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Un tempo lontano.......1° parte


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#1 cicalone

cicalone

    Moderatore di Sezione

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  • LocalitàRoma
  • Tecnica: bolognese e canna fi
  • Provenienza: Ostia lido Roma

Posted 15 February 2009 - 18:09 PM

Tanti anni fa mi glorifico di aver cominciato a pescare a surf casting, erano i tempi delle canne lerc in tre pezzi e inizialmente dei mulinelli ru recordette, erano i tempi di Ivano, parliamo di oltre 35 anni fa.
I negozi di pesca erano pochi a Ostia lido c'era Ennio pesca al pontile, poi c'era Ennio dietro al 2° cavalcavia e Pucci sport a via Vasco de Gama, l'esca la vendevano e per tanti anni sono stato uno dei fornitori ufficiali della loro arenicola.
Per chi non lo sa' l'arenicola si fa con la pala intorno agli scogli nell'acqua, d'inverno con i pompammerda ( waders) e d'estate in costume da bagno e ciavattelle per evitare i cocci di vetro e le tracine. scavando intorno agli scogli con alterne fortune a volte se ne faceva tanta in poco tempo a seconda dell'insabbiamento delle scogliere e a volte a causa dello svuotamento delle stesse il xxx da farsi era molto maggiore. Io da pischello mi facevo quella per pescare e facevo quella da vendere per pagarmi i vizi, l'attrezzatura da pesca.
Dicevo le canne, pesanti lerc che esistevano i 2 versioni da 750 gr e da 1 chilo, erano lunghe 4,50 mt erano gialle e noi ci vacevamo un puntale in fibra di vetro che portava l'attrezzo a circa 6 mt al piede del quale ci facevamo un puntale di ferro che piantavamo nella sabbia, Erano canne scomode a portarsi, pero' avevano la positivita' di essere morbide, infatti noi montavamo il filo dello 0,35 e con quello si lanciava senza shock leader addirittura piombi di quasi 200 gr e i rischi di strappare erano pochissimi, certo il lancio difficilmente superava i 100 mt e anche con il massimo della potenza il lancio risultava piu' o meno lo stesso.
Qualche anno dopo uscirono i primi mitchell 498/496......per noi furono la manna della pesca, che mulinelli, veri trattori, ci veniva fuori di tutto, i vecchi ru recordette si bloccavano con tutto, ricordo una volta che mi si bloccarono con una marmora di 1 chilo, si inchiodavano e non c'era piu' verso di recuperare ma i mitchell che buldozer tiravi su pure un tronco.
Ci tiravi fuori qualunque cosa, al canale dei pescatori a ostia di notte con la sarda ci abbiamo cacciato fuori gronghi allucinanti anche di oltre 6 kg e pure spigolone, un tempo capitavano con la sarda anche spigole e ogni serata al canale ne usciva una almeno dai 3 chili in su.
La lenza era facile per il surf casting e l'arenicola, esistevano 2 sole montature, a mare calmo si pescava con piombo a palla da 150 gr e mosachettone e bracciolo lungo 1mt e piu' dello 0,30 con amo martellato del num 4 per marmore e orate esca la perenne arenicola o il cannolicchio;
a mare mosso moschettone, piombo da 150/180 gr sempre a palla ma montato fisso, su uno spezzone derivato e dallo stesso moschettone partiva il finale di circa 1 mt dello 0,35 con amo del num 2 sempre innescato ad arenicola e cannolicchio per spigole, orate, saragoni, e marmore ma entrava spesso la super ombrina e pure la razzona.
Si lanciava oltre il frangente o sotto di esso e si mettevano le canne in tiro, causa la morbidezza della canna la mangiata si vedeva bene, certe inchinate oppure il filo allentato di brutto recuperavi e sentivi menare sotto ed era pesce. Il pesce c'era e quando portavi a casa 10 pezzi eri quasi andato in bianco.......

A quei tempi l'arenicola non si innescava come oggi che una scatoletta costa cara, chi se la faceva abbondava nell'innesco, su un amo del num 2/4 si innescava a libero, magari anche 4 vermi insieme ne veniva una cerasa a cui anche un pesce svogliato non poteva dire di no, e quindi l'orata grossa era di casa, e poi il marmorone e tutti gli altri. La mantenevamo i primi tempi in una cassettina di legno piena di sabbia asciutta e cosi' con un panno bagnato sopra campava anche 4 giorni ma poi nei tempi che seguirono cominciammo a tenerla con l'ossigenatore.
Si andava a fare l'esca poi dal sacchetto di tela che avevamo al collo e in cui la mettevamo la rovesciavamo in un secchio pieno di 2/3 d'acqua e poi sul terrazzo d'inverno al riparo del sole e dentro l'ossigenatore a corrente, va da se che code ( pezzi tagliati senza testa) e capooccie ( vermi interi) stavano tutti insieme, pero' i vermi interi stavano sotto la sabbia e le code rimanevano fuori, mano mano che si recuperava si innescavano le code e a fine giornata rimanevano le teste sotto la sabbia.
Esse campavano parecchio e ce le facevamo durare anche dei mesi, in ogni secchio c'era il quantitativo di una buona pescata e col mare mosso ce l'avevamo sempre pronta, va da se che la volta successiva si rifaceva l'esca si riannava a pesca e si metteva la sera da parte un'altro secchio con le capocce.
L'inverno si tirava avanti cosi' perche' l'arenicola campava bene col freddo, il problema era l'estate perche' alla minima scaldata andava tutta a xxx, allora sono cominciate a venire fuori le cantine e i refrigeratori ma pero' d'estate il problema era minore, l'esca si faceva in costume ed era pure bello andarla a fare nell'acqua calda.
Altra ottima esca per saraghi, marmore e orate e col mare mosso pure spigole e ombrine era il cannello o cannolicchio, i sistemi per accaparrarcelo erano 2, o si comprava in pescheria o si faceva da soli.
Il sistema di farli erano due:
1) ci si metteva in costume e si andava a 200 mt da terra con l'ausilio di un amico sul pattino, con mare calmo e acqua limpida ci si immergeva e si andava maschera e boccaglio sul fondo, il cannolicchio ( solen vagina) sta' sotto la sabbia e dal di sopra si vedono 3 occhietti, se mettiamo un dito sotto quello ci sente e parte per la tangente e ve la pjate nel c.....allora il sistema era di costruirsi una piccola fiocinetta con una stecca di ombrello a cui oltre la punta si faceva un ardiglione tipo amo e velocemente si dava una fiocinata in mezzo ai 3 buchi, il cannello infilzato veniva fuori, se si era svelti se ne facevano anche 5 per ogni immersione;
2) altro sistema era di fare una composizione molto salata di poca acqua e tanto sale che poi tiravamo su in una siringa un po' grande senza ago, appena vedevamo i buchi bastava inserire la siringa dentro e dare una spruzzatina il cannello appena sentiva il sale addosso veniva fuori a schizzo e pure cosi' ne facevamo parecchi.
Mo' veniteme a di' che le sapevate ste' cose eh?

30 anni fa non c'erano problemi di pesci, a Ostia lido dove abito anche dietro o davanti a casa c'erano ottimi spot per catturare qualcosa, davanti a casa mia c'e' il pontile, allora davanti c'era un ottimo fondale, ricordo che in certi punti c'erano anche 5 mt d'acqua come si muoveva un po' il mare si prendeva la pala si andava a fare due vermi d'arenicola e con i cannoni lerc e il mitchell 498 si beccavano belle marmore e tanti corvizzoli le ombrine di sabbia, ma poi ci si allontanava di un po' e si beccavano tante spigole, mi ricordo di un giorno ero ragazzino credo intorno ai 16 anni, insieme ad un mio amico che aveva il motorino e si chiamava Corrado ci recammo ai cancelli verso Torvajanica alla spiaggia del Presidente davanti a Capocotta con le canne da surf e una cassettina di arenicola fatta da me il giorno prima e con un mare di scaduta da panico azzeccammo una pescata di spigole da capogiro, tutte belle tutte sopra il chilo, ricordo che per tornare a casa riempimmo il mio zaino di spigole che fuoriuscivano con le code dallo stesso e il nostro rientro fu l'apoteosi perche' poi passammo da tutti i miei amici per farli rosicare, e dovetti pure sottostare ad una fila di sganassoni di mio padre che non voleva che andassi in motorino sia pure come passeggero.
Ricordo altre fantastiche pescate a fiumara grande alla foce del tevere dove sia a mare calmo che a mare mosso con grossolane montature usciva sempre il big fish e comunque c'era sempre la mangiata spettacolare e tra amici comunque fosse il pomeriggio passava sempre bene.
A Ostia lido c'era un vecchietto simpaticissimo si chiama il sor Augusto, Augustarello per gli amici, era un mito, col suo tornio in un garage faceva di tutto, ci facevamo fare i piombi che squagliava in un pentolino, ci faceva i pedoni delle canne da surf, ci legava gli anelli sulle canne e ogni fissa che c'avevamo lui la risolveva e chiedeva veramente poco, a volte toccava litigarci per fargli avere qualche soldo. Poveraccio un giorno mori' e la preoccupazione dei suoi parenti fu quella di vendersi subito i suoi attrezzi del mestiere.
Ivano era uno di noi, con la sua bravura e con quella sua pala assurda lunga lunga che poi sapemmo come si era fatta, lui da ottimo carpentiere marino qual'era si era incollato lunghe strisce di legno e con quelle si era fatto quella pala da marziano.
Da sopra le scogliere con quella forza da toro che aveva tirava fuori grappoli di arenicola e la sua pala era rossa di esca, quando eravamo in difficolta ce ne regalava sempre un po'.
Passati gli anni si comincio' a fare l'esca con le mani rivoltando gli scogli, e quando a furia di rovesciarli non se ne trovava piu' allora cominciammo a metterci la muta e ad andare dietro le scogliere con 4/5 mt d'acqua e a farla dove non ci arrivava nessuno. Si scendeva con le pinne e i piombi e in questo c'era un grande pescatore della cricca di Ivano che era un mito, si chiamava Carlo Bencivenga e con una fodera di cuscino scendeva e in mezzora con poche immersioni la faceva per tutta la squadra. Che mito che era Carlo, simpaticissimo e disponibilissimo quando mi incontrava le ultime quattro manciate me le regalava sempre. Grande Carlo l'avevo perso di vista e pochi giorni fa il mio amico Silvio mi ha detto che gestisce uno degli stabilimenti del comune che sono ai cancelli tra Ostia lido e Torvajanica, voglio andarlo a trovare e' tanto che non lo vedo, chissa' se mi riconoscera'......

30 e piu' anni fa non c'era l'affluenza dei pescatori di adesso e sopratutto c'erano molti meno bracconieri, al massimo potevamo trovare un po' di tramagli a cento metri da riva ed erano tutti di pescatori professionisti che conoscevamo benissimo, uno di questi era un mio vecchio amico un vecchietto pescatore professionista che si chiamava Zi Giovanni D'Arienzo e insieme al figlio Pallettone che ancora ha la sua barca al canale dei pescatori a Ostia lido e insieme padre e figlio oltre alla pesca professionale fatta con tremagli e barracuda d'estate con un barcone prendevano la gente sulla spiaggia e la portavano in mezzo al mare a fare le gite, loro per invogliare papa' e bambini dicevano che li avrebbero portati a vedere il delfino parlante e la balena bianca con ancora l'arpione del capitano Akab piantato sul dorso, ma io pur essendoci andato tante volte non ho mai visto ne' l'uno ne' l'altro.
Coin gli stessi barconi di sera e sopratutto d'estate si organizzavano frequenti uscite sulle secche di Tor Paterno davanti a Torvajanica a pesca, si formavano le squadre e si partiva di solito in 10 pescatori, certo piu' si era e meno si pagava, io facendo l'arenicola nel periodo estivo e vendendola quasi sempre il sabato sera ero del gruppo.
a seconda della richiesta si andava alle secche di mezzo o a quelle di fuori, si pescava da un minimo di 35 mt di fondale fino a circa 60 mt e i pesci erano diversi, capitavano saraghi e fragolini, e poi gronghi grossi e polpi e anche razze ma c'era chi si metteva a sugheri e maccarelli e vope, e la mattina si rientrava al canale carichi di pesce e stanchi e puzzolenti come non poco.
Negli anni che precedevano le mie uscite da ragazzino andavo spesso sul ponte del canale e quando beccavo i gruppi che uscivano sui barconi dal ponte della strada rivolgevo loro dei calorosi BUONAAAAAAAA PESCAAAAAAAAAAAAAAA che erano ricambiati dagli uscenti con affettuosi li mort.....tua e altri che non staro' a ripetere con varie minacce di ribeccamme il giorno appresso.
Ma neanche i miei piu' fervidi auguri potevano evitare grandi pescate i pesci c'erano e pure tanti e pure quelli poco pratici rientravano col frigo pieno e la voglia di rifarne un'altra.
Povero Zi Giovanni quanto eravamo amici, da ragazzino da casa mia partivo in autobus e lo andavo ad aiutare a pulire le reti quando rientrava e a fine mattinata c'era sempre una bella busta di buon pesce per me, mazzancolle, pannocchie, ma pyure seppie e cefali e marmore ero regazzino e a casa tutto quel pesce andava via alla grande.
Per tanti anni ha fatto il pescatore Zi Giovanni e ancora ricordo il suo viso rugoso con gli occhi sempre vivi e splendenti, un vero lupo di mare che conosceva il mare come pochi e lo trovavo sempre in punta al canale con il mare mosso e vedevo il suo bel gozzo sempre in mezzo al mare cullato tra le onde......ora non c'e' piu' e quanto rimpiango ancora quella bellissima persona.......

Con l'eta' di potersi muovere la voglia del surf casting m'era pjata de brutto, avevo la patente e l'auto e per troppi anni mi ero fatto prendere per il xxx dai grandi che me facevano sgobbare con la pala per fare l'esca e sommato a quello me toccava pure paga' la benzina, e io intanto bestemmiavo e pensavo quando prendo la patente so' xxxxi vostri, e infatti a Pisa presi la patente avevo 19 anni lavoravo per una ditta Pisana su un ponte stradale e cominciai a famme due conti, comprai una ford fiesta bianca e nei week end che venivo a casa cominciai ad andare a pesca di brutto, i tempi erano buoni, le marmore se pjavano dappertutto e l'arenicola non era un problema, le spalle erano forti mica come ora che so' fracico de brutto, con 2 ore ai voja a esca e partivo, andavo lontano e vicino a seconda del mare e se cuccava alla grande, dopo qualche annetto venni trasferito a Montalto di Castro e la fu' l'apoteosi della pesca, lavoravo alla centrale nucleare e facevo i turni mattina o pomeriggio che dire avevo casa a montalto Marina e a Ostia venivo una volta a settimana solo per fare l'esca, poi avevo una cantina fresca e tenevo l'arenicola con gli ossigenatori e sempre a pesca, marmore da paura alle Murelle e a Marina di montalto e poi saraghi e che saraghi e in primavera orate e qualche spigola, ma le orate ragazzi che pesci, a lanciare e a portare fuori con il canottino.
Pesci bellissimi anche di oltre 5 kg con l'arenicola, il bibiu, il cannello e lo sconciglio e il granchietto, stavo semnpre in mare, a Pescia Romanba al campeggio il club degli amici c'ho fatto filotto un mare de volte e davanti alla centrale passavo il fiume Tafone e arrivavo davanti alla riserva del marchese Guglielmi e portavo fuori che pesci e che divertimento, barche poche e rompicoglioni ancora meno sulla spiaggia le persone se contavano sulle dita di una mano e con un paio di amici di Montalto uno si chiama Remo prendevamo fior di pesci.......

I tempi dei pesci grossi erano quelli che stavo attraversando, i grandi guru della pesca di quel tempo li avevano attraversati a spron battuto, non c'erano attrezzature mirabolanti e canne e mulinelli ultimo grido ma c'erano i pesci, e che pesci, l'orata di taglia max non era per nulla difficile da prendere bastava andare nel posto giusto e col mare giusto, l'esca era un optional tutto era buono, l'arenicola si faceva e in quantita' industriale e in quantita' industriale si innescava, mica col ferretto da poveri come adesso allora su un amo del num 2 martellato ci si impostavano sopra anche 4 vermi tutti rivoltati e rigirati sopra, veniva fuori una ciliegia d'arenicola che me sarei magnato pure io quando ce passavo davanti figuriamoci una spigola o un marmorone, e i posti, che meraviglia i posti, arrivavi la mattina a Tarquinia, Pian di Spille, al Casalone, a Pescia Romana o alle Murelle e davanti c'era il mare libero senza barche o con poche di esse senza pescatori o pochi comunque e a volte con l'acqua che ribolliva per la mangianza sotto riva o per le ricciole che predavano i cefali.
Ci si portava il canottino a due remetti da regazzino e mentre si preparava il tutto per portare le lenze a 500 mt per sua maesta' l'orata si lanciavano un paio di canne e la marmora era la a farci cominciare bene la giornata. Per chi non lo sapesse la pesca a portare fuori era l'ideale per quei tempi ma ancora pure per questi, si montavano le canne e poi allentando le frizioni dei mulinelli si prendevano i piombi e i finali innescati e a remi oppure con le pinne e a nuoto si portavano le esche a distanza, poi si rientrava a riva e si mettevano le canne in tiro.
Tutto questo veniva fatto perche' i pesci belli stazionavano lontani da terra, vicino alle scogliere sommerse ai confini tra scoglio e sabbia e col mare calmo in 5 mt d'acqua si vedevano questi canaloni e ci si mollava l'esca, la toccata era una meraviglia, pur con tutto quel filo in mare si vedeva un inchinata da paura o un'allentata e allora si correva sulla canna la si sfilava dal picchetto e si menava una gran legnata..........

Per i pescatori di Ostia lido e per me in particolare c'era un posto che mi dava grandi soddisfazioni, era il canale dei pescatori, a sud di Ostia lido piu' o meno a circa 3 km dal centro cittadino il canale e' sempre stato un punto importante per le mie pescate di ragazzo e non solo.
Ricovero delle barche dei pescatori professionisti e anche di tanti dilettanti il canale e' lungo nella parte piu' importante circa 6 km partendo dalla Longarina frazione di Ostia antica e passando al fianco della pineta di Castelfusano e dentro al parco del litorale romano da' ricovero a tante specie di animali, sulle sue sponde troviamo la gallinella, l'airone cenerino la folaga ma anche il germano reale il fischione e la marzaiola, oltre a cefali spigole e anguille.
Ed erano rivolte alle anguille e ai cefali tutte le mie premure di pesca,nel primo tratto dal mare verso l'interno pescavo i cefali con la canna fissa e la pasta ma anche con i filetti di sarda di sera le anguille a fondo con la sardina e il verme di terra, e poi durante le mareggiate invernali sia dentro il canale che fuori sul braccio d'entrata si pescava con il bilancione.
Era una pesca molto divertente rivolta ai pesci poco nobili i cefali e a quelli super nobili le spigole ma in mezzo c'era tutto il resto, gamberi a volte le mazzancolle e poi salpe, sugheri, sogliole e pure a volte le marmore, era un gran divertimento vedere i cefali saltare e volare fuori del panno o sbattere sullo stesso e rimanere nel quadrato.
A volte rimaneva dentro pescando sull'esterno anche lo spigolone di qualche chilo.
A fianco del canale dei pescatori c'erano gli stabilimenti della Vecchia Pineta, della Nuova Pineta e della Pinetina, nei primi due c'erano dei pontili delle cabine su palafitta che entravano in acqua, inutile dirlo che d'estate e d'inverno ero sempre la sopra e la sotto a fare l'arenicola, e col mare mosso uscivano marmoroni e belle spigole e d'inverno con la bilancia grossi cefali e anche salponi e pure gronghi e polpi, che divertimento da la sopra, ormai i pontili non esistono quasi piu' il mare e l'uomo li hanno distrutti tutti ma i ricordi non me li toglie nessuno e in parecchi al canale e in zona si ricordano ancora di un regazzino con gli occhiali che stava sempre la a pesca e che in bicicletta partiva da Ostia lido e passava lunghe giornate a pesca da quelle parti.....

La pesca del cefalo era il primo amore di chi cominciava a pescare in quei tempi e per molti di noi lo e' ancora, una pesca particolare molto difficile praticata allora in maniera difficile a cauda degli attrezzi utilizzati molto pesanti ma che poi andando avanti negli anni piano piano si e' semplificata ad opera delle nuove attrezzature che si sono inserite nel mercato, siamo passati dalle vecchie canne in bamboo dei primi anni alle canne telescopiche in fibra di vetro per arrivare al carbonio ad alto modulo dei giorni nostri.
Anche i monofili hanno raggiunto livelli insperati e se prima si doveva pescare con diametri dello 0,20 come minimo al giorno d'oggi anche un ottimo 0,14 puo' essere ottimo per la bisogna essendo al contempo ottimale sia per morbidezza che per resistenza al nodo e dove potremo applicare anche micro pallini senza faticare.
La grande difficolta' di questa pesca sta' nella capacita' del pescatore nel vedere la toccata minima del cefalo, il pesce ha un suo unico sistema di mangiare aspirando e sputando in maniera velocissima il boccone di pane e formaggio e proprio in quel velocissimo movimento si assiste al disgregamento del boccone e alla sua separazione dall'amo, va' da se che l'incocciata va' data proprio nel momento dell'aspirazione perche' una frazione di secondo successiva non si ottiene l'allamata ma esattamente il caso contrario. La canna deve essere tra' laltro di un azione rigida per garantire un ottima penetrazione dell'amo nella dura bocca del cefalo che altrimenti nel tira e molla successiva all'incocciata si slamerebbe senzaltro.
Anche l'amo richiede ottime prestazioni, per pesci non tanto grossi diciamo nell'ordine dei 300 gr dovremo adoperare ami a spillo a gambo lungo del num 12 che reggeranno fino a quella taglia ma che con esemplari di taglia superiore nel lungo combattimento otterranno l'effetto contrario di raddrizzarsi con conseguente perdita della preda, mentre per specie di peso superiore ai 300 gr dovremo adoperare ami bianchi martellati di misura dal num 8 al num 10 che potranno garantire un ottima presa nel labbro del pesce.
Anche il galleggiante deve avere delle caratteristiche particolari, un tempo si adoperavano in mare con un po' d'onda delle perette nere di sughero che nel movimento dell'onda o della corrente che deriva riuscivano a garantire in maniera eccelsa l'abboccata del cefalo con pochissime oppurtunita' di sbaglio, con mare molto calmo l'ideale sarebbe stato di un galleggiante affusolato tarato circa all'80% della galleggiabilita' in maniera da potersi fissare su un altezza dello stesso e poter reagire ad ogni variazione piu' o meno definita dello stesso, ricordo che a volte la mangiata del cefalo avviene in maniera contraria e invece dell'affondata si avra' uno staramento del galleggiante dal basso verso l'alto.

I primi anni che pescavamo le spigole a fiumara ovvero alla foce del Tevere c'erano tanti posti tutti piu' o meno ottimi per catturare il magico serranide, specialmente all'idroscalo alla fine di Ostia lido e a pochi chilometri da casa mia io andavo in bicicletta a pescare al faretto verde proprio sulla punta, si pescava a fondo meglio se con il mare di scirocco d'alzata, con l'arenicola oltre alla spigola speeso usciva la bella marmora e tanti corvizzoli, che tutti conoscono come l'ombrina di sabbia, la taglia era veramente ottimale e molto spesso usciva il pezzo sugli 800 grammi, la montatura era quella classica piombo scorrevole con il bracciolo lungo, il piombo era in relazione al tipo di corrente che si trovava da un minimo di 100 grammi ad un massimo di 180 gr il bracciolo era di uno 0,25/ 0,30 e un amo del num 4/6 completava il gioco e un bel mazzetto di arenicola era il boccone ideale per tutte le specie che insidiavamo.
L'arenicola ce la facevamo da soli e quindi l'innescata faceva gola a tutti i pesci perche' consisteva in una bella ciliegia di vermi innescati e arrotolati su se stessi, poi ci si posizionava vicini tra tutti e si aspettava la tocca e difficilmente qualcuno andava in bianco, il problema piu' grosso in quelle condizioni era scendere sugli scogli con guadini antidiluviani a guadinare il pesce bello dell'amico di turno, il rischio era di fracassarsi una gamba sugli scogli viscidi e per quello approntavamo dei grossi secchi di sabbia che preventivamente buttavamo sugli scogli per garantirci una aderenza maggiore.
Altra ottima esca in mancanza dell'arenicola era il cannolicchio ( solen vagina) che compravamo al mercato oppure dopo una qualsivoglia mareggiata andavamo a trovare spiaggiati sulla spiaggia specialmente ai cancelli zona di Torvajanica.
Il mare allora non era ipersfruttato da vongolare e i cannolicchi c'erano e c'erano pure tante telline o arselle che con il retino con i denti ciascuno di noi poteva andarsi a fare e rimediare un ottimo piattone di spaghetti molto saporiti.
Fiumara era un serbatoio continuo di catture, pesci belli e meno belli e anche bellissimi, spigole di tutte le taglie avevo amici pensionati che ormai non ci sono piu' che beccavano pesci allucinanti pescando a fondo con il gambero vivo che lanciavano appena dietro gli scogli con una montatura a bandiera, e cioe' con il piombo sotto e un bracciolo di mezzo metro montato 40 cm sopra il piombo stesso.
Si vedevamo certi piegate di canna da far paura e veniva pompato il pesce senza tanti fronzoli forti dello 0,35 che si montava in bobina, il faretto verde era un posto molto remunerativo e c'era gente che lo faceva di mestiere di pescare le spigole che poi rivendevano a buon prezzo ai ristoranti della zona, cosa che a quei tempi facevamo piu' o meno tutti, il pesce di 3 kg ci fruttava bene e non era per nulla raro catturarlo.....

Sempre in quel di fiumara ovvero all'idroscalo di Ostia oltre al faretto verde c'erano ottime altre postazioni di pesca sia per la pesca a fondo che susseguentemente per il bigattino, all'inizio della seconda meta' degli anni 80 piu' o meno la magica larvetta comincia a prendere posizione anche in mare, io la conoscevo poco visto che l'avevo vista usare solo in fiume e lago, e passare da un sistema pesante come il surf casting ad uno molto piu' leggero come la pesca a bolo e bigattino non fu' una cosa relativamente facile, comunque cominciai a seguire la doppia corrente che mi portava con il mare mosso a proseguire sul mio vecchio amore ovvero il surf e con il mare calmo piano piano ad andare a rompere le palle ai pescatori piu' scafati che pescavano a bolognese e bigattino. Mi comprai una bolognese di 2° mano in misto carbonio ricordo mi pare fosse della Faps ed era di 6 mt completa del mio primo full control della mia vita il 6510 che ancora conservo come una reliquia e con tappi e ami piccoli e fili capillari cominciai a prendere confidenza con i pesci da bigattino all'inizio furono pescetti, diciamo che cominciai nello splendido scenario della centrale nucleare di Montalto di Castro dove un mio amico di Montalto che lavorava all'Enel e che si chiamava Elido comincio' a farmi prendere confidenza con la pesca leggera.
A Montalto era una meraviglia si pescava sui bocchettoni dell'acqua del raffreddamento delle turbine e sia in leggera trattenuta che in passata le spigole mangiavano e alla grande e poi c'erano i saraghi e le orate dentro al perimetro esterno della Centrale c'era parcheggiato un chiattone che in pratica di giorno faceva dei lavori di sbancamento in mare e di notte era ormeggiato all'interno della scogliera, noi ci eravamo fatti amici gli operai sul puntone e la sera facendo attenzione a non fare casino per svegliarli si faceva la mezzanotte ed era un gran bel pescare in acqua ferma sui 4 mt di fondo si prendeva di tutto, praticamente ogni sera si era al pezzo e con 1/2 kg di bigattino si faceva la serata, poi a seconda della settimana al lavoro facevamo il doppio turno e quindi si poteva dormire che pacchia che era.
Alla centrale comunque si poteva fare di tutto, sulle scogliere esterne si pescava a fondo ed erano marmoroni e spigole e poi da terra a portare i fili a distanza davanti al fosso Tafone davanti alla riserva del Marchese Guglielmi pescavamo le orate, portavamo le lenze a distanza sia con il canottino che a nuoto e che orate, in pratica si facevano un paio di cene a settimana con i colleghi e il tam tam si sapeva e tutti a cena col pesce che si beccava, una volta a settimana tornavo a Ostia per fare l'arenicola e poi con secchio e ossigenatore si manteneva l'esca a lungo.......

Verso la fine degli anni 70 la pesca a surf casting era meravigliosa, si poteva pescare di tutto bastava volerlo, la tecnica era un po' rudimentale fatta di canne lunghe in fibra di vtero perlopiu' in tre pezzi e molto pesanti ma i pesci ripagavano e alla grande della fatica che noi facevamo, io avevo circa 16 anni quando cominciai a farla e gli amici piu' grandi mi mandavano a spalare l'arenicola e cominciai a frequentare gli spot migliori, quei posti dove l'orata o la grossa mormora non erano per nulla difficili da prendere.
Gli amici erano Nico, Nicolino, Emilio, Salvatore, Ivano tutta gente con 2 palle cosi', gente che erano una leggenda e che beccavano e alla grande, vedevo i loro risultati di pesca che consistevano in bagagliai di spigole e orate e mormore spaventose, e allora a forza di rompergli i xxxx cominciarono a portarmi con loro, uno dei posti migliori era Furbara tra Campo di Mare e Santa Severa, era una spiaggia di sabbia scura tra due poligoni militari che durante la settimana era tranquilla perche' i poligoni sparavano ed era interdetta la navigazione e l'accesso, si lasciava l'auto sulla SS Aurelia e si facevano a piedi un paio di chilometri con armi e bagagli, si arrivava sulla spiaggia e nell'orario compreso tra' le 10 della mattina e le 15 del pomerifggio si lanciava a fondo in mezzo a delle buche in mezzo ai cretoni e l'orata usciva sempre e a volte anche diverse e che soddisfaziuone quando si tornava a casa a far rosicare chi era rimasto a casa....
Il posto in questione dava anche grosse mormore e ombrine di sabbia e col mare leggermente mosso l'acqua si sporcava a causa dei cretoni e uscivano grosse spigole e bei saragoni. non mancava mai la razza e di notte una marea di gronghi, gli scogli stazionavano a circa 200 mt da terra e l'importante era cercare di avvicinasi iul piu' possibile ad essi, tutti i sistemi erano buoni, si portava la lenza a nuoto oppure si entrava in acqua e si lanciava forte, per esca arenicola e cannolicchio e l'orata c'era sempre e la sua toccata era mitica, una forte flessione della vetta e cominciava il combattimento con pesci che a volte superavano anche i 3 chili ma che la media normale andava dagli otto etti al chilo e mezzo.
Le barche erano pochissime e al massimo al tramonto veniva un gozzetto che calava delle reti a 500 mt da terra e all'alba le ritirava su, durante il giorno la zona era tranquilla a parte le raffiche di MG 42 del poligono e i colpi di mortaio e di cannone, ma i pesci erano abituati e mangiavano lo stesso.
Il posto in questione e' rimasto pescoso per molti anni ma ora da una decina d'anni circa e' vietato andarci a causa del solito parco che ha limitato al massimo la possibilita' a noi pescatori di usufruirne al meglio.....

I tempi di Furbara sono stati quelli piu' belli, a molti di noi quel posto era noto come la casetta diroccata, perche' sulla spiaggia proprio dove noi ci recavamo a pescare c'era un rudere che noi prendevamo come punto di riferimento per la posizione delle nostre canne, infatti tra questa casetta diroccata e la vicina foce di un canaletto sempre secco la scogliera in mare si avvicinava a circa 200 mt dalla costa e l'orata era facilkmente beccabile a lanciare da terra mentre ai lati bisognava portare le esche piu' a distanza, le esche erano le solite arenicola e cannolicchio ma anche il granchietto di sabbia faceva la sua porca figura e i pesci c'erano e di ottima taglia. Altro posto ottimo era a destra del castello di Santa Severa, si arrivava sulla spiaggia con l'auto e la si lasciava davanti ad un ristorantino sulla destra c'era uno stabilimento dell'esercito, davanti a quella postazione si beccava di tutto, col mare mosso di scirocco orate, mormore e saragoni e poiu spigole e ombrine, ricordo alcune ottime pescate con il mio ex cognato del tempo, una di queste veramente memorabile, la mattina con lui ( io ero senza auto9 beccammo un mare di saraghi da paura con un mare meraviglioso di alzata da sud est, ma a mezzogiorno dovemmo tornare a Ostia perche' lui era impegnato, arrivato a casa telefonai al mio amico Stefano compagno insostituibile delle mie pescate di allora che mi passo' a prendere a casa e ritornammo sul posto, avevo una cassetta di ottima arenicola, e alle 15 si era di nuovo sul posto, cominciammo un'infilata allucinante di mormore da infarto, ci fu un momento che era impossibile pescare con la seconda canna, non si faceva in tempo a lanciare e si aveva l'incocciata era un tappeto di pesce fino al calar del tramonto, ad un certo punto lui ebbe una tocca allucinante e comincio un combattimento allucinante, un pesce che non riuscivamo a capire cosa fosse, prendeva lenza e ripartiva e il tutto duro' almeno 1 ora, ci ritrovammo a pieno buio con quella bestiaccia che andava e veniva, e quando arrivava sotto lo scalino ripartiva verso il largo, le ipotesi erano plurime si pensava a un grosso sarago o un orata e poi a una razza o uno spigolone, usciva il piombo e lui ripartiva ci si passo' la canna almeno 5 volte per la stanchezza e quel maledetto non voleva uscire, e intanto si facevano i conti della cena a casa sua e alla fine venne fuori un meraviglioso.......galleggiante di una barca riempito d'acqua per un buco di lato che sara' pesato a dir poco 15 chili.....ricordo che si butto' la canna per terra e si comincio' a ridere, in poco tempo avemmo le lacrime agli occhi e menomale che a quei tempi non esistevano i cellulari altrimenti chi lo raccontava alle 10 persone che avremmo potuto invitare a cena che invece di un pesce avevamo beccato una boa di segnalazione......

Altro posto ottimo per grandi pescate a sinistra del castello di Santa Severa era la localita' chiamata Sabbie Nere, ci si arrivava da un cancello aperto al pubblico davanti a una casa cantoniera ed era delimitato a sinistra da un poligono militare mentre a destra da uno scavo archeologico proprio a fianco del castello. Questo era il regno dell'orata, a financo del castello gli scogli cominciavano molto a terra per poi allontanarsi fino a qualche centinaio di metri da terra davanti al poligono militare, i sistemi di pesca attuabili in questa localita' erano in particolar modo legati al surf casting o alla pesca a fondo, con il mare calmo si entrava in acqua e si frustava lontano mentre con il mare mosso si lanciava a scavalcare la secca o sotto di essa. Le prede erano molteplici si andava dall'orata anche di svariati chili alle marmora di taglia anche intorno al chilo di peso col mare calmo mentre in condizioni di mare mosso poteva capitare il grosso sarago e la spigola e non ultima l'ombrina.
Reti se ne vedevano veramente poche e sopratutto mai si vedeva la paranza a strascicare a pochi centinaia di metri da terra e percio' i pesci c'erano e il numero si faceva spesso e volentieri.
Andando verso Civitavecchia subito dopo il castello di Santa Severa incontravamo la localita' Grottini dove alcune scogliere poste parallele alla spiaggia offrivano ottime possibilita' di cattura di grosse marmore e orate sia di giorno che di sera alla calata con l'arenicola, era un posto poco frequentato e noi trovavamo posto anche arrivandoci all'ultimo momento.
Continuando ad andare verso nord un'altro ottimo posto era la passeggiata interna di Santa Marinella, al centro della localita' c'era una passeggiata pedonale a forma di mezzaluna, si parcheggiava l'auto e si scendevano delle scalette, sotto c'era una spiaggia lunga un trecento metro che davanti aveva delle scogliere frangiflutti, durante le forti ventolate di scirocco si lanciava a fondo verso l'imboccatura delle scogliere, e riparati dal vento che qui' tirava quasi alle spalle ci usciva la discreta pescata, quasi sempre discrete marmore ma pure saragotti di taglia e a volte triglie e ombrine di sabbia, per esca la sempre valida arenicola e in cannolicchio.
Proseguiamo in direzione Civitavecchia e saltando postazioni minori fatte di scogli e ciottoli ma di poca sabbia dove era piu' che facile lasciare piombi e montature arriviamo a dopo Civitavecchia a uno dei posti migliori che il litorale laziale poteva offrire ovvero la piana di Sant'Agostino, il paesino fatto piu' che altro di case da villegiatura era formato da una specie di rocca sull'acqua e poi si scendeva verso la spiaggia si abbandonavano le scogliere e il fondale si faceva tutto di sabbia con una scogliera sommersa che in alcuni punti si avvicinava a terra mentre in altri si allontanava di parecchi metri da terra, verso la fine della spiaggia c'era la foce del fiume Mignone, ottimo spot per la cattura delle spigole quando il fiume era aperto a mare mentre invece era molto valido per marmore, orate e saraghi quasi sempre in condizione di mare da sud est, ancora piu' a destra Punta della Quaglia offriva altre ottime chance ai surfisti della zona con pennelli di scogliera che erano attaccati alla riva del mare e dove si beccavano in particolare grossi saragoni.....

Dalla piana di sant'Agostino e da punta della Quaglia in particolare andando sempre verso nord ci sono ottime postazioni che non sono facili da raggiungere e ai tempi di cui parlo lo erano ancora molto meno, corrispondevano in ingressi privati gestiti da fattorie o piccoli possedimenti, accessibili solo da pochi e fortunati mortali che avevano la possibilita' di conoscere contadini e mezzadri che ne potessero garantire l'accesso verso la spiaggia da piccoli cancelli chiusi da pesanti lucchetti o da accessi non sempre fruibili a causa delle piogge invernali oppure dell'irrigazione estiva dei campi, posti eccezionali pochissimo battuti dove sua maesta' l'orata la faceva da padrona ma che pure marmore e saraghi di grossa taglia facevano il loro giretto quotidiano e spesso e volentieri venivano portati nel lavandino di casa. Andando ancora verso nord troveremo le saline di Tarquinia un tempo aperte e volte al ricavo del grosso sale industriale e da cucina ma ora abbandonate a se stesse e non piu' gestite dai Monopoli di Stato in cui mi glorifico di aver prestato servizio per quasi 15 anni ( non alle saline purtroppo), il posto era eccezionale, una spiaggia riservata a pochi e grossi invasi d'acqua ancora pieni al giorno d'oggi che offrono rifugio specialmente nei periodi di passo a grossi branchi di uccelli di palude sia anatre che trampolieri e non ultimi anche ai fenicotteri rosa in eterno volo di migrazione tra Italia, Spagna, Grecia e Tunisia, ora questi invasi sono un parco ma un tempo c'erano le postazioni per la caccia alle anatre.
Davanti alle saline dove si poteva arrivare c'erano ottime postazioni di scogliera a poche centinaia di metri da terra dove era presente l'orata e che pesci, ricordo orate mostruose e durante le scadute da libeccio o da scirocco grossi saragoni che facevano piegare le nostre canne con potenti mangiate e spesso e volentieri c'era la spigola e il marmorone che in alcuni periodi la facevano da padroni, con il cannolicchio e l'arenicola come esche, e' da questa posizione che cominciarono a partire le nostre scorribande verso le postazioni migliori volte alla cattura dell'orata di taglia con il canottino a remi e le lenze a portare fuori, per collocare il boccone migliore nei posti migliori dove sua maesta' stazionava.....

Dalle saline di Tarquinia citate nel post precedente e andando verso nord nuovi scenari ottimi si aprivano verso la pesca a fondo e in particolare verso il surf casting, dopo pochi metri si apriva la piana di Tarquinia lido con la prima postazione che delimita una zona che negli anni e' stata denominata il Porto a causa di una piccola zona di protezione che riparava le poche barchette dei pescatori dalle frequemti mareggiate dai quadranti meridionali e in particolare dallo scirocco, questa era un ottima postazione per la pesca delle orate e dei grossi saraghi ma spesso e volentieri anche la grossa marmora si affacciava e anche la spigola di taglia, a ridosso degli scogli che delimitavano questo piccolo paradiso io ci facevo spesso l'arenicola e anche in buona quantita', il fondo era caratterizzato da sassi e sabbia con ottime zone di poseidonia a disposizione e infatti durante le mareggiate grandi quantita' di quest'erba oceanica si staccavano dai fondali e invadevano le spiagge.
Proseguendo verso destra a circa un paio di chilometri costeggiando il lungomare di Tarquinia lido si arrivava a della cabine in muratura che erano la sede della FIPS da questa posizione la federazione partiva per delle escursioni marine con i suoi tesserati per dare i tesserini per le attivita' subacquee, il posto era veramente eccezionale per la pesca a surf casting, spesso con il mare di alzata da scirocco andavamo in quel posto a pescare e facevamo veri carnieri specialmente di grosse marmore e saraghi ma anche di spigole e con il mare calmo portando le lenze a distanza beccavamo delle bellissime orate di taglia. Accanto c'era il rimessaggio barche di un certo Alberto che ci metteva a disposizione un patino con cui portavamo le lenze a distanza, a circa 300 mt da terra c'erano e ci sono tuttora dei grandi canaloni di scogli e cretoni e con i dovuti punti di riferimento da terra calando le lenze nei pressi degli stessi l'orata era quasi piu' che sicura e se non c'era lei c'erano parecchie marmore a nostra disposizione.
Di poco spostati verso destra quasi davanti allo stesso rimessaggio c'era un ottima postazione di scoglietti che a seconda delle mareggiate e del moto ondoso venivano coperti o scoperti dalla sabbia e offrivano al buon conoscitore di zona ottime catture di saraghi di buona taglia e qualche dicreta orata, poco piu' a destra ancora ci trovavamo davanti all'entrata del campeggio di Tarquinia lido altra ottima pole position della pesca dalla spiaggia.

Trenta anni fa una pesca molto praticata era quella con il barchino o divergente anche oggi e' estesamente praticata dagli spigolari che nei mesi freddi e in particolare in quelli a cavallo da fine ottobre a tutto aprile insidiavano nei posti migliori la spigola ma pure altri pesci predatori, e' una pesca molto difficile che prevede l'utilizzo di un brachino o divergente in legno che uscendo verso il mare aperto si trascina dietro un trave che lo collega con il pescatore fatto di una lenza di circa 100 mt di un buon diametro grosso e a questo trave a distanza di alcuni metri uno dall'altro ci sono altri braccioli di diametro molto inferiore che portano degli artificiali di solito ragloo o anguilline con amo dentro ma alcuni adoperano anche piccoli rapala o cucchiaini piumati.
Non e' un sistema semplice e ancora meno semplice sono sia la partenza che il rientro specialmente se un grosso pesce si e' attaccato alla lenza, ma con questo sistema i 5 kg di cattura massima nella giornata buona sono facilmente raggiungibili anche a volte con un unica cattura.
I miei itinerari che mi hanno dato piu' catture a quei tempi erano quasi eslusivamente nel basso Lazio e specialmente nella zona di Sabaudia o Rio Martino ma ottime chance si avevano anche a Serapo ( Gaeta) e poi su tutte le spiagge di Torvajanica specialmente in quelle chiamate i Cancelli dopo la riserva di Capocotta ovvero la Riserva Presidenziale che confina con la Pineta di Castelfusano.
Piu' a nord ottime postazioni erano le spiagge che dal camping il Torraccio andavano fino alla centrale di Montalto di Castro un tempo in costruzione nel Nucleare e nella quale ho lavorato per 7 anni, tempi bellissimi che mi hanno dato la possibilita' di vivere nella maremma Viterbese posto stupendo pieno di gente vera con cui ho allacciato ottimi rapporti di amicizia e ho potuto prendere tanto ma tanto pesce specialmente orate, marmore e grossi saraghi.
Altri posti eccezionali per tale pesca erano e sono tuttora le lunghe spiagge che dalla centrale di Montalto vanno verso nord e specialmente in localita' Pescia Romana e poi verso Capalbio in Toscana e ancora verso la Torba e arrivando verso Ansedonia, tutte zone perfette sia per il barchino che per la pesca a surf casting, senza tralasciare assolutamente la Feniglia compresa tra Ansedonia a sud e Cala Galera appena sotto Porto Ercole all'Argentario.Dalla parte opposta ottima anche la spiaggia della Giannella che comincia sotto l'Argentario in direzione di Porto Santo Stefano e arriva fino al fiume Albegna in localita' Albinia e pure tutta la spiaggia che prosegue detta la spiaggia dei campeggi per le svariate strutture che ospita e come dimenticare tutto il territorio che ricade dentro il meraviglioso parco Dell'Uccellina o della Maremma con il fiume Ombrone posto al suo centro che essendo posto in un parco naturale e' un oasi incontrastata per uccelli, mammiferi e pesci.....

Eravamo arrivati l'ultima volta a parlare di Tarquinia lido grande spot per le catture migliori fatte di orate, marmoroni e saraghi e ora dopo il rimessaggio del mitico Alberto e l'entrata alle sue spalle del campeggio estivo ci sposteremo su una strada sabbiosa ancora verso nord e dopo poche centinaia di metri arriveremo alla foce del fiume Marta; un tempo questa foce regalava buone catture di marmore e spigole anche a causa del vasto ricambio di acque dolci e salate che questo buon fiume porta avanti, purtroppo negli ultimi anni la cosa e' molto peggiorata e la foce allo sbocco nel mare e' quasi sempre insabbiata tanto da rendere molto diufficile l'uscita anche ai diportisti che tengono le loro barche al suo interno, una sponda della foce e' dalla parte di Tarquinia lido mentre l'altra e' nel comprensorio di Marina Velca.
Questo e' un posto mitico che tanto mi ha dato, si puo' dire che il grosso delle mie pescate passate sia stato determinato proprio da questi 5 km di mare che ricadono appunto nel territorio tra Tarquinia Lido, Marina Velca, e Pian di Spille.
Per arrivare a Marina Velca dovremo tornare indietro e prendere per Tarquinia paese andando verso l'Aurelia a meta' strada troveremo un bivio che ci portera' verso sinistra faremo circa un paio di kilometri passeremo sul fiume Marta e dopo 500 mt circa ci troveremo davanti sulla sinistra un grande campo di golf una strada ancora a sinistra ci portera' a Marina Velca. Purtroppo l'entrata e' delimitata da una sbarra e da un vigilantes, un tempo non era cosi' e poche case estive c'erano sulla spiaggia ma nel tempo anche questo piccolo lembo di maremma e' stato rovinato e ora dentro c'e' un complesso alberghiero e un grande residence e tante villette per lo piu' estive, dovremo necessariamente lasciare l'auto e a piedi entrare nel complesso, dopo un primo pezzetto arriveremo ad una strada centrale che delimita le zone migliori, verso sinistra potremo arrivare alla foce del fiume Marta citata poco fa dalla sponda opposta, davanti a noi ci sono ottimi spot per il surf casting in condizioni di mare mosso o discretamente mosso e sulla destra arriveremo ad una casetta isolata sulla spiaggia, quello e' un ottimo punto per pescare all'inglese in quanto gli scogli arrivano parecchio a terra e una volta individuati potremo pescarci molto vicino e in condizioni di mare impastato dopo una mareggiata farci anche con bolo e bigattino pesci splendidi in particolare saraghi e orate ma anche discrete spigole.
In quel punto la scogliera si avvicina molto alla riva ma al centro della spiaggia e in pratica dove siamo arrivati a piedi all'inizio e' un punto dove la scogliera si trova a circa 500 mt da terra, e' un posto eccezionale per portare fuori le lenze col canotto o il gommone o per mettere boette e palamito, grosse orate ci sono la' davanti e ai tempi che furono le prime grosse pescate le abbiamo effettuate in quel posto, parliamo di 20 kg di orate in una mattinata, e sono cose che si sono ripetute spesso e non una volta sola, a quei tempi i pesci c'erano e non c'erano leggi che limitavano il pescato.......

Siamo arrivati a Marina Velca altro lembo di maremma che negli ultimi 40 e piu' anni e' stato fantasticamente prodigo di pesci verso chi ha saputo sfruttare i tempi giusti nella maniera ideale, lasciata Marina Velca proseguendo sempre verso nord comincera' una delle zone migliori per il surf casting e non solo, orate, grossi saraghi ma anche marmoroni e spigole i pesci facilmente pescabili in questa zona, subito dopo poche centinaia di metri dall'ultima casetta sulla spiaggia di Marina Velca comincia il territorio di Pian di Spille, esso e' un grande politico militare che nei giorni di festa e' percorribile ma che nei giorni feriali viene adoperato da vari corpi militari per operazioni di fuoco e dove spesso durante l'anno viene adoperato anche per operazioni a cui ci fa riferimento anche la NATO con operazioni di sbarco a terra da mezzi anfibi. Vorrei spendere due parole in favore dei poligoni militari, visto che dove sono gli stessi grandi zone vengono conservate integre mentre dove questi sono assenti si fa di tutto per distruggere e costruire villette a schiera e ristoranti, cosa che potrete vedere piu' avanti specialmente nelle zone a ridosso di Montalto di Castro e dintorni.
Il poligono militare, e' raggiungibile da una strada interna che corre parallela alla SS Aurelia e che si raggiunge dalla stessa o da Riva dei Tarquini o dall'entrata di Tarquinia lido, questa fettuccia asfaltata lunga circa 8 km mette in collegamento alcuni dei posti piu' belli della zona. Dicevo che all'interno del poligono nei week end si puo' accedere, certo non con un auto semplice ma con un fuoristrada si puo' fare meglio, a causa delle buche delle granate che si riempiono d'acqua e di fango durante il periodo invernale, arrivati sulla spiaggia ai due estremi del poligono stesso avremo a sinistra una zona di scogli abbastanza vicini a terra che sono ottimi sia per la pesca a fondo che per l'inglese, con il mare calmo e l'acqua pulita si puo' andare sul posto e studiarci la posizione degli scogli e prendere dei giusti punti di riferimento da studiarci quando il mare sara' impastato da una mareggiata in scaduta, dalla parte opposta un piccolo canaletto fa capire la zona migliore per metterci con le canne a fondo sia col mare calmo nei mesi caldi che d'inverno, il pesce piu' rappresentativo e' la grossa orata ma anche il saragone e la marmore e a volte capitano anche le ombrine di taglia.....

Nei tempi che sono solito descrivere avevo un grande amico malato quasi come me per la pesca dalla spiaggia che purtroppo diversi anni fa ebbe un grave male che ne porto' in brevissimo tempo alla scomparsa, era un po' piu' piccolo di me si chiamava Massimo Tomassoni ed era veramente un pezzo di pane, con lui ho condiviso tante pescate a surf e non solo e insieme sembravamo due fratelli nella pesca ma anche nella vita normale. Con lui ci siamo fatti pescate memorabili e purghe allucinanti, ma le prime superavano di gran lunga le seconde. C'erano due posti che lui prediligeva sopra tutti ed erano le scogliere di Marina di Cala Galera e la spiaggia di Pian di Spille, della seconda mi sono appena occupato, posto magico per la pesca a lanciare e a portare fuori dove a parte la pedalata a piedi che si doveva fare i risultati erano sempre di tornare a casa con bei pesci in particolare buone orate.
Di Cala Galera non ne ho ancora mai parlato, ma e' un posto di tutto rispetto che ci dava tanti pesci in particolare grosse marmore e in grande quantita', il posto si trova tra' la spiaggia della Feniglia e il porto di Porto Ercole e si raggiunge dalla SS Aurelia dove usciremo in direzione di Orbetello e poi passato il paesino si continua verso Porto Santo Stefano, passeremo in mezzo alla laguna e gireremo dopo poco verso porto Ercole, faremo ancora qualche chilometro costeggiando la laguna salata e prima di entrare a Porto Ercole ci sara' un bivio a sinistra che ci portera' dentro Cala Galera. Questo e' un bel porto privato dove ci sono ricoverate tutte bbarchette da poveracci, yact da mille e una notte, un tempo si lasciava l'auto al parcheggio e a pedagna si entrava e ci si dirigeva verso l'antimurale esterno, si saliva sulla passeggiata e si proseguiva a piedi, le postazioni migliori erano sia a meta' dove la passeggiata faceva la curva che in punta.
Il fondale era fatto di sabbia sul davanti, e appena sotto i piedi una franata di scogli permetteva ai pesci di trovare rifugi e tane al loro interno, le pescate venivano improntate sopratutto sulle marmore anche di buona taglia ma poi c'era sempre l'orata e anche pagelli fragolini e pure grossi cocci imperiali o gallinelle, e anche saraghi e qualche volta pure qualche discreta spigolotta.
Le condizioni ad hoc erano l'alzata di scirocco che coincideva con la mancanza di reti che altresi' con mare calmo venivano calate a tutte le distanze davanti alle suddette scogliere, con lo scirocco le marmore si avvicinavano in forma massiccia alle scogliere e con un paio di buone canne e un bel secchio di arenicola si faceva giornata con delle pescate memorabili. Ne ho fatte alcune che superavano anche i 40 pezzi che mettevo dentro un sacco di juta che veniva bagnato spesso per garantire la giusta umidificazione e freschezza ai pesci.
Andando avanti nel periodo mite entrava la grossa orata nell'ora calda, ricordo che ne guadinai una molto grossa a Massimo con il secchio dell'arenicola che vuotai sugli scogli perche' ero sprovvisto di guadino, il posto era anche la nostra palestra per gli scherzi salaci che ci facevamo uno contro l'altro nei vari momenti della giornata, con il caldo diminuivano le tocche e allora era il momento buono per farci una mezza pennica sugli scogli al calduccio e allora era la fine, bastava che uno chiudesse gli occhi per un minuto e appena li riapriva alzava gli occhi verso la canna e trovava il filo in bando oppure vedeva una toccata allucinante a cui seguiva un salto in avanti e appena si arrivava sull'attrezzo ci si accorgeva che un filo lungo di nylon era legato sulla lenza madre oppure che la frizione del mulinello era completamente allentata e che quindi la ferrata era completamente a zero e bastava girarsi per vedere uno di noi che sghignazzava in mezzo agli scogli e allora erano risate da parte di tutti......

I tempi di cala Galera erano quelli che il divertimento raggiungeva dei grandi picchi, le marmore se prendevano alla grande e i numeroni si facevano spesso e bastava un secchio di arenicola due cannacce capaci di lanciare a media distanza e del tempo libero e la pescata buona era dietro l'angolo, pero' c'era una zona iper buona e neanche a tanta distanza per fare si che si potessero fare nei periodi miti dell'anno delle grandi pescate a fondo di notte alle mormore e di giorno a bellissime orate, la spiaggia in questione era quella della Giannella, la spiaggia era quella che partendo dalla foce del fiume Albegna e costeggiando la strada che andava verso porto Santo Stefano arrivava fino al canale di Santa Liberata uno dei canali di accesso alla laguna interna di Orbetello. Questa spiaggia era il il dindarolo del pesce, si beccavano dalla calata del sole alla mattina splendide mormore di taglia maxi e durante le ore calde in special modo dalle ore 11 alle ore 15 con il mare calmo bellissime orate di taglia compresa tra' gli 800 gr e i 2 kg ma a volte anche piu' grosse, il fondale era abbastanza basso e per collocare i piombi nella zona migliore bastava entrare in acqua e arrivare sulla secca posizionata a 70 mt da terra e raggiunta questa lanciare forte verso il largo, si raggiungevano cosi' ottime distanze intorno ai 170 mt da terra allora si rientrava a riva e si collocava la canna sui picchetti e si aspettava l'inchinata potente, in fondo alla mattinata quei 3/5 pezzi erano quasi matematici.
Tutto questo nei periodi che da maggio arrivavano fino a ottobre saltando a pie' pari i periodi da fine giugno a tutto agosto per la massiccia affluenza dei bagnanti, invece in inverno con mare mosso dai quadranti occidentali e cioe' da libeccio o m,aestrale e tramontana la stessa spiaggia risultava diventare un ottimo spot per grossi saraghi e spigole e a volte anche mormore di taglia, con arenicola e cannolicchio in primis ma pure occhio di canna si facevano ottimi colpi di pesci da taglia.
Poi anche la foce del fiume Albegna dove si poteva pescare dava ottimi pesci, le spigole erano di casa ma pure lecce e ricciole e infatti spesso ci pescavamo con il cefaletto vivo e il metodo della teleferica e oltre alla leccia entrava la grossa spigola e mi e' capitato pure a volte di prendere il rombo di taglia memorabile.....

Nella vita di ognuno di noi conserviamo quando maturiamo negli anni ricordi piu' o meno piacevoli della vita che abbiamo trascorso, molti di questi ricordi oltre alla famiglia, al lavoro, sono legati ai momenti migliori che abbiamo passato, in un pescatore o un cacciatore questi ricordi sono legati alle soddisfazioni che hanno avuto nella loro vita e sopratutto agli amici che c'hanno accompagnato nei momenti migliori, quegli amici che sono sempre vicino a noi anche nei ricordi, quegli amici che per svariati motivi non frequentiamo piu' o perche' ce ne siamo distaccati o perche' non ci sono piu', io ho avuto tanti amici pescatori o cacciatori o entrambe le cose, molti li ho conosciuti da ragazzo e loro erano gia' avanti negli anni e ora non ci sono piu', alcuni invece sono sempre vicini a me e mi accompagnano ancora nelle mie scorribande e nei miei raid di pesca e caccia, in questa occasione vorrei salutare entrambi i gruppi.

Il fiume Albegna e' un grande fiume di acque quasi calme, ospita molte specie di mare alcune eurialine, fino a circa 4 km dal mare troviamo i cefali e le spigole e verso la foce anche orate e sogliole oltre alle perenni anguille. Al suo interno invece sono presenti sia cefali che carpe e anche cavedani oltre ai vari pesci presenti in acque dolci. Le sue acque sono in gestione alla FIPS e quindi il bigattino e' vietato, alla foce e' presente una vasta poopolazione di spigole che con il mare mosso entrano in attivita' e la stessa aumenta in maniera eponenziale quando il fiume va in piena, infatti i locali con il fiume sporco usano pescare le grosse spigole a fondo con la sparaglioncino vivo innescato e le canne da surf casting e i pesci di oltre i 5 kg sono tuttaltro che rari.
Sulla destra dalla foce dell'Albegna ci troveremo davanti la spiaggia dei campeggi, il posto e' ottimo per le marmore ma pure per orate e saraghi e la spigola e' sempre presente, con il mare calmo alla sera il marmorone si fa spesso, ai tempi che lo battevo io l'acciaccata si faceva spesso e l'orata di giorno era pescabile nelle ore calde, specialmente nei periodi di inizio stagione calda e in quelli di fine autunno quando il puttanaio di gente spariva dalle sue spiagge e le barche smettevano di raggiungere la spiaggia.
Inutile dire che l'esca che la faceva da padrona era l'arenicola ma pure il cannolicchio, e il bibi, e poi lo sconciglio o boccone e anche l'americano......

La spiaggia a destra del fiume Albegna come dicevo precedentemente e' un posto eccezionale per la pesca a fondo volta alla cattura in principal modo di orate e marmore ma dove la spigola e' sempre presente ma pure il grosso sarago e anche l'ombrina di sabbia chiamata nel Lazio corvizzolo, la zona migliore di questa spiaggia lunga circa 5 km che parte dal fiume Albegna e finisce alla foce del fiume Osa proprio vicino all'albergo Corte dei Butteri, le postazioni migliori cominciano circa a 1 km dalla foce dell'Albegna in localita' Voltoncino bastera' lasciare l'auto davanti alla discoteca sul posto e un comodo camminamento vi portera' sulla spiaggia, vi sposterete circa 100 mt a destra e sarete in pole position, davanti a circa 70 mt c'e' una secca se vorrete raggiungerla a piedi e lanciare da li' le postazioni migliori per l'orata sono la' davanti, per lòa marmora a calata di sole bastera' lanciare da terra e con l'arenicola si otterranno i risultati migliori.
Proseguendo verso destra ci sono diverse entrate di campeggi ma per ritrovare un accesso comodo dovrete arrivare ad uno stabilimento balneare chiamato " la spiaggia del Boscherini" dove un comodo parcheggio vi permettera' la sosta e dda li' la spiaggia e' a due passi, le postazioni migliori a destra e a sinistra di un centinaio di metri entrambe e per l'orata il solito sistema di entrare e lanciare a distanza, occhio che ho pereso orate mostruose in quel posto la taglia media va' dal mezzo kg ai 2 kg circa ma l'orata di 3 e piu' kili non e' assolutamente una chimera in quel punto, quella spiaggia e' usata anche d'inverno per lunghe camminate con il barchino o divergente e la cattura principale con quel sistema e' la spigola.
Andando ancora verso destra arriveremo alla foce del fiume Osa, buonissimo posto per la pesca del cefalo che entra numeroso in periodo primaverile, alla foce del canale un comodo pontile in muratura si affaccera' sulla foce, l'acqua relativamente bassa non permettera' la pesca con la bolognese ma dalla punta del molo con le canne a fondo c'ho fatto ottime e considerevoli pescate di orate discrete di taglia intorno al chilo e anche buone marmore e col mare battente anche qualche bella spigola......

Quando ero ragazzino se parla di begli anni fa vivevo a Roma al quartiere Monteverde Vecchio e a Ostia dove ora risiedo c'andavo solo il sabato e la domenica con i genitori e non sempre troppo spesso d'inverno mentre in estate finiti i compiti scolastici ci stavo per 3 mesi, quindi durante l'inverno le mie pescate erano in gran parte assorbite dal biondo Tevere che a quei tempi non era per nulla " biondo " come del resto non lo e' neanche ora ma perlomeno pare che sia un bel po' migliorato.
Il chiavicone che scaricava i rifiuti di Roma nel Tevere e che era sotto ponte Palatino non butta piu' le sue deiezioni liquide mentre i depuratori finalmente funzionano e gli scarichi dell'Aniene sono stati purificati, rimangono sempre i cvampi nomadi che sono sulle rive del Tevere e dell'Aniene e che buttano un sacco di mondezza nei fiumi ma sicuramente non producono piu' l'inquinamento degli anni passati.
Avevo due amici del cuore a quei tempi, compagni di scuola e con cui facevo tutto e di piu' a pesca, si partiva il sabato e con il trenino da piazzale Flaminio si andava in direzione di Prima Porta, si scendeva a Labaro e si faceva un bel pezzo a piedi e si andava a pescare o nel Tevere sotto alla diga a cavedani a spinning e con l'erba la Borracina, oppure si andava a pescare i lucci nel laghetto che era accanto alla diga. A dire il vero i laghetti erano ben tre solo che uno si poteva considerare tale gli altri erano solo marane nelle quali pescavamo alborelle e vaironi con i quali andavamo nel primo lago e con le montature a galla pescavamo i lucci col finalwe d'acciaio mentre con il piombo a fondo con il tempo brutto pescavamo i capitoni, e che serpenti che si beccavano buonissimi sulla brace perche' l'acqua era molto pulita.
Nello stesso lago in primavera con i pastoni vari e con il granturco pescavamo fior di carponi e carpe olandesi i classici Carassius auratus ovvero i pesci rossi. Il tutto condito da un proliferare meraviglioso della natura, voli di anatre e nutrie e aironi ci facevano compagnia tutto il giorno.
Accanto ai laghetti predetti c'era un quyarto che era chiamato il lago azzurro ed era adibito alla pesca sportiva, il padrone era nostro amico e in via del tutto fraterna nell'ultima ora del turno di pesca mattiniero ci faceva pescare a spinning le trote dopo che nelle prime 3 ore di pesca le avevamo insidiate con i metodi tradizionali, c'erano le famose trote gialle o giapponesi, pesci molto voraci e molto grosse che sull'artificiale ti facevano divertire tantissimo......

Con i miei amici di quei tempi che erano Paolo e Roberto ne abbiamo fatte di cotte e di crude, sul Tevere uno dei nostri posti preferiti era sotto l'isola Tiberina, andavamo dietro il Ministero della Giustizia a quei tempi c'era il nostro pusher di fiducia, aveva un buchetto pieno di canne e mulinelli si chiamava Calo' ed era il nostro fornitore ufficiale di bigattini e vermaccioli, dopo essere passato da li' la via era una sola.....di corsa sotto per le scale che portavano sul Tevere e a pesca. Il fiume cittadino offriva tante possibilita' per chi era avvelenato come noi, sotto ponte Palatino o ponte rotto c'era un passaggio molto difficile che ci portava quasi allo sbocco del chiavicone, in mezzo a quelle acque non proprio pulitissime era uno sguazzare della madonna di pesci, dai cavedani ai carponi tutto era pescabile, con i budellini di pollo pescavamo i cavedani e se l'acqua si intorbidiva allora anche il verme del letame era l'ideale e poi con il bigattino erano scardoloni da paura, dalla parte opposta proprio sotto dove ora c'e' il ministero della salute c'erano dei raschi bellissimi e tanti e tanti barbi, avevo una canna in fenolico che avevo comprato con tanti sacrifici e i barbi me la incurvavano a 360 gradi e che divertimento, con gli stivali ai piedi in mezzo al correntone e quante volte mio padre e' venuto a cercarmi perche' mi scordavo complketamente pranzi e cene e orari da rispettare.
Sotto ponte Testaccio andavo a carpe e tinche con la polenta e il granturco, certi mostri che con la partenza te svuotavano il mulinello e arrivavano dall'altra parte e quando le beccavano e riuscivamo a cacciarle fuori le buttavamo delle le fontane di Roma, i turisti s'affacciavano e se trovavano le carpe davanti ai piedi, una volta abbiamo messe tre carpe grosse anche nella fontana del Bernini di piazza Navona, e poi a volte le mettevamo nella fontana che sta' vicino al tempio di Vesta vicino alla Bocca della Verita'......

E daje rega' so' partito de capoccia, avevo cominciato a scrivere due righe per qualcosa che me ricordavo e so' arrivato alla ventinquesima paginetta di trascorsi piscatori? Allora un po' di memoria mi e' rimasta e vedo che a qualcuno ste' cose interessano forse perche' nei miei racconti qualche cosa affiora in quello che anche lui faceva a quei tempi lontani?

A tevere ci si divertiva tanto, non c'era delinquenza allora o meglio qualcosa c'era dovevi stare attento al tossico e poco piu' ma sulla riva del fiume stavi tranquillo, ora e' molto diverso per strada e' una giungla e il brutto incontro e' piu' facile farlo sulla riva del Tevere perche' stai da solo piuttosto che in strada dove siamo in tanti......tra le tante pesche che facevamo in giro ce n'era una che mi e' sempre rimasta impressa e che poi ho proseguito negli anni a seguire con pesci piu' nobili, la bilancia, ora qualcuno storcera' il naso ma e' una pesca divertente, non certo atta a fare pesce, anche perche' il pesce del Tevere non lo mangiavamo di certo ma lo utilizzavamo per fare ripopolamenti vari nelle fontane piu' belle di Roma e nei laghetti dei parchi cittadini, avevamo un posticino all'isola Tiberina che ci vedeva spesso protagonisti, una piccola ansa dove montavamo la nostra trappola, eravamo preparati, palo, corda, carrucola, verghelle e rete in mezzora eravamo all'opera e in men che non si dica cominciavamo a pescare, la corrente non troppo forte faceva girare di tutto, c'erano grosse carpe e cavedani, scardoloni e triottoni, carassi e tinche e dulcis in fundo il re del fiume .....il luccioperca.
Che pesci che beccavamo e quando si tirava su il panno era tutto uno sguazzare allora si prendeva il pesce si metteva dentro un cerignolo di ferro grandissimo e si buttava in acqua e dopo si faceva ripopolamenti volontari, uno tornava a casa con i ferri e fli altri due si spargevano per fontane con secchi e buste piene d'acqua e si facevano improbabili semine con i pesci piu' strani, il massimo del divertimento era trovare fontane con i pescetti rossi e buttaje dentro zitti zitti tre o quattro lucci perca per vedere lo strano effetto che fa' ( ve la ricordate questa canzone?) ah ah ah ah ah tempo una settimana si vedevano solo ombre inquiete che si aggiravano nel laghetto......
Roberto il nostro compagno di pesca era un po' piu' grande di noi e gioia immensa fu quando il padre gli fece prendere la patente e comprare un mozzicone di auto, che ve lo dico a fa era un cesso di macchina una simca 1000 ma per noi era una rolls roice, l'abbiamo adibita a nostro mezzo primario di locomozione e con quella i ripopolamenti raggiunsero distanze spaventose, i pesci mostri arrivavano in fontane improbabili in posti assurdi, ricordo si prese un giorno con la bilanciola un pesce gatto spaventoso, progenie di qualche siluro sui 4 kg e lo si piombo' a villa Sciarra a Monteverde Vecchio dove abitavo io in una fontana dove tutti i ragazzini di zona buttavano i loro pesci rossi che vincevano agli zoo, mi ricordo che guardavamo sti' mocciosi che andavano con mamme e papa' a guardarsi i loro pesciolini a cui avevano dato pure un nome e gli davano il pane e tutti contenti li guardavano mangiare.....noi zitti zitti ci piombammo dentro lo squalo bianco e che ve lo dico a fare tempo una settimana un ombra malefica si aggirava in solitaria nelle profondita' del fontanone.....

I laghetti e le vasche dei pesci fin da piccolo per me hanno avuto una capacita' attirante fuori del normale, e ancora oggi quando vedo una vasca o un fontanile o una semplice pozzanghera o marana la prima cosa che faccio e' andare a buttarci gli occhi dentro per capacitarmi se al suo interno c'e' qualcosa che ci nuotra, fosse questo anche un girino o una ranocchia o una salamandra o anche una semplice ameba. Le vasche dei giardini pubblici delle ville nei dintorni di casa mia non avevano segreti e non avevano segreti neanche le stradine per scappare alle guardie municipali che perennemente e giornalmente mi correvano dietro perche' mi beccavano con un filaccione in mano o perche' con la fionda insidiavo merli e passeri e piccioni, ormai all'entrata di villa Sciarra come a villa Pamphili e a villa Carpegna per dirne alcune c'era il mio ritratto con tanto di scritta wanted or alive.....alcuni pizzardoni cercavano di beccarmi in tutte le maniere ma io pesavo molto meno e volavo letteralmente in mezzo agli spini e ai cespugli e neanche negli agguati cadevo mai, ormai conoscevo tutte le auto in borghese della municipale e credo che a suo tempo qualcuno di loro possa aver ventilato l'ipotesi di spararmi per potermi fermare...... I pesci rossi poi nelle fontane ormai non avevano piu' segreti ed erano piu' bucherellati sulle labbra di un punk pieno di piercing per tutte le volte che li beccavo e li ributtavo dentro, a villa Pamphili quella oltre l'olimpica tanto per capirci il famoso laghetto con il ponticello di legno che l'attraversava era il mio campo di pesca esclusivo e addirittura a villa Borghese dove c'era un laghetto che a quei tempi si poteva attraversare con le barchette a remi ad ogni angoletto c'era un filaccione per le carpe, ne ricordo una una volta che allamai e che a forza di tirare ruppe il filaccione dello 0,40 che era legato alla balaustra di legno e la gente non capiva perche' quella balaustra se muovesse da sola. C'erano carpe allucinanti in quel lago, carpe che se magnavano una rosetta con due assalti e poi un mare di carassi ed era un gran bel divertimento insidiarle, e pure la' pizzardoni che ci inseguivano a piedi, in macchina e una volta pure la polizia a cavallo e manca poco ce beccano con tutte le scarpe. Un giorno Con i bracconieri miei amici si becco' a Tevere con la bilanciola un botto di lucci perca e con mille peripezie si fece una bella traslazione nel lago di villa Borghese, credo che in poco tempo fecero piazza pulita pure la' dentro, e ci rimasero i carponi mostruosi e poco d'altro......

Certo che la spensieratezza della gioventu' e' un qualcosa che non torna piu', che divertimenti a scuola e con gli amici, sempre a pesca e a fare casino insieme, il Tevere per noi era una palestra di vita, lo conoscevamo palmo a palmo, un'altro posto dove ci divertivamo tanto era sotto il ponte di via Marmorata quartiere Ostiense, la il fiume faceva uno slargo ed era il posto delle carpe, da maggio a settembre ci facevamo le nostre scorribande con la bolognese e il bigattino e i carponi abboccavano alla grande e i ripopolamenti continuavano al massimo, a viale Trastevere c'era a Piazza Ippolito Nievo un caseggiato credo che fosse delle ferrovie dello stato, al suo interno c'era un vascone pieno di pesci rossi, con farfe innocente cominciammo a cioccare la situazione ebbene in men che non si dica il vascone si vuoto' dai pesci rossi e si riempi' di carpe di tutte le taglie e i pesci rossi presero la via del Biondo tevere, in confidenza ci dissero che volevano farsi una passeggiata e noi li accontentammo. La' conoscemmo Florindo un simpatico vecchietto pensionato delle ferrovie che ci fece entrare nel caseggiato e ci aiuto' nello sgombero e nel ripopolamento ci disse che col nostro permesso una volta spurgate qualche carpa se la sarebbe mangiata e noi non obiettammo nulla al confronto.
a villa Carpegna altri casi di bracconaggio e poi in tanti altri giardini privati e pubblici, a Villa Pamphili nuova quella al di qua' dell'Olimpica c'era un bel lago con le papere ci portammo un mare di carpe e tincone e poi gli davamo da mangiare inutile dire che in pochi anni il lago venne chiamato carpaland perche' l'ambiente era per loro il non plus ultra e si davano un gran da fare.
Intanto si cresceva e comincio' la malattia della pesca alle trote in torrente, si partiva con la corriera il pulman acotral e si faceva la mattata di andare a Subiaco a fare l'apertura alla trota e poi con la Simca 1000 su' e giu' per torrenti sperduti e piu' di una volta abbiamo visto la morte in faccia con 3 dita di ghiaccio per la strada ma l'incoscenza la faceva da padrona. Con il cucchiaino e l'esca viva a passata e il verme o le cavallette le trote abboccavano e ormai conoscevamo vita morte e miracoli dell'Aniene e di tanti suoi affluenti, ma i pesci piu' belli li prendevamo sotto al monastero e che trote fario con certe bolle rosse da paura.....

Il mio battesimo nella pesca in mare lo ebbi da piccolo in Sardegna dove abitai a Cagliari per 4 anni perche' mio padre lavorava alle saline di Cagliari, che belle che erano le saline, piene di pesci specialmente grossi muggini che un addetto alle lavorazioni pescava e poi ci portava da mangiare, pesci grossi anche di piu' chili e anche spigole e orate, andavo dietro ai grandi per pescare e mi portavano nei posti migliori, io pescavo poco con una cannetta di bamboo ma serviva per tenermi impegnato e allora ancora ricordo il Poetto e poi andavo nel porto di Cagliari con la mia cannetta a pescare di tutto dai saraghetti ai muggini e a rompere le scatole ai vari pensionati che passavano pomeriggi interi nel compimento di quello che era sicuramente un hobby ma che poi serviva anche a portare qualche cosa di buono in tavola. A cCagliari proprio a Corso Regina Maria Pia ( mi pare che quella strada si chiamasse cosi') proprio sopra il porto c'erano a tutte le ore tanti banchetti che vendevano un esca locale che si chiamava il Trimoliggione, era un verme che viveva dentro un guscio di sabbia che si rompeva e si innescava, veniva venduto numericamente e credo che fosse lo Spirografo quella pianta meravigliosa che vive in acque pulite e che se non disturbato si apre in un fiore stupendo che fluttua nella corrente, al suo interno c'e' un verme che si innesca e cattura di tutto.
Al Poetto c'erano i tubi che prendevano l'acqua che serviva per ricavare il sale, con potenti pompe l'acqua e i pesci venivano pompati in grandissime vasche che poi venivano fatte seccare al sole, in questi vasconi si aggiravano grossi pesci che poi venivano pescati dagli addetti ai lavori, che sapore che avevano quei grossi muggini, erano fantastici venivano cotti interi con tutte le interiora e avevano un gusto fantastico, anche grosse anguille si prendevano ed erano il terrore di mia madre perche' campavano a lungo e una volta pulite continuavano a muoversi nel lavandino di casa, anche queste finivano alla brace ed erano veramente eccellenti........

La Sardegna e' una terra meravigliosa piena di gente sanguigna e sincera, gente che ti da il cuore in amicizia e pure l'anima, gente che ti ospita nella sua casa e che se ti incontra per strada ti porta al bar e ti offre da bere senza neanche conoscerti, ho tanti ricordi di questa terra bellissima, dove il mare si fonde nel cielo con i suoi colori stupendi e il suo mare dalle piu' diverse tonalita', una terra per gente vera che fa una vita dura, un posto la Sardegna di cui se ne parla solo per i suoi posti da vacanza ma che invece e' proprio nei mesi invernali quando l'isolano e' da solo che si apprezza di piu' perche' non c'e' traffico o casino per le strade e il pescatore o il cacciatore o entrambi i soggetti in uno possono vagare a nord e a sud ma pure a est o a ovest in completa liberta' senza doversi districare in interminabili serpentoni di auto di turisti accaldati e inxxxxati.
La Sardegna e' tutta bellissima ma la parte sicuramente piu'0 bella di tutte per mio conto e' la costa verde, la zona tra Marina di Arbus e Capo Pecora, zona completamente isolata dal resto del mondo, dove adesso come 30 anni fa risulta ancora inaccessibile alle masse e dove per arrivarci occorrono viaggi massacranti in auto in strade con ripidi tornantie con panorami mozzafiato sia a destra che a sinistra.
Conobbi questa zona stupenda tanti anni fa, lavoravo allora alla centrale Nucleare di Montalto di Castro e con una squadra di amici di Roma e Sardi che lavoravano con me decidemmo di andare tutto il mese di agosto per le ferie a Marina di Arbus in campeggio libero sulla spiaggia, che periodo stupendo, tutto in rispetto della natura, con la tenda accampati sulla riva del mare, con un fiumiciattolo alle spalle in un comprensorio di tende e baracche dove l'unico centro di vita era un piccolo chiosco gestito da un sardo che vendeva poche derrate alimentari, solo una casa c'era sulla spiaggia, era il comprensorio di una vecchia miniera che era stato rilevato da due fratelli militari che ne avevano ricavato una reggia, pescatori e cacciatori andavano con i gommoni a pesca subacquea e andai con loro diverse volte, c'era la moglie di uno di loro che era simpaticissima oltre che una donna splendida, era una bravissima pescatrice subacquea e dal gommone non c'era spettacolo piu' bello di vedere dal profondo del blu' venire su in maniera semprepiu' visibile una cernia di 30 e piu' chili arpionata che venva verso di noi, e poi anche aragoste e orate, la sera si faceva festa con loro e i nostri con questi pesci stupendi.
Tra di noi nel campeggio c'era lo zio di uno dei nostri amici Sardi che si chiamava Gigetto ma tutti lo chiamavano ZIO, era una persona fantastica, aveva una barchetta a motore e con questa metteva le reti e pescava a bolentino, la mattina spesso lo accompagnavo a tirare su i tramagli sia a terra che in mare e poi col bolentino si pescavano boccacce e pagelli e con le prime ci faceva stupende minestre di pesce mentre con i secondi braciate meravigliose, e poi prendevamo i muggini che venivano cotti alla sarda alla brace interi e avevano sapori da fuori del mondo. Ogni tanto si partiva e si andava ad Arbus a fare provviste e a leggere un giornale era una vita fantastica e quel mese passo' in un baleno, conobbi tanti amici che negli anni ho perso di vista ma quelli che rimpiango piu' di tutti erano quelle persone stupende che conobbi a Marina di Arbus in uno scenario da cartolina dove dall'alto vedevi un mare turchese e dove il giorno di ferragosto su una spiaggia lunga chilometri e chilometri eravamo 15 persone in tutto, sembrava di essere ai tropici e dove ancora oggi la calca che si trova in Costa Smeralda non sembra neanche una cosa reale......

 

Sono arrivato al trentesimo capitoletto della mia saga di pesca, questa cosa era partita in sordina ma poi ho visto che a qualcuno interessava e l'ho proseguita con un certo impegno e tanti pensieri e ricordi mi si sono affollati nella mente, sopratutto ricordi legati ad amici vicini e lontani di cui ricordo anche i tratti somatici oltre a pregi e difetti, amici che sono legati a tecniche particolari di pesca e a periodi particolari in cui ero legato a una tecnica piuttosto che ad un'altra.
Parlavo la volta precedente della Sardegna, come della terra promessa della pesca, bhe' un tempo era cosi' ma negli ultimi tempi questo concetto si e' molto ristretto almeno per quanto riguarda la mia pesca ovvero in particolar modo la bolognese e il bigattino, ogni anno ci torno almeno 5 volte e vedo sempre di piu' un notevole depauperamento della fauna ittica, in posti come Palau, Santa Teresa di Gallura per dirne un paio dove nei tempi d'oro si beccava tanto pesce e tutto di taglia non rimane piu' nulla e se in una nottata si vedono 5 pesciotti e' gia' un notevole risultato.
Le cause di tutto cio' potrebbero essere spiegate dalla pesca professionale, dai veleni scaricati in mare dai campi ma io la imputo e neanche in forma marginaria anche alla pesca sportiva, vedere isolani e turisti fare la strage di pescetti che andrebbero rimessi in acqua non fa davvero un gran piacere, oratelle, saraghetti e spigolette di pochi centimetri vengono massacrati in onore della tanto declamata frittura e nessuno degli organi che dovrebbero controllare fa niente per porre fine a questo massacro.
L'anno scorso sugli stagni in provincia di Oristano mi si avvicina un tizio del luogo mentre pescavo alla foce piu' o meno dello scolmatore e mi chiede se gli regalo le spigolette che sto' rimettendo in acqua una dietro l'altra mentre sto' pescando con la mia 13 mt......alla mia negazione ha anche il coraggio di inxxxxarsi senza neanche chiedersi perche' un pescatore di Roma che s'e' fatto un viaggio in traghetto di ore rimetta in acqua pescetti di 12 cm con i puntini appena sviluppati addosso invece di portarseli a casa e farseli fritti.....
Altra situazione si riscontra in mare aperto dove l'unica pesca possibile si puo' fare esclusivamente con la barca, laggiu' il prelievo e' molto minore e per questo motivo i fondali sono meno sfruttati dalle masse, va da se che l'orata grossa si prende e pure il sarago e sua maesta' la cernie e il dentice.....
Un discorso a parte lo merita l'attivita' venatoria, la Sardegna ha potuto gestire al meglio il suo territorio libero, evitando in primis l'invasione dei cosi'detti continentali e optando per calendari venatori mirati puo' gestirsi al meglio le sue proprieta' consentendo il prelievo venatorio solo per 2 giorni a settimana giornate fisse il giovedi' e la domenica e proteggendo in particolar modo la pernice, gallinaceo che si trova in forma molto ridotta rispetto a diversi anni fa.

A Ostia anni fa c'erano tanti posti per pescare ma che negli anni a seguire piano piano sono scomparsi del tutto, il piu' rappresentativo tra tutti questi e' stato e lo e' ancora il pontile di piazza dei Ravennati, 40 anni fa ci si pescava di tutto il mio battesimo della pesca lo ebbi proprio la' sopra dove bambinetto mi recavo con un filo a mano e le vongole innescate a pescare bavose e ghiozzi in mezzo agli scogli, non arrivavo alla balaustra e quindi con una seggiolina reclinabile in legno ci salivo sopra e mi affacciavo sulla balaustra poi scendevo e per tirare su la lenza camminavo all'indietro.Un pomeriggio avvertii una toccata potente e tra glòi sguardi dei presenti tirai su una spigola di oltre mezzo kilo, subito vennero a vederla e i buci de xxx, se sprecarono, io ero su una nuvoletta in mezzo al cielo e finalmente mi facevano i complimenti avevo beccato il mio primo pesce importante.
Piano piano crescendo cominciai a migliorare e dal filo in mano cominciai con la canna fissa in bamboo e poi arrivai alla prima fissa in polyestere e anche al primo mulinello e canna da fondo, il pontile dava pesce in tutte le stagioni a meta' della struttura c'erano delle scalette da dove d'estate risalivamo per fare i tuffi e poi sempre d'estate venivano i barconi a prendere i turisti per portarli in mare a fare il giro turistico, gia' a meta' pontile avevamo un ottimo fondale di oltre 2 mt e in punta avevamo circa 5 mt di fondale, sotto a piombo c'era lo scoglio ma sul davanti tutta sabbia, dal pontile nei mesi caldi con i vecchi galleggianti conla lampadina dentro a lancio pescavamo sugheri e vope, mentre le vope le pescavamo anche con lunghe canne fisse da 8 mt di giorno, e poi tanti cefali anche xxx taglia sia con il pane che con la tremolina e poi col mare che sbatteva e alzava schiuma i salponi con l'erba e le spigole con la fissa e il gambero vivo.
Con il mare mosso e a fondo entravano belle marmore e spesso anche la spigola e a fine estate tante aguglie che ci facevano passare mattine e pomeriggi sereni a chiacchierare e ottimi fritti appena tornati a casa a volte anche le sarde arrivavano e non mancavano gustose triglie di scoglio.
altro ottimo posticino era il pontile del Plinius dove si pescava con la fissa e la canna a fondo e poi il canale dei pescatori che ho rappresentato in altri post ma anche le scogliere di Nuova ostia erano posti eccezionali per la spigola o il cefalo, e poi c'era fiumara un vero dindarolo per tutto, dalla spigola in poi veri posti da farci tanto pesce.
Il pontiletto del Lido vecchio stabilimento Roma durante il fascismo era un posto memorabile, in mezzo ai suoi pilastrini segno del passato ci facevo l'arenicola ma ci pescavo pure tanti pesci dalle spigole alle marmore e persino gigantesche salpe e cefali da infarto.......

Ai tempi della mia gioventu' con i miei inseparabili amici e compagni di tante zingarate eravamo soliti frequentare una zona di pesca, era la zona di Malagrotta dove ora c'e' un grande inceneritore pubblico, la zona era particolare c'erano molte cave e alcune di queste fatte per l'escavazione della ghiaia o della sabbia erano state riempite d'acqua e con l'acqua erano arrivati i pesci e che pesci, c'erano carpe e cavedani e super tinche e poi scardole e triotti e anguille e alborelle, inutile dirlo che erano campo attivo di tanti pescatori che come noi arrivavano la mattina presto e passavano mattinate intere immersi nella natura e nelle nostre discussioni di giovani senza troppi problemi per la testa. Molti dei ripopolamenti di quelle cave erano imputabili a noi che con il solito sistema di prendi qua' e piorta la' avevamo ripopolato intere zone senza percepire alcun compenso per il nostro lavoro, con il tempo nelle suddette cave arrivarono anche lucci e black bass.
C'era un'altro posto da me qualche volta menzionato nei miei racconti che ci vedeva spesso sulle sue sponde ed era il canale dei pescatori di Ostia lido, questo canale nacque come canale di deflusso delle piene del Tevere, e serviva per attracco nella sua parte finale alle barche da pesca dei pescatori con le reti da posta di Ostia lido nonche' da imbarcadero per la piccola flotta dei diportisti.
Inutile dire che era una delle nostre zone di pesca, nella parte finale il canale ospita cefali e anguille e rare spigole mentre nella parte interna a circa 3 km dal mare c'e' una buona popolazione di carpe e cefali e pure anguille, io ci pescavo con il pane e formaggio i cefali e che cefali, fin da ragazzino nella darsena vicino al mare ci passavo interi pomeriggi con la canna in mano e i cefali erano ottimi da mangiare e poi c'erano i miei amici pescatori professionisti di cui ho gia' parlato precedentemente da cui andavo a chiacchierare oppure ad aiutare a pulire le reti, era un bell'ambiente il canale dei pescatori e dai moli a mare con il mare mosso forte montavamo la bilancia sul lato esterno e pescavamo cefali e a volte pure grosse spigole, e poi anche altri pesci come saraghi e marmore e pure gamberi.

Credo di averne gia' parlato di questa cosa ma lo rifaro', e' stato un incontro importante che ha segnato tutta la mia vita di pescatore e che ancora ricordo con tanta nostalgia:
avevo circa 17 anni e stavo con una ragazza che si chiamava Monica, lei stava a Ostia lido ma era di Milano, o meglio lei era nata a Genova ma il padre era un giornalista del Giorno di Milano e vivevano o avevano vissuto a Milano per tanti anni, poi il padre venne mandato alla redazione di Roma e la' la conobbi e prima conobbi il fratello con cui andavo a pesca e tramite lui ebbi gioco aperto con la sorella. Eravamo inseparabili e andavamo tutti e tre sempre insieme, per un certo periodo in un mese di giugno lei fu costretta a rientrare a Milano perche' aveva una parente che non stava troppo bene e per circa un mese lei rimase in quella citta', il fratello colse la palla al balzo e mi disse se volevamo andare a trovarla, era il tempo che quel povero ragazzino Alfredino rampi cadde in un pozzo a Vermicino vicino a Roma........
Riuscii ad ottenere dai miei genitori il permesso e si parti' per Milano, il viaggio fu estenuante e alla fine si arrivo', era caldo ma un caldo veramente allucinante come solo a Milano se ne puo' soffrire, prendemmo la Metro e mi trovai davanti un pescatore Napoletano di Ostia lido cosa stranissima, lui aveva un figlio a Milano ma incontrarci nella metro insieme a migliaia di persone fu un caso unico.
A Milano conobbi un sacco di ragazzi simpaticissimi, mio cognato abitava a San Donato Milanese credo in una zona che se non sbaglio si chiamava Metanopoli e per circa 15 giorni facemmo gruppo fisso con Monica e Raimondo il fratello e tutti i loro amici di cui alcuni veramente scoppiati.
Un giorno contattai l'idolo della mia vita, un grande pescatore di cui avevo letto, riletto, e straletto tutti i libri, avrete sicuramente capito parlo di Mario Albertarelli, si il grande scrittore pescatore con cui avevo un rapporto epistolare da diversi anni e concui intrattenevo lunghe chiacchierate su carta di pesca e di altro. Abitava mi pare di ricordare a Corso Sempione e gli telefonai, lo trovai a casa e decidemmo di incontrarci nel suo appartamento nel centro di Milano, che tipo che era Mario e che famiglia la sua, li conoscevo tutti dalla moglie Adriana ai figli Spartaco e Marina ma quella sera conobbi solo la figlia simpaticissima come la mamma del resto, rimanemmo insieme tutto il pomeriggio e la sera ci invitarono anche a cena e che dire passammo una serata intera a parlare di pesca e pesci e io gli raccontavo aneddoti della sua vita vissuta che conoscevo a menadito avendoli scvitti sui suoi libri che io conoscevo a memoria.....
La sera ci riaccompagno' a San Donato e rimanemmo ottimi amici per molti anni ancora, qualche anno fa c'ha lasciati e lo seppi dopo parecchio tempo, Mario era un signore in tutto come a pesca come nella vita e io conservo ottimi ricordi di lui, ho provato a mettermi in contatto ancora con la sua famiglia ma non credo stiano piu' al loro vecchio indirizzo e daltronde ormai sono passati cosi' tanti anni, chissa' se si ricordano ancora di quel ragazzetto di circa 17 anni che un giorno di tanti anni fa stravolse la loro vita familiare di un pomeriggio caldo di giugno con la sua ragazza e li conosceva tutti uno per uno come se facesse parte integrante della loro famiglia.....

Molti anni fa lavoravo a Lucca in quel periodo conobbi la Corsica, mi ci porto' un amico Lucchese che non c'e' piu', c'ha lasciato alcuni anni fa per un brutto male nel pieno della sua gioventu', mi disse un giorno:
Mauro ti va di fare una pescatina in Corsica di 4 giorni, e ci prendemmo due giorni di ferie e si parti' da Livorno destinazione Bastia, erano circa 25 anni fa e dopo circa 4 ore di viaggio passata l'isola di Capraia ci venne in faccia la Corsica con la sua bellezza di montagne e mare e paesaggi incantevoli coasi' diversi dalla Sardegna sebbene le due isole confinino tra' di loro. La Corsica e' selvaggia la parte piu' bella secondo me e' quella che guarda verso la Spagna e che parte da Bonifacio e arriva a nord a Sain' Florent e fino al deserto degli Agriates, tutta una zona stupenda fatta di scogliere a strapiombo sul mare e di spiaggette nascoste e poi di canali e porticcioli.
Con Fabrizio si ando' a pescare a Portovecchio nel sud dell'isola a circa 120 km da Bastia, lui c'era gia' stato e si comincio' a pescare con la bolo e il bigattino, a quei tempi il bigattino era consentito e comunque nessuno ce ne fece questione, ricordo che montai una bolognese da sette mt a occhio feci la lenza sondai e poi sfiondai una manciata di bigattini, subito appresso lanciai e tempo di mettersi in asse il galleggiante ecco che affondo' repentinamente, calcolai di aver messo troppo piombo e ferrai per recuperare la lenza ma delle buone testate sulla canna mi fecero capire che avevo un ottimo pesce in canna che si rivelo' poi di essere un ottima spigola di oltre 1 kg di peso, quello fu' il mio battesimo della Corsica e a quella cattura ne seguirono molte altre sia nello stesso giorno che nei successivi. Spigole, orate e saraghi furono le prede abituali che insidiavo, ma anche pesci strani come trote di mare e alaccie riuscivo a catturare con la bolognese. Cominciai a frequentare in maniera massiccia l'isola de Beaute e conobbi anche qualche Corso, un popolo fiero come i Sardi a cui molto si assomigliano, l'isolano e' una persona dura abituata alla solitudine, pochi pescatori ma tanti cacciatori contraddistinguono queste genti, il cinghiale e' il loro vero amore e la pesca in montagna alle trote il loro secondo grande amore, con centinaia di chilometri di coste a disposizione non ho mai capito perche' preferiscono le trote a spigole, saraghi dentici o orate.....

La Corsica e' un'isola meravigliosa, colonizzata da molti popoli nel corso dei secoli tra cui i Romani e i Genovesi e infatti Bonifacio a sud dell'isola risente molto dei tempi di dominazione Genovese come del resto Bastia porto a nord dell'isola dove molte delle navi che trasportano i turisti approdano tutto l'anno, dicevo la volte precedente che l'Isle de Beaute e' un isola che offre panorami diversissimi tra di loro, si passa da spiagge stupende a scogliere meravigliose fino a fare pochi chilometri verso il suo interno e trovarsi in paesaggi tipicamente alpini con fiumi e torrenti meravigliosi e laghi di montagna, con prati di margherite e ranuncoli e ancora piu' dentro ampi parchi naturali con tanti animali selvatici che ti vengono incontro, un esempio sono i branchi di maiali mezzi selvatici che come ti fermi con l'auto ti circondano per rimediare qualcosa da mangiare. L'interno ma non solo e' il regno del cinghiale e della pernice animali autoctoni che in terra libera da vincoli fanno la felicita' dei cacciatori locali.
La zona di Bonifacio e' stupenda, una ridente cittadina arroccata su una montagna e sotto di essa da una parte il porto turistico in cui potremo vedere barche da milioni e milioni di euro che giornalmente attraccano nel suo porto e insieme i traghetti che collegano l'isola alla vicina Sardegna e poi barche piccole e grandi stanziali di vacanzieri e non solo. Durante la guerra il porto di Bonifacio dotato di fondali altissimi era dotato di reti metalliche che venivano tesate da una parte all'altra del porto tramite grandi argani ancora visibili sui lati delle scogliere che impedivano di fatto l'accesso dei sottomarini che avrebbero potuto invadere l'isola, nel porto di Bonifacio ci sono fondali anche intorno ai 50 mt di altezza.
Dicevo che la cittadella in questione da una parte guarda il porto turistico mentre dalla parte opposta il panorama e' senzaltro meraviglioso, infatti il nostro sguardo spazia sulle famose bocche di Bonifacio, zona di grande esposizione ai venti specialmente da ovest, nord ovest e davanti a noi le coste della Sardegna che dista dall'isola solo poche miglia marine, tutta la zona delle bocche e' sotto tutela ma mentre nella parte Corsa la legge viene fatta rispettare e le barche di controllo solcano il mare e puniscono chi non rispetta i divieti dalla parte Italiana l'anarchia e' al completo e tutti se ne fregano e spesso e volentieri transitando in traghetto si vedono barche che pescano tranquillamente in zone che dovrebbero essere di tutela particolare. Poi ci lamentiamo sul come mai in Corsica ci sia il pesce e in Italia non sia rimasto nulla, ecco i motivi da noi tutti se ne fregano e i controlli non vengono effettuati, si passa dalla pesca con lo strascico alle spadare con il beneplacito di chi dovrebbe controllare e non lo fa mai......

Il porto di Bonifacio in Corsica e' un posticino meraviglioso, un ecosistema perfetto dove convivono le piu' strane qualita' di pesci e vegetazioni subacquee, io c'ho visto di tutto dalle orate ai saraghi dai barracuda alle ricciole, dalla parte del turismo proprio sotto la rocca dal lato dei traghetti per la Sardegna si passa da un fondale di 5 mt circa ad una profondita' di 30 e piu' mt d'acqua, davanti ai negozi con l'acqua di una limpidezza meravigliosa si puo' vedere di tutto, saraghi e spigole e orate e grosse occhiate come in un acquario ma non crediate che sia cosi' facile pescare quei pesci, vivono in mezzo a corde e gomene e una volta allamati si buttano a capofitto in buche tra gli scogli e il finale e' strappato in un istante, ogni tanto i cefali che stazionano sotto i nostri piedi partono in tutte le direzioni ed ecco che si materializza la grossa ricciola o il barracuda di oltre un metro, i locali li catturano a traina io li ho visti prendere anche dagli italiani con montature a teleferica e col cefalo vivo anche di 3 etti di peso. Stupendi spirografi vivono in questi fondali e a volte ho visto anche i cavallucci marini, sporgendosi a guardare sotto i piedi potremo trovare il polpo che si aggira indisturbato sul fondale o l'orata di piu' chili che tritura le cozze sotto i pontili di ormeggio delle barche, dalla parte opposta dsei negozi c'e' un fondale di molti metri con i pontili delle barche a vela, e' il posto dove pesco io con le bolo da 12/13 mt e con galleggiante fisso, ho i punti che vanno dagli 11 ai 12 mt e con finale dello 0,12 cerco di insidiare sua maesta' il sarago reale che in questo porto in condizioni di calma e silenzio totale offre pezzi anche di oltre 1 kg. l'esca principe e' il gambero vivo di difficile reperimento ma anche saltarello e tremolina la fanno da padrona e a fondo con il granchio vivo si tenta l'orata e il saragone, i periodi migliori vanno da maggio a novembre, inutile dirvi che il bigattino e' vietato quindi occhio alla penna i Corsi non sono per nulla teneri con chi ne approfitta.....

Nella zona del porto di Bonifacio ci sono dei posticini che negli anni ho battuto per bene, posticini nascosti dove per arrivarci bisogna camminare un bel po' ma che poi, in assoluta tranquillita' e silenzio e dove in un buio piu' che totale si possono incarnierare diversi pesci e pure grossi. Uno di questi e' dietro l'area traghetti, bisogna camminare in un paio di punti a ridosso dello strapiombo ma poi si presenta uno spettacolo stupendo con posti comodissimi, dove con la sedia da regista in una postazione comodissima si sta' sull'acqua in posti dove il fondale sotto i piedi arriva ad essere anche di 15 e piu' metri e il fondo sparisce in un blu' intenso, a buio non ci saranno luci intorno a noi a parte un piccolo faro con luce intermittente a 200 mt di distanza tanto che in acqua il nostro starlight sembrera' un piccolo faro e dove l'unica luce sara' rappresentata in particolari condizioni esclusivamente dal " fuoco di mare" ovvero la sospenzione di grandi quantita' di plancton sulla superficie dell'acqua, situazione alquanto negativa in fase di pesca che condizionera' e di molto l'attivita' di ricerce dei pesci stessi.
Questi posti sono il territorio di caccia del barracuda e della leccia oltre che della spigola e del dentice e specialmente sulla calata e sull'albeggio grosse e profonde cacciate rappresentano l'entrata in caccia di tali pesci che predano come leoni i branchi di occhiate e di cefali in superficie.
E' il regno del saragone fasciato e testa nera di grossa taglia, ma purtroppo e' anche il regno del maestrale o mistral che con le sue bufere rende difficoltosa e non di poco l'azione di pesca, il fondale in questi punti a 30 mt dagli scogli raggiunge profondita' molto scoscese arrivando anche ai 50 mt di profondita' ed e' qui' che c'erano posizionate le grandi reti d'acciaio che rendevano di fatto il poirto inaccessibile all'entrata dei sottomarini durante l'ultimo conflitto e i grandi argani arrugginiti sugli scogli lo continuano a testimoniare ai posteri, segni du un passato neanche troppo lontano.
Di fronte a noi ci sono delle postazioni eccezionali da me battute per molti anni difficilmente raggiungibili da terra, comodissime e di grande pregio in qualita' di pesca........

Il porto di Bonifacio oltre ai posti che offre dal lato raggiungibile in auto, ha delle ottime chance di pesca dal lato opposto dove e' un po' piu' difficoltoso arrivarci, una parte del tracciato e' raggiungibile sempre in auto passando dietro il distributore che troveremo entrando in porto, un dedalo di stradine ci fara' passare dietro l'albergo e quindi riaffacciare sull'altro versante del porto in mezzo a yact da sogno e barche a vela da infarto, il posto in questione e' ottimo, tranquillo e senza rompiscatole, il fondale va' da un 6 mt ai 15 e piu' metri ed e' ottimo per pescare sia pesci di fondo come orate e saraghi come pesci di media altezza come cefali e occhiate ma anche gerandi predatori come lecce e barracuda che in questa zona del porto compiono veloci raid in mezzo alla mangianza.
Proseguendo verso destra arriveremo ad un cantiere nautico che di fatto concludera' la zona accessibile in auto, il posto e' ottimo perche' ha molta sabbia e con la sabbia ci sono le orate e che orate a volte ne ho viste di taglia veramente maxi e durante la notte faranno gradita visita se staremo attenti a nonfare casino e a non illuminare la superficie con le nostre lampadine, alle nostre esche posate sul fondo. Il posto in questione da' buone catture con il granchietto vivo e con il paguro mentre con esche relativamente piu' morbide avremo visita costante di tanta mangianza che spolpera' irrimediabilmente le nostre esche volte a catturare pesci piu' impegnativi.
Il cantiere e' aperto ma ad una certa ora della notte viene chiuso il cancello e si corre il rischio di rimanere al suo interno bloccati in auto quindi consiglio di lasciarla parcheggiata fuori dallo stesso. Davanti al cancello c'e' un comodissimo scivolo per l'alaggio delle barche che permette la messa in acqua di barche e gommoni......

Siamo nel cantiere navale del porto di Bonifacio a questo punto l'auto si puo' lasciare perche' la strada termina, verso il mare aperto ci troveremo sul davanti l'ultima postazione di pesca con un fondale frammezzato da sabbia e scoglietti e' il posto ideale per l'orata e il sarago anche di taglia, purtroppo il posto e' battuto in maniera quasi costante dal vento di mistral o maestrale dai quadranti di ovest nord ovest, appresso a questa postazione ci dovremo travestire da alpinisti per oltrepassare questa posizione e andare in spot migliori, avremo sulla sinistra l'acqua e sulla destra una parete di roccia dove un piccolo sentierino a strapiombo sull'acqua ci portera' con fare molto difficoltoso a costeggiare il burrone che sara' di circa 8 mt sul livello dell'acqua, passetto passetto arriveremo alla fine del sentierino dove la roccia fa una curva, in quel punto si scende in basso e ci troveremo davanti una piccola spiaggetta di sabbia di pochi metri, il posto e' ottimo per l'orata di taglia e sotto di noi troveremo il blu' profondo perche' l'acqua scende di diversi metri di dislivello, proseguendo invece sul costone gireremo l'angolo di roccia e troveremo una comoda postazione di pesca quasi sull'acqua ottima e non disturbata postazione ottima per la bolo sui 7/8 mt di lunghezza, sulla nostra destra ci sara' un panorama mozzafiato, a circa 100 mt c'e' una spiaggia bellissima di sabbia bianchissima dove e' molto difficoltoso andarci da terra e dove un sacco di gnocca va' in barca durante il giorno a prendere il sole integrale, e' un posto bellissimo riparato da tutti i venti predominanti dal maestrale allo scirocco e persino dalla tramontana, la sabbia entra fino sotto gli scogli ed e' pure quella un ottima postazione per grossi saraghi e orate ma anche spigole e cefali molto grossi, di fronte un'altra scogliera difficilmente scalabile offre un'altra ottima postazione di pesca, invece di fronte a noi troveremo una scogliera bassa molto comoda che tanti anni fa raggiungevo con un tender a motore direttamente dal cantiere navale, me lo portavo sul tetto dell'auto e con armi e bagagli facevo quelle poche centinaia di metri di navigazione e arrivavo su quella scogliera dove una volta tirato su il tender sulla scogliera in grazia di xxx mi mettevo a pescare in ambiente incontaminato e pieno di pesce dove non si vedeva mai anima viva.....

Il porto di Bonifacio per chi ha voglia di sgroppare a piedi offre anche alcune altre possibilita' ma bisogna avere gambe buone e voglia di camminare e arrampicarsi, infatti quelle postazioni di cui parlavo, raggiungibili solo in gommone o barca sono anche raggiungibili a piedi ma con un paio di scarponi da montagna, il viottolo che ci permettera' di raggiungere questi spot si trova tra' il campeggio e il bar tipo night che c'e' la' vicino, lo stradello costeggia il campeggio e vi portera' in salita fino ad un piccolo incrocio con 2 strade di cui una sale e una scende, prenderete quella che scende, possibilmente di giorno e dopo una discreta camminata arriverete alla spiaggetta di cui parlavo nell'articolo precedente, sulla destra vi dovrete arrampicare e arriverete proprio di fronte agli imbarchi della Sardegna su una scogliera stupenda che vi offrira' la possibilita' di una grande pescata con tantissimo spazio a vostra disposizione per tutti i sistemi che vorrete provare. Ancora piu' a destra potrete raggiungere un'altra spiaggetta dopo un'altra bella pedalata e dopo ancora una terza con scogliera annessa, inuitile dire che piu' vi allontanerete e meno troverete gente a parte i soliti fortunati che hanno una barca o un tender a disposizione. Tecniche principi in questi posti sono la bolo e l'inglese e pesci presenti, tutti dalle spigole alle orate ai saraghi e persino grosse lecce e barracuda. Un fondale limpidissimo vi permetteranno solo l'uso di fili sottili e lenze leggere ma di notte il silenzio vi sovrastera' e a parte qualche zanzara nessuno vi rompera' le scatole.

Un'altro grande posto che anni fa mi dava fior di carnieri di saragoni e occhiate da infarto era capo Pertusato, un lembo di terra che si avvicina nella sua punta estrema alla Sardegna tanto che riuscivo a parlare al cellulare con la linea Italiana, risparmiando e non di poco sui costi delle telefonate. Si raggiunge scendendo per Bonifacio dalla strada principale e davanti all'ospedale girare a sinistra, passata la caserma dei pompieri una strada che girera' a destra ci portera' attraverso una strada in salita con panorami mozzafiati ( che chi guida fara' bene a non guardare) fino ad una zona militare con un faro, la strada in quel punto sara' bloccata da una catenella ma fino a qualche anno fa la strada proseguiva fino al faro, lontano ancora un paio di chilometri, a quel punto si lasciava l'auto e si scendeva a piedi su uno stradellino tipo carrareccia, in discesa NESSUN PROBLEMA MA IN SALITA ERA VERAMENTE DURA, arrivati in fondo un panorama da paura si presentava ai nostri occhi, sulla destra una spiaggia piccolina ma bellissima e ancora piu' a sinistra una scogliera piatta che degradava verso il mare con postazioni stupende per pescare, con il fondale che scendeva a picco sotto i piedi raggiungendo profondita' anche di 15 metri e dove fior di pesci stavano a bocca aperta.........

Parlavo precedentemente di capo Pertusatu l'appendice piu' meridionale della Corsica in fatto di vicinanza con la Sardegna, il posto mi era stato suggerito da alcuni ragazzi Lucchesi che incontrai sulla nave della Corsica Ferries in collegamento tra' il continente e l'isola, mi dissero se ti piacciono i saraghi va la' e ti divertirai senzaltro, e cosi' la volta successiva insieme a due amici di cui uno era il mio compagno di pesca piu' affezionato, ci recammo in quel posto. Ci si arrivo' che mancavano oltre 3 ore al buio, il posto era bellissimo una scogliera pressoche' piatta ci accolse e ci si sistemo' con i panchetti in piano assoluto, montai la 9 mt amorphus AW 1000 della daiwa e feci un abbozzo di lenza, lenza madre del 0,14 e finale del 0,12 tappo da 2 gr e sondai, xxx mi dissi ma qui' si strapiomba, dopo vari tentativi il fondo si fermo' a circa 8,50 mt una manciata di bigattini sotto i piedi e inizio' la perfornmance di pesca, ad un certo punto uno dei miei due amici mi fa, questo piosto per me non da' nulla finche' e' giorno sara' il caso di tornare a Bonifacio? Mi giro per dirgli di non rompere le scatole e che le informazioni erano giuste, mi volto e cerco il tappo.....ma il tappo non c'e' piu' in una frazione di secondo faccio i pensieri piu' curiosi girando gli occhi tutto intorno e poi picchio una botta, la lenza si blocca come se avessi incagliato e dopo 3 secondo la lenza parte a razzo verso il largo, tempo 10 secondi e il mulinello si svuota rapidamente, freno almeno 2 volte e la canna si piega ad arco e alla fine sono costretto ad inchiodare di brutto e a rompere il filo, risultato almeno 150 mt di filo e lenza persa, i miei amici mi guardano con una faccia da paura e apro la borsa e ricomincio da capo, cambio mulinello e rifaccio la lenza ma salgo di diametro, lenza madre dekllo 0,16 e finale del 0,14 e amo del num 14 con 3 bigattini, la faccio breve la notte all'una si ando' via e mi tocco' fare 2 viggi per tornare alla macchina, avevo una nassa carica di due anelli di saragoni e occhiate da infarto ma saraghi allucinanti dal mezzo kilo a salire piu' tutti quelli che mi avevano strappato la lenza che alla fine era lo stesso della lenza madre e cioe' 0,16 senza interruzioni.......

Da Bonifacio passando dalla parte opposta a risalire troveremo per il primo pezzo una strada bellissima e molto panoramica che attraverso panorami stupendi fatti di lagune e paesaggi incantati ci faranno scoprire una prima postazione eccellente di pesca, si tratta del piccolo porticciolo di Pianottoli, un piccolissimo porto quasi sempre spazzato dal mistral ma che se frequentato senza vento diventa un posto veramente bello e assai prodigo di pesce, sulla punta del faretto sul lato destro del porticciolo troveremo circa 14 mt d'acqua e' il regno del grosso sarago reale del fasciato e dell'occhiata mastodontica, il porticciolo riesce a contenere poche decine di barche al suo interno mentre al suo esterno un pontile di legno offre riparo d'estate a grandi barche a vela che pescano parecchia acqua, alle spalle di questo porticciolo o meglio davanti a esso sulla sinistra una laguna d'acqua salmastra offre oltre a delle vongole buonissime riparo anche a qualita' di pesci eurialini come cefali, spigole e orate e a terra grandi e lunghe spiagge offrono condizioni ottime di vacanza a chi le frequenta in periodi di vacanza.
Anni fa c'ho fatto ottime pescate di saragoni e orate anche pescando da terra con le canne da surf casting con il bibi e lo sconciglio per esca.
Continueremo sulla strada principale e dopo una serie interminabile di curve arriveremo a Propriano, piccolo porto marinaro con un grande pontile che per il pescatore e' l'ideale visto che offre in particolare ottimi carnieri di saraghi e orate di taglia, lunghe spiuagge danno buoni risultati pescando a surf casting con mare che batte e ottimi campeggi, se frequentati in bassa stagione offriranno buone opportunita' di alloggio in comodi bungalows dove riposarci, il pontile posto nel porto danno buoni pesci specialmente piatti, saraghi e orate e occhiate in primis ma pure marmore e ottime spigole e c'e' l'imbarazzo della scelta per i posti, sui piloni del pontile ci sono anche grossi polpi e piu' di una volta dal molo dell'antimurale del porto mi e' capitato di vedere grossi pesci che predavano i cefali credo lecce o ricciole.........

 

Questa carrellata di ricordi e emozioni finisce qui', spero che questi raccontini di una vita passata a pesca da parte di un ragazzo come voi che ora si sente ancora un pischello malgrado i 48 anni e gli svariati kiletti che si porta dietro, vi possano essere piaciuti e vi possano anche aver aiutato in qualche cosa, le esperienze personali fanno sempre parte di noi stessi e volerle relazionare ad amici e conoscenti possono far si che essi non caschino in situazioni negative e che magari possano guadagnare qualcosa sul nostro hobby preferito.
Ci sono esperienze di vita vissuta e ricordi belli e tristi, cioe' tutto quello che in genere si affronta nella vita e chi pescatore non lo e' o magari lo e' poco potrebbe non apprezzarli in pieno, ho ricevuto da molti di voi messaggi di stima e di affetto e da molti altri, anche il solo piacere di aver visto che gli stessi venivano letti, e' stata una grande soddisfazione perche' forse voleva dire che gli stessi venivano letti e apprezzati.
Spero che questi scampoli di vita restino sulle pagine del forum per tutti quelli che l'hanno letti e che vogliano rifarlo, e anche per chi si segnera' in futuro e voglia farsi una cultura o magari solo 4 risate in amicizia.
Sui forum ho trovato tanti amici, alcuni dei quali conosciuti di persona ma molti apprezzati solo sul web e con cui mi ralaziono spesso e volentieri da nord a sud isole comprese, non e' vero che in Italia c'e' campanilismo e razzismo, almeno tra noi pescatori e cacciatori sento che non ce n'e', solo una sana competizione agonistica che ci accomuna sempre nella grande famiglia dei fruitori dei prodotti della natura siano essi pesci, selvaggina, asparagi o funghi che ci permettono in una maniera o nell'altra di stare una giornata fuori casa o dall'ufficio o dal lavoro o dalle beghe familiari per poterci sentire vivi e parte integrante della natura stessa.
Ringrazio tutti per avermi sopportato in questo periodo, magari qualche volta saro' stato pure ripetitivo ma non e' stata voluta solo che a volte le cose ce le ricordiamo assommate ad altre e non e' facile separarle.
Un saluto al forum dal Cicalone!

 

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pesca e caccia sono parte della vita dell'essere umano.
 
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#2 ospone

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Posted 16 February 2009 - 08:14 AM

:( :( :( :( :(
che bei ricordi....con qualche anno in meno ma anche i miei :D :D
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#3 Giordaloco

Giordaloco

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Posted 16 February 2009 - 08:59 AM

Dò son finiti tutti sti pesci ?? Ve li siete mangiati tutti ??? :D :D :lol: :lol: :lol: :lol:
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27-06-1944

#4 Piesse

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Posted 16 February 2009 - 22:15 PM

...cicalò, in questo momento sono troppo emozionato e non posso rispondereti ma appena la smetterò di piangere e tremare lo farò!!!

p.s.:...avevo tipo 6/7 anni e la lerc 6 metri telescopica è stata la mia prima conquista, rossa, doppissima e pesantissima col vettino in legno...ah quanti ricordi :( :( :( maurè sei un grande :wink:
Mr.utopia luccius dundee! Linuz è rimasto al "bbuio"!!!
...lega per l'abolizione del 3 luglio!
...causa inutilizzo vendo cervello,con leggero accento torinese,usato una sola volta per sognare un luccio,no perditempo!
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#5 cicalone

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Posted 17 February 2009 - 07:57 AM

...cicalò, in questo momento sono troppo emozionato e non posso rispondereti ma appena la smetterò di piangere e tremare lo farò!!!

p.s.:...avevo tipo 6/7 anni e la lerc 6 metri telescopica è stata la mia prima conquista, rossa, doppissima e pesantissima col vettino in legno...ah quanti ricordi :( :( :( maurè sei un grande :wink:



La lerc telescopica l'ho avuta pure io ma queste erano in pezzi tre pezzi uguali fino a un puntale separato in fibra di vetro con un puntale di ferro incorporato che ci serviva per piantarla nella sabbia.
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#6 marco1956

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Posted 17 February 2009 - 08:07 AM

:( :( :( ebbene si lo confesso la LERC cel' ho ancora anzi io ho tutta la serie da 3 a 6 mt la 5 e la 6 sono col puntale di ferro e la cima di vetroresina piena :? :? ricordo che il primo grosso sarago a surfcasting faceva piegare talmente tanto la canna che sentivo muovere il portamulinello :lol: :lol: :lol: volevo portare la 5 mt in corsica ma il pescatorella non ha voluto :( forse aveva paura di far sfigurare le trio standard??????????????????????? :lol: :lol: :lol:
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#7 cicalone

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Posted 17 February 2009 - 08:29 AM

:( :( :( ebbene si lo confesso la LERC cel' ho ancora anzi io ho tutta la serie da 3 a 6 mt la 5 e la 6 sono col puntale di ferro e la cima di vetroresina piena :? :? ricordo che il primo grosso sarago a surfcasting faceva piegare talmente tanto la canna che sentivo muovere il portamulinello :lol: :lol: :lol: volevo portare la 5 mt in corsica ma il pescatorella non ha voluto :( forse aveva paura di far sfigurare le trio standard??????????????????????? :lol: :lol: :lol:




Se ci torniamo insieme ( sempreche' la tua signora ti ci mandi e la vedo dura) la puoi portare tutta la serie, alle brutte ci potremmo fare un bel fuoco per cucinarci le salsicce che ci saremo portati dietro? Insieme col vinello che hai giurato di portare.....facciamo una cosa io ci metto i pesci e tu il vino, ok? :D :D :D :D
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#8 pescatorella

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Posted 17 February 2009 - 15:34 PM

Per quanto riguarda il vino a Marco non glielo devi dire due volte ...... quello non manca mai !!!! Le standard comunque erano a casa a riposare in Corsica mi sono portato le mie care e vecchie nonnine della daiwa le procaster pkcs 8oz (una era per te !!) La coppia di ultramarine exploit 3/6 oz (canne spettacolari !!) E il mostro dei mostri delle canne ..Century tip tornado sport made in UK ...... 8oz testate in pendolare .... non vi dico altro !! 8-) 8-)
Pescatorella di spiaggia a mare mosso ! Va bene anche tanto mosso !Ma a tutto c'è un limite ! Mi raccomando pescatorella ! No pecorella,Pastorella,cicolella o piessella !

#9 Piesse

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Posted 17 February 2009 - 19:28 PM

:( :( :( ebbene si lo confesso la LERC cel' ho ancora anzi io ho tutta la serie da 3 a 6 mt la 5 e la 6 sono col puntale di ferro e la cima di vetroresina piena :? :? ricordo che il primo grosso sarago a surfcasting faceva piegare talmente tanto la canna che sentivo muovere il portamulinello :lol: :lol: :lol: volevo portare la 5 mt in corsica ma il pescatorella non ha voluto :( forse aveva paura di far sfigurare le trio standard??????????????????????? :lol: :lol: :lol:




Se ci torniamo insieme ( sempreche' la tua signora ti ci mandi e la vedo dura) la puoi portare tutta la serie, alle brutte ci potremmo fare un bel fuoco per cucinarci le salsicce che ci saremo portati dietro? Insieme col vinello che hai giurato di portare.....facciamo una cosa io ci metto i pesci e tu il vino, ok? :D :D :D :D


...guarda che se marco torna in corsica in tempi stretti poi al ritorno te lo devi portare a roma perchè a bologna non ci sarà più trippa per gatti :lol: :lol: :lol:
Mr.utopia luccius dundee! Linuz è rimasto al "bbuio"!!!
...lega per l'abolizione del 3 luglio!
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#10 linuz

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Posted 18 December 2014 - 10:47 AM

Possibile che questo topic non fosse mai stato classificato come "importante"? :?

 

poco male, abbiamo appena rimediato! ;)


"They say you forget your troubles on a trout stream, but that's not quite it. What happens is that you begin to see where your troubles fit into the grand scheme of things, and suddenly they're just not such a big deal anymore."
John Gierach


#11 linuz

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Posted 19 December 2014 - 09:26 AM

meglio tardi che mai ;-)

 

in effetti, come ho scrito, è un peccato che nessuno di quelli che avevano i poteri per "pinnare il topic" ci abbia pensato prima di farlo.

 

Nemmeno i moderatori mare :ironie:


"They say you forget your troubles on a trout stream, but that's not quite it. What happens is that you begin to see where your troubles fit into the grand scheme of things, and suddenly they're just not such a big deal anymore."
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#12 cicalone

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Posted 19 December 2014 - 09:56 AM

Io ho i poteri molto ristretti da sempre....gia' che l'ho scritto...deppiu' non potevo fare :mocken:


pesca e caccia sono parte della vita dell'essere umano.
 
IO ho conosciuto Mario Albertarelli e Giordaloco

#13 linuz

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Posted 19 December 2014 - 10:01 AM

Io ho i poteri molto ristretti da sempre....gia' che l'ho scritto...deppiu' non potevo fare :mocken:

 

Allora faccio qualche verifica. perchè tra i tuoi "poteri", La possibilità di marcare come "importante" c'è. Devo capire se (e perchè) non ti funziona.

 

fine ot ;)


"They say you forget your troubles on a trout stream, but that's not quite it. What happens is that you begin to see where your troubles fit into the grand scheme of things, and suddenly they're just not such a big deal anymore."
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#14 cicalone

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Posted 19 December 2014 - 10:48 AM

tra'i miei poteri ristretti anche quello di non aver MAI potuto bannare nessuno...neppure chi mi ha offeso pubblicamente e di cui qualcun altro ha preso pure le difese

 

chiuso O.T. pure da parte mia


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#15 linuz

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Posted 19 December 2014 - 11:26 AM

tra'i miei poteri ristretti anche quello di non aver MAI potuto bannare nessuno...neppure chi mi ha offeso pubblicamente e di cui qualcun altro ha preso pure le difese

 

chiuso O.T. pure da parte mia

 

guarda, anch'io avrei qualcuno da bannare, se si parla di pubbliche offese :ironie: , ma non sono vendicativo  :fies: ;)

 

scherzi a parte, la BAN non è una limitazione dei poteri di mod, nessun mod può bannare, l'onore e l'onere spetta agli admin... se vuoi di questo poi ne parliamo in privata sede.

COmunque allora confermo che non hai poteri limitati, puoi fare tutto ciò che possono fare gli altri mod, compreso marcare come "importante" una discussione ;-)

 

ciao ciao


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#16 Jfish

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Posted 19 December 2014 - 11:36 AM

allora confermo che non hai poteri limitati, puoi fare tutto ciò che possono fare gli altri mod, compreso marcare come "importante" una discussione ;-)
 ciao ciao

 

Morale Cica: pinna :P


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#17 mikoroma

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Posted 19 February 2015 - 12:56 PM

Semplicemente il piu' bel report che io abbia mai letto.

grazie di averlo scritto.

mirko



#18 cicalone

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Posted 19 October 2015 - 10:54 AM

Grazie Mirko piacere che ti sia piaciuto :hallo:


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