Postato 10 September 2010 - 14:45 PM
Queste righe non voglio essere né uno sfogo né mera retorica, ma uno spunto per stimolare un’interessante discussione sulla nostra amata tecnica!
Mi sono avvicinato al carpfishing un po’ per caso, un po’ perché ho sempre preferito la pesca a fondo, in tutte le sue possibili varianti, all’uso del galleggiante. Vedevo il carpfishing come una tecnica per pescatori “fighetti”, con canne e mulinelli all’ultimo grido, alla ricerca sfegatata di una foto da copertina. Qualcosa di distante del mio modo di vivere la pesca. Un mio amico con cui condivido la passione per lo spinning, tempo fa mi ha domandato: <>. Sono convinto che la sua prima carpa gli farebbe rimangiare tutto. Che pesce straordinario. Un trattore! Ma un trattore furbo, capace di slamarsi sfregando la bocca contro rami e rocce, capace di puntare in men che non si dica l’unico ostacolo presente, capace di aspirare e sputare l’esca prendendosi gioco di te. E’ bastata la mia prima cattura a farmi subito innamorare di questa tecnica. Carpfishing = pesca della carpa. Non vuol dire pesca della carpa gigante!!! Per scelta e per principio (ma anche perché per fortuna ho abbastanza tempo libero da sfruttare) io pesco solo in fiume. Lì, una carpa selvatica di modeste dimensioni vale oro, e con l’attrezzatura giusta ti fa proprio divertire. Però è anche normale (mi succede anche con tutte le altre tecniche) che ogni volta io stia già pensando alla cattura successiva, ad un pesce ancora più grande. Si tratta soprattutto di una sfida con me stesso, un modo per mettere alla prova le mie abilità. Tuttavia non è mai una ricerca esasperata del big fish: io mi dirigo al fiume semplicemente con l’idea di poter passare un po’ di tempo in mezzo alla natura, all’aria aperta, lontano dalle preoccupazioni quotidiane. Il carpfishing, per come la vedo io, non deve essere una stressante ricerca della carpa da record. Se arriva bene, altrimenti c’è da divertirsi lo stesso. Volete mettere la visione di un’alba o di un tramonto, o vivere i rumori della natura e i silenzi della notte? Volete mettere l’eccitazione di passare una notte dentro la tenda, in attesa di quel biiiiiip che ti fa precipitare in direzione delle canne col cuore in gola e l’adrenalina al massimo, con la speranza che dall’altra parte del filo ci possa essere la carpa dei sogni? Anche un cappotto, per quanto fastidioso e amareggiante possa essere, può trasformarsi in qualcosa di positivo, perché ti permette di riflettere su cosa non ha funzionato, in modo da farne tesoro per le pescate che seguiranno. Il massimo che ti permette questa tecnica, credo sia la possibilità di ingannare pesci selvaggi e diffidenti con le tue stesse esche: quanto bello è trasformarsi in piccoli alchimisti, che sperimentano nuovi mix, studiano nuovi aromi, s’informano sulle proprietà di questa o quella farina? Per pescare le carpe nessuno ci chiede di seguire una determinata moda, gli acquisti vanno fatti gradualmente in base alle proprie necessità e alle proprie tasche. Ho un amico che pesca bestioni con canne e fili Lidl e Decathlon! Qui siamo agli estremi, ma questo dimostra come per pescare questi pesci non occorrano attrezzature costosissime e all’ultimo grido. Questa tecnica mi piace molto, perché è un mix di scounting e camping. Scouting, nel senso che sono alla costante ricerca di nuovi spot “vergini” da provare.. Ogni volta penso: <>. Spesso sono posti infrascati e “scomodi”, ma è questo lato selvaggio della tecnica che mi affascina. Se non è avventura questa! Inutile però nasconderci che è una tecnica costosa (certi attrezzi come il cobra e i tendi lenza li auto costruisco, le boiles me le faccio, alcune cose le compro usate, ma soprattutto per inziare ho dovuto spendere) e logorante: quante “seghe mentali” ci facciamo noi carpisti? Quando ci illudiamo di aver finalmente capito come funziona una certa cosa, spesso la nostra teoria viene puntualmente smentita! Ed eccoci nuovamente lì, a scervellarci, a comprare riviste, a leggere articoli per rimanere sempre aggiornati! Anche questo mi affascina, non c’è niente di troppo scontato. Purtroppo non posso contare su un vero “socio di pesca”, e questo mi manca. Sia perché col lavoro di squadra potrei dividere le spese e i compiti (chi prepara le magiche palline, chi di volta in volta va al fiume a tenere il posto pasturato in previsione della pescata del week-end, chi si occupa dei terminali, …), sia perché avrei modo di consolidare un’amicizia, condividendo sacrifici, sforzi e soddisfazioni! Questo per me è il carpfishing: sacrificio, costanza, dedizione, natura e avventura!!!
Voi come lo vivete e come vi siete avvicinati a questa tecnica?