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Thailandia 1° parte


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#1 Giordaloco

Giordaloco

    Pescatore qualunquista

  • Sempre con noi
  • PipPipPipPipPip
  • 17204 Post:
  • LocalitàLUINO Lago Maggiore

Postato 08 March 2006 - 17:21 PM

Visto che il 26 ci torno ho pensato di rinfocolare i ricordi mettendo quì un racconto di qualche anno fa , quando fui da quelle parti per la prima volta e provai i pesci locali.
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Mi avevano operato di discacco di retina da ormai nove mesi e fra quattro
avrebbero dovuto operarmi nuovamente di cataratta ad ambedue gli occhi; per via
della prima operazione il primario di macelleria aveva qualche riserva e aveva
buttatato lì con disinvoltura qualche possibile problema e qualche rischio, bravo lui
gli occhi sono i miei.

Vedevo tutto annebiato , non potevo più guidare, dovevo prendere la decisione e ,la
presi : operazione fra quattro mesi; la preoccupazione intanto aumentava, leggi
paura, il pensiero che tutto sarebbe potuto diventare nero , che non avrei più potuto
viaggiare, vedere posti e cose, pescare, leggere mi dava il buongiorno ogni mattina e
la buona, si fa per dire, notte alla sera.

Mi avevano parlato bene della pesca in Thailandia : un lago a una cinquantina di
chilometri da Bangkok , pesci combattivi e da capogiro e dei posti da favola in mare
a Phuket e isole vicine; era tempo che ci facevo un pensierino e ora correvo il
rischio di non poterlo più fare; al diavolo la visione ridotta , scanso equivoci dovevo
farlo prima dell’operazione !!!

Prenoto al volo quattro giorni a Bankok con tre di pesca al lodge e sei giorni a Puket
con tre di pesca al mare; cinque giorni per preparare tutto , fortuna che le
organizzazioni pesca fornivano tutta l’attrezzatura e mi risparmiavano l’onere del
peso e ingombro aggiuntivo.

Solita prevaricazione sul figlio perchè mi accompagni all’aereoporto, faccio il chek
e salutato il figlio mi avvio alle partenze; la prima scala mobile supportata dalla
visione offuscata mi frega : lungo stirato con un ginocchio che fa la conoscenza dei
dentini di suddetta scala, risultato : buco nei pantaloni e pure nel ginocchio, faccio
l’eroe insensibile e zoppicando arranco sino all’uscita riportata sul biglietto.

Seduto in attesa mi calmo e faccio inventario danni : un male cane e i pantaloni si
stanno inzuppando di sangue ; ad un punto ristoro scrocco cerotti e disinfettante, mi
chiudo in bagno e inizio l’operazione di alta chirurgia; i malefici dentini della scala
hanno fatto due bei buchini da uno dei quali si vede il bianco dell’osso, ingollo due
aspirine e un aulin, disinfetto e trasformo il ginocchio nel fratello minore di
Tutamkamen.

Sull’aereo perdo un pò il senso del tempo e la sosta con cambio in Germania viene
effettuata come in un limbo, non mi ricordo niente; mi riprendo abbastanza sul volo
definitivo, ingurgito qualcosa offerto dalla casa e, dato il male cane, butto giù un
altro aulin e mi assopisco.

Lo sbarco è un suplizio, la gamba non mi regge e il ginocchio è il doppio del
normale; in qualche modo sbrigo le formalità e vengo accolto dal pulmino
dell’hotel; dal tragitto ricordo solo un’aria inquinata da far paura e caos; l’albergo è
composto da due torri e porta lo stesso nome ; l’Undici Settembre , da non molto
accaduto, mi sembra un monito e un avvertimento; al banco della ricezione smetto
di fare l’eroe e col mio inglese di buona memoria scolastica cerco di far capire il
problema , o sono dei gegni o sono avvezzi alle catasrofi; in due secondi arriva una
carrozzella e mi trasbordano nei seminterrati; mi passa nella mente che vogliano
sepellirmi e chiudere il problema ma invece entriamo un un locale tutto lindo e
cromature, meglio attrezzato di un ospedale, una dottoressa o almeno penso che lo
sia stata si prende cura di me : febbre quasi 39, mi anestetizza il ginocchio e
incomincia a lavorare scavando a fondo, impacchetta il tutto e dopo due iniezioni da
cavallo mi consegna qualche pastiglia, mi raccomanda di dormire, non muovermi e
di farmi vedere la sera dopo.

Sono trasportato in camera e ,pensando di riposare un poco, mi sdraio sul letto; un
insistente telefono mi sveglia ; sono le nove del giorno dopo, ho perso una notte , sa
il diavolo cosa mi ha infilato in corpo la cerusica locale e da basso mi sta aspettando
la guida di pesca per prendere accordi , assicuro una veloce presenza e incomincio
la lotta.

IL ginocchio ulula e non regge; la cameriera mi ha lasciato la sedia a rotelle e bontà
sua una stampella , scarto la sedia e mi dirigo alle abluzioni, gamba con colori vari
fuori dalla vasca e doccia veloce, arranco alla ricezione con la stampella e mi sento
come un reduce del Vietnam ; la guida molto gentile mi accompagna al tavolo della
colazione e mentre io mi abboffo per riprendere energie mi spiega il programma ma
si permette di dubitare della mia possibilità di partecipare; gli spiego gentilmente
che ho fatto migliaia di chilometri per pescare e che è meglio che trovi una
soluzione al mio momentaneo problema fisico o potrebbe conoscere la marca della
mia stampella.

Accordi presi : domani all’alba passerà con un pulmino, caricherà me e la mia
sedia; al lago avrò a disposizione una barca con guida e poi saranno cacchi miei; mi
propone anche una gita in barca per il pomeriggio con visita al mercato sull’acqua e
mi consiglia un massaggio per rimettermi in sesto, accetto in blocco.

Partito l’italo/thay seguo le indicazioni e vado in cerca delle impastatrici; a un
banco mi comunicano che per più o meno il correspettivo di 80.000 delle nostre
lirette ho diritto a un’ora di massaggio comprensivo di oli vari; sto per assaggiare
una parte del paradiso thay.

Un angelo, travestito da flessuosa e molto graziosa femmina , mi aiuta a spogliarmi
e mi adagia su un convortevole lettino ricoprendomi con un lenzuolo, mentre io
addocchio i suoi pantaloncini e una blusa generosamente aperta lei lancia squittii
vari alla vista della mia menomata gamba; mi cosparge di oli profumati e mi passa
in rassegna dito per dito e muscolo per muscolo, sono in estasi, dolcemente assopito
e in pace con xxx e col mondo; un certo ravanare in zone che normalmente non
sono interessate a un massaggio mi strappa dall’estasi , sotto il mio sguardo
meravigliato/interrogativo spiega che per una ventina di dollari potrebbe portare il
mio rilassamento a livello totale e con la sua boccuccia inizia un’anteprima, e chi
sono io per avere la forza di fermarla, Rambo?

Rientro in camera zoppicando e più stanco di prima, chiamo i servizi per farmi
svegliare per il pranzo e apprendo che la guida li ha avvertiti della gita e che il
pranzo sarà servito a bordo per cui ho ben tre ore per dormire, cosa mai c’era nelle
iniezioni e nelle pastigle non lo so , ma dopo l’aggiunta del massaggio ultra
rilassante crollo di sonno.

Sorvoliamo le difficoltà a raggiungere l’imbarco e la salita a bordo, mi sistemo a
prua e tra il velo della cataratta e lo smog contemplo grattacieli che si mescolano a
palazzi coi tetti all’insù , il fiume è una fogna , ci passa di tutto ed è solcato da
centinaia di imbarcazioni , vicino ad un tempio buttano del pane e subito arrivano
pesci a frotte: sembrano dei pesci gatto ma mi assicurano che sono molto
combattivi, voraci e di pessimo carattere, da come si azzuffano per il cibo non
fatico a crederlo, un esemplare sui 4-5 chili azzanna un consanguineo e senza
mollarlo si innabissa; gli altri turisti scendono al tempio ma io , causa gamba,
rimango ad osservare la guerra ittica.

Il pranzo per lo meno mi ripaga del disagio : gamberoni di fiume, insalata di pesce,
verdure sconosciute saltate, impanate, fritte ; dolcetti di vari tipo , frutta stranissima
sbucciata, tagliata a dimensione bocca, affettata, con ogni forma e colore, bibite e
succhi a gogò; purtroppo causa vista e gamba non posso godermi il tour come
meriterebbe per cui quando finisce è un mezzo sollievo.

Rientrato ceno e devo ammettre che la cucina di Bangkok mi sorprende
piacevolmente, mentre mi rinfocillo penso alla serata ma l’accumularsi dei postumi
: botta ,febbre, aulin, iniezioni, pastiglie , fuso orario, massaggio mi sconsiglia
un’uscita , da persona responsabile opto per la camera e mi brucio la seconda serata
in terra Thay.

All’alba , ragionevolmente rinfrancato, anche se il ginocchio sembra un melone e
protesta, salgo sul pulmino e via verso il paradiso di pesca : il lago è tutto un
susseguirsi di lagune e canali di buona taglia, sponde quasi inesistenti perchè la
vegetazione si spinge sino all’acqua , palme e altissime svettano su un groviglio
impenetrabile tipo giungla; la barca è seminuova e spaziosa , la guida un ragazzetto
spigliato fa il paio col mio inglese scolatico, l’attrezzatura è ottima e varia : canne
da spinning, da traina , da fondo , per le esche c’è da sbizzarrirsi passando da
artificiali di ultima generazione al vivo sino a cose innominabili e semoventi.

Si incomincia a spinning e i risultati non si fanno attendere : le prede sono quei tipi
di pesce gatto imbastadati con i lucci, combattono bene, la botta iniziale è forte e
decisa e i colori fantastici; la guida mi confida che sono le prede preferite da tutti gli
stranieri, non fatico a crederci , sono anche le uniche prede a spinning Dopo una
mattinata passata a lottare con esemplari non più grandi di 5 chili sono stufo e
chiedo di cambiare con qualcosa di più grosso ; mi assicura che dopo pranzo, con
quei bacherozzi immondi e fuori misura che si agitano in un secchio , insidieremo
degli esemplari che posso arrivare anche a 80 chili, staremo a vedere.

Apre la borsa frigo e, miracolo !!! gamberoni , verdura impanata e l’immancabile
riso, la cosa sta diventando monotona, mi consolo con la frutta , eccezionale e varia.

Sotto una cappa di sole e umido siamo in pesca : tre canne a fondo , due col
bacherozzo e una col vivo; la prima a partire è quella col vivo: solito ibrido e la
scena si ripete un paio di volte; se i bacherozzi fanno schifo ai pesci come lo fanno
a me siamo a posto.

L’effetto autan si sta affievolendo e qualche elicottero da combattimento riesce a
passare le difese; mi spalmo ben bene le parti esposte e, sudato come un cavallo
aspetto; L’abboccata è dolce e delicata, si porta via il filo lentamente, senza strappi,
aspetto qualche secondo poi ferro, alla faccia della delicatezza, è un mulo, tira verso
il largo e solo perchè siamo ancorati non ci porta con sè, non è molto vivace ma tira
e strattona con decisione , dopo una ventina di minuti il sudore corre a fiumi, la
gamba si fa sentire e l’animale non molla , certo non è pimpante come all’inizio ma
non vuole saperne di staccarsi dal fondo e di farsi vedere, a poco a poco riesco a
avvicinarlo e finalmente lo vedo, o per meglio dire vedo una schiena a punta , una
coda che sbatte l’acqua e si innabissa nuovamente, però è una sfuriata breve ed è in
superfice muovendo l’elemento liquido con lente pinnate; afferratolo con un cappio
sulla coda la guida si inarca tutto e lo issa a bordo : è una cosa strana , la forma
generale è quella di un triangolo appiattito, la stazza di una carpa, la coda di un
salmone, la bocca di un barbo con baffetti e tutto , in più due baffoni che sembrano
antenne; prima di ributtarlo in acqua lo pesa : 78 libre , quasi 37-38 chili.

Nelle altre due tre ore allamiamo cinque o sei esemplari di ambedue i tipi ma niente
da record , è stata una giornata divertente e ne è valsa la pena ; a terra saluto il
direttore , un francese sposato con una thay e dò l’arrivederci per l’indomani.

In vasca da bagno con il gambone fuori programmo la serata , questa volta niente
nanna , la notte mi aspetta , le informazioni in mio possesso indicano che la vita si
svolge a Patpong e Soy Cowboy, senza dimenticare una delle sale massaggio dove
praticano il Body Massage, il linea generale sò già di cosa si tratta , ma tra il saperlo
e il provarlo c’è di mezzo il mare.

Un paio d’ore di sonno , una cena leggera evitando i gamberoni, e sono in pista; mi
hanno consigliato un taxi ma io voglio provare un tuktuk, una specie di ape con
belvedere per il passeggero, contratto il prezzo e si inizia il viaggio : i suoi nonni
sicuramente erano kamikaze, si infila dappertutto, zizzaga fra le auto e pianta certe
frenate da ribaltarmi; l’aria è un insieme di odori strani : fritture, incensi , gomme e
caburanti bruciati, quasi irrespirabile, l’idea del taxi con aria condizionata mi alletta
sempre di più.

Se xxx vuole arriviamo a destinazione, sono subito attaccato da personaggi vari che
si offrono come guida ai piaceri di Patpong, declino gli inviti e inizio il
pellegrinaggio, la strada non è nemmeno molto affollata, sui lati ammiccano le
insegne di moltissimi locali , davanti ad alcuni stazionano campionari della merce ,
devo ben entrare da qualche parte per farmi un’idea e pertanto varco la soglia di
quello che mi sembra esporre il campionario migliore; la fauna entra con me e devo
dire che la qualità mi sembra ottima, nel gruppo scelgo al volo una che borbotta
qualche parola di francese avvolta in un indecifrabile italiano e ci sediamo ad un
tavolo; il locale , a parte un paio di alemanni è vuoto, musica in sordina ; arriva una
inserviente attillata e ordiniamo un paio di drink , sul palcoscenico entrano quattro o
cinque bambinette o almeno a me sembra così e iniziano un balletto squallido con
caduta delle pelli artificiali, pochi minuti e tutto è finito; la mia accompagnatrice
vuole già concludere ed espone i prezzi e le prestazioni : il corrispettivo di 15 dollari
per una cosetta sottobanco e intende proprio sotto il tavolo, 30 in una camera lì
vicino ( Cuba , dove sei mia Cuba ? Perchè ti ho tradito ?); declino gentilmente
l’offerta e mi dirigo all’uscita seguito da quelli che penso siano insulti.

Se tutto è così, inutile continuare, mi resta solo il Boy Massage, un tuktuk al volo e
mi faccio portare alla casa più vicina : luci sfavillanti, vetrate enormi e cartelloni
pubblicitari, verrò poi a sapere che è quasi un circuito nazionale tipo la COOP.

Mi riceve un marcantonio sui due metri, sicuramente una via di mezzo fra
buttafuori e caposala; strano una stazza simile in un paese di mingherlini; mi guida
in un confortevole salotto bar , prende l’ordinazione e mi lascia a contemplare una
ventina di ragazze sedute su una specie di gradinata tipo campetto giovanile, intente
a parlottare fra loro; sono addobbate in tutti gli stili : dal più tradizionale thay al
discinto europeo, ce n’è di tutte le stazze e di tutte le altezze; qualcuna agita la
manina , un altra mi strizza l’occhio, una over 80, di peso intendo , si abbraccia
stretta la latteria enorme come a farmi capire quello che mi aspetta se scelgo lei.

Non sono mai stato in una casa chiusa della nostra vecchia Italia in quanto la
Signora Merlin ha pensato bene di farle chiudere uno o due anni prima che io avessi
l’età per frequentarle ma penso che l’atmosfera di falso erotismo confinante con lo
squallore sia stata la stessa.

Sorseggiando il drink valuto la situazione : non sono molto convinto ma nello stesso
tempo sono curioso, non ho mai provato questo tipo di massaggio/contatto/fisico e
ormai sono lì; incrocio due occhi enormi in un visetto allegro che mi guarda
interrogativo, ho scelto,annuisco con la testa e mi dirigo verso la cassa; non che
sapessi come fare , l’avevo visto fare da altri, tra cui una coppia di figli di albione
con lei titubante e lui pimpante : la notte brava in Thailandia.

Saldo la futura prestazione e vengo accompagnato lungo un disadorno corridoio da
una taciturna inserviente; mi apre la porta di una camera e mi fà cenno di entrare :
sembra una stanza appartenente a due mondi e tagliata a metà : in fondo tutto
piastrelle e cromo fa mostra di se una gigantesca vasca di idromassaggio , uno
scomparto doccia , un bagno e una specie di piscinetta con dentro un materassino di
gomma variopinto; l’altra parte è composta da una specchiera pacchiana, un letto a
tre piazze, moquette, qualche sedia e un tavolino, tutto tipo Ikea.

Si riapre la porta e entra la officiante : un metro e sessanta scarso , non più di
quarantacinque chili , accidenti alla mia scarsa vista , quì altro che massaggio
corporeo si va a finire con un concerto di ossa, però gli occhi sono bellissimi e il
sorriso disarmante, unisce le mani e abbassando il capo mi saluta.

Comincia a spogliarmi e alla vista del voluminoso ginocchio impachettato non batte
ciglio, apre un cassetto e toglie dei sacchetti di plastica e del nastro, mi avvolge
l’arto come se fosse una cosa di tutti i giorni; mi fa accomodare nella vasca, apre
l’acqua e intanto si spoglia; si immerge nelle bolle come venere che torna al mare e
incomincia una minuziosa pulizia di tutto il mio essere con un primo massaggio di
stiramento di tutte le dita, seguito a ruota da uno podalico e uno craniale , ormai
sono in estasi e del tutto rilassato.

Finito il massaggio/abluzione mi fa adagiare sul variopinto materassino e cosparge
sia lei che me di oli e sapone iniziando a strusciare , scivolare , abbrancare,
contorcere, stirare il suo corpo contro il mio; strano , non ho la reazione che
pensavo sarebbe stata la logica conseguenza ; continua con applicazione il suo
lavoro e poi mi rilava , risciacqua, asciuga e profuma .

Mi fa cenno al letto e dopo essersi a sua volta asciugata mi raggiunge; la mancata
reazione di prima non tarda a presentarsi e la faccenda si conclude; dopo
un’ennesimo bagno , mai fatti tanti in così poco tempo, lascio una generosa mancia
e mi esclisso.

Gli altri due giorni sono la ripetizione del primo ad esclusione del giro a Patpong e
del Boy Massage, ormai l’esperienza l’avevo fatta ; vengono sostituiti con regolari e
giornalieri massaggi tahy senza supplemento; unica novità mi intruppo con dei
turisti giapponesi per uno spettacolo folcrositico notturno.

Finita la parentesi cittadina faccio le valige e via all’aereporto per gli altri sei giorni
al mare, altre avvneture, altre esperienze , altri pesci; il ginocchio sta riprendendo
una sembianza umana e posso appoggiamici sopra , mi aspettano cose folli, ci
sentiamo. --------------
PESCATORE QUALUNQUISTA
Posted Image http://giordalocopes....forumfree.net/
27-06-1944

#2 walter

walter

    volatile da cortile

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  • Localitàeste, bassa padovana
  • Tecnica: portachiav-fishing
  • Provenienza: este, bassa padovana
  • Anno di nascita:1984

Postato 08 March 2006 - 22:53 PM

semplicemente grande giorda :)



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