Che mese Giugno!!! , arriva il caldo , le scuole chiudono ed io me ne andavo sulla casetta al lago con la mamma ; chissà perchè gli odori , i colori, il caldo e le sensazioni sulla pelle non sono più quelle di un tempo , forse sono solo i miei sensi stanchi che non le registrano.
Il sabato aspettavo con ansia l’arrivo di mio padre da Milano , già ero passato dalla Privativa, emporio locale che aveva di tutto, per reperire l’ingrediente segreto e indispensabile per la pescata notturna che stavo aspettando da una settimana; il pane vecchio stava ammollandosi in acqua e latte ed , io , sotto lo sguardo vigile e un pò disapprovante della madre mi accingevo al rito e all’obbligo che mi ero assegnato di diritto e che non avrei ceduto a nessun prezzo: la preparazione dell’esca per la serata.
Il bersaglio della serata sarebbero state le viscidissime anguille , i brillanti cavedani e le verdi dorate tinche , pertanto i pastoni avrebbero dovuto essere due; divido e sistemo il pane in ammollo su due taglieri , dopo averlo strizzato a dovere, inizio ad impastarlo; intanto la madre ,più o meno sempre pronta a dar corda ai suoi uomini , aveva ultimato la cottura della polentina gialla.
Svolgo con cura dalla carta oleata l’ingrediente miracoloso: una fettona di gorgonzola ed inizio ad amalgamarlo al primo impasto, con calma , metodo e fiducia, non posso dire che l’odore fosse proprio da paradiso ,ma a me a quell’epoca sembrava la cosa più buona che avessi mai odorato, farlo era un’arte , doveva avere la consistenza e l’amalgama giusta , abbastanza soffice da non insospettire il pesce e abbastanza consistente da rimanere sull’amo, quindi le aggiunte di pan grattato dovevano essere fatte alla perfezione, le lezioni del mio vecchio erano state perfette; ed ora l’ultimo tocco : l’aggiunta di un pò di parmigiano.
La polenta ora era fredda al punto giusto da poter essere lavorata ; un pò di farina bianca per darle la giusta consistenza e una bella mestolata di “Farina di Burdoc” (scarafaggi) chissà se oggi la vendono ancora ? E finalmente le esche erano pronte; avevo passato tutta la settimana a pasturare con granoturco ammollato e polpettine di farina mista in attesa della grande pescata, adesso mancava solo mio padre.
Arriva ed io non sto più nella pelle , il fatto che voglia mangiare , lavarsi , parlare con mia madre mi irrita e indispettisce , non capisce che i pesci sono lì che hanno fame e che a me non importa nulla del cibo , delle chiacchiere o dell’igene , io voglio solo andare a buttare le lenze.
Finalmente si parte , le cordine sono pronte , le ho controllate due volte durante la settimana , gli ami pungono , la treccina è ben avvolta sui bastoni di bambù e il sughero piatto è ben fissato con uno stecchino, si va !!!
Il vecchio muretto è lì che ci aspetta , l’osteria alle nostre spalle e un lampione ci danno luce bastante alla bisogna ; si svolgono le lenze ammucchiandole ai nostri piedi e poi si dispongono accuratamente in forma circolare sul muretto, si innescano i due ami , posti alla stessa altezza , con un boccone a forma di pera , due cordine col gorgonza e due con la polenta , si impugnano i due voluminosi bocconi e si lancia; aspettiamo mentre lentamente se ne vanno sul fondo e poi si poniamo i sugheri a penzoloni nella parte interna del muretto; in caso di abboccata saliranno il muretto e, quando saranno in cima sarà il momento della ferrata.
Ed ora incomincia il momento più bello : l’attesa , mentre mio padre parla con altri pescatori io ascolto estasiato tutte quelle avventure improbabili di pesci enormi,presi e persi , di esche , di tecniche e , magari sussurrato , in modo che io non senta, di donne.
La voce concitata del “Gaina” , uscente da un faccione reso ben colorito dal vino ,<
E’ bello nel silenzio , auto all’epoca ne passavano poche o nessuna , i lampioni si specchiavano nell’acqua lucida , nera e immobile creando scie di luce , il mormorio sordo dell’osteria alle spalle mi faceva sentire meno solo e nello stesso tempo partecipe di quelle cose da grandi maaaa!!! Il tappo parte , sale con uno strappo veloce e va !!! <
Ormai è tardi , eccitato , in stato confusionale , euforico e soddisfatto aiuto a riavvolgere le cordine e per mano a mio padre mi dirigo verso casa , non penso di aver mai più provato quelle sensazioni in nessuna altra circostanza , ma credo che quelle mi seguiranno per sempre , impresse a fondo nella mia memoria