Quando lavoravo in Toscana mi recavo spesso con un mio carissimo collega di lavoro che ora non c'e' piu' alla foce del Serchio nel comune di Vecchiano a pescare i muggini o cefali con un sistema a dir poco curioso. I cefali dalla primasvera inoltrata entrano nelle foci dei fiumi e risalgono la corrente per molti chilometri, il muggine mugil cephalus e' un pesce eurialino cioe' e' un pesce che si ambienta molto bene a vivere in acque dolci o comunque a molto basso contenuto di sale, anche orate e spigole hanno le stesse prerogative.
Con il mio amoco Fabrizio che aveva una piccola barchetta parcheggiata vicino a bocca di Serchio risalivamo la corrente del fiume per qualche chilometro, ci fermavamo in una zona dove in bassa marea la sabbia affiorava e armati di pala e secchiello cercavamo la tremolina, infatti questo verme molto delicato vive nnel fango e ad ogni palata facevamo una decina di vermi che riponevamo dentro una cassetta di legno sopra uno strato di sabbia umida. Fatta una considerevole scorta di questo vermetto, partivamo alla ricerca del nostro amico.
Il muggine d'estate durante le ore calde del giorno si raduna in grossi branchi e si nasconde sotto i cespugli all'ombra sempre alla perenne ricerca di qualcosa da mangiare ed e' proprio la' sotto che dovremo cercare di far passare la nostra insidia innescata.
Il sistema di pesca era piuttosto semplice, con una bolognese sui 4/5 mt piuttosto flessibile a cui abbinavamo un mulinello di taglia 2000 oppure 3000 con un buon monofilo dello 0,22/ 0,25 di diametro attaccavamo un bulbo ovvero quei galleggianti che si riempiono d'acqua che hanno due tappini di plastica e che per riempirli d'acqua dovremo sganciare entrambi, poi li immergeremo in acqua tenendoli sotto e a seconda del peso che vorremmo fargli avere lo riempiremo piu' o meno di liquido, a questo galleggiante faremo seguire un bracciolo di circa due mt e alla fine di questo ci mettevamo un cucchiaino particolare della ditta ILBA, esso era costituito di un classico artificiale con la paletta rotante con l'unica differenza visibile di avere la paletta piu' lunga invece dei cucchiaini tradizionali, al posto dell'ancoretta poi c'era un piccolo spezzone di filo dello 0,30 di circa 4 cm a cui andava legato un amo del num 8 di quelli con le alette sul gambo al contrario che tengono bene l'esca nel lancio.
A questo amo innescavamo la tremolina e la tecnica di pesca consisteva nel lanciare dalla barca ancorata a 20 mt dagli alberi verso gli stessi, e poi appena la lenza arrivava nella zona d'ombra cominciavamo a recuperare in maniera medio lenta, i cefali erano attratti dallo sfarfallio del cucchiaino e abboccavano alla tremolina e allora erano dolori, certe capocciate da panico e tutto il pomeriggio lo passavamo con la canna piegata al massimo e a volte ci spaccavano anche il filo o un pezzo della stessa. Erano tutti pesci di taglia piu' che considerevole tutti dal mezzo chilo in su con punta di pesci di oltre 2 chili e sopratutto tutti quanti della specie gargia d'oro o lustrino una delle piu' pregiate catturabili. Riempivamo una nassa in poche ore e poi ci tenevamo quelli da mangiare e liberavamo gli altri.
A volte anche la spigola ci veniva a far visita ma non superiori al chilo di peso.
Questo sistema l'ho provato anche nel fiume Albegna e nel Tevere e credo che sia catturante dappertutto, l'importante e' che ci siano le caratteristiche riportate sopra, e cioe' grandi zone di ombra dove i pesci si radunano numerosi. In bocca al lupo a tutti!
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