LIBERTA' di domenica 5 agosto 2007 > Provincia
Amara denuncia della Fipsas che chiede un approccio globale al fiume per le future scelte
«Lavori in alveo a Ferriere, ennesima strage di pesci»
ferriere - «Per lavori in alveo, sotto al ponte di Ferriere e più a monte, sono stati distrutti parecchi chili, forse un quintale, di pesce». La segnalazione, accompagnata da una grande amarezza, arriva da Claudio Ghelfi (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee). Ed arriva nel mezzo di un'estate che di per sé già ha fatto soffrire i fiumi («Il Trebbia, chiuso il rubinetto del Brugneto, è crollato»).
«Quanto accaduto a Ferriere con la morte di pesci pregiati, non è assolutamente un episodio isolato - dichiara Ghelfi - perché l'impatto dei lavori in alveo è negativo, sia a breve termine, perché sempre vengono uccise quantità rilevanti di pesce, sia a lungo termine, perché questi interventi provocano sempre un pesante impatto sulle comunità ittiche e ambientali, le quali risentono dello stravolgimento dell' alveo che si riflette sulle possibilità di riproduzione e quindi sulla presenza di comunità ittiche ben strutturate».
Ghelfi individua nella «mancanza di cultura la causa principale dei guai che affliggono i nostri fiumi» e chiede maggior coordinamento fra gli enti che presidiano il territorio: «Perché - si chiede - non si è provveduto in tempo al recupero dei pesci, come previsto da uno specifico protocollo?»
«Purtroppo - prosegue - potremmo fare un numero d'esempi negativi tale, che non basterebbero nemmeno tutte le pagine di un numero di Libertà a contenerle tutte: per il Nure segnaliamo solo alcuni di questi fatti: la spianata dell'alveo del Nure allo sbocco del Lavaiana/Lardana (il Nure, spalmato su 300 metri si presenta con un paio di centimetri d'acqua); la captazione delle sorgenti del Rio del lago MOO (la sorgente principale, una straordinaria fontana, è stata intubata e dirottata a Centenaro); la regimazione violentissima del rio Riccò». A ciò si aggiunge la «previsione di messa in secca o meglio di messa in minimo deflusso vitale del Nure da Rompeggio a monte e del Grondana da Ferriere in su per realizzazione di centraline idroelettriche. Un progetto - considera Ghelfi - che sembra riscontrare un ampio favore. Ma io pongo questo interrogativo: è meglio avere un po' più di energia "pulita" oppure conservare il nostro fiume?»
La profonda amarezza che traspare dalle parole di Ghelfi «è un invito - come spiega lui stesso - ad una profonda riflessione a chi può decidere di cambiare approccio a queste complesse problematiche della gestione del territorio fluviale. In altre parole: l'approccio al tema fiume «deve essere globale». Non si può considerarne l'aspetto idraulico a prescindere dalla tutela del popolamento biologico. «Se un approccio così impostato fosse una procedura normale - è la conclusione - probabilmente oggi non saremmo a discutere della briglia sull'Aveto a Lagoscuro, delle centraline idrauliche e probabilmente avremmo evitato la perdita di tanto pesce a Ferriere».
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per ragioni di fobia mia)
Anche i punti e le virgole... 
Quotone one!! 
