del fondale quali buche e scalini, frane, erbai, margini e canneti, banchi di ninfee, isole, ecc. Dobbiamo ricorrere al nostro “senso dell’acqua”.
PASTURAZIONE DI BREVE PERIODO
Si effettua la pasturazione da 1 a 3-4 giorni prima della pescata. Il suo obiettivo non è quello di “fare selezione” ma di attrarre il maggior numero possibile di pesce, senza tener conto della taglia. Viene svolta quasi sempre con granaglie, in quanto molto più veloci delle boiles ad entrare in pesca (si fa leva sull’attrattività delle esche). E’ utile utilizzare inizialmente mais, tiger nuts, fioccato, canapa (!!!) e pellets. Questo per dare una spinta iniziale al nostro spot. Nei giorni più vicini alla sessione di pesca potremo aggiungere anche qualche chilo di boiles.
PASTURAZIONE DI LUNGO PERIODO
La frase “si raccoglie ciò che si semina” penso riassuma perfettamente il concetto secondo il quale pasturare bene ci consentirà in futuro di raccoglierne i frutti (pardon, le carpe). L’obiettivo di questo tipo di pasturazione è quello di condizionare le carpe e, per quanto possibile, selezionare la loro pezzatura. La parola d’ordine è continuità. Si fa leva sulla qualità (in termini di valori nutrizionali) e sulla digeribilità delle esche, che dovranno essere capaci di integrare l’alimento naturale. Quindi esche altamente digeribili, energetiche, e con aromatizzazioni non molto forti. C’è chi addirittura non inserisce l’aroma durante la preparazione del mix. Personalmente io lo reputo invece molto importante (se dosato bene senza esagerare), perché ci serve per abituare le carpe a riconoscere quell’aroma e a collegarlo a qualcosa di buono e salutare.
STRATEGIA DI PASTURAZIONE DI LUNGO PERIODO
Ipotizzando di avere a che fare con uno spot in cui le carpe non siano mai venute a contatto con le boiles, si inizia a pasturare con granaglie (mais in primis), veloci ad entrare in pesca. Piano piano cominceremo ad introdurre le palline, gradualmente, fino a che la quantità di boiles non finirà per superare quella delle granaglie (dopo un certo periodo naturalmente, perché per far accettare alle carpe un nuovo alimento ci vuole tempo). La pasturazione avviene di solito a giorni alterni, un giorno sì e uno no. Dal momento che la carpa è un pesce abitudinario, è utile pasturare sempre alla stessa ora. La pasturazione dovrà essere interrotta 2-3 giorni prima della pescata, in modo da evitare il rischio di trovarsi a che fare con carpe già sazie. In pratica si tratta di creare un fermo strategico allo scopo di affamare le carpe.
Una volta in pesca invece, bisognerà lanciare sullo spot qualche chilo di palline, rinfrescare il settore ogni 5-6 ore, e ad ogni partenza (anche falsa partenza) lanciare sopra il nostro terminale una 20ina-30ina di palline, in modo da mantenere il branco di carpe nei pressi degli inneschi..
LA PASTURAZIONE IN LAGO
Nelle acque ferme pasturare (da riva o dalla barca) risulta piuttosto comodo. Un errore da evitare però è quello di esagerare con la quantità, perché non essendoci corrente in grado di “lavare via” il fondale, c’è il rischio di creare una zona di fermentazione generata dal cibo abbandonato. Il processo di fermentazione brucia l’ossigeno e quindi allontana i pesci! Logicamente in certi bacini che presentano un fondale del tutto omogeneo, pasturare ad ampio raggio con tante boiles ben sparse è un’utile strategia per cercare di fermare le carpe in pascolo. In bacini che presentano invece un fondale disomogeneo, con asperità, ostacoli sommersi, scalini, ecc. dovremo far trovare alle carpe le nostre esche concentrate nei pressi degli hot spot, dal momento che le carpe cercheranno da mangiare solo in questi particolari giacimenti naturali di cibo.
LA PATURAZIONE IN FIUME
Qui il discorso si fa più difficile. Abbiamo a che fare con tante variabili. Per esempio, le piene sono in grado di trasformare le sponde e i fondali. Zone ottime si possono trasformare in un attimo in zone improduttive (e viceversa!). Inoltre dobbiamo fare i conti con la corrente (che varia in base ai diversi periodi dell’anno, oltre che per le precipitazioni), capace di spostare tutto quanto è sul fondale, comprese le nostre esche. Dovremo quindi capire di quanto si sposteranno le nostre esche e dove si depositeranno. Se lanciamo delle esche in acqua, inevitabilmente queste verranno spinte dalla corrente più a valle. Inoltre, una volta sul fondale, continueranno a rotolare per un po’. Naturalmente ci sono fiumi con poca corrente, e altri con una corrente molto sostenuta (vedi Tevere, Arno, Po). In questi fiumi l’ideale è pasturare una trentina di metri (almeno) a monte del settore in cui vogliamo pescare. Esche leggere quali mais, tiger o canapa dovranno essere lanciate ancora più a monte, oppure essere inglobate in grosse e pesanti palle di pastura compressa o in grossi blocchi di polenta. Un altro utile sistema di pasturazione in fiume è quello di creare, con lo stesso mix utilizzato per le boiles, dei panetti, che ci garantiranno un’ottima tenuta sul fondale e una buona resistenza agli attacchi dei pesci di disturbo. Il procedimento è semplice: si prepara il mix, si forma un mattoncino, lo si avvolge della carta trasparente da cucina (quella per conservare freschi i cibi), e lo si fa bollire per 20-30 minuti. Una volta freddi, basterà togliere la pellicola e saranno pronti per essere usati. Infine, possiamo seguire un ottimo stratagemma anche nel caso ci impuntassimo ad usare boiles di medie dimensioni: invece di farle tonde, possiamo creare delle boiles quadrate, che di sicuro rotoleranno meno una volta sul fondale.
UTILI TRUCCHETTI
Per fare selezione molto spesso si utilizzano palline da 30, addirittura 40mm. Personalmente non ho visto grossi risultati. Basti pensare che mi è capitato di catturare carpe da 500gr e grosse scardole con doppia boile del 22. Per non parlare dei grossi cavedani che spesso rimangono allamati. Piuttosto, una strategia utile può essere quella di pasturare in due orari diversi all’interno della stessa giornata. Ad esempio, possiamo pasturare la mattina presto o la sera con sole boiles e pasturare nelle ore calde con le granaglie (per sfamare il pesce di disturbo).
Un altro buon trucco consiste nel pasturare con boiles di diametro diverso in modo da superare la diffidenza delle carpe. Boiles di dimensioni diverse avranno anche un peso diverso. Per la carpa sarà quindi più difficile, una volta in pesca, capire quale esca nasconderà il rig.