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Distribuzione della trota marmorata nel Po


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8 risposte a questo topic

#1 GioSarca

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Postato 23 September 2009 - 15:16 PM

Mi rivolgo sia al nostro ittiologo e a chi frequenta il fiume Po, mi sono sempre chiesto quale sia attualmente la distribuzione della trota marmorata nel fiume Po e quanto si sia ridotto il suo areale rispetto ad un recente passato.

Chiedo questo perchè di marmorate in Po, a meno di qualche cattura nell'alto corso in Piemonte non ne ho mai sentito parlare...eppure a rigor di logica e in base alla distribuzione della specie almeno nei pressi di alcuni immissari ce ne potrebbero essere, e se ci sono dovrebbero avere la possibilità di diventare record....ma non ho mai sentito dire marmorata record in Po :?

Immagino che la distribuzione sia condizionata dalla tempratura delle acque...ma diventa subito così caldo questo fiume o sono altri i fattori che limitano la presenza della specie?

E' più che altro una curiosità ittologica da uno che di Po non ne sa praticamente nulla :)

ciao

#2 Federico Ielli

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Postato 29 October 2009 - 08:47 AM

Ciao Giorgio. Vedo di risponderti un po' sinteticamente, per questioni temporali, rimandando ad eventuali ulteriori approfondimenti più in là. Allora, sino a 15-20 anni anni fa la trota marmorata era presente nel medio-alto corso del Po e dei principali affluenti di sinistra, tra i quali Dora Baltea, Sesia, Ticino (con esemplari record) e Adda. Attualmente la situazione è desolante, nel senso che per trovare qualche marmorata nel Po bisogna spingersi sino oltre Torino e soprattutto a monte, nei pressi degli affluenti Pellice e Cantogno e poi su, verso Moretta e Villafranca. Nella Dora qualche bel pesce c'è ancora, ma sono rari. Pensa che quando lavoravo per la realizzazione della Carta Ittica del Piemonte (almeno 20 anni fa), essendomi stata affidata la Provincia di Alessandria, si erano trovate marmorate nel Po sino a Casale Monferrato. :? E ci sono dati bibliografici che ne attestano la presenza ben più a valle. Nel Ticino la marmorata è quasi scomparsa, nonostante i tentativi di reintroduzione e i programmi di tutela. Meglio va nel Sesia e, soprattutto, nell'Adda, dove un serio programma di reintroduzione/tutela (anche dell'habitat) ha fornito risultati incoraggianti, in particolar modo a monte di Lodi. Nei tratti a valle le condizioni idrologiche (questo vale anche per gli altri corsi d'acqua menzionati e quindi anche per il Po) sono talmente cambiate (incrementi termici, competizione/predazione da specie aliene, rettificazione degli argini, sbarramenti, asciutte invernali) tanto da modificare completamente la vocazionalità dei corsi d'acqua citati, attualmente per lo più classificabili nella "Zona a ciprinidi reofili", quindi con popolamento preminente a barbo e cavedano. Questa, purtroppo, è la cruda realtà dei fatti.
Federico Ielli

#3 GioSarca

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Postato 29 October 2009 - 09:19 AM

Grazie della risposta :) già abbastanza esauriente devo dire.

#4 alessandrolosacco

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Postato 30 November 2009 - 21:58 PM

Qual'è secondo te il fattore principale che sta portando, anzi ha portato, alla scomparsa della marmorata nel Po. 20 anni fa, nel 1989 la qualità delle acque del grande fiume era più bassa no?E forse le escavazioni più selvagge

Mi chiedo se tutto ciò sia interpretabile come una serie di fattori che hanno concorso alla completa perdita dell'equilibrio o meglio: nonostante le forzanti antropiche il sistema è rimasto in equilibrio per anni fino al punto in cui ha ceduto completamente ed ora è praticamente impossibile o comunque difficilissimo tornare indietro (ci ho provato con quel minimo di modellistica che mi ricordo ancora)

#5 Federico Ielli

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Postato 01 December 2009 - 09:22 AM

Probabilmente hai ragione: l'ecosistema Po (ma anche numerosi altri) ha retto fin tanto che ha potuto, poi si è disgregato di colpo. Quale il fattore maggiormente responsabile mi chiedi? Mah, assoluta certezza non c'è. Senz'altro, come tu stesso ribadisci, le escavazioni selvagge degli anni 80 e 90 hanno impresso un duro colpo all' habitat riproduttivo della marmorata, ma anche le canalizzazioni e le rettifiche dell'alveo. In aggiunta, come già scritto, la qualità dell'acqua è si migliorata sotto l'aspetto della depurazione urbana e zootecnica, ma un nemico silente si è fatto avanti: l'incremento medio delle temiche, che di fatto ha reso l'ambiente vocato più ai ciprinidi che non ai salmonidi. I perchè? Tanti sommati: per esempio le acque di scarico delle centrali termiche e di quelle urbane (depurate, ma più calde) e così via :?
Federico Ielli

#6 alessandrolosacco

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Postato 01 December 2009 - 13:49 PM

Ciò che deve far riflettere è che anche se dovessimo ripristinare le condizioni buone/ottimali (cosa già di per se impensabile, purtroppo) ci vorrebbe un sacco di tempo per ottenere qualche risultato. E' proprio questo che bisognerebbe far capire alla gente: è una perdita, enorme e difficilmente sanabile; è importantissimo gestire in maniera sostenibile tutti i fiumi che ancora ospitano polazioni pregiate per evitare di perderli definitivamente.

Possiamo solo concentrarci sui quei corsi d'acqua nei qual la vita è ancora sostenibile: ho partecipato, se pure in maniera marginale, come SCI piacenza alle semine in Adda e devo dire che è un lavoro enorme (con pochissimi fondi) che sta portando piccoli miglioramenti rilevabili non a livello alieutico quanto a livello statistico sulla conta delle freghe.

#7 Federico Ielli

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Postato 01 December 2009 - 19:33 PM

Verissimo quello che sostieni. I miglioramenti sono difficilmente percepibili dai più, mentre un programma serio da veramente una mano all'ambiente, anche se i risultati si vedranno nel tempo. Molto più che le assurde limitazioni imposte ai pescatori (limiti corretti e concreti esistono già), troppo spesso vessati come colpevoli di uno stato di malessere ambientale di cui sono, in realtà, solo i fruitori.
Federico Ielli

#8 GioSarca

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Postato 04 December 2009 - 14:07 PM

Anche secondo me la temperatura gioca uno dei ruoli chiave sulla composizione delle popolazioni ittiche. Tra le tante cause di aumento delle temperature medie aggiungo anche un'altro fattore, che ritengo di rilievo, ovvero la mancanza di protezione dalla luce solare diretta data dalla vegetazione riparia.

In riferimento alla marmorata concordo pienamente sul fatto che pur lavorando bene i risultati si ottengono lentamente, ci vogliono anni per vederli e si deve agire su più fronti.

Reintrodurre una specie è come spingere un'auto ferma: il lavoro più difficile è cominciare a muoverla, se ancora si può muovere, poi si fa meno fatica a farla avanzare, ma, se non la si riesce ad accendere, l'auto si riferma in pochi metri non appena finisce la spinta....la chiamerei inerzia ecologica...calza? :D
ciao
PS In riferimento alla marmorata speriamo che l'Adige non stia finendo la benzina.... :(

#9 Federico Ielli

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Postato 04 December 2009 - 17:15 PM

Hai toccato un tasto dolente :? Mah, considera che l'incubatoio dell'APDV produce qualcosa come 500.000 uova di marmorate all'anno e i risultati? Ho idea che quelle marmoratine, benevolmente seminate, finiscano in gran parte preda dei cormorani e le rimanenti non sopportino i prolungati periodi di piena/morbida del fiume alpino perchè non avvezze. E le freghe spontanee sono sempre meno.........
Federico Ielli


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