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Dalli Lì Turchi !!!!


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#1 Giordaloco

Giordaloco

    Pescatore qualunquista

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Postato 15 May 2009 - 07:41 AM

Il suicidio della pesca del tonno in Turchia

LIVORNO. Il governo turco ha approvato un proprio limite di cattura per tonno rosso del Mediterraneo in via di estinzione, ignorando totalmente le quote concordate dall’Iccat a livello internazionale e i suggerimenti degli scienziati. «Il Piano di gestione esistente del tonno rosso è già abbastanza grave – dice Greenpeace international - Con le pressioni dei politici per ignorare gli avvertimenti degli scienziati, l’industria del tonno mediterraneo ha creato un patto suicida, non un Piano di gestione. Ora la Turchia, contestando anche quelle inadeguate restrizioni, dice che per la sua flotta di pesca è tutto lecito fino a che tutto non sarà finito. E aggiungendo l’insulto all’assurdo, non bisogna solo considerare le catture illegali: la Turchia è stata appena pescata con le mani nel sacco con uno sbarco illegale tra le 5 e le 10 tonnellate di tonni rossi giovanili nel porto turco di Karaburun. E quest’anno la stagione di pesca del tonno rosso è appena iniziata!».

Quella turca è attualmente la più grande flotta di pesca al tonno del Mediterraneo, una specie di grande importanza economica ed ecologica e portata dalla sovrapresca sull’orlo di un collasso imminente. Eppure, come ricorda Greenpeace, il tonno è stato per centinaia di anni una parte importante dello stile di vita e dell’economia dell’intero bacino del Mediterraneo, uno sfruttamento equilibrato aveva reso quella del tonno una delle industrie più stabili dell’impero romano. Tutto questo è finito con la pesca industriale e oggi quasi tutti i tonni pescati nel Mar Nostrum vengono esportati in Giappone, un saccheggio che nel corso dieci anni si è intensificato creando grandi profitti ma che ha ridotto gli stock di tonno a livelli critici che ora minacciano anche il futuro di centinaia di pescatori.

Per Greenpeace si tratta di «Una vergogna internazionale: la gestione del tonno rosso è affidata alla International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas (Iccat), un´organizzazione intergovernativa della quale l´Unione europea è un membro attivo e influente». Nel settembre 2008, un riesame indipendente dei dati Iccat ha evidenziato che la gestione della pesca del tonno rosso nel Mediterraneo è «ampiamente considerabile come una vergogna». Nonostante questo, il governo turco non è d’accordo sulle quote di tonno rosso concordate nella riunione Iccat del novembre 2008.

Le quote approvate dall’Iccat fissano la taglia minima legale a 30 kg per consentire almeno un ciclo di riproduzione, prima di ogni cattura. «Ma catture al di sotto di tale limite sono stati recentemente riportati sia dai media turchi che italiani – dicono a Greenpeace - Se ignorerà i limiti del contingente internazionale significa che la Turchia porrà fine al business del tonno rosso con la più rapida estinzione commerciale di una specie».

Dal 2006 gli scienziati continuano a dire che è una follia permettere di ridurre ancora lo stock di tonno rosso: bisognerebbe pescarne al massimo 15.000 tonnellate e istituire zone di riproduzione protette durante I mesi cruciali di maggio e giugno. «Ma le zone di riproduzione sono devastate ogni anno dalle flotte industriali – sottolinea Greenpeace - e il prelievo effettivo è scioccante: stato stimato in 61.100 tonnellate nel 2007, il doppio di quanto permettevano le catture legali nel corso dell’anno, e più di quattro volte il livello raccomandato scientificamente». Quest’anno, il cosiddetto “piano di recupero” consente una pesca che è del 47% superiore a quanto ritenuto il limite massimo sostenibile.

Secondo Greenpeace «La Turchia e tutte le altre nazioni, tra cui i paesi europei, dovrebbero chiudere la pesca al tonno rosso fino a quando la gestione della pesca non verrà fatta in stretta conformità con le consulenze scientifiche, fino a che la pesca non sarò à calata a livelli sostenibili e saranno realizzate riserve marine per proteggere la riproduzione del tonno rosso».

Gli ambientalisti affermano che dal 2006 hanno documentato numerosi casi di pesca illegale nel Mediterraneo, compresa quella durante il periodo vietato e quella di esemplari sotto-taglia, il cambiamento illegale di destinazione d’uso di imbarcazioni da pesca, l’uso di aerei per segnalare i branchi di tonni, allevamenti offshore non autorizzati, trasbordi non regolari, gli sbarchi illegali e false dichiarazioni, un eccesso di catture enorme e non dichiarato ed un ulteriore aumento della capacità di cattura della flotta peschereccia.

«Poiché l´industria della pesca è ora completamente fuori controllo ed ha porta il tonno rosso quasi estinzione – dicono a Greenpeace - stiamo promuovendo la creazione di riserve marine no-take marine, la protezione del 40% degli oceani del mondo, come la soluzione a lungo termine per uno sfruttamento eccessivo del tonno e di altre specie, e il recupero del nostro super sfruttato pianeta blu».
PESCATORE QUALUNQUISTA
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27-06-1944


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