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Un tempo lontano...


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9 risposte a questo topic

#1 Repele Dimitri

Repele Dimitri

    Repele Dimitri

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  • LocalitàNuvolera (BS)
  • Tecnica: Mosca & c
  • Provenienza: Nuvolera (BS)

Postato 20 March 2009 - 18:12 PM

Un tempo lontano...by Cicalone

Tanti anni fa mi glorifico di aver cominciato a pescare a surf casting, erano i tempi delle canne lerc in tre pezzi e inizialmente dei mulinelli ru recordette, erano i tempi di Ivano, parliamo di oltre 35 anni fa.
I negozi di pesca erano pochi a Ostia lido c'era Ennio pesca al pontile, poi c'era Ennio dietro al 2° cavalcavia e Pucci sport a via Vasco de Gama, l'esca la vendevano e per tanti anni sono stato uno dei fornitori ufficiali della loro arenicola.
Per chi non lo sa' l'arenicola si fa con la pala intorno agli scogli nell'acqua, d'inverno con i pompammerda ( waders) e d'estate in costume da bagno e ciavattelle per evitare i cocci di vetro e le tracine. scavando intorno agli scogli con alterne fortune a volte se ne faceva tanta in poco tempo a seconda dell'insabbiamento delle scogliere e a volte a causa dello svuotamento delle stesse il xxx da farsi era molto maggiore. Io da pischello mi facevo quella per pescare e facevo quella da vendere per pagarmi i vizi, l'attrezzatura da pesca.
Dicevo le canne, pesanti lerc che esistevano i 2 versioni da 750 gr e da 1 chilo, erano lunghe 4,50 mt erano gialle e noi ci vacevamo un puntale in fibra di vetro che portava l'attrezzo a circa 6 mt al piede del quale ci facevamo un puntale di ferro che piantavamo nella sabbia, Erano canne scomode a portarsi, pero' avevano la positivita' di essere morbide, infatti noi montavamo il filo dello 0,35 e con quello si lanciava senza shock leader addirittura piombi di quasi 200 gr e i rischi di strappare erano pochissimi, certo il lancio difficilmente superava i 100 mt e anche con il massimo della potenza il lancio risultava piu' o meno lo stesso.
Qualche anno dopo uscirono i primi mitchell 498/496......per noi furono la manna della pesca, che mulinelli, veri trattori, ci veniva fuori di tutto, i vecchi ru recordette si bloccavano con tutto, ricordo una volta che mi si bloccarono con una marmora di 1 chilo, si inchiodavano e non c'era piu' verso di recuperare ma i mitchell che buldozer tiravi su pure un tronco.
Ci tiravi fuori qualunque cosa, al canale dei pescatori a ostia di notte con la sarda ci abbiamo cacciato fuori gronghi allucinanti anche di oltre 6 kg e pure spigolone, un tempo capitavano con la sarda anche spigole e ogni serata al canale ne usciva una almeno dai 3 chili in su.
La lenza era facile per il surf casting e l'arenicola, esistevano 2 sole montature, a mare calmo si pescava con piombo a palla da 150 gr e mosachettone e bracciolo lungo 1mt e piu' dello 0,30 con amo martellato del num 4 per marmore e orate esca la perenne arenicola o il cannolicchio;
a mare mosso moschettone, piombo da 150/180 gr sempre a palla ma montato fisso, su uno spezzone derivato e dallo stesso moschettone partiva il finale di circa 1 mt dello 0,35 con amo del num 2 sempre innescato ad arenicola e cannolicchio per spigole, orate, saragoni, e marmore ma entrava spesso la super ombrina e pure la razzona.
Si lanciava oltre il frangente o sotto di esso e si mettevano le canne in tiro, causa la morbidezza della canna la mangiata si vedeva bene, certe inchinate oppure il filo allentato di brutto recuperavi e sentivi menare sotto ed era pesce. Il pesce c'era e quando portavi a casa 10 pezzi eri quasi andato in bianco.......

A quei tempi l'arenicola non si innescava come oggi che una scatoletta costa cara, chi se la faceva abbondava nell'innesco, su un amo del num 2/4 si innescava a libero, magari anche 4 vermi insieme ne veniva una cerasa a cui anche un pesce svogliato non poteva dire di no, e quindi l'orata grossa era di casa, e poi il marmorone e tutti gli altri. La mantenevamo i primi tempi in una cassettina di legno piena di sabbia asciutta e cosi' con un panno bagnato sopra campava anche 4 giorni ma poi nei tempi che seguirono cominciammo a tenerla con l'ossigenatore.
Si andava a fare l'esca poi dal sacchetto di tela che avevamo al collo e in cui la mettevamo la rovesciavamo in un secchio pieno di 2/3 d'acqua e poi sul terrazzo d'inverno al riparo del sole e dentro l'ossigenatore a corrente, va da se che code ( pezzi tagliati senza testa) e capooccie ( vermi interi) stavano tutti insieme, pero' i vermi interi stavano sotto la sabbia e le code rimanevano fuori, mano mano che si recuperava si innescavano le code e a fine giornata rimanevano le teste sotto la sabbia.
Esse campavano parecchio e ce le facevamo durare anche dei mesi, in ogni secchio c'era il quantitativo di una buona pescata e col mare mosso ce l'avevamo sempre pronta, va da se che la volta successiva si rifaceva l'esca si riannava a pesca e si metteva la sera da parte un'altro secchio con le capocce.
L'inverno si tirava avanti cosi' perche' l'arenicola campava bene col freddo, il problema era l'estate perche' alla minima scaldata andava tutta a xxx, allora sono cominciate a venire fuori le cantine e i refrigeratori ma pero' d'estate il problema era minore, l'esca si faceva in costume ed era pure bello andarla a fare nell'acqua calda.
Altra ottima esca per saraghi, marmore e orate e col mare mosso pure spigole e ombrine era il cannello o cannolicchio, i sistemi per accaparrarcelo erano 2, o si comprava in pescheria o si faceva da soli.
Il sistema di farli erano due:
1) ci si metteva in costume e si andava a 200 mt da terra con l'ausilio di un amico sul pattino, con mare calmo e acqua limpida ci si immergeva e si andava maschera e boccaglio sul fondo, il cannolicchio ( solen vagina) sta' sotto la sabbia e dal di sopra si vedono 3 occhietti, se mettiamo un dito sotto quello ci sente e parte per la tangente e ve la pjate nel c.....allora il sistema era di costruirsi una piccola fiocinetta con una stecca di ombrello a cui oltre la punta si faceva un ardiglione tipo amo e velocemente si dava una fiocinata in mezzo ai 3 buchi, il cannello infilzato veniva fuori, se si era svelti se ne facevano anche 5 per ogni immersione;

2) altro sistema era di fare una composizione molto salata di poca acqua e tanto sale che poi tiravamo su in una siringa un po' grande senza ago, appena vedevamo i buchi bastava inserire la siringa dentro e dare una spruzzatina il cannello appena sentiva il sale addosso veniva fuori a schizzo e pure cosi' ne facevamo parecchi.

30 anni fa non c'erano problemi di pesci, a Ostia lido dove abito anche dietro o davanti a casa c'erano ottimi spot per catturare qualcosa, davanti a casa mia c'e' il pontile, allora davanti c'era un ottimo fondale, ricordo che in certi punti c'erano anche 5 mt d'acqua come si muoveva un po' il mare si prendeva la pala si andava a fare due vermi d'arenicola e con i cannoni lerc e il mitchell 498 si beccavano belle marmore e tanti corvizzoli le ombrine di sabbia, ma poi ci si allontanava di un po' e si beccavano tante spigole, mi ricordo di un giorno ero ragazzino credo intorno ai 16 anni, insieme ad un mio amico che aveva il motorino e si chiamava Corrado ci recammo ai cancelli verso Torvajanica alla spiaggia del Presidente davanti a Capocotta con le canne da surf e una cassettina di arenicola fatta da me il giorno prima e con un mare di scaduta da panico azzeccammo una pescata di spigole da capogiro, tutte belle tutte sopra il chilo, ricordo che per tornare a casa riempimmo il mio zaino di spigole che fuoriuscivano con le code dallo stesso e il nostro rientro fu l'apoteosi perche' poi passammo da tutti i miei amici per farli rosicare, e dovetti pure sottostare ad una fila di sganassoni di mio padre che non voleva che andassi in motorino sia pure come passeggero.
Ricordo altre fantastiche pescate a fiumara grande alla foce del tevere dove sia a mare calmo che a mare mosso con grossolane montature usciva sempre il big fish e comunque c'era sempre la mangiata spettacolare e tra amici comunque fosse il pomeriggio passava sempre bene.
A Ostia lido c'era un vecchietto simpaticissimo si chiama il sor Augusto, Augustarello per gli amici, era un mito, col suo tornio in un garage faceva di tutto, ci facevamo fare i piombi che squagliava in un pentolino, ci faceva i pedoni delle canne da surf, ci legava gli anelli sulle canne e ogni fissa che c'avevamo lui la risolveva e chiedeva veramente poco, a volte toccava litigarci per fargli avere qualche soldo. Poveraccio un giorno mori' e la preoccupazione dei suoi parenti fu quella di vendersi subito i suoi attrezzi del mestiere.
Ivano era uno di noi, con la sua bravura e con quella sua pala assurda lunga lunga che poi sapemmo come si era fatta, lui da ottimo carpentiere marino qual'era si era incollato lunghe strisce di legno e con quelle si era fatto quella pala da marziano.
Da sopra le scogliere con quella forza da toro che aveva tirava fuori grappoli di arenicola e la sua pala era rossa di esca, quando eravamo in difficolta ce ne regalava sempre un po'.
Passati gli anni si comincio' a fare l'esca con le mani rivoltando gli scogli, e quando a furia di rovesciarli non se ne trovava piu' allora cominciammo a metterci la muta e ad andare dietro le scogliere con 4/5 mt d'acqua e a farla dove non ci arrivava nessuno. Si scendeva con le pinne e i piombi e in questo c'era un grande pescatore della cricca di Ivano che era un mito, si chiamava Carlo Bencivenga e con una fodera di cuscino scendeva e in mezzora con poche immersioni la faceva per tutta la squadra. Che mito che era Carlo, simpaticissimo e disponibilissimo quando mi incontrava le ultime quattro manciate me le regalava sempre. Grande Carlo l'avevo perso di vista e pochi giorni fa il mio amico Silvio mi ha detto che gestisce uno degli stabilimenti del comune che sono ai cancelli tra Ostia lido e Torvajanica, voglio andarlo a trovare e' tanto che non lo vedo, chissa' se mi riconoscera'......

30 e piu' anni fa non c'era l'affluenza dei pescatori di adesso e sopratutto c'erano molti meno bracconieri, al massimo potevamo trovare un po' di tramagli a cento metri da riva ed erano tutti di pescatori professionisti che conoscevamo benissimo, uno di questi era un mio vecchio amico un vecchietto pescatore professionista che si chiamava Zi Giovanni D'Arienzo e insieme al figlio Pallettone che ancora ha la sua barca al canale dei pescatori a Ostia lido e insieme padre e figlio oltre alla pesca professionale fatta con tremagli e barracuda d'estate con un barcone prendevano la gente sulla spiaggia e la portavano in mezzo al mare a fare le gite, loro per invogliare papa' e bambini dicevano che li avrebbero portati a vedere il delfino parlante e la balena bianca con ancora l'arpione del capitano Akab piantato sul dorso, ma io pur essendoci andato tante volte non ho mai visto ne' l'uno ne' l'altro.
Coin gli stessi barconi di sera e sopratutto d'estate si organizzavano frequenti uscite sulle secche di Tor Paterno davanti a Torvajanica a pesca, si formavano le squadre e si partiva di solito in 10 pescatori, certo piu' si era e meno si pagava, io facendo l'arenicola nel periodo estivo e vendendola quasi sempre il sabato sera ero del gruppo.
a seconda della richiesta si andava alle secche di mezzo o a quelle di fuori, si pescava da un minimo di 35 mt di fondale fino a circa 60 mt e i pesci erano diversi, capitavano saraghi e fragolini, e poi gronghi grossi e polpi e anche razze ma c'era chi si metteva a sugheri e maccarelli e vope, e la mattina si rientrava al canale carichi di pesce e stanchi e puzzolenti come non poco.
Negli anni che precedevano le mie uscite da ragazzino andavo spesso sul ponte del canale e quando beccavo i gruppi che uscivano sui barconi dal ponte della strada rivolgevo loro dei calorosi BUONAAAAAAAA PESCAAAAAAAAAAAAAAA che erano ricambiati dagli uscenti con affettuosi li mort.....tua e altri che non staro' a ripetere con varie minacce di ribeccamme il giorno appresso.
Ma neanche i miei piu' fervidi auguri potevano evitare grandi pescate i pesci c'erano e pure tanti e pure quelli poco pratici rientravano col frigo pieno e la voglia di rifarne un'altra.
Povero Zi Giovanni quanto eravamo amici, da ragazzino da casa mia partivo in autobus e lo andavo ad aiutare a pulire le reti quando rientrava e a fine mattinata c'era sempre una bella busta di buon pesce per me, mazzancolle, pannocchie, ma pyure seppie e cefali e marmore ero regazzino e a casa tutto quel pesce andava via alla grande.
Per tanti anni ha fatto il pescatore Zi Giovanni e ancora ricordo il suo viso rugoso con gli occhi sempre vivi e splendenti, un vero lupo di mare che conosceva il mare come pochi e lo trovavo sempre in punta al canale con il mare mosso e vedevo il suo bel gozzo sempre in mezzo al mare cullato tra le onde......ora non c'e' piu' e quanto rimpiango ancora quella bellissima persona.......

Con l'eta' di potersi muovere la voglia del surf casting m'era pjata de brutto, avevo la patente e l'auto e per troppi anni mi ero fatto prendere per il xxx dai grandi che me facevano sgobbare con la pala per fare l'esca e sommato a quello me toccava pure paga' la benzina, e io intanto bestemmiavo e pensavo quando prendo la patente so' xxxx vostri, e infatti a Pisa presi la patente avevo 19 anni lavoravo per una ditta Pisana su un ponte stradale e cominciai a famme due conti, comprai una ford fiesta bianca e nei week end che venivo a casa cominciai ad andare a pesca di brutto, i tempi erano buoni, le marmore se pjavano dappertutto e l'arenicola non era un problema, le spalle erano forti mica come ora che so' fracico de brutto, con 2 ore ai voja a esca e partivo, andavo lontano e vicino a seconda del mare e se cuccava alla grande, dopo qualche annetto venni trasferito a Montalto di Castro e la fu' l'apoteosi della pesca, lavoravo alla centrale nucleare e facevo i turni mattina o pomeriggio che dire avevo casa a montalto Marina e a Ostia venivo una volta a settimana solo per fare l'esca, poi avevo una cantina fresca e tenevo l'arenicola con gli ossigenatori e sempre a pesca, marmore da paura alle Murelle e a Marina di montalto e poi saraghi e che saraghi e in primavera orate e qualche spigola, ma le orate ragazzi che pesci, a lanciare e a portare fuori con il canottino.
Pesci bellissimi anche di oltre 5 kg con l'arenicola, il bibiu, il cannello e lo sconciglio e il granchietto, stavo semnpre in mare, a Pescia Romanba al campeggio il club degli amici c'ho fatto filotto un mare de volte e davanti alla centrale passavo il fiume Tafone e arrivavo davanti alla riserva del marchese Guglielmi e portavo fuori che pesci e che divertimento, barche poche e rompicoglioni ancora meno sulla spiaggia le persone se contavano sulle dita di una mano e con un paio di amici di Montalto uno si chiama Remo prendevamo fior di pesci.......

I tempi dei pesci grossi erano quelli che stavo attraversando, i grandi guru della pesca di quel tempo li avevano attraversati a spron battuto, non c'erano attrezzature mirabolanti e canne e mulinelli ultimo grido ma c'erano i pesci, e che pesci, l'orata di taglia max non era per nulla difficile da prendere bastava andare nel posto giusto e col mare giusto, l'esca era un optional tutto era buono, l'arenicola si faceva e in quantita' industriale e in quantita' industriale si innescava, mica col ferretto da poveri come adesso allora su un amo del num 2 martellato ci si impostavano sopra anche 4 vermi tutti rivoltati e rigirati sopra, veniva fuori una ciliegia d'arenicola che me sarei magnato pure io quando ce passavo davanti figuriamoci una spigola o un marmorone, e i posti, che meraviglia i posti, arrivavi la mattina a Tarquinia, Pian di Spille, al Casalone, a Pescia Romana o alle Murelle e davanti c'era il mare libero senza barche o con poche di esse senza pescatori o pochi comunque e a volte con l'acqua che ribolliva per la mangianza sotto riva o per le ricciole che predavano i cefali.
Ci si portava il canottino a due remetti da regazzino e mentre si preparava il tutto per portare le lenze a 500 mt per sua maesta' l'orata si lanciavano un paio di canne e la marmora era la a farci cominciare bene la giornata. Per chi non lo sapesse la pesca a portare fuori era l'ideale per quei tempi ma ancora pure per questi, si montavano le canne e poi allentando le frizioni dei mulinelli si prendevano i piombi e i finali innescati e a remi oppure con le pinne e a nuoto si portavano le esche a distanza, poi si rientrava a riva e si mettevano le canne in tiro.
Tutto questo veniva fatto perche' i pesci belli stazionavano lontani da terra, vicino alle scogliere sommerse ai confini tra scoglio e sabbia e col mare calmo in 5 mt d'acqua si vedevano questi canaloni e ci si mollava l'esca, la toccata era una meraviglia, pur con tutto quel filo in mare si vedeva un inchinata da paura o un'allentata e allora si correva sulla canna la si sfilava dal picchetto e si menava una gran legnata..........

Per i pescatori di Ostia lido e per me in particolare c'era un posto che mi dava grandi soddisfazioni, era il canale dei pescatori, a sud di Ostia lido piu' o meno a circa 3 km dal centro cittadino il canale e' sempre stato un punto importante per le mie pescate di ragazzo e non solo.
Ricovero delle barche dei pescatori professionisti e anche di tanti dilettanti il canale e' lungo nella parte piu' importante circa 6 km partendo dalla Longarina frazione di Ostia antica e passando al fianco della pineta di Castelfusano e dentro al parco del litorale romano da' ricovero a tante specie di animali, sulle sue sponde troviamo la gallinella, l'airone cenerino la folaga ma anche il germano reale il fischione e la marzaiola, oltre a cefali spigole e anguille.
Ed erano rivolte alle anguille e ai cefali tutte le mie premure di pesca,nel primo tratto dal mare verso l'interno pescavo i cefali con la canna fissa e la pasta ma anche con i filetti di sarda di sera le anguille a fondo con la sardina e il verme di terra, e poi durante le mareggiate invernali sia dentro il canale che fuori sul braccio d'entrata si pescava con il bilancione.
Era una pesca molto divertente rivolta ai pesci poco nobili i cefali e a quelli super nobili le spigole ma in mezzo c'era tutto il resto, gamberi a volte le mazzancolle e poi salpe, sugheri, sogliole e pure a volte le marmore, era un gran divertimento vedere i cefali saltare e volare fuori del panno o sbattere sullo stesso e rimanere nel quadrato.
A volte rimaneva dentro pescando sull'esterno anche lo spigolone di qualche chilo.
A fianco del canale dei pescatori c'erano gli stabilimenti della Vecchia Pineta, della Nuova Pineta e della Pinetina, nei primi due c'erano dei pontili delle cabine su palafitta che entravano in acqua, inutile dirlo che d'estate e d'inverno ero sempre la sopra e la sotto a fare l'arenicola, e col mare mosso uscivano marmoroni e belle spigole e d'inverno con la bilancia grossi cefali e anche salponi e pure gronghi e polpi, che divertimento da la sopra, ormai i pontili non esistono quasi piu' il mare e l'uomo li hanno distrutti tutti ma i ricordi non me li toglie nessuno e in parecchi al canale e in zona si ricordano ancora di un regazzino con gli occhiali che stava sempre la a pesca e che in bicicletta partiva da Ostia lido e passava lunghe giornate a pesca da quelle parti.....

La pesca del cefalo era il primo amore di chi cominciava a pescare in quei tempi e per molti di noi lo e' ancora, una pesca particolare molto difficile praticata allora in maniera difficile a cauda degli attrezzi utilizzati molto pesanti ma che poi andando avanti negli anni piano piano si e' semplificata ad opera delle nuove attrezzature che si sono inserite nel mercato, siamo passati dalle vecchie canne in bamboo dei primi anni alle canne telescopiche in fibra di vetro per arrivare al carbonio ad alto modulo dei giorni nostri.
Anche i monofili hanno raggiunto livelli insperati e se prima si doveva pescare con diametri dello 0,20 come minimo al giorno d'oggi anche un ottimo 0,14 puo' essere ottimo per la bisogna essendo al contempo ottimale sia per morbidezza che per resistenza al nodo e dove potremo applicare anche micro pallini senza faticare.
La grande difficolta' di questa pesca sta' nella capacita' del pescatore nel vedere la toccata minima del cefalo, il pesce ha un suo unico sistema di mangiare aspirando e sputando in maniera velocissima il boccone di pane e formaggio e proprio in quel velocissimo movimento si assiste al disgregamento del boccone e alla sua separazione dall'amo, va' da se che l'incocciata va' data proprio nel momento dell'aspirazione perche' una frazione di secondo successiva non si ottiene l'allamata ma esattamente il caso contrario. La canna deve essere tra' laltro di un azione rigida per garantire un ottima penetrazione dell'amo nella dura bocca del cefalo che altrimenti nel tira e molla successiva all'incocciata si slamerebbe senzaltro.
Anche l'amo richiede ottime prestazioni, per pesci non tanto grossi diciamo nell'ordine dei 300 gr dovremo adoperare ami a spillo a gambo lungo del num 12 che reggeranno fino a quella taglia ma che con esemplari di taglia superiore nel lungo combattimento otterranno l'effetto contrario di raddrizzarsi con conseguente perdita della preda, mentre per specie di peso superiore ai 300 gr dovremo adoperare ami bianchi martellati di misura dal num 8 al num 10 che potranno garantire un ottima presa nel labbro del pesce.
Anche il galleggiante deve avere delle caratteristiche particolari, un tempo si adoperavano in mare con un po' d'onda delle perette nere di sughero che nel movimento dell'onda o della corrente che deriva riuscivano a garantire in maniera eccelsa l'abboccata del cefalo con pochissime oppurtunita' di sbaglio, con mare molto calmo l'ideale sarebbe stato di un galleggiante affusolato tarato circa all'80% della galleggiabilita' in maniera da potersi fissare su un altezza dello stesso e poter reagire ad ogni variazione piu' o meno definita dello stesso, ricordo che a volte la mangiata del cefalo avviene in maniera contraria e invece dell'affondata si avra' uno staramento del galleggiante dal basso verso l'alto.

I primi anni che pescavamo le spigole a fiumara ovvero alla foce del Tevere c'erano tanti posti tutti piu' o meno ottimi per catturare il magico serranide, specialmente all'idroscalo alla fine di Ostia lido e a pochi chilometri da casa mia io andavo in bicicletta a pescare al faretto verde proprio sulla punta, si pescava a fondo meglio se con il mare di scirocco d'alzata, con l'arenicola oltre alla spigola speeso usciva la bella marmora e tanti corvizzoli, che tutti conoscono come l'ombrina di sabbia, la taglia era veramente ottimale e molto spesso usciva il pezzo sugli 800 grammi, la montatura era quella classica piombo scorrevole con il bracciolo lungo, il piombo era in relazione al tipo di corrente che si trovava da un minimo di 100 grammi ad un massimo di 180 gr il bracciolo era di uno 0,25/ 0,30 e un amo del num 4/6 completava il gioco e un bel mazzetto di arenicola era il boccone ideale per tutte le specie che insidiavamo.
L'arenicola ce la facevamo da soli e quindi l'innescata faceva gola a tutti i pesci perche' consisteva in una bella ciliegia di vermi innescati e arrotolati su se stessi, poi ci si posizionava vicini tra tutti e si aspettava la tocca e difficilmente qualcuno andava in bianco, il problema piu' grosso in quelle condizioni era scendere sugli scogli con guadini antidiluviani a guadinare il pesce bello dell'amico di turno, il rischio era di fracassarsi una gamba sugli scogli viscidi e per quello approntavamo dei grossi secchi di sabbia che preventivamente buttavamo sugli scogli per garantirci una aderenza maggiore.
Altra ottima esca in mancanza dell'arenicola era il cannolicchio ( solen vagina) che compravamo al mercato oppure dopo una qualsivoglia mareggiata andavamo a trovare spiaggiati sulla spiaggia specialmente ai cancelli zona di Torvajanica.
Il mare allora non era ipersfruttato da vongolare e i cannolicchi c'erano e c'erano pure tante telline o arselle che con il retino con i denti ciascuno di noi poteva andarsi a fare e rimediare un ottimo piattone di spaghetti molto saporiti.
Fiumara era un serbatoio continuo di catture, pesci belli e meno belli e anche bellissimi, spigole di tutte le taglie avevo amici pensionati che ormai non ci sono piu' che beccavano pesci allucinanti pescando a fondo con il gambero vivo che lanciavano appena dietro gli scogli con una montatura a bandiera, e cioe' con il piombo sotto e un bracciolo di mezzo metro montato 40 cm sopra il piombo stesso.
Si vedevamo certi piegate di canna da far paura e veniva pompato il pesce senza tanti fronzoli forti dello 0,35 che si montava in bobina, il faretto verde era un posto molto remunerativo e c'era gente che lo faceva di mestiere di pescare le spigole che poi rivendevano a buon prezzo ai ristoranti della zona, cosa che a quei tempi facevamo piu' o meno tutti, il pesce di 3 kg ci fruttava bene e non era per nulla raro catturarlo.....

Sempre in quel di fiumara ovvero all'idroscalo di Ostia oltre al faretto verde c'erano ottime altre postazioni di pesca sia per la pesca a fondo che susseguentemente per il bigattino, all'inizio della seconda meta' degli anni 80 piu' o meno la magica larvetta comincia a prendere posizione anche in mare, io la conoscevo poco visto che l'avevo vista usare solo in fiume e lago, e passare da un sistema pesante come il surf casting ad uno molto piu' leggero come la pesca a bolo e bigattino non fu' una cosa relativamente facile, comunque cominciai a seguire la doppia corrente che mi portava con il mare mosso a proseguire sul mio vecchio amore ovvero il surf e con il mare calmo piano piano ad andare a rompere le palle ai pescatori piu' scafati che pescavano a bolognese e bigattino. Mi comprai una bolognese di 2° mano in misto carbonio ricordo mi pare fosse della Faps ed era di 6 mt completa del mio primo full control della mia vita il 6510 che ancora conservo come una reliquia e con tappi e ami piccoli e fili capillari cominciai a prendere confidenza con i pesci da bigattino all'inizio furono pescetti, diciamo che cominciai nello splendido scenario della centrale nucleare di Montalto di Castro dove un mio amico di Montalto che lavorava all'Enel e che si chiamava Elido comincio' a farmi prendere confidenza con la pesca leggera.
A Montalto era una meraviglia si pescava sui bocchettoni dell'acqua del raffreddamento delle turbine e sia in leggera trattenuta che in passata le spigole mangiavano e alla grande e poi c'erano i saraghi e le orate dentro al perimetro esterno della Centrale c'era parcheggiato un chiattone che in pratica di giorno faceva dei lavori di sbancamento in mare e di notte era ormeggiato all'interno della scogliera, noi ci eravamo fatti amici gli operai sul puntone e la sera facendo attenzione a non fare casino per svegliarli si faceva la mezzanotte ed era un gran bel pescare in acqua ferma sui 4 mt di fondo si prendeva di tutto, praticamente ogni sera si era al pezzo e con 1/2 kg di bigattino si faceva la serata, poi a seconda della settimana al lavoro facevamo il doppio turno e quindi si poteva dormire che pacchia che era.
Alla centrale comunque si poteva fare di tutto, sulle scogliere esterne si pescava a fondo ed erano marmoroni e spigole e poi da terra a portare i fili a distanza davanti al fosso Tafone davanti alla riserva del Marchese Guglielmi pescavamo le orate, portavamo le lenze a distanza sia con il canottino che a nuoto e che orate, in pratica si facevano un paio di cene a settimana con i colleghi e il tam tam si sapeva e tutti a cena col pesce che si beccava, una volta a settimana tornavo a Ostia per fare l'arenicola e poi con secchio e ossigenatore si manteneva l'esca a lungo.......

Verso la fine degli anni 70 la pesca a surf casting era meravigliosa, si poteva pescare di tutto bastava volerlo, la tecnica era un po' rudimentale fatta di canne lunghe in fibra di vtero perlopiu' in tre pezzi e molto pesanti ma i pesci ripagavano e alla grande della fatica che noi facevamo, io avevo circa 16 anni quando cominciai a farla e gli amici piu' grandi mi mandavano a spalare l'arenicola e cominciai a frequentare gli spot migliori, quei posti dove l'orata o la grossa mormora non erano per nulla difficili da prendere.
Gli amici erano Nico, Nicolino, Emilio, Salvatore, Ivano tutta gente con 2 palle cosi', gente che erano una leggenda e che beccavano e alla grande, vedevo i loro risultati di pesca che consistevano in bagagliai di spigole e orate e mormore spaventose, e allora a forza di rompergli i xxxx cominciarono a portarmi con loro, uno dei posti migliori era Furbara tra Campo di Mare e Santa Severa, era una spiaggia di sabbia scura tra due poligoni militari che durante la settimana era tranquilla perche' i poligoni sparavano ed era interdetta la navigazione e l'accesso, si lasciava l'auto sulla SS Aurelia e si facevano a piedi un paio di chilometri con armi e bagagli, si arrivava sulla spiaggia e nell'orario compreso tra' le 10 della mattina e le 15 del pomerifggio si lanciava a fondo in mezzo a delle buche in mezzo ai cretoni e l'orata usciva sempre e a volte anche diverse e che soddisfaziuone quando si tornava a casa a far rosicare chi era rimasto a casa....
Il posto in questione dava anche grosse mormore e ombrine di sabbia e col mare leggermente mosso l'acqua si sporcava a causa dei cretoni e uscivano grosse spigole e bei saragoni. non mancava mai la razza e di notte una marea di gronghi, gli scogli stazionavano a circa 200 mt da terra e l'importante era cercare di avvicinasi iul piu' possibile ad essi, tutti i sistemi erano buoni, si portava la lenza a nuoto oppure si entrava in acqua e si lanciava forte, per esca arenicola e cannolicchio e l'orata c'era sempre e la sua toccata era mitica, una forte flessione della vetta e cominciava il combattimento con pesci che a volte superavano anche i 3 chili ma che la media normale andava dagli otto etti al chilo e mezzo.
Le barche erano pochissime e al massimo al tramonto veniva un gozzetto che calava delle reti a 500 mt da terra e all'alba le ritirava su, durante il giorno la zona era tranquilla a parte le raffiche di MG 42 del poligono e i colpi di mortaio e di cannone, ma i pesci erano abituati e mangiavano lo stesso.
Il posto in questione e' rimasto pescoso per molti anni ma ora da una decina d'anni circa e' vietato andarci a causa del solito parco che ha limitato al massimo la possibilita' a noi pescatori di usufruirne al meglio.....

I tempi di Furbara sono stati quelli piu' belli, a molti di noi quel posto era noto come la casetta diroccata, perche' sulla spiaggia proprio dove noi ci recavamo a pescare c'era un rudere che noi prendevamo come punto di riferimento per la posizione delle nostre canne, infatti tra questa casetta diroccata e la vicina foce di un canaletto sempre secco la scogliera in mare si avvicinava a circa 200 mt dalla costa e l'orata era facilkmente beccabile a lanciare da terra mentre ai lati bisognava portare le esche piu' a distanza, le esche erano le solite arenicola e cannolicchio ma anche il granchietto di sabbia faceva la sua porca figura e i pesci c'erano e di ottima taglia. Altro posto ottimo era a destra del castello di Santa Severa, si arrivava sulla spiaggia con l'auto e la si lasciava davanti ad un ristorantino sulla destra c'era uno stabilimento dell'esercito, davanti a quella postazione si beccava di tutto, col mare mosso di scirocco orate, mormore e saragoni e poiu spigole e ombrine, ricordo alcune ottime pescate con il mio ex cognato del tempo, una di queste veramente memorabile, la mattina con lui ( io ero senza auto9 beccammo un mare di saraghi da paura con un mare meraviglioso di alzata da sud est, ma a mezzogiorno dovemmo tornare a Ostia perche' lui era impegnato, arrivato a casa telefonai al mio amico Stefano compagno insostituibile delle mie pescate di allora che mi passo' a prendere a casa e ritornammo sul posto, avevo una cassetta di ottima arenicola, e alle 15 si era di nuovo sul posto, cominciammo un'infilata allucinante di mormore da infarto, ci fu un momento che era impossibile pescare con la seconda canna, non si faceva in tempo a lanciare e si aveva l'incocciata era un tappeto di pesce fino al calar del tramonto, ad un certo punto lui ebbe una tocca allucinante e comincio un combattimento allucinante, un pesce che non riuscivamo a capire cosa fosse, prendeva lenza e ripartiva e il tutto duro' almeno 1 ora, ci ritrovammo a pieno buio con quella bestiaccia che andava e veniva, e quando arrivava sotto lo scalino ripartiva verso il largo, le ipotesi erano plurime si pensava a un grosso sarago o un orata e poi a una razza o uno spigolone, usciva il piombo e lui ripartiva ci si passo' la canna almeno 5 volte per la stanchezza e quel maledetto non voleva uscire, e intanto si facevano i conti della cena a casa sua e alla fine venne fuori un meraviglioso.......galleggiante di una barca riempito d'acqua per un buco di lato che sara' pesato a dir poco 15 chili.....ricordo che si butto' la canna per terra e si comincio' a ridere, in poco tempo avemmo le lacrime agli occhi e menomale che a quei tempi non esistevano i cellulari altrimenti chi lo raccontava alle 10 persone che avremmo potuto invitare a cena che invece di un pesce avevamo beccato una boa di segnalazione......

Altro posto ottimo per grandi pescate a sinistra del castello di Santa Severa era la localita' chiamata Sabbie Nere, ci si arrivava da un cancello aperto al pubblico davanti a una casa cantoniera ed era delimitato a sinistra da un poligono militare mentre a destra da uno scavo archeologico proprio a fianco del castello. Questo era il regno dell'orata, a financo del castello gli scogli cominciavano molto a terra per poi allontanarsi fino a qualche centinaio di metri da terra davanti al poligono militare, i sistemi di pesca attuabili in questa localita' erano in particolar modo legati al surf casting o alla pesca a fondo, con il mare calmo si entrava in acqua e si frustava lontano mentre con il mare mosso si lanciava a scavalcare la secca o sotto di essa. Le prede erano molteplici si andava dall'orata anche di svariati chili alle marmora di taglia anche intorno al chilo di peso col mare calmo mentre in condizioni di mare mosso poteva capitare il grosso sarago e la spigola e non ultima l'ombrina.
Reti se ne vedevano veramente poche e sopratutto mai si vedeva la paranza a strascicare a pochi centinaia di metri da terra e percio' i pesci c'erano e il numero si faceva spesso e volentieri.
Andando verso Civitavecchia subito dopo il castello di Santa Severa incontravamo la localita' Grottini dove alcune scogliere poste parallele alla spiaggia offrivano ottime possibilita' di cattura di grosse marmore e orate sia di giorno che di sera alla calata con l'arenicola, era un posto poco frequentato e noi trovavamo posto anche arrivandoci all'ultimo momento.
Continuando ad andare verso nord un'altro ottimo posto era la passeggiata interna di Santa Marinella, al centro della localita' c'era una passeggiata pedonale a forma di mezzaluna, si parcheggiava l'auto e si scendevano delle scalette, sotto c'era una spiaggia lunga un trecento metro che davanti aveva delle scogliere frangiflutti, durante le forti ventolate di scirocco si lanciava a fondo verso l'imboccatura delle scogliere, e riparati dal vento che qui' tirava quasi alle spalle ci usciva la discreta pescata, quasi sempre discrete marmore ma pure saragotti di taglia e a volte triglie e ombrine di sabbia, per esca la sempre valida arenicola e in cannolicchio.
Proseguiamo in direzione Civitavecchia e saltando postazioni minori fatte di scogli e ciottoli ma di poca sabbia dove era piu' che facile lasciare piombi e montature arriviamo a dopo Civitavecchia a uno dei posti migliori che il litorale laziale poteva offrire ovvero la piana di Sant'Agostino, il paesino fatto piu' che altro di case da villegiatura era formato da una specie di rocca sull'acqua e poi si scendeva verso la spiaggia si abbandonavano le scogliere e il fondale si faceva tutto di sabbia con una scogliera sommersa che in alcuni punti si avvicinava a terra mentre in altri si allontanava di parecchi metri da terra, verso la fine della spiaggia c'era la foce del fiume Mignone, ottimo spot per la cattura delle spigole quando il fiume era aperto a mare mentre invece era molto valido per marmore, orate e saraghi quasi sempre in condizione di mare da sud est, ancora piu' a destra Punta della Quaglia offriva altre ottime chance ai surfisti della zona con pennelli di scogliera che erano attaccati alla riva del mare e dove si beccavano in particolare grossi saragoni.....

Dalla piana di sant'Agostino e da punta della Quaglia in particolare andando sempre verso nord ci sono ottime postazioni che non sono facili da raggiungere e ai tempi di cui parlo lo erano ancora molto meno, corrispondevano in ingressi privati gestiti da fattorie o piccoli possedimenti, accessibili solo da pochi e fortunati mortali che avevano la possibilita' di conoscere contadini e mezzadri che ne potessero garantire l'accesso verso la spiaggia da piccoli cancelli chiusi da pesanti lucchetti o da accessi non sempre fruibili a causa delle piogge invernali oppure dell'irrigazione estiva dei campi, posti eccezionali pochissimo battuti dove sua maesta' l'orata la faceva da padrona ma che pure marmore e saraghi di grossa taglia facevano il loro giretto quotidiano e spesso e volentieri venivano portati nel lavandino di casa. Andando ancora verso nord troveremo le saline di Tarquinia un tempo aperte e volte al ricavo del grosso sale industriale e da cucina ma ora abbandonate a se stesse e non piu' gestite dai Monopoli di Stato in cui mi glorifico di aver prestato servizio per quasi 15 anni ( non alle saline purtroppo), il posto era eccezionale, una spiaggia riservata a pochi e grossi invasi d'acqua ancora pieni al giorno d'oggi che offrono rifugio specialmente nei periodi di passo a grossi branchi di uccelli di palude sia anatre che trampolieri e non ultimi anche ai fenicotteri rosa in eterno volo di migrazione tra Italia, Spagna, Grecia e Tunisia, ora questi invasi sono un parco ma un tempo c'erano le postazioni per la caccia alle anatre.
Davanti alle saline dove si poteva arrivare c'erano ottime postazioni di scogliera a poche centinaia di metri da terra dove era presente l'orata e che pesci, ricordo orate mostruose e durante le scadute da libeccio o da scirocco grossi saragoni che facevano piegare le nostre canne con potenti mangiate e spesso e volentieri c'era la spigola e il marmorone che in alcuni periodi la facevano da padroni, con il cannolicchio e l'arenicola come esche, e' da questa posizione che cominciarono a partire le nostre scorribande verso le postazioni migliori volte alla cattura dell'orata di taglia con il canottino a remi e le lenze a portare fuori, per collocare il boccone migliore nei posti migliori dove sua maesta' stazionava.....

Dalle saline di Tarquinia citate nel post precedente e andando verso nord nuovi scenari ottimi si aprivano verso la pesca a fondo e in particolare verso il surf casting, dopo pochi metri si apriva la piana di Tarquinia lido con la prima postazione che delimita una zona che negli anni e' stata denominata il Porto a causa di una piccola zona di protezione che riparava le poche barchette dei pescatori dalle frequemti mareggiate dai quadranti meridionali e in particolare dallo scirocco, questa era un ottima postazione per la pesca delle orate e dei grossi saraghi ma spesso e volentieri anche la grossa marmora si affacciava e anche la spigola di taglia, a ridosso degli scogli che delimitavano questo piccolo paradiso io ci facevo spesso l'arenicola e anche in buona quantita', il fondo era caratterizzato da sassi e sabbia con ottime zone di poseidonia a disposizione e infatti durante le mareggiate grandi quantita' di quest'erba oceanica si staccavano dai fondali e invadevano le spiagge.
Proseguendo verso destra a circa un paio di chilometri costeggiando il lungomare di Tarquinia lido si arrivava a della cabine in muratura che erano la sede della FIPS da questa posizione la federazione partiva per delle escursioni marine con i suoi tesserati per dare i tesserini per le attivita' subacquee, il posto era veramente eccezionale per la pesca a surf casting, spesso con il mare di alzata da scirocco andavamo in quel posto a pescare e facevamo veri carnieri specialmente di grosse marmore e saraghi ma anche di spigole e con il mare calmo portando le lenze a distanza beccavamo delle bellissime orate di taglia. Accanto c'era il rimessaggio barche di un certo Alberto che ci metteva a disposizione un patino con cui portavamo le lenze a distanza, a circa 300 mt da terra c'erano e ci sono tuttora dei grandi canaloni di scogli e cretoni e con i dovuti punti di riferimento da terra calando le lenze nei pressi degli stessi l'orata era quasi piu' che sicura e se non c'era lei c'erano parecchie marmore a nostra disposizione.
Di poco spostati verso destra quasi davanti allo stesso rimessaggio c'era un ottima postazione di scoglietti che a seconda delle mareggiate e del moto ondoso venivano coperti o scoperti dalla sabbia e offrivano al buon conoscitore di zona ottime catture di saraghi di buona taglia e qualche dicreta orata, poco piu' a destra ancora ci trovavamo davanti all'entrata del campeggio di Tarquinia lido altra ottima pole position della pesca dalla spiaggia.

Trenta anni fa una pesca molto praticata era quella con il barchino o divergente anche oggi e' estesamente praticata dagli spigolari che nei mesi freddi e in particolare in quelli a cavallo da fine ottobre a tutto aprile insidiavano nei posti migliori la spigola ma pure altri pesci predatori, e' una pesca molto difficile che prevede l'utilizzo di un brachino o divergente in legno che uscendo verso il mare aperto si trascina dietro un trave che lo collega con il pescatore fatto di una lenza di circa 100 mt di un buon diametro grosso e a questo trave a distanza di alcuni metri uno dall'altro ci sono altri braccioli di diametro molto inferiore che portano degli artificiali di solito ragloo o anguilline con amo dentro ma alcuni adoperano anche piccoli rapala o cucchiaini piumati.
Non e' un sistema semplice e ancora meno semplice sono sia la partenza che il rientro specialmente se un grosso pesce si e' attaccato alla lenza, ma con questo sistema i 5 kg di cattura massima nella giornata buona sono facilmente raggiungibili anche a volte con un unica cattura.
I miei itinerari che mi hanno dato piu' catture a quei tempi erano quasi eslusivamente nel basso Lazio e specialmente nella zona di Sabaudia o Rio Martino ma ottime chance si avevano anche a Serapo ( Gaeta) e poi su tutte le spiagge di Torvajanica specialmente in quelle chiamate i Cancelli dopo la riserva di Capocotta ovvero la Riserva Presidenziale che confina con la Pineta di Castelfusano.
Piu' a nord ottime postazioni erano le spiagge che dal camping il Torraccio andavano fino alla centrale di Montalto di Castro un tempo in costruzione nel Nucleare e nella quale ho lavorato per 7 anni, tempi bellissimi che mi hanno dato la possibilita' di vivere nella maremma Viterbese posto stupendo pieno di gente vera con cui ho allacciato ottimi rapporti di amicizia e ho potuto prendere tanto ma tanto pesce specialmente orate, marmore e grossi saraghi.
Altri posti eccezionali per tale pesca erano e sono tuttora le lunghe spiagge che dalla centrale di Montalto vanno verso nord e specialmente in localita' Pescia Romana e poi verso Capalbio in Toscana e ancora verso la Torba e arrivando verso Ansedonia, tutte zone perfette sia per il barchino che per la pesca a surf casting, senza tralasciare assolutamente la Feniglia compresa tra Ansedonia a sud e Cala Galera appena sotto Porto Ercole all'Argentario.Dalla parte opposta ottima anche la spiaggia della Giannella che comincia sotto l'Argentario in direzione di Porto Santo Stefano e arriva fino al fiume Albegna in localita' Albinia e pure tutta la spiaggia che prosegue detta la spiaggia dei campeggi per le svariate strutture che ospita e come dimenticare tutto il territorio che ricade dentro il meraviglioso parco Dell'Uccellina o della Maremma con il fiume Ombrone posto al suo centro che essendo posto in un parco naturale e' un oasi incontrastata per uccelli, mammiferi e pesci.....

Eravamo arrivati l'ultima volta a parlare di Tarquinia lido grande spot per le catture migliori fatte di orate, marmoroni e saraghi e ora dopo il rimessaggio del mitico Alberto e l'entrata alle sue spalle del campeggio estivo ci sposteremo su una strada sabbiosa ancora verso nord e dopo poche centinaia di metri arriveremo alla foce del fiume Marta; un tempo questa foce regalava buone catture di marmore e spigole anche a causa del vasto ricambio di acque dolci e salate che questo buon fiume porta avanti, purtroppo negli ultimi anni la cosa e' molto peggiorata e la foce allo sbocco nel mare e' quasi sempre insabbiata tanto da rendere molto diufficile l'uscita anche ai diportisti che tengono le loro barche al suo interno, una sponda della foce e' dalla parte di Tarquinia lido mentre l'altra e' nel comprensorio di Marina Velca.
Questo e' un posto mitico che tanto mi ha dato, si puo' dire che il grosso delle mie pescate passate sia stato determinato proprio da questi 5 km di mare che ricadono appunto nel territorio tra Tarquinia Lido, Marina Velca, e Pian di Spille.
Per arrivare a Marina Velca dovremo tornare indietro e prendere per Tarquinia paese andando verso l'Aurelia a meta' strada troveremo un bivio che ci portera' verso sinistra faremo circa un paio di kilometri passeremo sul fiume Marta e dopo 500 mt circa ci troveremo davanti sulla sinistra un grande campo di golf una strada ancora a sinistra ci portera' a Marina Velca. Purtroppo l'entrata e' delimitata da una sbarra e da un vigilantes, un tempo non era cosi' e poche case estive c'erano sulla spiaggia ma nel tempo anche questo piccolo lembo di maremma e' stato rovinato e ora dentro c'e' un complesso alberghiero e un grande residence e tante villette per lo piu' estive, dovremo necessariamente lasciare l'auto e a piedi entrare nel complesso, dopo un primo pezzetto arriveremo ad una strada centrale che delimita le zone migliori, verso sinistra potremo arrivare alla foce del fiume Marta citata poco fa dalla sponda opposta, davanti a noi ci sono ottimi spot per il surf casting in condizioni di mare mosso o discretamente mosso e sulla destra arriveremo ad una casetta isolata sulla spiaggia, quello e' un ottimo punto per pescare all'inglese in quanto gli scogli arrivano parecchio a terra e una volta individuati potremo pescarci molto vicino e in condizioni di mare impastato dopo una mareggiata farci anche con bolo e bigattino pesci splendidi in particolare saraghi e orate ma anche discrete spigole.
In quel punto la scogliera si avvicina molto alla riva ma al centro della spiaggia e in pratica dove siamo arrivati a piedi all'inizio e' un punto dove la scogliera si trova a circa 500 mt da terra, e' un posto eccezionale per portare fuori le lenze col canotto o il gommone o per mettere boette e palamito, grosse orate ci sono la' davanti e ai tempi che furono le prime grosse pescate le abbiamo effettuate in quel posto, parliamo di 20 kg di orate in una mattinata, e sono cose che si sono ripetute spesso e non una volta sola, a quei tempi i pesci c'erano e non c'erano leggi che limitavano il pescato.......

Siamo arrivati a Marina Velca altro lembo di maremma che negli ultimi 40 e piu' anni e' stato fantasticamente prodigo di pesci verso chi ha saputo sfruttare i tempi giusti nella maniera ideale, lasciata Marina Velca proseguendo sempre verso nord comincera' una delle zone migliori per il surf casting e non solo, orate, grossi saraghi ma anche marmoroni e spigole i pesci facilmente pescabili in questa zona, subito dopo poche centinaia di metri dall'ultima casetta sulla spiaggia di Marina Velca comincia il territorio di Pian di Spille, esso e' un grande politico militare che nei giorni di festa e' percorribile ma che nei giorni feriali viene adoperato da vari corpi militari per operazioni di fuoco e dove spesso durante l'anno viene adoperato anche per operazioni a cui ci fa riferimento anche la NATO con operazioni di sbarco a terra da mezzi anfibi. Vorrei spendere due parole in favore dei poligoni militari, visto che dove sono gli stessi grandi zone vengono conservate integre mentre dove questi sono assenti si fa di tutto per distruggere e costruire villette a schiera e ristoranti, cosa che potrete vedere piu' avanti specialmente nelle zone a ridosso di Montalto di Castro e dintorni.
Il poligono militare, e' raggiungibile da una strada interna che corre parallela alla SS Aurelia e che si raggiunge dalla stessa o da Riva dei Tarquini o dall'entrata di Tarquinia lido, questa fettuccia asfaltata lunga circa 8 km mette in collegamento alcuni dei posti piu' belli della zona. Dicevo che all'interno del poligono nei week end si puo' accedere, certo non con un auto semplice ma con un fuoristrada si puo' fare meglio, a causa delle buche delle granate che si riempiono d'acqua e di fango durante il periodo invernale, arrivati sulla spiaggia ai due estremi del poligono stesso avremo a sinistra una zona di scogli abbastanza vicini a terra che sono ottimi sia per la pesca a fondo che per l'inglese, con il mare calmo e l'acqua pulita si puo' andare sul posto e studiarci la posizione degli scogli e prendere dei giusti punti di riferimento da studiarci quando il mare sara' impastato da una mareggiata in scaduta, dalla parte opposta un piccolo canaletto fa capire la zona migliore per metterci con le canne a fondo sia col mare calmo nei mesi caldi che d'inverno, il pesce piu' rappresentativo e' la grossa orata ma anche il saragone e la marmore e a volte capitano anche le ombrine di taglia.....

Nei tempi che sono solito descrivere avevo un grande amico malato quasi come me per la pesca dalla spiaggia che purtroppo diversi anni fa ebbe un grave male che ne porto' in brevissimo tempo alla scomparsa, era un po' piu' piccolo di me si chiamava Massimo Tomassoni ed era veramente un pezzo di pane, con lui ho condiviso tante pescate a surf e non solo e insieme sembravamo due fratelli nella pesca ma anche nella vita normale. Con lui ci siamo fatti pescate memorabili e purghe allucinanti, ma le prime superavano di gran lunga le seconde. C'erano due posti che lui prediligeva sopra tutti ed erano le scogliere di Marina di Cala Galera e la spiaggia di Pian di Spille, della seconda mi sono appena occupato, posto magico per la pesca a lanciare e a portare fuori dove a parte la pedalata a piedi che si doveva fare i risultati erano sempre di tornare a casa con bei pesci in particolare buone orate.
Di Cala Galera non ne ho ancora mai parlato, ma e' un posto di tutto rispetto che ci dava tanti pesci in particolare grosse marmore e in grande quantita', il posto si trova tra' la spiaggia della Feniglia e il porto di Porto Ercole e si raggiunge dalla SS Aurelia dove usciremo in direzione di Orbetello e poi passato il paesino si continua verso Porto Santo Stefano, passeremo in mezzo alla laguna e gireremo dopo poco verso porto Ercole, faremo ancora qualche chilometro costeggiando la laguna salata e prima di entrare a Porto Ercole ci sara' un bivio a sinistra che ci portera' dentro Cala Galera. Questo e' un bel porto privato dove ci sono ricoverate tutte bbarchette da poveracci, yact da mille e una notte, un tempo si lasciava l'auto al parcheggio e a pedagna si entrava e ci si dirigeva verso l'antimurale esterno, si saliva sulla passeggiata e si proseguiva a piedi, le postazioni migliori erano sia a meta' dove la passeggiata faceva la curva che in punta.
Il fondale era fatto di sabbia sul davanti, e appena sotto i piedi una franata di scogli permetteva ai pesci di trovare rifugi e tane al loro interno, le pescate venivano improntate sopratutto sulle marmore anche di buona taglia ma poi c'era sempre l'orata e anche pagelli fragolini e pure grossi cocci imperiali o gallinelle, e anche saraghi e qualche volta pure qualche discreta spigolotta.
Le condizioni ad hoc erano l'alzata di scirocco che coincideva con la mancanza di reti che altresi' con mare calmo venivano calate a tutte le distanze davanti alle suddette scogliere, con lo scirocco le marmore si avvicinavano in forma massiccia alle scogliere e con un paio di buone canne e un bel secchio di arenicola si faceva giornata con delle pescate memorabili. Ne ho fatte alcune che superavano anche i 40 pezzi che mettevo dentro un sacco di juta che veniva bagnato spesso per garantire la giusta umidificazione e freschezza ai pesci.
Andando avanti nel periodo mite entrava la grossa orata nell'ora calda, ricordo che ne guadinai una molto grossa a Massimo con il secchio dell'arenicola che vuotai sugli scogli perche' ero sprovvisto di guadino, il posto era anche la nostra palestra per gli scherzi salaci che ci facevamo uno contro l'altro nei vari momenti della giornata, con il caldo diminuivano le tocche e allora era il momento buono per farci una mezza pennica sugli scogli al calduccio e allora era la fine, bastava che uno chiudesse gli occhi per un minuto e appena li riapriva alzava gli occhi verso la canna e trovava il filo in bando oppure vedeva una toccata allucinante a cui seguiva un salto in avanti e appena si arrivava sull'attrezzo ci si accorgeva che un filo lungo di nylon era legato sulla lenza madre oppure che la frizione del mulinello era completamente allentata e che quindi la ferrata era completamente a zero e bastava girarsi per vedere uno di noi che sghignazzava in mezzo agli scogli e allora erano risate da parte di tutti......

I tempi di cala Galera erano quelli che il divertimento raggiungeva dei grandi picchi, le marmore se prendevano alla grande e i numeroni si facevano spesso e bastava un secchio di arenicola due cannacce capaci di lanciare a media distanza e del tempo libero e la pescata buona era dietro l'angolo, pero' c'era una zona iper buona e neanche a tanta distanza per fare si che si potessero fare nei periodi miti dell'anno delle grandi pescate a fondo di notte alle mormore e di giorno a bellissime orate, la spiaggia in questione era quella della Giannella, la spiaggia era quella che partendo dalla foce del fiume Albegna e costeggiando la strada che andava verso porto Santo Stefano arrivava fino al canale di Santa Liberata uno dei canali di accesso alla laguna interna di Orbetello. Questa spiaggia era il il dindarolo del pesce, si beccavano dalla calata del sole alla mattina splendide mormore di taglia maxi e durante le ore calde in special modo dalle ore 11 alle ore 15 con il mare calmo bellissime orate di taglia compresa tra' gli 800 gr e i 2 kg ma a volte anche piu' grosse, il fondale era abbastanza basso e per collocare i piombi nella zona migliore bastava entrare in acqua e arrivare sulla secca posizionata a 70 mt da terra e raggiunta questa lanciare forte verso il largo, si raggiungevano cosi' ottime distanze intorno ai 170 mt da terra allora si rientrava a riva e si collocava la canna sui picchetti e si aspettava l'inchinata potente, in fondo alla mattinata quei 3/5 pezzi erano quasi matematici.
Tutto questo nei periodi che da maggio arrivavano fino a ottobre saltando a pie' pari i periodi da fine giugno a tutto agosto per la massiccia affluenza dei bagnanti, invece in inverno con mare mosso dai quadranti occidentali e cioe' da libeccio o m,aestrale e tramontana la stessa spiaggia risultava diventare un ottimo spot per grossi saraghi e spigole e a volte anche mormore di taglia, con arenicola e cannolicchio in primis ma pure occhio di canna si facevano ottimi colpi di pesci da taglia.
Poi anche la foce del fiume Albegna dove si poteva pescare dava ottimi pesci, le spigole erano di casa ma pure lecce e ricciole e infatti spesso ci pescavamo con il cefaletto vivo e il metodo della teleferica e oltre alla leccia entrava la grossa spigola e mi e' capitato pure a volte di prendere il rombo di taglia memorabile.....

Nella vita di ognuno di noi conserviamo quando maturiamo negli anni ricordi piu' o meno piacevoli della vita che abbiamo trascorso, molti di questi ricordi oltre alla famiglia, al lavoro, sono legati ai momenti migliori che abbiamo passato, in un pescatore o un cacciatore questi ricordi sono legati alle soddisfazioni che hanno avuto nella loro vita e sopratutto agli amici che c'hanno accompagnato nei momenti migliori, quegli amici che sono sempre vicino a noi anche nei ricordi, quegli amici che per svariati motivi non frequentiamo piu' o perche' ce ne siamo distaccati o perche' non ci sono piu', io ho avuto tanti amici pescatori o cacciatori o entrambe le cose, molti li ho conosciuti da ragazzo e loro erano gia' avanti negli anni e ora non ci sono piu', alcuni invece sono sempre vicini a me e mi accompagnano ancora nelle mie scorribande e nei miei raid di pesca e caccia, in questa occasione vorrei salutare entrambi i gruppi.

Il fiume Albegna e' un grande fiume di acque quasi calme, ospita molte specie di mare alcune eurialine, fino a circa 4 km dal mare troviamo i cefali e le spigole e verso la foce anche orate e sogliole oltre alle perenni anguille. Al suo interno invece sono presenti sia cefali che carpe e anche cavedani oltre ai vari pesci presenti in acque dolci. Le sue acque sono in gestione alla FIPS e quindi il bigattino e' vietato, alla foce e' presente una vasta poopolazione di spigole che con il mare mosso entrano in attivita' e la stessa aumenta in maniera eponenziale quando il fiume va in piena, infatti i locali con il fiume sporco usano pescare le grosse spigole a fondo con la sparaglioncino vivo innescato e le canne da surf casting e i pesci di oltre i 5 kg sono tuttaltro che rari.
Sulla destra dalla foce dell'Albegna ci troveremo davanti la spiaggia dei campeggi, il posto e' ottimo per le marmore ma pure per orate e saraghi e la spigola e' sempre presente, con il mare calmo alla sera il marmorone si fa spesso, ai tempi che lo battevo io l'acciaccata si faceva spesso e l'orata di giorno era pescabile nelle ore calde, specialmente nei periodi di inizio stagione calda e in quelli di fine autunno quando il puttanaio di gente spariva dalle sue spiagge e le barche smettevano di raggiungere la spiaggia.
Inutile dire che l'esca che la faceva da padrona era l'arenicola ma pure il cannolicchio, e il bibi, e poi lo sconciglio o boccone e anche l'americano......

La spiaggia a destra del fiume Albegna come dicevo precedentemente e' un posto eccezionale per la pesca a fondo volta alla cattura in principal modo di orate e marmore ma dove la spigola e' sempre presente ma pure il grosso sarago e anche l'ombrina di sabbia chiamata nel Lazio corvizzolo, la zona migliore di questa spiaggia lunga circa 5 km che parte dal fiume Albegna e finisce alla foce del fiume Osa proprio vicino all'albergo Corte dei Butteri, le postazioni migliori cominciano circa a 1 km dalla foce dell'Albegna in localita' Voltoncino bastera' lasciare l'auto davanti alla discoteca sul posto e un comodo camminamento vi portera' sulla spiaggia, vi sposterete circa 100 mt a destra e sarete in pole position, davanti a circa 70 mt c'e' una secca se vorrete raggiungerla a piedi e lanciare da li' le postazioni migliori per l'orata sono la' davanti, per lòa marmora a calata di sole bastera' lanciare da terra e con l'arenicola si otterranno i risultati migliori.
Proseguendo verso destra ci sono diverse entrate di campeggi ma per ritrovare un accesso comodo dovrete arrivare ad uno stabilimento balneare chiamato " la spiaggia del Boscherini" dove un comodo parcheggio vi permettera' la sosta e dda li' la spiaggia e' a due passi, le postazioni migliori a destra e a sinistra di un centinaio di metri entrambe e per l'orata il solito sistema di entrare e lanciare a distanza, occhio che ho pereso orate mostruose in quel posto la taglia media va' dal mezzo kg ai 2 kg circa ma l'orata di 3 e piu' kili non e' assolutamente una chimera in quel punto, quella spiaggia e' usata anche d'inverno per lunghe camminate con il barchino o divergente e la cattura principale con quel sistema e' la spigola.
Andando ancora verso destra arriveremo alla foce del fiume Osa, buonissimo posto per la pesca del cefalo che entra numeroso in periodo primaverile, alla foce del canale un comodo pontile in muratura si affaccera' sulla foce, l'acqua relativamente bassa non permettera' la pesca con la bolognese ma dalla punta del molo con le canne a fondo c'ho fatto ottime e considerevoli pescate di orate discrete di taglia intorno al chilo e anche buone marmore e col mare battente anche qualche bella spigola......

Quando ero ragazzino se parla di begli anni fa vivevo a Roma al quartiere Monteverde Vecchio e a Ostia dove ora risiedo c'andavo solo il sabato e la domenica con i genitori e non sempre troppo spesso d'inverno mentre in estate finiti i compiti scolastici ci stavo per 3 mesi, quindi durante l'inverno le mie pescate erano in gran parte assorbite dal biondo Tevere che a quei tempi non era per nulla " biondo " come del resto non lo e' neanche ora ma perlomeno pare che sia un bel po' migliorato.
Il chiavicone che scaricava i rifiuti di Roma nel Tevere e che era sotto ponte Palatino non butta piu' le sue deiezioni liquide mentre i depuratori finalmente funzionano e gli scarichi dell'Aniene sono stati purificati, rimangono sempre i cvampi nomadi che sono sulle rive del Tevere e dell'Aniene e che buttano un sacco di mondezza nei fiumi ma sicuramente non producono piu' l'inquinamento degli anni passati.
Avevo due amici del cuore a quei tempi, compagni di scuola e con cui facevo tutto e di piu' a pesca, si partiva il sabato e con il trenino da piazzale Flaminio si andava in direzione di Prima Porta, si scendeva a Labaro e si faceva un bel pezzo a piedi e si andava a pescare o nel Tevere sotto alla diga a cavedani a spinning e con l'erba la Borracina, oppure si andava a pescare i lucci nel laghetto che era accanto alla diga. A dire il vero i laghetti erano ben tre solo che uno si poteva considerare tale gli altri erano solo marane nelle quali pescavamo alborelle e vaironi con i quali andavamo nel primo lago e con le montature a galla pescavamo i lucci col finalwe d'acciaio mentre con il piombo a fondo con il tempo brutto pescavamo i capitoni, e che serpenti che si beccavano buonissimi sulla brace perche' l'acqua era molto pulita.
Nello stesso lago in primavera con i pastoni vari e con il granturco pescavamo fior di carponi e carpe olandesi i classici Carassius auratus ovvero i pesci rossi. Il tutto condito da un proliferare meraviglioso della natura, voli di anatre e nutrie e aironi ci facevano compagnia tutto il giorno.
Accanto ai laghetti predetti c'era un quyarto che era chiamato il lago azzurro ed era adibito alla pesca sportiva, il padrone era nostro amico e in via del tutto fraterna nell'ultima ora del turno di pesca mattiniero ci faceva pescare a spinning le trote dopo che nelle prime 3 ore di pesca le avevamo insidiate con i metodi tradizionali, c'erano le famose trote gialle o giapponesi, pesci molto voraci e molto grosse che sull'artificiale ti facevano divertire tantissimo......

Con i miei amici di quei tempi che erano Paolo e Roberto ne abbiamo fatte di cotte e di crude, sul Tevere uno dei nostri posti preferiti era sotto l'isola Tiberina, andavamo dietro il Ministero della Giustizia a quei tempi c'era il nostro pusher di fiducia, aveva un buchetto pieno di canne e mulinelli si chiamava Calo' ed era il nostro fornitore ufficiale di bigattini e vermaccioli, dopo essere passato da li' la via era una sola.....di corsa sotto per le scale che portavano sul Tevere e a pesca. Il fiume cittadino offriva tante possibilita' per chi era avvelenato come noi, sotto ponte Palatino o ponte rotto c'era un passaggio molto difficile che ci portava quasi allo sbocco del chiavicone, in mezzo a quelle acque non proprio pulitissime era uno sguazzare della madonna di pesci, dai cavedani ai carponi tutto era pescabile, con i budellini di pollo pescavamo i cavedani e se l'acqua si intorbidiva allora anche il verme del letame era l'ideale e poi con il bigattino erano scardoloni da paura, dalla parte opposta proprio sotto dove ora c'e' il ministero della salute c'erano dei raschi bellissimi e tanti e tanti barbi, avevo una canna in fenolico che avevo comprato con tanti sacrifici e i barbi me la incurvavano a 360 gradi e che divertimento, con gli stivali ai piedi in mezzo al correntone e quante volte mio padre e' venuto a cercarmi perche' mi scordavo complketamente pranzi e cene e orari da rispettare.
Sotto ponte Testaccio andavo a carpe e tinche con la polenta e il granturco, certi mostri che con la partenza te svuotavano il mulinello e arrivavano dall'altra parte e quando le beccavano e riuscivamo a cacciarle fuori le buttavamo delle le fontane di Roma, i turisti s'affacciavano e se trovavano le carpe davanti ai piedi, una volta abbiamo messe tre carpe grosse anche nella fontana del Bernini di piazza Navona, e poi a volte le mettevamo nella fontana che sta' vicino al tempio di Vesta vicino alla Bocca della Verita'......

A tevere ci si divertiva tanto, non c'era delinquenza allora o meglio qualcosa c'era dovevi stare attento al tossico e poco piu' ma sulla riva del fiume stavi tranquillo, ora e' molto diverso per strada e' una giungla e il brutto incontro e' piu' facile farlo sulla riva del Tevere perche' stai da solo piuttosto che in strada dove siamo in tanti......tra le tante pesche che facevamo in giro ce n'era una che mi e' sempre rimasta impressa e che poi ho proseguito negli anni a seguire con pesci piu' nobili, la bilancia, ora qualcuno storcera' il naso ma e' una pesca divertente, non certo atta a fare pesce, anche perche' il pesce del Tevere non lo mangiavamo di certo ma lo utilizzavamo per fare ripopolamenti vari nelle fontane piu' belle di Roma e nei laghetti dei parchi cittadini, avevamo un posticino all'isola Tiberina che ci vedeva spesso protagonisti, una piccola ansa dove montavamo la nostra trappola, eravamo preparati, palo, corda, carrucola, verghelle e rete in mezzora eravamo all'opera e in men che non si dica cominciavamo a pescare, la corrente non troppo forte faceva girare di tutto, c'erano grosse carpe e cavedani, scardoloni e triottoni, carassi e tinche e dulcis in fundo il re del fiume .....il luccioperca.
Che pesci che beccavamo e quando si tirava su il panno era tutto uno sguazzare allora si prendeva il pesce si metteva dentro un cerignolo di ferro grandissimo e si buttava in acqua e dopo si faceva ripopolamenti volontari, uno tornava a casa con i ferri e fli altri due si spargevano per fontane con secchi e buste piene d'acqua e si facevano improbabili semine con i pesci piu' strani, il massimo del divertimento era trovare fontane con i pescetti rossi e buttaje dentro zitti zitti tre o quattro lucci perca per vedere lo strano effetto che fa' ( ve la ricordate questa canzone?) ah ah ah ah ah tempo una settimana si vedevano solo ombre inquiete che si aggiravano nel laghetto......
Roberto il nostro compagno di pesca era un po' piu' grande di noi e gioia immensa fu quando il padre gli fece prendere la patente e comprare un mozzicone di auto, che ve lo dico a fa era un cesso di macchina una simca 1000 ma per noi era una rolls roice, l'abbiamo adibita a nostro mezzo primario di locomozione e con quella i ripopolamenti raggiunsero distanze spaventose, i pesci mostri arrivavano in fontane improbabili in posti assurdi, ricordo si prese un giorno con la bilanciola un pesce gatto spaventoso, progenie di qualche siluro sui 4 kg e lo si piombo' a villa Sciarra a Monteverde Vecchio dove abitavo io in una fontana dove tutti i ragazzini di zona buttavano i loro pesci rossi che vincevano agli zoo, mi ricordo che guardavamo sti' mocciosi che andavano con mamme e papa' a guardarsi i loro pesciolini a cui avevano dato pure un nome e gli davano il pane e tutti contenti li guardavano mangiare.....noi zitti zitti ci piombammo dentro lo squalo bianco e che ve lo dico a fare tempo una settimana un ombra malefica si aggirava in solitaria nelle profondita' del fontanone.....

I laghetti e le vasche dei pesci fin da piccolo per me hanno avuto una capacita' attirante fuori del normale, e ancora oggi quando vedo una vasca o un fontanile o una semplice pozzanghera o marana la prima cosa che faccio e' andare a buttarci gli occhi dentro per capacitarmi se al suo interno c'e' qualcosa che ci nuotra, fosse questo anche un girino o una ranocchia o una salamandra o anche una semplice ameba. Le vasche dei giardini pubblici delle ville nei dintorni di casa mia non avevano segreti e non avevano segreti neanche le stradine per scappare alle guardie municipali che perennemente e giornalmente mi correvano dietro perche' mi beccavano con un filaccione in mano o perche' con la fionda insidiavo merli e passeri e piccioni, ormai all'entrata di villa Sciarra come a villa Pamphili e a villa Carpegna per dirne alcune c'era il mio ritratto con tanto di scritta wanted or alive.....alcuni pizzardoni cercavano di beccarmi in tutte le maniere ma io pesavo molto meno e volavo letteralmente in mezzo agli spini e ai cespugli e neanche negli agguati cadevo mai, ormai conoscevo tutte le auto in borghese della municipale e credo che a suo tempo qualcuno di loro possa aver ventilato l'ipotesi di spararmi per potermi fermare...... I pesci rossi poi nelle fontane ormai non avevano piu' segreti ed erano piu' bucherellati sulle labbra di un punk pieno di piercing per tutte le volte che li beccavo e li ributtavo dentro, a villa Pamphili quella oltre l'olimpica tanto per capirci il famoso laghetto con il ponticello di legno che l'attraversava era il mio campo di pesca esclusivo e addirittura a villa Borghese dove c'era un laghetto che a quei tempi si poteva attraversare con le barchette a remi ad ogni angoletto c'era un filaccione per le carpe, ne ricordo una una volta che allamai e che a forza di tirare ruppe il filaccione dello 0,40 che era legato alla balaustra di legno e la gente non capiva perche' quella balaustra se muovesse da sola. C'erano carpe allucinanti in quel lago, carpe che se magnavano una rosetta con due assalti e poi un mare di carassi ed era un gran bel divertimento insidiarle, e pure la' pizzardoni che ci inseguivano a piedi, in macchina e una volta pure la polizia a cavallo e manca poco ce beccano con tutte le scarpe. Un giorno Con i bracconieri miei amici si becco' a Tevere con la bilanciola un botto di lucci perca e con mille peripezie si fece una bella traslazione nel lago di villa Borghese, credo che in poco tempo fecero piazza pulita pure la' dentro, e ci rimasero i carponi mostruosi e poco d'altro......
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#2 effe

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Postato 15 October 2011 - 18:36 PM

:gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: :gott:

Questo post è stato modificato da benny: 03 December 2011 - 11:55 AM

Francesco

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#3 BassAno

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Postato 03 December 2011 - 10:44 AM

Bellissimo racconto!!!! :gott: :gott: :gott: :gott: :gott: mi hai fatto fare un tuffo nel passato :shocked: ho parenti tra Ostia e Fiumicino e ho in parte vissuto quegli anni da ragazzo in queslle zone!! Complimenti ancora per il racconto :megaeek:

#4 The Legend

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Postato 03 December 2011 - 11:09 AM

Bel racconto complimenti
saluti

The Legend

#5 tasmania90

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Postato 03 December 2011 - 16:14 PM

Complimente Dimi..Davvero un bel racconto!! Ma per curiosità quanto hai impiegato a scriverlo?? :mrgreen:
Toglietemi tutto ma non la pesca!!E le ragazze:D;-)!!!
E ricordatevi!!Rispettiamo la natura e lei ci rispetterà!!!

#6 Jfish

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Postato 03 December 2011 - 18:40 PM

Anto' non e' di Dimi :)

Come ha scritto lui stesso ad inizio topic, il racconto e' di Cicalone ;)
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#7 tasmania90

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Postato 03 December 2011 - 18:47 PM

Anto' non e' di Dimi :)

Come ha scritto lui stesso ad inizio topic, il racconto e' di Cicalone ;)

Ha infatti mi sembrava strano!!! :lachtot:
Comunque un bel racconto mi correggo per i complimenti :oops: e li giro allo scrittore non a quel sfaticato di Dimi!!! :lachtot: :ironie:
Toglietemi tutto ma non la pesca!!E le ragazze:D;-)!!!
E ricordatevi!!Rispettiamo la natura e lei ci rispetterà!!!

#8 gandalf2

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Postato 03 December 2011 - 20:28 PM

Gran bei tempi anche se manco ero nei pensieri dei miei genitori.........ci sarei voluto essere :mrgreen: :mrgreen: e pensare che 3 di quelle canne le ho ancora in magazzino custodite molto gelosamente............ :lachtot:
Amo più gli animali degli esseri "umani" e questo dice tutto !!!!
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Ora gandalf il bianco  :jumpgrin:  :jumpgrin:

#9 Repele Dimitri

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Postato 03 December 2011 - 20:29 PM

Ha infatti mi sembrava strano!!! :lachtot:
Comunque un bel racconto mi correggo per i complimenti :oops: e li giro allo scrittore non a quel sfaticato di Dimi!!! :lachtot: :ironie:


:lachtot: attento che faccio volar boccali di birra :löl.: :löl.: :löl.:
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#10 tasmania90

tasmania90

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Postato 04 December 2011 - 10:35 AM

:lachtot: attento che faccio volar boccali di birra :löl.: :löl.: :löl.:

Ho notato però che oltre a far volare i boccali sai volare anche tu dalla sedia!!!! :lachtot: :lachtot: :lachtot:
Toglietemi tutto ma non la pesca!!E le ragazze:D;-)!!!
E ricordatevi!!Rispettiamo la natura e lei ci rispetterà!!!


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